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Pizzoferrato è un comune italiano di 976 abitanti[1] della provincia di Chieti in Abruzzo.

Pizzoferrato
comune
Pizzoferrato – Veduta
Pizzoferrato – Veduta
Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Abruzzo
Provincia Chieti
Amministrazione
SindacoPalmerino Fagnilli (lista civica Paese mio) dal 10-6-2018 (2º mandato)
Territorio
Coordinate41°55′N 14°14′E
Altitudine1 251 m s.l.m.
Superficie30,92 km²
Abitanti976[1] (31-12-2021)
Densità31,57 ab./km²
FrazioniCastiglione, Collalto, Turchi, Valle del Sole
Comuni confinantiCivitaluparella, Gamberale, Montenerodomo, Quadri, Sant'Angelo del Pesco (IS)
Altre informazioni
Cod. postale66040
Prefisso0872
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT069066
Cod. catastaleG724
TargaCH
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Cl. climaticazona F, 3 073 GG[3]
Nome abitantipizzoferratesi
Patronosan Domenico
Giorno festivo4 agosto
Cartografia
Pizzoferrato
Pizzoferrato – Mappa
Pizzoferrato – Mappa
Posizione del comune di Pizzoferrato all'interno della provincia di Chieti
Sito istituzionale

Storia


Vi sono scarse notizie inerenti al paese. Nel Catalogus Baronum viene citato come Pictum Ferratum, mentre risalgono al X secolo alcune rovine e le chiese sulla rupe che sovrasta il paese. In epoca feudale il paese venne tenuto da varie famiglie, tra le quali l'ultima fu la famiglia Monaco.[4] Prima dell'anno mille nel comune di Pizzoferrato c'erano tre piccoli abitati il cui nome incominciava per "Pitius" cioè "Pizzo":[5]

Tutt'intorno a questi tre Pitius vi erano delle faggete, dei cerreti e delle abetine mentre la popolazione si dedicava alla pastorizia transumante ma poi si dedicavano all'agricoltura.[5]

Sulla fusione dei tre "Pizzi" vi sono due ipotesi:[5]

  1. Secondo un archivio napoletano un'ignota catastrofe distrusse i tre Pizzi così gli abitanti superstiti si stanziarono nel centro odierno;[5]
  2. secondo un'altra ipotesi si salvarono due fratelli, Rocco e Lorenzo. Rocco si stanziò a Pizzoferrato mentre Lorenzo a Gamberale, fatto provato che una delle chiese di Pizzoferrato è dedicata a san Rocco, mentre il patrono di Gamberale è san Lorenzo.[5]

Una piantina dell'archivio delle carte geografiche attesta che il nome è "Pizzosterrato" cioè Pizzo fuori terra. Nel Medioevo quando fu invaso dai briganti e il paese fu costretto a chiudere le porte d'accesso il nome fu cambiato nell'odierno.[5]

Originariamente masserie a Pizzoferrato non c'erano, per il brigantaggio. Quando in Abruzzo il brigantaggio venne eliminato la popolazione andò a stanziarsi in masserie (dette anche frazioni). Chi invece non andò ad abitare nelle masserie preferì andare ad abitare a Pizzoferrato paese.[5]

Le tre masserie-frazioni attuali sono:

Il fenomeno che trattava lo spostarsi di popolazione perdurò ancora per qualche secolo.[5]


Pizzoferrato e la seconda guerra mondiale


Il 15 gennaio 1944, una forza mista di maiellini e britannici guidata dal maggiore Wigram, da qualcuno battezzata Wigforce, partì da Casoli, comune nella vallata dell'Aventino (CH) dove si era costituita la Banda dei Patrioti della Maiella, comandata da Ettore Troilo e patrocinata dal Comando alleato di Liberazione, per una missione congiunta, la prima. Conquista, non senza difficoltà, Colle dei Lami (Lama dei Peligni); il 17 arriva a Colle Ripabianca.

Il 30 gennaio una nuova missione per la Wigforce, con obiettivo Pizzoferrato paese posto in posizione strategica, a quota 1300 metri e lungo il corso del fiume Sangro, occupato dalla 305ª Divisione di Fanteria Tedesca. La notte del 30 gennaio viene liberata Quadri. Il 31 procedono lungo Torricella Peligna e Lama dei Peligni distrutti e abbandonati dai tedeschi. La notte dopo il 2 febbraio si parte da Fallo con destinazione Pizzoferrato. L'attacco, all'alba del 3 febbraio, fallisce e tra i caduti si registra lo stesso maggiore Wigram. I maiellini ripiegarono con una rocambolesca fuga lungo un ripido pendio, riuscendo a recuperare la posizione iniziale a Fallo. Tuttavia dopo lo scontro i tedeschi abbandonarono Pizzoferrato, temendo un secondo attacco. Il 4 febbraio uomini della Brigata Maiella e del ricostituito Esercito Italiano raggiungono il paese e lo presidiano. Negli scontri la Brigata registra 14 uomini caduti, 10 prigionieri e 12 feriti.

Lionel Wigram, il tenente che guidò la battaglia di Pizzoferrato il 2 febbraio 1944, insieme ai maiellini patrioti
Lionel Wigram, il tenente che guidò la battaglia di Pizzoferrato il 2 febbraio 1944, insieme ai "maiellini" patrioti

Un plotone comandato da Wigram avrebbe dovuto acquartierarsi a Casa Casati, nelle vicinanze del paese, l'altro plotone (il X) avrebbe dovuto inserirsi in Casa Melocchi, a valle del paese. Il maggiore Wigram ordina l'attacco dei patrioti a Casa Casati con 20 inglesi e 15 italiani patrioti. I tedeschi all'interno della casa, nelle vicinanze di piazza San Rocco, sono colti di sorpresa, ma attaccano la truppa del tenente Glieca; Wigram viene ferito, e il Glieca ordina ai patrioti di circondare la casa, in modo che i tedeschi non possano uscire senza scontrarsi con loro; successivamente giunge il tenente Aixell che ordina un nuovo assalto a Casa Casati, ma incontrano la resistenza del Glieca, in quanto era giunto il giorno, e gli uomini erano troppo esposti, dacché l'attacco era stato pianificato prima dell'alba quando era ancora buio.

L'intento di Wigram di annientare a qualunque costo i tedeschi trova delle resistenza tra i viceufficiali, poiché si era deciso di aspettare i rinforzi dei paracadutisti del capitano Gay, i quali erano ritardati dalla neve. Il tenente Aixell prende le veci di Wigram e ordina un nuovo attacco a Casa Casati, che si risolve con la resa dei tedeschi, anche se Aixell rimase ferito gravemente. A causa del suo ferimento e della morta sopraggiunta del Wigram durante il primo attacco di mitraglia, i patrioti rimangono allo sbando, non fanno in tempo a riorganizzarsi nella piazza della chiesa, i paracadutisti di Gay non giungono, e i tedeschi si riorganizzano dalle alture, iniziando a mitragliare la piazza.

Il tenente Glieca ordina una ritirata sgangherata, alcuni riescono a salvarsi, guadando il torrente Parello e a scendere al vicino paese di Fallo, gli altri sono prigionieri della conformazione geologica del paese stesso, e prendono a risalire la montagna rocciosa che sovrasta il paese, sino a rifugiarsi, incalzati dai tedeschi, nella chiesa di Santa Maria del Girone. Non potendo più difendersi, esaurite le munizioni, i tedeschi intimano la resa, e uccidono sul posto del presbiterio i patrioti insorti. Il bilancio dei morti è di 20 morti tedeschi, di cui 3 prigionieri, 2 morti inglesi, 22 prigionieri, 10 morti dei patrioti italiani, 12 dispersi e prigionieri, 6 feriti. Ancora oggi i buchi, presso il muro della chiesetta di montagna, lasciati dalla scarica di mitraglia tedesca sono visibili, lasciati in segno di memoria.

Nell'analisi dei combattimenti viene considerata eccessivamente spregiudicata la condotta del maggiore Wigram che avrebbe potuto attendere rinforzi, ovvero una unità di paracadutisti della Nembo agli ordini del capitano Francesco Gay, peraltro già in marcia. I patrioti della Maiella devono molto al maggiore Lionel Wigram, del V Corpo d'Armata Britannico, che diede a questo strano esercito l'occasione di dimostrare il suo valore. Adesso gli Alleati non poterono che riconoscere il valore di questo gruppo di Patrioti e concedere loro quello che volevano: battersi contro gli invasori.

A partire dal febbraio 1944 Domenico Troilo si distinse in una leggendaria difesa di Fallascoso, una frazione di Torricella Peligna, avamposto sulla Linea Gustav. Il 23 febbraio con soli 20 uomini fronteggiò per tutta la notte un possente attacco della divisione tedesca degli Jäger. La difesa riuscì senza perdere neanche un uomo. La difesa resse intatta a tutti gli attacchi sferrati.

Dopo gli innegabili successi riportati, il 28 febbraio il Capo di Stato Maggiore Giovanni Messe riconobbe la formazione con il nome Banda Patrioti della Maiella e li inquadrò nella 209ª Divisione di fanteria. Divennero, finalmente, una unità militare pienamente riconosciuta e la loro bandiera di combattimento fu la prima al di fuori di quella del ricostituito Regio Esercito.

Dal dopoguerra a oggi

Oggi la parte superiore dello sperone roccioso che sovrasta Pizzoferrato è stata trasformata in un sacrario militare della Memoria della Battaglia della Brigata Maiella. Negli anni del dopoguerra Pizzoferrato ha subito il fenomeno dell'emigrazione e dello spopolamento, e negli anni 1970 ha cercato di seguire il turismo invernale della vicina Roccaraso (AQ), costruendo presso la selva di San Domenico il villaggio turistico di Valle del Sole, purtroppo mai entrato pienamente in funzione, per un problema di realizzazione delle condutture idriche e fognarie, e per la mancata costruzione dell'impianto sciistico vero e proprio, anche se nel 2019 sono stati presentati progetti per il rilancio del sito. Nel 2015 inoltre, con l'ondata di gelo regionale, Pizzoferrato ha visto franare parte della strada provinciale 164, che collega il comune di Palena (CH) dalla località Valico della Forchetta al comune.


Simboli


Lo stemma del comune di Pizzoferrato è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 9 giugno 1937.

«Campo di cielo, all’incudine di nero, poggiata sulla vetta centrale di un monte di tre cime di verde, sormontata da una stella di cinque raggi d'oro.»


Onorificenze


Il Comune di Pizzoferrato è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignito della medaglia di bronzo al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[6]:

Medaglia di bronzo al valor militare

Curiosità


Una folta comunità di emigrati pizzoferratesi è presente a Pittsburgh. Tra questo emigrati il wrestler Bruno Sammartino, che lasciò il paese natale a 15 anni.


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose


Chiesa della Madonna del Girone
Si trova presso la rupe del centro del paese. Non vi sono date certe sulla sua fondazione, ma si sa che è la più antica. La costruzione viene fatta risalire all'XI secolo mentre l'abside è un'aggiunta del XIII secolo. La struttura attuale a un'unica navata con volta a botte e lunette viene fatta risalire al XIX secolo. La chiesa fu danneggiata nel terremoto del 1984 e successivamente restaurata.[7]
La facciata è interamente intonacata. Al centro si apre un portale in pietra semplice, sopra al portale vi è una finestra anch'essa realizzata in pietra e architravata. Sul lato destro della facciata vi è il campanile. Nella chiesa della Madonna del Girone vi sono i resti delle statue di San Nicola di Bari e San Domenico del XIV secolo e un dipinto del 1650 circa. La campana della chiesa è di Agnone. All'interno vi sono l'acquasantiera in marmo nero della Maiella[7] e un crocifisso. Questo crocifisso, secondo una leggenda, era bramato dai tedeschi in fuga sulla Linea Gustav, durante la seconda guerra mondiale, ma non riuscendo a portarlo via, gli spararono contro una raffica di mitra ma, secondo testimoni, il crocifisso, per non essere colpito, si spostò. A tutt'oggi rimangono i fori dei proiettili sul muro come testimonianza. In questa chiesa si rifugiarono anche qualche partigiano per non essere catturato dai tedeschi, ma i partigiani, scoperti, si videro costretti a sacrificarsi buttandosi dalla rupe che dà sul paese.[8]
Chiesa di San Rocco
Questa chiesa è sita in piazza San Rocco. Risale alla seconda metà del XIX secolo. Fu costruita sulle rovine della cappella preesistente di San Rocco.[9]
La facciata, rettangolare è in conci di pietra ornati da lesene. Il campanile è in tre livelli. All'interno a unica navata con, al termine, un'abside, e cappelle laterali, vi è una trabeazione. La volta è a botte con lunetta. Il presbiterio è a cupola. Gli stuchi e le decorazioni sono tinteggiati di beige.[9]
Chiesa di San Nicola
Della chiesa originaria attualmente ne rimane solo un piccolo rudere che, anticamente sosteneva un muro perimetrale. Si trattava nel quartiere di Pizzo o Terra vecchia presso la chiesa della Madonna dei gironi. Nell'Ottocento fu distrutta perché in condizioni precarie. L'interno era a due navate col soffitto in legno dorato nello stesso stile della chiesa di Pescocostanzo[10][11].
Chiesa di San Domenico in Silvis
Nella località San Domenico in Silvis o "La Valle" vi è l'eremo eponimo costante di una chiesetta rurale pittoresca in stile romanico rurale posta sotto una rupe a burrone. La facciata è stata realizzata in pietra calcarea della Maiella. La copertura è a capanna. Nel retro è sita la grotta ov'è l'eremo originario del santo. Iniziata a essere costruita nel 1921 è stata terminata nel 1923. L'interno è a un'unica navata a due campate con copertura a botte.[10][12].

I palazzi, il fileremo e il castello



Risorse naturalistiche


I dintorni sono ricoperti da boschi di faggio, querce e abeti che ospitano orsi bruni marsicani, cinghiali, lupi, martore, poiane, falchi, scoiattoli oltre a mammiferi e uccelli rari.

Vari itinerari di trekking ed escursioni boschivo-montane possono favorire l'incontro fra questi animali e i turisti.

A circa 3 chilometri dal paese si trova un villaggio turistico chiamato "Valle del Sole", a 1492 m s.l.m. dove si trovano una pista da sci di fondo e una da sci alpino, insieme a sentieri segnalati dal Club Alpino Italiano (CAI).

Nel 2017 è stata eretta in paese una statua dedicata a Bruno Sammartino.


Società



Evoluzione demografica


Il comune è interessato da un lento processo di spopolamento. Abitanti censiti[17]


Amministrazione


Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 13 giugno 1999 Italo De Cesare Lista Civica di Centro Sindaco [18]
14 giugno 1999 24 maggio 2007 Palmerino Fagnilli Lista Civica Sindaco [19][20]
25 maggio 2007 14 aprile 2008 Domenica Calabrese Commissario Prefettizio [21]
15 aprile 2008 27 maggio 2013 Nicola Tarantini Lista Civica sindaco [22]
28 maggio 2013 10 giugno 2018 Palmerino Fagnilli Lista Civica Diamoci una mano per Pizzoferrato sindaco [23]
10 giugno 2018 in carica Palmerino Fagnilli Lista Civica Diamoci una mano per Pizzoferrato sindaco

Gemellaggi


Pittsburgh, dal 2017


Note


  1. Bilancio demografico anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Francesco Bonomi, Pizzoferrato e la sua storia, su sangroaventino.it, 2004. URL consultato il 17/10/09., Sangroaventino, Pizzoferrato e la sua storia, su sangroaventino.it, 2004. URL consultato il 17/10/09.
  5. Tuttoabruzzo, Pizzoferrato [collegamento interrotto], su tuttoabruzzo.it. URL consultato il 17 ottobre 2009.
  6. Istituzioni decorate di medaglia di bronzo al valor militare, su istitutonastroazzurro.it.
  7. Sangroaventino, Chiesa della Madonna del Girone, su sangroaventino.it, 2004. URL consultato il 14 ottobre 2009.
  8. Storia e curiosità del comune di Pizzoferrato (CH), su nuke.pizzoferrato.org. URL consultato il 17 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2013).
  9. Sangroaventino, Chiesa di San Rocco, su sangroaventino.it, 2004. URL consultato il 17 ottobre 2009.
  10. Don V. Sammartino, Cronistoria parrocchiale (Trascrizione dal manoscritto), Pizzoferrato, Archivio parrocchiale di Pizzoferrato, 2000.
  11. Sangroaventino, Chiesa di San Nicola, su sangroaventino.it, 2004. URL consultato il 14 ottobre 2009.
  12. Sangroaventino, Chiesa di San Domenico in Silvis, su sangroaventino.it, 2004. URL consultato il 14 ottobre 2009.
  13. Sangroaventino, Palazzo municipale, su sangroaventino.it, 2004. URL consultato il 14/10/09.
  14. Sangroaventino, Palazzo Casati, su sangroaventino.it, 2004. URL consultato il 14/10/09.
  15. Turistinitalia, Pizzoferrato, su turistiinitalia.it. URL consultato il 29 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2010).
  16. Sangroaventino, Castello Baronale-Palazzo Ducale, su sangroaventino.it, 2004. URL consultato il 14/10/09.
  17. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  18. Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 23 aprile 1995, su elezionistorico.interno.gov.it.
  19. Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 13 giugno 1999, su elezionistorico.interno.gov.it.
  20. Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 12 giugno 2004, su elezionistorico.interno.gov.it.
  21. Gazzetta Ufficiale, Serie n. 184 del 9 agosto 2007, Decreto presidente della Repubblica 24 luglio 2007, su gazzettaufficiale.biz.
  22. Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 13 aprile 2008, su elezionistorico.interno.gov.it.
  23. Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 26 maggio 2013, su elezionistorico.interno.gov.it.

Voci correlate



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Collegamenti esterni


Info su Pizzoferrato e dintorni http://www.istitutonastroazzurro.it/comunedipizzoferrato.html

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[de] Pizzoferrato (Abruzzen)

Pizzoferrato ist eine italienische Gemeinde (comune) mit 1006 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in der Provinz Chieti in den Abruzzen. Die Gemeinde liegt etwa 47,5 Kilometer südlich von Chieti am Nationalpark Majella, gehört zur Comunità montana Medio Sangro und grenzt unmittelbar an die Provinz Isernia (Molise). Die südöstliche Grenze der Gemeinde bildet der Sangro.

[en] Pizzoferrato

Pizzoferrato is a comune and town in the Province of Chieti in the Abruzzo region of Italy.

[es] Pizzoferrato

Pizzoferrato es un municipio situado en el territorio de la provincia de Chieti, en Abruzos, (Italia).

[fr] Pizzoferrato

Pizzoferrato est une commune de la province de Chieti dans les Abruzzes en Italie.
- [it] Pizzoferrato

[ru] Пиццоферрато

Пиццоферрато (итал. Pizzoferrato) — коммуна в Италии, расположена в регионе Абруццо, подчиняется административному центру Кьети.



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