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Nepi è un comune italiano di 9 284 abitanti della provincia di Viterbo nel Lazio.

Posizione dell'antica Nepete nell'età regia di Roma.
Posizione dell'antica Nepete nell'età regia di Roma.
Termo Larte edifica Nepi 548 anni prima di Roma. Affresco del ciclo pittorico decorante la sala nobile del palazzo comunale di Nepi, dipinto da Domenico Torti e Ludovico De Mauro nel 1870
Termo Larte edifica Nepi 548 anni prima di Roma. Affresco del ciclo pittorico decorante la sala nobile del palazzo comunale di Nepi, dipinto da Domenico Torti e Ludovico De Mauro nel 1870
La fontana del palazzo comunale, scolpita nel travertino da Filippo Barigioni nel 1727. Raffigura lo stemma della città di Nepi: la torre con il serpente che si attorciglia ai suoi piedi
La fontana del palazzo comunale, scolpita nel travertino da Filippo Barigioni nel 1727. Raffigura lo stemma della città di Nepi: la torre con il serpente che si attorciglia ai suoi piedi
Veduta della Valle Suppentonia sotto il monastero di San Bernardo
Veduta della Valle Suppentonia sotto il monastero di San Bernardo
Le due cascate dette Caduta del Picchio
Le due cascate dette "Caduta del Picchio"
La forra nei pressi del castello d'Ischi
La forra nei pressi del castello d'Ischi
L'interno della basilica concattedrale
L'interno della basilica concattedrale
La facciata della chiesa di San Tolomeo, con l'attiguo monastero dei padri Servi di Maria
La facciata della chiesa di San Tolomeo, con l'attiguo monastero dei padri "Servi di Maria"
L'interno della cupola della chiesa di San Tolomeo
L'interno della cupola della chiesa di San Tolomeo
Volta a crociera affrescata del tempietto dedicato al Santo, nella chiesa di San Biagio, risalente al XV secolo
Volta a crociera affrescata del tempietto dedicato al Santo, nella chiesa di San Biagio, risalente al XV secolo
Dettaglio del campanile a vela della chiesa della Madonna delle Grazie
Dettaglio del campanile a vela della chiesa della Madonna delle Grazie
Porta Romana, varco di accesso principale alla città
Porta Romana, varco di accesso principale alla città
La piazza del comune su cui prospetta l'omonimo palazzo
La piazza del comune su cui prospetta l'omonimo palazzo
Massimo D'Azeglio, Colline nei pressi di un lago, olio su carta trasportato su tela, 1821, 23 × 44.8 cm, Galleria civica d'arte moderna e contemporanea, Torino. L'opera risale al soggiorno tra Nepi e Castel Sant'Elia del grande uomo politico e paesaggista. Il paesaggio lo ha dipinto dalla località nepesina di Stracciacappe, il lago è quello di Bracciano. Sullo sfondo il monte più alto è la cima di Roccaromana
Massimo D'Azeglio, Colline nei pressi di un lago, olio su carta trasportato su tela, 1821, 23 × 44.8 cm, Galleria civica d'arte moderna e contemporanea, Torino. L'opera risale al soggiorno tra Nepi e Castel Sant'Elia del grande uomo politico e paesaggista. Il paesaggio lo ha dipinto dalla località nepesina di "Stracciacappe", il lago è quello di Bracciano. Sullo sfondo il monte più alto è la cima di "Roccaromana"
La via cava o Tagliata in località La Massa
La via cava o "Tagliata" in località "La Massa"
La necropoli di Tre Ponti, presso il cosiddetto Cavo degli Zucchi, una delle numerose vie cave percorse dal tracciato della via Amerina
La necropoli di "Tre Ponti", presso il cosiddetto "Cavo degli Zucchi", una delle numerose vie cave percorse dal tracciato della via Amerina
Vista del centro storico dal mastio della Rocca dei Borgia. Sullo sfondo il Monte Soratte
Vista del centro storico dal mastio della Rocca dei Borgia. Sullo sfondo il Monte Soratte
Il tradizionale Focarone di Sant'Antonio Abate
Il tradizionale "Focarone" di Sant'Antonio Abate
Il salame cotto, uno dei tipici insaccati della cucina nepesina
Il "salame cotto", uno dei tipici insaccati della cucina nepesina
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Nepi (disambigua).
Nepi
comune
Nepi – Veduta
Nepi – Veduta
Le fortificazioni farnesiane e la Rocca dei Borgia
Localizzazione
Stato Italia
Regione Lazio
Provincia Viterbo
Amministrazione
SindacoFranco Vita (lista civica Noi & voi per Nepi) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate42°14′37″N 12°20′47″E
Altitudine227 m s.l.m.
Superficie83,71 km²
Abitanti9 284[1] (31-8-2022)
Densità110,91 ab./km²
FrazioniColle Farnese, Colle Lydia, Colle Salomonio, Grezzano, Settevene, Gabelletta
Comuni confinantiCampagnano di Roma (RM), Caprarola, Carbognano, Castel Sant'Elia, Fabrica di Roma, Mazzano Romano (RM), Monterosi, Ronciglione, Sutri, Trevignano Romano (RM)
Altre informazioni
Cod. postale01036
Prefisso0761
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT056039
Cod. catastaleF868
TargaVT
Cl. sismicazona 3A (sismicità bassa)
zona 3B (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona D, 1 824 GG[3]
Nome abitantinepesini
Patronosanti Tolomeo e Romano
Giorno festivo24/25 agosto
Cartografia
Nepi
Nepi – Mappa
Nepi – Mappa
Posizione del comune di Nepi nella provincia di Viterbo
Sito istituzionale

Geografia fisica



Territorio


Il territorio comunale nepesino si estende su una vasta area nota come Agro Falisco, delimitato a sud e sud-ovest dai Monti Sabatini, a nord-ovest dai Monti Cimini e dalla Valle del Tevere a nord e ad est.

Benché il paesaggio dell'Agro Falisco appaia in lontananza come un'unica e piatta vallata, mossa solo da modeste collinette, l'immagine di questo territorio muta completamente non appena si decide di addentrarcisi, anche solo transitando sulle strade principali che lo attraversano. Profonde gole e burroni si aprono come squarci nel terreno. Luoghi suggestivi e spesso ancora selvaggi, caratterizzano fortemente il paesaggio di questi luoghi.

Le “Forre”, che rappresentano l'elemento geomorfologico caratteristico del territorio, sono delle larghe valli delimitate da pareti sub-verticali scavate dalla millenaria azione erosiva dei torrenti sul substrato vulcanico, depositatosi a seguito delle attività eruttive dei due complessi vulcanici, Vicano in misura maggiore, e Sabatino, datate tra 600.000 e circa 20.000 anni fa. Il protrarsi dell'erosione da parte dei due corsi d'acqua confluenti facenti parte de bacino del fiume Treja, Rio Falisco a nord e Rio Puzzolo a sud, ha isolato uno sperone tufaceo di forma triangolare, delimitato da pareti sub-verticali, dove é edificato il centro storico del paese. L'adattamento dell'uomo a questa morfologia, è la matrice degli sviluppi architettonici e soprattutto urbanistici di ogni insediamento nell'area. I "Cavoni", caratteristiche vie tagliate di epoca pre-romana, sono vie di comunicazione che univano le Forre coi pianori tufacei, costituiti da fenditure continue operate dall'uomo nella roccia vulcanica delimitate da pareti verticali.

In questo contesto si inserisce l'abitato di Nepi, città sorta in epoca antica. La morfologia stessa del territorio ha facilitato l'insediamento umano, avendo creato dei luoghi già di per sé difesi naturalmente e difficilmente accessibili. Inoltre la consistenza del tufo locale, ha favorito sin dalle epoche più remote la creazione di insediamenti rupestri e di necropoli.

Queste valli furono abitate sin dalla più remota preistoria. Numerosi sono stati infatti i ritrovamenti archeologici di utensili in pietra scheggiata e frammenti di vasi con segni di cottura. Questi insediamenti rupestri furono abitati quindi per lungo tempo, dal neolitico all'inizio dell'età del ferro. Al centro di questo territorio, si trova la Valle Suppentonia, ovvero la forra che partendo da Nepi, giunge fin quasi sotto Civita Castellana, dove il fosso del Ponte si getta nel Treja. La particolarità di questa lunga forra è quella di raggiungere dimensioni molto rilevanti, specie nei pressi di Castel Sant'Elia, superando in alcuni punti i cento metri di altezza. Le sue pareti spesso a perpendicolo, sono rivestite di una rigogliosa e spesso impenetrabile vegetazione; numerose sono le cascate formate dai torrenti che scorrono nel fondovalle.


Clima


il clima è mite, umido in inverno e secco in estate.


Origini del nome


Nepi: l'antica Nepet o Nepete, deriverebbe il suo nome dalla parola etrusca Nepa, ovvero acqua. Quindi Nepi è "città delle acque", tanto da portare i segni di questo ancestrale legame nel nome stesso. La leggenda della sua fondazione ci parla di un particolare serpente acquatico, adorato da questi antichi popoli come divinità, il quale uscì allo scoperto mentre il mitico fondatore Termo Larte[4] era intento a tracciare il solco del pomerio del nuovo insediamento. Questo venne interpretato come simbolo di buon auspicio e la città venne consacrata alla divinità che aveva voluto manifestarsi proprio durante il sacro atto della fondazione. Un'altra interpretazione del nome vorrebbe collegarlo con una divinità mediorientale che aveva fattezze di scorpione[5], mettendo in relazione questo animale con la forma che i torrenti formano intorno allo sperone su cui sorge la città[6]. Ancora un animale legato all'acqua. Serpenti, scorpioni; in ogni caso il rapporto fortissimo che da sempre Nepi ha avuto con l'acqua è evidente. La quantità di torrenti e fonti, d'acque ferruginose, solforose e minerali, di solfatare, ancora oggi palesa la caratteristica di questo territorio.[7]


Storia



Fondazione


Numerosi ritrovamenti archeologici nel territorio circostante testimoniano il popolamento dell'area in epoche antiche. In particolare due insediamenti vicini alla città, il Pizzo e Torre Stroppa, sono fiorenti fino all’età del bronzo finale (XI secolo a.C.). Dopo un periodo di spopolamento, nel corso del quale i gruppi residenti contribuirono a formare la grande città di Veio, durato circa un secolo, le tracce archeologiche indicano un inizio dell’occupazione dello sperone tufaceo di Nepi a partire dal secolo VIII a.C. Da questo momento e fino alla conquista romana il centro urbano di Nepi fu parte integrante del territorio veiente e le sue produzioni artigianali mostrano affinità con quelle della vicina Falerii (attuale Civita Castellana, i cui abitanti erano appunto i Falisci).


Epoca romana


La prima notizia documentata è quella riportata da T. Livio, in cui si evince che nel 383 a.C. Nepi è alleata con Roma. L'epoca è quella in cui la nascente potenza romana sta via via conquistando le zone di influenza etrusca e falisca. Nepi e Sutri sono definite proprio da T. Livio «Claustra Etruriae» e «Antemuralis Etruriae» proprio per l'importanza strategica di questi due antichi insediamenti. Il periodo romano la vede diventare "municipium", città ricca e potente. Numerosi i resti archeologici a noi pervenuti di quel periodo. Le ville patrizie disseminate nel territorio, l'anfiteatro, le cosiddette "Terme dei Gracchi", mausolei lungo la via Amerina, cippi, statue e molteplici lapidi.

Durante la seconda guerra punica insieme ad altre undici colonie latine, rifiuta il suo supporto a Roma, ma come narratoci sempre da T. Livio, la conseguenza a questa decisione fu quella di pagare in doppia misura.


Medioevo


Sede vescovile già nel IV secolo, come riportato nelle sottoscrizioni ai vari Concili romani. Saccheggiata più volte durante le invasioni barbariche, conobbe proprio nell'alto Medioevo un periodo di notevole splendore per il fatto di essere attraversata dalla via Amerina, unica arteria a congiungere durante le guerre greco-gotiche Roma a Ravenna. Riprova della sua importanza fu l'invio del nutrito esercito guidato dal duca Leonzio a difesa della città, da parte del pontefice S. Gregorio Magno.

Durante l'VIII secolo, Totone, nobile nepesino di stirpe longobarda, ricordato dalla storia quale Duca di Nepi, discese su Roma forte di un esercito, col quale assoggettò la città eterna divenendone Duca e interferendo nel conclave del 768, fece nomimare papa suo fratello, che salì al soglio pontificio col nome di Costantino II. L'anno successivo il suo potere ebbe fine per mano dell'opposta fazione che uccise Totone e destituì suo fratello, che accecato finì i suoi giorni rinchiuso in un monastero.

Nel 915 i Nepesini sconfiggono in uno scontro decisivo i saraceni.

Nel 1002 moriva a Castel Paterno[8] (all'epoca ricadente nel territorio Nepesino) Ottone III di Sassonia[9][10], restauratore del Sacro Romano impero, mentre cercava rifugio dall'incalzante opposizione delle nobili famiglie romane.

Nepi si costituì Libero Comune nel 1131, come testimoniato dalla lapide del primo patto comunale[11][12], conservata nel portico della Cattedrale. Nella lotta tra pontefice ed imperatore, Nepi fu di parte imperiale durante i regni di Alessandro II, Nicola II, Gregorio VII e Innocenzo II; caduta in mano ai papisti nel 1160, combatté contro il comune di Roma e nel 1244 venne assediata dall'imperatore Federico II. Divenuta possedimento feudale, passò in un primo momento ai prefetti di Vico e successivamente venne concessa agli Orsini, ai Colonna. Rodrigo Borgia, all'indomani della sua elezione a papa col nome di Alessandro VI la cedette al cardinale Ascanio Sforza, contraccambiando così il suo appoggio alla sua nomina. Ma a seguito della calata francese su Milano, il Pontefice tolse Nepi allo Sforza, la elevò al rango di ducato e la donò nell'anno 1499 alla figlia Lucrezia, la quale fu munifica amministratrice, amata e rispettata dalla popolazione. Dopo alterne vicende, Paolo III Farnese, la cedette a Pier Luigi Farnese, suo figlio naturale. Con la creazione del Ducato di Castro e Nepi, per questo territorio si ebbe uno dei periodi più floridi e prolifici.


Epoca moderna


Numerose furono le opere improntate in questo breve lasso di tempo, che va dal 1537 al 1545. Con la nomina di Pier Luigi Farnese a duca di Parma e Piacenza, Nepi torna sotto il diretto dominio della Santa Sede e dichiarata indipendente durante il regno di Sisto V, quando potrà innalzare le insegne senatoriali: S.P.Q.N. Il 2 dicembre 1798 venne saccheggiata dalle truppe francesi in ritirata da quelle borboniche. Il 13 dicembre vi si svolse lo scontro fra i due eserciti, nel quale ebbe la meglio quello francese guidato dal generale François Étienne Kellermann. Nel 1805 ospitò Pio VII di ritorno da Parigi, mentre il 13 settembre 1870 fu occupata dalle truppe italiane e annessa al Regno d'Italia.


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose



Architetture civili



Architetture militari



Siti archeologici


Loculi scavati nella catacomba di S. Savinilla.
Loculi scavati nella catacomba di S. Savinilla.

Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[14]


Tradizioni e folclore



Cultura



Arte


Durante gran parte del XIX secolo, Nepi, come molte altre località italiane, accolse frotte di viaggiatori attratti dal territorio che all'epoca si offriva incontaminato e vergine agli occhi di questi personaggi. Numerosi artisti, soprattutto pittori, raggiunsero questa parte di Tuscia per fermare sulle loro tele, o solamente su un taccuino, scorci e paesaggi ancor oggi esistenti. Per citare alcuni dei più celebri:

... "Una delle più belle e pittoresche parti della campagna romana è quella che incomincia a Nepi, e si stende fino al Tevere per larghezza; per lunghezza giunge sino ad Otricoli ed anco fino a Narni. I forestieri, i touristi, non ne seppero mai nulla sino ad oggi" ... "Questa regione veduta in distanza, sembra una pianura leggermente ondulata: chi invece ci si inoltra, si trova ad un tratto sul ciglio di larghi burroni che solcano il suolo ed in fondo à quali corre un piccolo torrente." ... " Le pareti di queste voragini sono per lo più grandiosi squarci di rocce a perpendicolo, talvolta scoscendimenti erbosi o vestiti di boscaglie. Il fondo è fresco e verdeggiante pei grandi alberi ed ombre opache, le correnti, i filetti d'acqua, i ristagni ove questa impaluda; che ora si vedono e riflettono il verde della campagna o l'azzurro del cielo, ora rimangono confusi o celati sotto la volta di una robusta fitta vegetazione. Non ho mai veduto un più ricco tesoro di bellezze naturali per lo studio di paese." ...


Cucina



Eventi



Economia


Veduta aerea dell'area urbana di Nepi. In primo piano, lo sperone tufaceo su cui sorge l'insediamento, a strapiombo sulle monumentali Forre
Veduta aerea dell'area urbana di Nepi. In primo piano, lo sperone tufaceo su cui sorge l'insediamento, a strapiombo sulle monumentali Forre

Con la caduta dello Stato pontificio e la ridistribuzione delle terre, si è assistito allo sviluppo di un'economia basata sull'agricoltura. Per decenni i mercati generali romani sono stati invasi dagli ortaggi prodotti da queste parti. Un altro prodotto particolarmente apprezzato della città è il suo latte, esportato in tutto l'alto Lazio e a Roma.[senza fonte]

Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).[19]

2015 2014 2013
Numero imprese attive % Provinciale Imprese attive % Regionale Imprese attive Numero addetti % Provinciale Addetti % Regionale Addetti Numero imprese attive Numero addetti Numero imprese attive Numero addetti
Nepi 637 2,73% 0,14% 1 693 2,85% 0,11% 641 1 679 674 1 703
Viterbo 23 371 5,13% 59 399 3,86% 23 658 59 741 24 131 61 493
Lazio 455 591 1 539 359 457 686 1 510 459 464 094 1 525 471

Nel 2015 le 637 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano il 2,73% del totale provinciale (23 371 imprese attive), hanno occupato 1 693 addetti, il 2,85% del dato provinciale (59 399 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato due persone (2,66).


Agricoltura


L'acqua di Nepi

Nepi è particolarmente famosa per la sua acqua e per il motto della stessa: Nepe civitas, nobilis atque potens, in cuius fertilissimis agris balnea scaturiunt salutifera ("La città di Nepi, nobile e potente, nei cui campi fertilissimi sgorgano acque salutifere"). L'acqua sfocia nei prati di Nepi e grazie ad essa esiste l'industria Acqua di Nepi che esporta i suoi prodotti in tutta l'Europa.[senza fonte]


Infrastrutture e trasporti



Strade


Nepi è collegata tramite la Strada Provinciale 77 Castel Sant'Elia, a Castel Sant'Elia. È collegata a Roma tramite la Strada statale 2 Via Cassia


Amministrazione


Nel 1928, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, con cui l'anno prima era stata istituita la provincia di Viterbo, Nepi passò dalla provincia di Roma a quella di Viterbo.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2019 Franco Vita Lista civica (Noi & Voi per Nepi) Sindaco

Sport



Atletica leggera



Calcio



Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Mentre Termo sarebbe il suo nome, Larte (Laerte) indicherebbe la carica di capo/maestro che quest'uomo assunse, indicato nella legenda quale capotribù o comunque il promotore del congregarsi delle diverse popolazioni che occupavano questo territorio e promotore della fondazione di un'unica città. Una raffigurazione di questo evento si trova nella Sala Nobile del Palazzo Comunale, affresco risalente al secolo XIX, dove vediamo il fondatore con i suoi familiari ed un sacerdote, mentre stupiti e impauriti vedono uscir fuori da un gruppo di massi il grosso e verde serpente. Sullo sfondo, su un pianoro di tufo, fervono i lavori della costruzione della nuova città.
  5. Si definiscono Nepidae la famiglia degli scorpioni d'acqua e in particolare Nepa la sottofamiglia presente in Europa.
  6. Anche in Astrologia, lo scorpione rientra proprio nei tre segni che compongono il cosiddetto "Trigono d'acqua" insieme con il segno dei pesci e del cancro.
  7. A questo va aggiunto che la medesima radice del nome Nepi, la ritroviamo molto spesso in relazione con l'acqua. Come ad esempio nel nome di molti fiumi, come il Nera in Umbria, affluente del Tevere, e nella stessa parola "acqua", "νερό" in greco. Il nome stesso del dio del mare Nettuno, in Latino Neptūnus, ha fondamentalmente ancora una volta la stessa radice.
  8. Castel Paterno, antichissimo insediamento preetrusco, sorgeva su un pianoro tufaceo dominante il fiume Treja alla confluenza col Fosso del Ponte, proprio alla fine della Valle Suppentonia. Oggi i suoi affascinanti resti, ricadono nel comune di Faleria. Ben conservato ancora il perimetro difensivo, alcune strutture all'interno dell'insediamento e soprattutto le numerose abitazioni rupestri a picco sulla forra.
  9. Ottone III di Sassonia morì nel 1002, forse di malaria o ucciso da una congiura orchestrata dalle famiglie patrizie romane, in particolare da quella dei Crescenzio, maggiori osteggiatori dell'impresa di restaurare l'impero romano. Una leggenda medievale narra infatti che Stefania, vedova di Crescenzio, da lui fatto uccidere qualche anno prima, lo abbia sedotto eppoi avvelenato per vendetta.
  10. A tal proposito all'interno del vecchio palazzo comunale di Castel Sant'Elia era conservato, fino alla seconda guerra mondiale, un logoro tronco d'albero secolare. Si dice che quello fosse la pianta sotto la quale l'imperatore morì.
  11. Traduzione della lapide posta tuttora sotto il portico della Cattedrale di Nepi, a sigillo del primo patto comunale: "Anno del Signore 1131, al tempo di Anacleto II papa, nel mese di luglio, indizione VIII. I cavalieri e i Consoli di Nepi stabiliscono con giuramento che se qualcuno di loro vuole infrangere la nostra società sia cacciato con i suoi seguaci da ogni onore e dignità e inoltre con Giuda e Caifa e Pilato spartisca il suo destino (dopo morto); e ancora, sopporti una morte infame come Galeone che tradì i suoi compagni e di lui non sia più memoria, ma sieda alla rovescia su di un'asina e tenga la coda in mano"
  12. A proposito della lapide del primo patto comunale del 1131, possono essere fatte interessanti considerazioni sulla società nepesina dell'epoca: La presenza di queste due categorie dei MILITES (cavalieri) e CONSULES (Consoli), ovvero le autorità militari e civili è un richiamo molto forte e ben evidente alla tradizione romana, probabilmente ancora ben viva nella Nepi del XII secolo. Inoltre le condanne terribili che vengono lanciate sui sovvertitori di quest'ordine appena costituito, richiamano due legende medievali molto conosciute. La prima, la ritroveremo due secoli dopo circa nell'Inferno dell'Alighieri: Giuda, Caifa e Pilato, nella bocca di Satana, perennemente masticati dalla Bestia. Ed infine l'infame Galeone (Gano di Maganza?), personaggio della "Chanson de Roland" poema del ciclo carolingio, che traditore della patria venne squartato vivo e i suoi resti bruciati e le ceneri disperse al vento. Anche l'essere esposti al pubblico ludibrio, alla rovescia su di un'asina, mentre con la mano gli si regge la coda, era in epoche passate segno di estremo disonore. In entrambi i casi la citazione puntuale di accadimenti e situazioni tratte da opere letterarie francesi, mostra gli stretti scambi culturali che venivano a crearsi proprio lungo i territori attraversati dalla via Francigena e dalle altre vie di pellegrinaggio. Ricordiamoci che la via Cassia è in quest'ultimo tratto, l'asse stradale principale che portava i pellegrini a Roma. Su queste vie insieme con le persone e le mercanzie, viaggiava anche la cultura e il costume. Nei dintorni, come non ricordare a Sutri, la grotta d'Orlando, luogo dove secondo la legenda, sarebbe nato il paladino e a Capranica, sempre lungo la via Cassia, la località detta "Le querce d'Orlando".
  13. Originariamente questo primo tratto dell'attuale via Garibaldi, prendeva proprio il nome da questa torre, via Tor di Valle, per poi diventare dalla chiesa del Carmine in poi via Dritta, essendo stato uno dei primi rettifili realizzati in città in epoca farnesiana.
  14. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  15. Nepi è una delle poche città in cui le festività carnascialesche si ripetono sia in gennaio per l'apertura che successivamente nei giorni precedenti il Mercoledì delle Ceneri.
  16. In questa occasione, le numerose croci recate in processione dalle confraternite sono prive di Crocefissi. Al loro posto vengono drappeggiati teli di lino bianchi, simboleggianti il tessuto in cui fu avvolto il Cristo prima di essere deposto nel Sepolcro. In questa sola processione la Confraternita di San Giovanni, detta anche Compagnia della "Bona Morte", indossa i cappucci a coprire i visi, usanza un tempo frequente durante i recuperi dei cadaveri che questa Confraternita svolgeva nelle vaste campagne del territorio nepesino.
  17. "L'umbraculum" ovvero ombrellino o anche detto padiglione, è un grande ombrello simbolo dell'autorità papale sull'intera Chiesa Cattolica ed identifica la natura di Basilica di una chiesa. È caratterizzato da gheroni rossi e gialli e da un'asta a lancia. Il suo intercedere è accompagnato dal suono di una campanella portata di solito da un bambino.
  18. Prodotti tipici del Lazio, su arsial.it (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2007).
  19. Atlante Statistico dei comuni dell'Istat, su asc.istat.it. URL consultato il 20 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2020).
  20. La società sul sito della Fidal (funzione cerca sulla mappa)

Bibliografia



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[de] Nepi

Nepi ist eine italienische Gemeinde mit 9507 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in der Provinz Viterbo, die zur Region Latium gehört.

[en] Nepi

Nepi (anciently Nepet or Nepete) is a town and comune in the province of Viterbo, Lazio, central Italy. The town lies 30 kilometres (19 mi) southeast of the city of Viterbo and about 13 kilometres (8 mi) southwest from Civita Castellana.

[es] Nepi

Nepi es un pueblo y comuna de Italia ubicado en la provincia de Viterbo en la región de Lacio. Este pueblo está a 40 km de Viterbo y a 13 km al suroeste de Civita Castellana. En 2005 la población era de 8,438 habitantes.

[fr] Nepi

Nepi (anciennement Nepet ou Nepetum) est une commune de la province de Viterbe dans le Latium en Italie.
- [it] Nepi

[ru] Непи

Непи (итал. Nepi) — коммуна в Италии, располагается в регионе Лацио, подчиняется административному центру Витербо.



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