Masullas (Masùddas in sardo) è un comune italiano di 1 047 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna, nell'antica regione della Marmilla. Fa parte dell'Unione dei comuni del Parte Montis.
Masullas comune | ||
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(IT) Masullas (SC) Masùddas | ||
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Localizzazione | ||
Stato | ![]() | |
Regione | ![]() | |
Provincia | ![]() | |
Amministrazione | ||
Sindaco | Ennio Vacca (lista civica) dal 26-10-2020 | |
Territorio | ||
Coordinate | 39°42′00.2″N 8°47′03.32″E | |
Altitudine | 129 m s.l.m. | |
Superficie | 18,68 km² | |
Abitanti | 1 047[1] (30-6-2019) | |
Densità | 56,05 ab./km² | |
Comuni confinanti | Gonnoscodina, Gonnostramatza, Mogoro, Morgongiori, Pompu, Simala, Siris, Uras | |
Altre informazioni | ||
Cod. postale | 09090 | |
Prefisso | 0783 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Codice ISTAT | 095026 | |
Cod. catastale | F050 | |
Targa | OR | |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] | |
Cl. climatica | zona C, 1 121 GG[3] | |
Nome abitanti | (IT) masullesi (SC) masuddesus | |
Patrono | Madonna delle Grazie | |
Giorno festivo | 2 luglio | |
Cartografia | ||
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Sito istituzionale | ||
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Il territorio comunale si estende per 18,88 km2, è di forma trapezoidale ed è limitato a nord dai comuni di Morgongiori, Siris e Pompu, a est da quelli di Simala, Gonnoscodina e Gonnostramatza, a sud da Mogoro e a ovest da Uras. Il paesaggio è quello tipico della Marmilla, verde e collinare e perlopiù incolto. Al suo interno scorre il rio Mannu, fiume a carattere torrentizio che va a sfociare nel lago artificiale di Mogoro, realizzato nel periodo fascista per attuare la bonifica di Arborea.
La fondazione di Masullas risale presumibilmente al periodo romano.
Durante il periodo giudicale Masullas faceva parte del Giudicato di Arborea, nella curatoria di Montangia o Parte Montis. Alla caduta del giudicato (1420) entrò a far parte del Marchesato di Oristano, e alla definitiva sconfitta degli arborensi (1478) passò sotto il dominio aragonese e fu incorporato nell'Incontrada di Parte Montis, occupato dalle truppe del feudatario di Quirra Berengario Bertran Carroz, che sposando Eleonora Manriquez ne ottenne ufficialmente dal re il controllo fino all'estinzione dei Bertran Carroz nel 1511.
Nel 1603 fu incorporato nel marchesato di Quirra, feudo prima dei Centelles fino al 1670, poi dei Català e infine (dal 1766) degli Osorio de la Cueva; il villaggio in questo periodo dovette subire l'aumento della pressione fiscale, anche se la distanza dal feudatario consentiva una diffusa evasione che permise all'economia del villaggio una maggiore prosperità. Il paese fu riscattato agli ultimi feudatari nel 1839, con la soppressione del sistema feudale.
Nel 1821 Masullas fu annesso alla provincia di Oristano (poi reistituita nel 1974), da cui poi si distaccò nel 1848 quando vennero abolite le province, entrando a far parte della divisione amministrativa di Cagliari.
Nel 1927 il comune di Masullas viene accorpato per regio decreto ai comuni di Siris e Pompu, recuperando la propria autonomia amministrativa nel 1961.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa della Beata Vergine delle Grazie (Masullas). |
Edificata nel XIV secolo, fu il punto di riferimento di uno dei nuclei abitati che formarono il paese. Costituita da una sola navata priva di abside, è rafforzata sul fianco nord da contrafforti edificati negli anni 80' del XX secolo. Al suo interno conserva un simulacro seicentesco dell'omonima santa[4].
La chiesa venne probabilmente edificata nella metà del XIII secolo su un preesistente edificio bizantino binavato[5] e rappresentava anch'essa il fulcro di un antico nucleo abitato. L'edificio è caratterizzato da una singola navata, coperta da capriate lignee, e da un'abside semicircolare. La facciata, sormontata da un campanile a vela, è un'interpretazione dello stile romanico pisano. Secondo la tradizione paesana all'interno della chiesa sarebbero sepolti i martiri Callisto papa e Calica[6].
Il convento di san Francesco fu costruito a partire dal 1648 per iniziativa del cavaliere Francesco Simoni e affidato all'ordine dei Cappuccini. Con la Legge di Soppressione degli Enti Ecclesiastici del 1866 l'edificio venne confiscato dallo Stato e definitivamente abbandonato nel 1885. Nel secondo dopoguerra il convento, ceduto al comune durante il ventennio fascista, era ormai interamente in rovina. Nel 1994, in seguito ai lavori di ristrutturazione, la chiesa annessa al convento fu riaperta al culto. Nel 2004 l'intera struttura fu riaperta al pubblico e, a partire dal 2010, alcuni locali del convento ospitano il Geomuseo Monte Arci "Stefano Incani"[7].
All'interno della chiesa conventuale è presente una collezione di sculture lignee databili dal XV secolo al XIV secolo[8].
Nel territorio di Masullas sono presenti numerosi resti di nuraghi e altri segni di civiltà preistoriche e storiche:
Durante i lavori di rifacimento dell'ex cimitero retrostante la chiesa della Beata Vergine delle Grazie, nel 2013,sono stati effettuati due importanti rinvenimenti[9].Il primo in ordine di tempo è stato una tomba a camera, al cui interno i resti ossei di un individuo maschile di età compresa tra i 30 e i 40 anni risalenti al 1089 d.C. Il secondo è un fonte battesimale di epoca paleocristiana (VI/VII secolo) a pianta cruciforme e ricoperta di uno strato di intonaco.
Situato nelle basse pendici del monte Arci, presso la località Campuanni, il giacimento Conca' e Cannas è considerato il più grande e importante giacimento di ossidiana del Mediterraneo[10]. Il luogo è stato inserito nella zona 1 del Parco geominerario storico ambientale della Sardegna, compreso nella rete dei Geoparchi dell'UNESCO, nonché nel parco naturale del Monte Arci. Nel 2016 è stato inaugurato il Parco dell'ossidiana di Conca e 'Cannas[11].
Abitanti censiti[12]
La variante del sardo parlata a Masullas è il campidanese occidentale.
La festa patronale di Masullas, dedicata alla Beata Vergine delle Grazie, si svolge tra il 29 giugno e il 3 luglio. I festeggiamenti hanno inizio con la cerimonia de "Sa cabada de sa Santa", ovvero la discesa del simulacro dal polittico in cui viene conservato. La festa prosegue, nei giorni successivi, con processioni e festeggiamenti di piazza. Nel mese di dicembre si svolge la festa di Santa Lucia, caratterizzata dal canto de "S'arrosarieddu", il rosario in lingua sarda, e la successiva accensione del falò, detto "Su fogadoni"[13].
La biblioteca comunale di Masullas è allestita presso il Centro Culturale "Predi Antiogu", realizzato nella ex Casa Cappedda[14].
A Masullas sono presenti una scuola primaria e una scuola secondaria di primo grado[15].
A Masullas è legato un famoso testo di poesia popolare campidanese, Sa scomuniga de predi Antiogu arrettori de Masuddas, databile intorno a metà dell'Ottocento.
Il Geomuseo Monte Arci "Stefano Incani", ospitato presso l'ex convento dei Frati minori Cappuccini, racconta attraverso una collezione di minerali e fossili locali l'evoluzione geologica del vulcano Arci[16]. Il Museo "I cavalieri delle colline", allestito presso l'ex Tappa di Insinuazione, racconta la storia dell'aristocrazia rurale di Masullas e del Parte Montis[17]. Presso l'ex municipio del paese è ospitato il Museo di Storia Naturale Aquilegia[18].
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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31 maggio 2015 | 26 ottobre 2020 | Mansueto Siuni | Lista civica "Primavera masullese" | Sindaco | |
26 ottobre 2020 | in carica | Ennio Vacca | Lista civica "Amasullas il paese che vogliamo" | Sindaco | |
Altri progetti
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