Il nome di Magnacavallo deriva da magna cava in vallo, grande cava nella valle.[6]
Storia
Già a metà del XVI secolo è attestata la presenza di piccolo oratorio pubblico intitolato a San Ludovico Re di Francia. A seguito dell'incremento demografico, nel 1603 l'oratorio divenne parrocchia sotto fra’ Francesco Vescovo.
Nel 1610 venne costruita la chiesa dei Santi Pietro e Paolo apostoli, a cui fu affiancata la torre campanaria del 1723 per opera di don Giovanni Zapparoli, il quale fece realizzare gli arredi sacri in legno.
Nel 1850 risultavano censiti 1294 abitanti e il suo territorio risultava "alquanto paludoso e coltivato a biade e prati".[7]
Il 3 dicembre 2014 è stata palcoscenico del cosiddetto omicidio di Magnacavallo. Bottura Fausto, di 48 anni, fu brutalmente assassinato dal nipote Bottura Massimo, aiutato dai suoi due amici Armando Esposito e Alessio Magnani. Questi poi cercarono di occultare il cadavere gettandolo nel fiume Po in località Bardelle (San Benedetto Po).
Monumenti e luoghi d'interesse
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo apostoli del 1610 fu realizzata originariamente a navata unica; un quadro con i santi Pietro e Paolo raffigurati nel 1792 da Giorgio Anselmi si trova nell'abside. La chiesa è stata poi restaurata ed ampliata nel secondo dopoguerra,[8] con il prolungamento dell'edificio, la realizzazione delle navate laterali e di una nuova facciata e l'innalzamento del campanile su progetto dell'architetto Bruno Sarti commissionato da don Rodolfo Daolio.[9]
Il Monumento all'Emigrato, inaugurato l'8 settembre 1990 e traslato nel 2010 nella piazza del municipio, ricorda la grande emigrazione dei mantovani nel mondo e principalmente verso il Brasile. A loro è dedicato anche il piccolo Museo dell'emigrato, www.museodellemigrato.it , in cui sono raccolti documenti, fotografie e cimeli legati all'emigrazione. Ogni seconda domenica di settembre, in occasione dell'anniversario di inaugurazione del monumento all'emigrato, viene organizzata la festa dell'emigrato, con convegni, manifestazioni e intrattenimenti.[10]
Il palazzo gonzaghesco è una storica residenza cinquecentesca utilizzata in estate dalla famiglia dei Gonzaga di Vescovato e situata in località Dosso dell'Inferno.[11]
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