Felonica (Flonga in dialetto basso mantovano[5] e dialetto ferrarese) è una località di 1 336 abitanti[1] della provincia di Mantova in Lombardia.
Felonica frazione | |
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Chiesa di Santa Maria Assunta | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Mantova |
Comune | Sermide e Felonica |
Territorio | |
Coordinate | 44°58′44.33″N 11°21′13.32″E |
Altitudine | 11 m s.l.m. |
Superficie | 22,78 km² |
Abitanti | 1 336[1] (31-12-2016) |
Densità | 58,65 ab./km² |
Sottodivisioni | Quatrelle[2] |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 46028 |
Prefisso | 0386 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 020023 |
Cod. catastale | D529 |
Targa | MN |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 355 GG[4] |
Nome abitanti | felonichesi |
Cartografia | |
Posizione dell'ex comune di Felonica nella provincia di Mantova | |
Sito istituzionale | |
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Il nome di Felonica deriva forse da folaga, uccello acquatico.[6]
La nascita e lo sviluppo dell'abitato si devono ai monaci benedettini, che si stabilirono a Felonica e vi fondarono l'abbazia di Santa Maria Assunta. La prima testimonianza scritta è costituita da un documento notarile del 944. La storia dell'abbazia è legata anche alla contessa Matilde di Canossa, che ne favorì il consolidamento patrimoniale. Durante la Seconda guerra mondiale il complesso abbaziale fu colpito da un bombardamento: gli edifici monastici ne risultarono distrutti, mentre rimasero la chiesa e il campanile, tuttora utilizzati per il culto[7].
A Felonica è presente anche un'importante comunità Evangelica Valdese. Il credo Valdese fu portato all'inizio del secolo e nel 1905 sorse l'edificio della chiesa, in località Arginino.
Elevata a comune dagli austriaci col Congresso di Vienna per distacco da Sermide,[8] dopo la fusione per incorporazione nel comune di Sermide, avvenuta il primo marzo 2017, Felonica è diventata una delle due località del comune di Sermide e Felonica.
L'origine di Felonica è legata all'abbazia di Santa Maria Assunta, fondata dai monaci benedettini, della quale si ha la prima testimonianza nel 944.
Vi ha sede una comunità valdese risalente ai primi anni del Novecento, nata in seguito all'attività di evangelizzazione di pastori e colportori verso i braccianti che operavano nella zona del Po.
È sede anche di un museo civico inserito nel Sistema Museale Mantovano e riconosciuto dalla Regione Lombardia, il Museo della seconda guerra mondiale del fiume Po, ed è stata parte dell'Unione dei comuni Sei Oltrepò.
Il paesaggio rurale è caratterizzato da corti, "loghini", edicole e capitelli[9][10].
Lo stemma della comunità era di rosso, all'aquila d'argento al volo abbassato. Secondo una diffusa opinione si tratterebbe di una folaga, ma più probabile deriva dall'aquila dei Gonzaga, presente anche nello stemma di altri comuni della zona.
Abitanti censiti[17]
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Altri progetti
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