Cuasso al Monte (Cuàs ar Munt in dialetto varesotto[4]) è un comune italiano di 3 560 abitanti[1] della provincia di Varese in Lombardia.
Cuasso al Monte comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | Varese |
Amministrazione | |
Sindaco | Loredana Bonora (lista civica INCOMUNE) dal 12/10/2021 - 1º mandato |
Territorio | |
Coordinate | 45°52′N 8°52′E |
Altitudine | 537 m s.l.m. |
Superficie | 16,18 km² |
Abitanti | 3 560[1] (31-12-2020) |
Densità | 220,02 ab./km² |
Frazioni | Alpe Tedesco, Borgnana, Cavagnano, Cuasso al Lago, Cuasso al Piano, Mondo Nuovo, Villaggio Siba |
Comuni confinanti | Arcisate, Besano, Bisuschio, Brusimpiano, Cugliate-Fabiasco, Marchirolo, Marzio, Porto Ceresio, Valganna |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 21050 |
Prefisso | 0332 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 012058 |
Cod. catastale | D192 |
Targa | VA |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 778 GG[3] |
Nome abitanti | cuassesi |
Patrono | sant'Ambrogio |
Giorno festivo | 7 dicembre |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Il comune, posto ai piedi del Monte Piambello, quasi dirimpettaio a Besano, si estende su una superficie di circa 16,43 km² (è tra i comuni più estesi della provincia di Varese, con altitudini ricomprese fra 274 e i 1129 metri s.l.m., ossia con un'escursione altimetrica complessiva di 855 metri). Il territorio comunale è separato da una sottile striscia di terra dal Lago di Lugano. Il territorio è costituito dalle frazioni di Cuasso al Lago, Cuasso al Piano (diviso in Cuasso al Piano di Sopra e Cuasso al Piano di Sotto), Borgnana, Cavagnano, su un altopiano che domina la Val Cavallizza, a sud-ovest di Cuasso al Monte. Tutti i centri sono caratterizzati dalla presenza di edifici costruiti con la pietra locale dal caratteristico colore rosato.
Da un punto di vista idrico, il territorio comunale è parte del bacino idrografico principale del Lago Maggiore e del bacino secondario del Lago di Lugano. I corsi d'acqua di Cuasso al Monte sono[5]:
Il clima del comune di Cuasso al Monte è quello tipico delle Prealpi lombarde, con inverni secchi, primavere e autunni molto piovosi e estati miti. Molto frequenti sono le nevicate in dicembre e gennaio, mentre febbraio è più spesso ventoso. La zona di Cuasso al Monte è una delle aree con precipitazioni più elevate della Regione Lombardia, con 99 giorni medi di pioggia per anno.
Il nome del paese deriverebbe, secondo alcune ipotesi, da "Locus Cuvaxi" (luogo del covo)[senza fonte], comparso nel XIII secolo; tuttavia il toponimo Cuasso, secondo altri, questa ipotesi non di traduzione non avrebbe un particolare senso; la parola Covo in latino viene resa semplicemente con Covum. Secondo altre ipotesi, deriverebbe invece da una crasi tra la parola latina covum (covo) e quella germanica, ma latinizzata, Sachsum-i (Spada-Sassone), secondo una forma tarda di declinazione latina, dove al classico Saxo-onis è subentrata la forma radicale germanica Sachs-i. In base a tale lemma, che è attestato nell'alto tedesco antico, l'evoluzione corretta sarebbe da "Locus Covi Sachsi" (luogo del covo della spada/dei Sassoni), utilizzando una sineddoche per riferirsi ad una struttura militare come il Castello. Il primo Consiglio comunale fu eletto nel 1821. Il 5 marzo 1985, il Rione San Pietro fu distaccato da Cuasso e aggregato a comune di Porto Ceresio[6].
Il Beato Manfredo Settala Sacerdote ed Eremita († 27 gennaio 1217), che apparteneva all'antica famiglia milanese dei Settala, alla fine del XII secolo fu parroco di Cuasso che allora comprendeva le attuali parrocchie di Cuasso al Piano, Cuasso al Monte, Brusimpiano, Porto Ceresio e Besano, nella diocesi di Milano. Richiamato alla vita eremitica, lasciò la cura pastorale e si ritirò sulle alture del monte San Giorgio, la solitaria montagna incuneata tra i bracci meridionali del lago Ceresio.
Nella diocesi di Milano, la parrocchia di Cuasso al Monte fu eretta il 31 ottobre 1574 (Decreti della Pieve di Arcisate, 1482-1598). Tra XVI e XVIII secolo, la parrocchia di Sant’Ambrogio di Cuasso al Monte è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Arcisate.
A Cuasso al Monte nel 1635 venne edificato un convento, detto il Deserto, per la sua posizione isolata tra boschi di faggio, affidato ai Carmelitani Scalzi. Passato in proprietà alla nobile famiglia Dandolo nel XIX secolo, ospitò personaggi quali Giacomo Leopardi avvenuto nel 1828 (come riportato in una citazione del Catalogo del Fondo Leopardiano pubblicato dalla Biblioteca Comunale di Milano), Tommaso Grossi, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi. Oggi l'edificio è un moderno ospedale specializzato nella riabilitazione cardiopolmonare e nella riabilitazione post-infartuale. L’ospedale di Cuasso al Monte nacque come istituto climatico sanatoriale: fu scelto nel 1917 dal Comitato della Croce Rossa di Milano per la cura delle malattie polmonari a causa della sua ubicazione e per “la salubrità dell’aria (che) si associa al profumo di resina”. Inizialmente si adattò il convento costruito nel 1500 dai monaci Cenobiti per accogliere e curare i tubercolotici di guerra. Nel 1920, vista l’efficacia delle cure prestate, si costruì l’attuale padiglione centrale per accogliere il numero crescente di richieste provocate dalla guerra. La climatoterapia, considerata la miglior medicina in questi casi, si affinò, poi, nel corso degli anni e l’ospedale si dotò di attrezzature tecniche sempre più sofisticate. L’avvento dell’era antibiotica modificò i concetti terapeutici e la richiesta di indagini diagnostici più sicuri e precisi. Ebbe tra i suoi pazienti anche il filosofo Julius Evola.
Oratorio di Santa Maria a Campagna, probabilmente edificato su una preesistente zona di culto romana e riedificata tra il 1675 e il 1691, mantiene al suo interno un affresco proveniente dalla prima costruzione, la "Madonna con il Bambino".
La chiesa della Beata Vergine Immacolata, sopra ad un poggio, a metà strada tra Borgnana e Cuasso al Monte, citata in documenti del 1700 con il nome di Oratorio della Madonna dell'Oro, conserva all'interno l'immagine della "Madonna dei Pumitt”.
La Chiesa di San Salvatore, nell'omonima località, è una costruzione in stile barocco.
La parrocchiale di Sant'Ambrogio, costruita nel 1579, conserva un gruppo statuario ligneo, rappresentante la Madonna di Caravaggio (esatta riproduzione dell'originale) e affreschi del professor Luigi Morgari (Torino, 1857-1935). Da notare il campanile con la sua balconata. La vecchia torre campanaria, piuttosto tozza, costruita per ordine di San Carlo con le pietre dell'antichissima Chiesa di Sant'Ambrogio al castello, fu riedificata nel 1908. Le grosse pietre sottostanti al tetto precedente diventarono un terrazzo, chiuso da un parapetto in ferro battuto, che circonda l'attuale cella campanaria. Nello stesso anno si tolsero le quattro campane difettate nel suono, che vennero fuse in un nuovo concerto di cinque campane. Gli edifici religiosi sono stati recentemente riportati negli interni agli arredi e paramenti antichi tradizionali grazie all’opera del parroco, il canonico don Nicolò Casoni.
Notevole è la presenza dei ruderi del Castelasc, una rocca ancora visibile, che fu parte del sistema di fortificazioni del Seprio[7]. Secondo alcuni studiosi[8] la complessa pianta del castello è confrontabile con quella del Castello di Warkworth, sito nel Northumberland in Inghilterra.
Il monumento ai Caduti nella frazione di Cuasso al Piano è senza dubbio uno dei primi realizzati in provincia, inaugurato il 24 agosto 1919 (neppure 10 mesi dalla fine del conflitto) fu ordinato allo scultore Enrico Rusconi di Piano di Viggiù da un comitato cittadino appositamente costituitosi il 20 gennaio 1919. Oggi raccoglie i nomi dei caduti della prima e seconda guerra mondiale (militari , partigiani e combattenti della Repubblica Sociale Italiana).
Abitanti censiti[9]
Sul territorio del comune di Cuasso al Monte, nel 1880 vennero aperte le prime cave di porfido rosso, un materiale unico in Europa per colore, durezza e resistenza agli agenti atmosferici, molto utilizzato nelle pavimentazioni naturali (il famoso "sampietrino" rosso).
È sede dell'omonimo ospedale, specializzato in riabilitazione post traumi e fa parte dell'Azienda Ospedaliera Ospedale del Circolo Fondazione Macchi di Varese.
Altre attività degne di nota sono: Villa Miralago, unico centro lombardo per la cura dei disordini alimentari (bulimia, anoressia nervosa), a Cuasso al Lago, la Valceresio Costruzione Edili (edilizia pubblica e privata, progettazione e recupero beni ambientali e storici), la Cava Bonomi, la Cava Bianchi (in seguito Mantegazza). La funzione primaria di queste piccole attività estrattive di porfido rosso, a gestione familiare, era quella di fornire agli abitanti del luogo un valido materiale da costruzione per realizzare muri di sostegno, divisori e di terrazzamento. Oggi il porfido di Cuasso viene esportato nella penisola italiana, in Austria, Germania, Paesi Bassi e Svizzera, trovando applicazione in architettura come materiale da pavimentazione, rivestimento e finitura architettonica.
Ha sede nel comune la società di calcio F. C. Cuassese, che ha disputato campionati dilettantistici regionali.
Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Editrice La Scuola, Brescia 2003.
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