Cavazzo Carnico (Cjavaç in friulano[4]) è un comune italiano di 929 abitanti in Friuli-Venezia Giulia. Da esso prende nome il lago più grande della regione.
Si trova nella regione alpina della Carnia, a 280 ms.l.m. nella piana del Tagliamento, alle falde del gruppo montuoso Piçat - Piombada. Il comune conta la frazioni di Somplago, Cesclans e Mena.
Storia
Il 10 febbraio 1916 arriva la 4ª Squadriglia da ricognizione e combattimento che poi si sposta a Tolmezzo ed il 15 aprile diventa 29ª Squadriglia la quale il 26 aprile torna a Cavazzo restando fino al 21 settembre 1917.
Il 2 marzo 1917 arriva la 24ª Squadriglia fino al 7 giugno tornando dal 21 luglio fino al 10 novembre, dal 16 maggio 1917 una Sezione della 83ª Squadriglia fino al 6 novembre e dal 26 maggio 1917 una Sezione della 113ª Squadriglia che al 1º settembre è presente con 3 Sezioni fino al 28 ottobre.
Durante la seconda guerra mondiale fu occupato dai cosacchi, insieme a tutta la Carnia e l'Alto Friuli (Operazione Ataman), che lo chiamarono Krasnodar (in onore di una loro città in terra madre), per poi tornare italiano e con il nome Cavazzo Carnico.
Il Comune di Cavazzo Carnico, colpito dal terremoto del 6 maggio 1976, è stato decorato con la Medaglia d'oro al Merito Civile.
Lo stesso argomento in dettaglio: Terremoto del Friuli del 1976.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del Comune di Cavazzo Carnico sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 2 maggio 1963.[5]
«Di rosso, al monte d'oro di due cime, nascente da uno specchio d'acqua ondato d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di rosso.
Onorificenze
Medaglia d'oro al Merito Civile
«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendido esempio di valore civico e d'alto senso del dovere, meritevole dell'ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta.»
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Domina il comune l'antica pieve di S. Stefano di Cesclans. Danneggiato dal sisma del 1976, l'edificio fu sottoposto a ricostruzione e in tale ambito anche a ricerche archeologiche, condotte dal dott. F. Piuzzi nel triennio 1993-96. Gli studi hanno evidenziato che “almeno sino al VII secolo, non si può parlare della Pieve di Cesclans”. L'edificazione della prima chiesa, definita “incastellata”, con torre campanaria massiccia, dovrebbe datarsi intorno al VIII-IX secolo. Ulteriori rimaneggiamenti furono eseguiti a cavallo tra il XV e il XVI secolo e nel 1777 l'edificio assunse la configurazione che oggi conosciamo.
Tra gli altri edifici di culto, da segnalare la settecentesca chiesa di San Daniele, che conserva al suo interno pregevoli arredi veneziani tra cui le pale secentesche realizzate da D. Tintoretto e F. Bassano. Interessanti gli affreschi del soffitto della navata, restaurati nel 1981 dalla Soprintendenza, raffiguranti la Resurrezione di Cristo, Madonna col bambino e i santi Antonio e Rocco, Abacuc condotto dall'angelo porta il cibo a Daniele nella fossa del leoni, eseguiti nel 1798 da C. Boldi di Tarcento.
Chiesetta di San Rocco; l'edificio, d'impianto cinquecentesco, custodisce un altare maggiore ligneo (sec. XVIII) attribuito a Gerolamo Comuzzo.
Architetture civili
La fortezza del monte Festa. Le opere di fortificazione del monte Festa, poste su uno sperone a quota 1 050 metri situato tra il lago di Cavazzo e la conca di Carnia, furono iniziate nel 1910 allo scopo di assicurare la difesa dei confini orientali da una eventuale invasione nemica (caposaldo del sistema difensivo denominato “Alto Tagliamento”). Tra il 30 ottobre ed il 7 novembre 1917, durante la Grande Guerra, il fuoco dei cannoni del forte contrastò efficacemente l'avanzata delle truppe austriache e tedesche, proteggendo la ritirata delle divisioni italiane dopo Caporetto e procurando consistenti perdite ai nemici soprattutto in prossimità dei ponti di Avons e Braulins ed alla confluenza dei fiumi Tagliamento e Fella.
A Cavazzo Carnico, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza la lingua friulana. Ai sensi della Deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[7]. La lingua friulana che si parla a Cavazzo Carnico rientra fra le varianti appartenenti al friulano carnico[8].
Amministrazione
Il comune fa parte dell'associazione intercomunale Conca Tolmezzina costituita nel 2006 insieme ai comuni di Amaro, Tolmezzo e Verzegnis.
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