Fanno parte del territorio comunale le frazioni di Petrella Liri e Verrecchie e la località turistica di Camporotondo, situata sul monte Cesa e sede dell'omonima stazione sciistica.
Origini del nome
Sull'origine del nome, incerta, ci sono diverse ipotesi[5]:
dal latinoCaput Duodecim, secondo cui il paese sarebbe stato fondato da dodici briganti che avrebbero compiuto una sorta di "ratto delle Sabine" presso la vicina Petrella Liri.
sempre dal latino Caput Otium, ossia luogo di riposo per i pastori che conducevano al pascolo le greggi.
dall'omonima regione dell'Anatolia, nell'attuale Turchia[6].
Storia
Nell'antichità Equi e Marsi abitavano la valle di Nerfa prima dell'occupazione romana, ma sono scarse le testimonianze archeologiche, tra cui i ritrovamenti dentro Grotta Cola sopra Petrella Liri e i resti di mura di opus incertum lungo la parte iniziale del corso del fiume Liri[7].
Il primo documento storico che cita Cappadocia[7][8] è la bolla del 1188 di Papa Clemente III, che elenca le chiese di San Biagio e Santa Margherita[9], che sorgevano nella località di Vallefredda, in prossimità del Liri. Nell'Alto Medioevo Cappadocia era soggetta al monastero di Montecassino (i cui monaci costruirono il convento di San Tommaso, sopra le sorgenti del Liri in località La Spogna, e quello di San Pietro a sud di Petrella[10]), tanto che i parroci ottennero il titolo di abate. Successivamente fece parte della contea di Albe e del ducato di Tagliacozzo, feudi del Regno di Napoli posseduti prima dagli Orsini e poi dai Colonna, fino all'eversione della feudalità del 1806.
Nel periodo successivo alla proclamazione del Regno d'Italia del 1861, tutta la Marsica visse il fenomeno del brigantaggio postunitario, con rivolte e sommosse anche a Cappadocia e Petrella Liri, fino alla fucilazione il 18 o 20 agosto 1861 del brigante cappadociano Antonio Coletti e di Domenico Spacconi di Pietrasecca[11][12].
I suoi abitanti erano principalmente dediti alla transumanza verso l'Agro Romano[13] e alla raccolta della legna nei grandi boschi sopra il paese. Gravemente danneggiata dal terremoto della Marsica del 1915 e segnata dalla partenza di molti ragazzi come alpini nella prima guerra mondiale, Cappadocia subì il fenomeno dello spopolamento con l'emigrazione verso Roma e altre città del centro Italia nel secondo dopoguerra.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiese di San Biagio e Santa Margherita nel capoluogo[14][15]
Non più visibili nella loro interezza originale, perché le acque sono in parte incanalate in galleria per alimentare una centrale idroelettrica e in parte utilizzate dalla rete idrica locale.
Grotte di Beatrice Cenci
Complesso naturalistico delle grotte, erroneamente così definite per confusione tra Petrella Liri e Petrella Salto (RI) dove si svolsero effettivamente le vicende legate alla nobildonna romana Beatrice Cenci[20][21][22].
L'area, situata tra Abruzzo e Lazio, è una tra le più vaste faggete presenti in Europa. Nell'area marsicana di Cappadocia, Pereto e Tagliacozzo presenta vari accessi, i più percorsi si trovano a Camporotondo, rifugio di Campo Catino, Marsia e Roccacerro[23].
Monte Aurunzo, incluso tra i siti di interesse comunitario dell'Abruzzo
Pozzo dell'Ovìdo
Inghiottitoio dell'Otre
Sorgenti del fiume Imele, mulino ad acqua e museo delle tradizioni contadine a Verrecchie[24].
Frazione situata a due chilometri dal capoluogo, situata alle falde del monte Aurunzo dove ci sono le sorgenti del fiume Liri. Fino al 1837 ha ospitato la sede comunale spostata successivamente a Cappadocia. Nel 1915 il borgo fu gravemente danneggiato dal terremoto della Marsica.
Frazione posta a nord del territorio comunale, alle falde del monte Padiglione. Nel suo territorio montano ci sono le sorgenti del fiume Imele e diverse cavità carsiche come le grotte di Beatrice Cenci.
Camporotondo
Località di villeggiatura e soggiorno estivo ed invernale situata ad oltre 1 400 ms.l.m. sul versante orientale dei monti Simbruini, nell'alta valle di Nerfa, a ridosso della catena della Renga a sud, nei pressi del valico della Serra (1450 ms.l.m.), e del parco naturale regionale Monti Simbruini a nord-ovest. I monti Carseolani la separano a nord dalla piana del Cavaliere. La frazione si è sviluppata a cominciare dalla fine degli anni settanta a seguito della realizzazione della stazione sciistica del monte Cesa che permette la pratica dello sci e dello sci di fondo[29].
Il territorio montano, meta degli amanti dell'escursionismo leggero, si caratterizza per la presenza di numerosi sentieri e di rifugi montani immersi in una delle più grandi faggete d'Europa[23]. La piccola chiesa è dedicata a Nostra Signora della Neve. Una strada sterrata prosegue a nord oltre la località e raggiunge dopo circa 15 chilometri la località sciistica di Marsia nel comune di Tagliacozzo sui monti Carseolani attraversando un vasto pianoro carsico in quota. Da Camporotondo è possibile raggiungere il santuario della Santissima Trinità nel limitrofo territorio laziale di Vallepietra (RM) dopo aver attraversato le faggete vetuste dei monti Simbruini, il rifugio di Campo Catino e il pianoro carsico di Campo della Pietra, da cui è possibile ridiscendere verso Pereto tramite percorsi sterrati[30].
Economia
Turismo
Il comune di Cappadocia fa parte dell'associazione nazionale Borghi autentici d'Italia[31].
Amministrazione
Sul sito del Ministero dell'interno sono disponibili i dati di tutte le elezioni amministrative di Cappadocia dal 1985 ad oggi[32].
Il comune fu istituito nel 1811, composto dalle frazioni di Petrella Liri, Verrecchie, Castellafiume e Pagliara dei Marsi facente parte dell'Abruzzo Ulteriore II, distretto di Avezzano, circondario di Tagliacozzo; nel 1830 Castellafiume si separò con Pagliara, mentre nel 1928 cedette a Tagliacozzo la frazione di Verrecchie che riacquistò nel 1947[39].
Sport
Sci: sport invernale praticato a Camporotondo, presso il complesso sciistico del monte Cesa dotato di impianto scioviario di risalita[40].
Downhill: disciplina sportiva praticata dai mountain bikers[40].
Arrampicata sportiva: la falesia di Petrella Liri richiama appassionati di arrampicata libera, che scalano le pareti rocciose dell'area posta a sud del paese. Sono oltre 60 le vie d'arrampicata sportiva che la roccia offre[41].
Torrentismo: attraverso corsi con guide qualificate è possibile effettuare escursioni attraverso i torrenti. Attraverso corsi qualificati di canyoning si discende in gole e forre e attraverso cascate e torrenti del territorio montano tra Cappadocia e Verrecchie[42].
Note
Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2021.
Sebbene manchino elementi storici per avvalorare tale legame, va notato come entrambi i santi patroni di Cappadocia (Margherita di Antiochia e Biagio di Sebaste) siano originari dell'Anatolia
Angelo Melchiorre, Dall'età romana all'XI secolo, su cappadocia.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 19 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2016).
Chiese di Cappadocia, su cappadocia.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 28 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2015).
San Biagio di Cappadocia, su sanbiagiodicappadocia.it (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2015).
Chiese di Petrella Liri, su cappadocia.terremarsicane.it, Terre Marsicane (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2015).
Vincenzo Masotti (a cura di), Historia Cappadociae: storia del paese di Cappadocia dalle origini ad oggi, Cappadocia, Ente Provinciale Turismo/Ass.ne Pro Cappadocia, 1996, SBNIT\ICCU\AQ1\0030370.
Alessandro Fiorillo, Storia di Cappadocia, Petrella Liri e Verrecchie, Cappadocia, Ass.ne culturale Nuovo Mondo, 2005, SBNIT\ICCU\AQ1\0127418.
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