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Amalfi è un comune italiano di 4 738 abitanti della provincia di Salerno in Campania.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Amalfi (disambigua).
Amalfi
comune
Amalfi – Veduta
Amalfi – Veduta
Veduta della città dal porto
Localizzazione
Stato Italia
Regione Campania
Provincia Salerno
Amministrazione
SindacoDaniele Milano (lista civica "Liberi") dal 31-5-2015 (2º mandato dal 21-9-2020)
Territorio
Coordinate40°38′00″N 14°36′10″E
Altitudine6 m s.l.m.
Superficie5,7 km²
Abitanti4 738[1] (31-8-2022)
Densità831,23 ab./km²
FrazioniLone, Pastena, Pogerola, Tovere, Vettica Minore
Comuni confinantiAgerola (NA), Atrani, Conca dei Marini, Furore, Scala
Altre informazioni
Cod. postale84011
Prefisso089
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT065006
Cod. catastaleA251
TargaSA
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona C, 954 GG[3]
Nome abitantiamalfitani
Patronosant'Andrea Apostolo
Giorno festivo27 giugno, 30 novembre
Cartografia
Amalfi
Amalfi – Mappa
Amalfi – Mappa
Posizione del comune di Amalfi all'interno della provincia di Salerno
Sito istituzionale

Fiorente repubblica marinara in epoca alto-medievale (assieme a Genova, Pisa e Venezia), è altresì nota per aver dato il nome alle Tavole amalfitane, un codice marittimo adoperato in tutta l'area mediterranea dal XII al XVI secolo.

Nel 1997 alla Costiera amalfitana, di cui Amalfi è il principale centro geografico e storico, è stato riconosciuto il titolo di Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.


Geografia fisica



Territorio


Amalfi dà il nome all'omonimo tratto della penisola su cui sorge, la costiera amalfitana.


Clima


Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Amalfi.

Il clima è di tipo mediterraneo, con inverni miti e piovosi ed estati calde e assolate ma quasi mai afose.

In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +10,7 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +26,8 °C.


Origini del nome


Il toponimo è di sicura origine romana ma con due ipotesi: a) derivazione da Melfi, città lucana, i cui transfughi giunsero sulla costiera fondando la città; b) derivazione dalla gens romana Amarfia (I secolo d.C.)[4].


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Amalfi e Ducato di Amalfi.
L'antico arsenale di Amalfi
L'antico arsenale di Amalfi

La sua fondazione viene ricondotta ai romani (il suo stemma reca la scritta Descendit ex patribus romanorum), anche se per il toponomastico Giovanni Alessio potrebbe essere ancora anteriore, risalendo ai navigatori egei in epoca precedente alla Magna Grecia. A partire dal IX secolo, Amalfi divenne la prima repubblica marinara italiana, grazie alla sua posizione inaccessibile sulla scogliera amalfitana, ed entrò in competizione con Pisa, Venezia e Genova.

A riprova dell'influenza amalfitana sull'area, il Codice Marittimo di Amalfi, meglio noto col nome di Tavole amalfitane, ebbe una grande influenza fino al XVII secolo in tutto il Mediterraneo.

Amalfi raggiunse il proprio massimo splendore nell'XI secolo, dopodiché iniziò una rapida decadenza. Nel 1131, quando il suo dominio comprendeva, tra l'altro, i territori e castelli di Guallo, Trivento, Capri, Ravello, Scala, Fratta, Gerula e Pogerula (Alessandro di Telese, De rebus gestis Rogerii Siciliae regis. L. II, capp. VIII-XI), fu conquistata dai Normanni di Ruggiero II d'Altavilla re di Sicilia. Nel 1135 e nel 1137 fu saccheggiata dai pisani e nel 1343 una tempesta, conseguenza del maremoto causato nel Mediterraneo meridionale dallo Stromboli, che viene riferito[5] anche dal Petrarca in una lettera da Napoli, distrusse gran parte della città.

Per tradizione, ogni anno un equipaggio di vogatori amalfitani partecipa alla Regata delle Antiche Repubbliche Marinare, sfidando gli armi delle città di Genova, Pisa e Venezia.

Per un errore di interpretazione di un testo latino, che riferiva invece che l'invenzione della bussola era attribuita dallo storico Flavio Biondo agli Amalfitani, il filologo Giambattista Pio sostenne che la bussola fosse stata inventata dall'amalfitano Flavio Gioia. Nel testo in questione (Amalphi in Campania veteri magnetis usus inventus a Flavio traditur), tuttavia, non bisogna intendere Flavio come l'inventore della bussola, ma solo come colui che ha riportato la notizia: appunto Flavio Biondo[6]. Tuttavia i navigatori amalfitani potrebbero essere stati tra i primi ad usare quello strumento. "Un'antica tradizione amalfitana si riferisce, invece, ad un certo Giovanni Gioia quale inventore dello strumento marinaro"[7].

Particolarmente fiorente nella storia della città, e viva in due cartiere residue sulle molte presenti ed ormai in rovina, è l'industria cartaria, legata alla produzione della pregiata carta di Amalfi. In città infatti è possibile visitare il Museo della Carta di Amalfi.


Simboli


Stemma:

«Semipartito troncato: nel primo d'azzurro, alla banda cucita di rosso; nel secondo di nero alla croce ottagona d'argento; nel terzo ritroncato d'argento e di nero, alla bussola d'oro affiancata da quattro semivoli d'argento, attraversante sulla partizione e sormontata da una cometa d'oro, essa bussola caricata da una rosa dei venti di nero in campo d'argento e sovraccarica della lancetta magnetica d'oro con la punta gigliata alzata in palo. Motto: Descendit ex patribvs romanorvm»

Gonfalone:

«drappo di rosso.»

Lo stemma della città di Amalfi riunisce i tre simboli storici della città. Una banda rossa in campo d'argento (che dal 1970 è il simbolo della Regione Campania) è ritenuto il più antico emblema amalfitano, il cui sfondo sarebbe stato cambiato in azzurro all'arrivo di Carlo D'Angiò nel 1266. La croce a otto punte in campo nero è attestata dalla seconda metà dell’XI secolo e ricorda la fondazione dell'Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, da parte di Gerardo Sasso, nativo di Scala e primo Gran maestro dell'Ordine di Malta, che la portava posta sull'abito nero proprio dei benedettini. Il bianco (argento) e il nero nella terza partizione rappresentano il giorno e la notte su cui è raffigurata una bussola che la leggenda vuole sia stata ideata dalla marineria amalfitana verso il 1259 e perfezionata dal navigatore Flavio Gioia di Amalfi. Le quattro ali d'aquila che la circondano simboleggiano i venti principali. Questa immagine fu aggiunta nel corso del XIV secolo; nel XVI divenne il simbolo del Principato Citra e, quindi, di quella che diverrà la Provincia di Salerno che oggi ha adottato come proprio emblema la sola croce a otto punte della Repubblica Marinara, in campo azzurro.[8]


Onorificenze


Titolo di Città
«Antico diritto[9]»

Monumenti e luoghi d'interesse


Il Duomo di Sant'Andrea Apostolo
Il Duomo di Sant'Andrea Apostolo

Monumenti religiosi


Duomo di Amalfi
Il più celebre monumento di Amalfi è certamente il Duomo in stile arabo-siciliano dedicato a Sant'Andrea, patrono della città. Infatti più che di duomo si dovrebbe parlare di complesso, poiché l'edificio risulta composto da sovrapposizioni ed affiancamenti di varie chiese e strutture di varie epoche, compreso il Chiostro del Paradiso.
Chiesa di Santa Maria a Piazza
Basilica del Crocifisso e museo diocesano
Chiesa, convento e chiostro di Sant'Antonio
Fondati nel 1220, secondo la tradizione da San Francesco, recatosi in visita alle reliquie di Sant'Andrea, con il nome di Santa Maria degli Angeli. Il chiostro, visitabile solamente il pomeriggio della festa del santo padovano, riflette la semplicità dell'architettura francescana. La chiesa, con un'unica navata e ristrutturata nel Seicento, è barocca, come il coro ligneo e la tela dell'altare maggiore, raffigurante lo Sposalizio di Maria e Giuseppe. Settecenteschi sono invece i quadri degli altari minori. Le statue di Sant'Antonio, San Francesco, dell'Immacolata, di Santa Teresa, dell'Addolorata e di San Rocco sono di inizio Novecento. In cripta è custodito un quadro raffigurante la Madonna del Carmine, proveniente dall'omonima cappella sconsacrata. Il convento non è visitabile perché parte dell’albergo. Nel febbraio 2018 anche la chiesa è stata chiusa al culto perché pericolante, in attesa di lavori di ristrutturazione. Le statue di Sant’Antonio, di San Francesco e della Madonna Immacolata sono state trasferite invece in cattedrale.
Chiesa di Santa Maria Maggiore, o "Chiesa nuova"
Fatta costruire nel 986 dal duca Mansone I. La chiesa è a tre navate e assunse il nome di "chiesa nuova" dopo la creazione di un oratorio dei Padri Filippini nella cripta. Vi si venera una statua della Madonna Assunta.
Chiesa della Madonna di Pompei, o di San Benedetto
D'inizio Cinquecento, a unica navata. Negli altari minori si trovano alcune tele e la statua di Sant'Elena, molto venerata, a cui era dedicato un monastero attiguo alla chiesa. Sull'altare maggiore si può vedere un grande complesso marmoreo, al cui centro si trova un dittico, affiancato dalle statue di San Benedetto e Santa Scolastica. In sagrestia si trova il simulacro della Madonna di Pompei.
Chiesa dell'Addolorata
In stile neoclassico, decorata con stucchi, è sede della congrega omonima (detta anche Reale Arciconfraternita). Sull'altare si trovano una tela raffigurante la Crocifissione e la statua della Madonna Addolorata, portata in processione il venerdì santo.
Chiesa di San Nicola dei Greci, o San Biagio a Vagliendola, o della SS. Trinità
Dell'XI secolo, sede dell'arciconfraternita omonima. Ha un'unica navata con volta a botte e tele negli altari minori. Possiede un coro ligneo. La statua della SS. Trinità si trova in sagrestia, mentre quelle di San Biagio e San Nicola sull'altare. Il vero gioiello è però il campanile in stile moresco di fine Ottocento, uno dei simboli di Amalfi.
Santuario della Madonna del Rosario
Fu ricostruito nel 1876, un anno dopo che un'alluvione distrusse la precedente chiesa, anche se la statua della Madonna fu miracolosamente ritrovata intatta. La chiesa ha un'unica navata e volta a botte. Negli altari minori si trovano le statue del Sacro Cuore di Gesù, di Santa Rita, della Madonna della Cintura, di San Francesco, San Basilio e San Gabriele dell'Addolorata. Il soffitto è affrescato e sull'altare si trova la miracolosa statua della Madonna.
Chiesa di Maria SS. Assunta in cielo
Nella frazione di Pastena, fu edificata tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo. Conserva ancora, unico caso in costiera amalfitana, una conformazione a due navate di eguale ampiezza, invece della usuali una o tre. Al suo interno custodisce un'urna cineraria e un capitello romano di spolio. Custodisce anche una pregevole tavola del '500 rappresentante l'assunzione della Madonna in cielo, opera dell'artista maiorese Giovanni Angelo D'Amato, recentemente restaurata.
Chiesa della Madonna del Pino
Nella frazione Pastena.
Chiesa di Santa Marina
Nella frazione Pogerola. Nella chiesa, ristrutturata, si conservano la statua della santa patrona della frazione e un presepe napoletano del Settecento.
Chiostro del paradiso
Chiostro del paradiso
Santuario della Madonna delle Grazie, o del Latte
(nella frazione Pogerola), del Cinquecento. Fu edificata da un gruppo di pogerolesi per mantenere fede a un voto fatto furante un'epidemia di peste che aveva colpito il villaggio. Verso la fine dello stesso secolo, il 14 agosto, dalla statua della Madonna sgorgò una grande quantità di latte. Sull'altare si trova un trittico cinquecentesco e la miracolosa statua della Madonna che nel seno ha incastonata una pietruzza su cui, secondo la tradizione, sarebbe caduta una goccia di latte quando Maria allattava Gesù durante la fuga in Egitto.
Chiesa sconsacrata di S. Michele Arcangelo
Nella frazione di Pogerola, costruita da Orso Castellomata nel X secolo. Ha un impianto a croce greca di influsso bizantino.
Chiesa della Natività di Maria SS
Nella frazione di Lone, edificata intorno al 1890 dopo il crollo della primitiva chiesa fondata nel 1202. Custodisce una tavola dipinta nel '300 e rappresentante la Madonna del latte.
Chiesa di San Michele Arcangelo
Nella frazione di Vettica Minore. costituisce l'ampliamento settecentesco di una preesistenza medievale. Custodisce una tela del pittore Marco Pino da Siena che rappresenta la Madonna del Rosario.
Chiesa di San Pietro
Nella frazione Tovere, del Duecento. Rimaneggiata in più epoche, la chiesa ha tre navate. Vi si venerava un Crocifisso trecentesco, trafugato nel 1977. Un nuovo Crocifisso, realizzato a Ortisei, è arrivato a Tovere un decennio dopo il furto. Qui si trovano anche alcune statue raffiguranti San Pietro, Sant'Anna e l'Immacolata e un presepe napoletano del Settecento.
Cappella sconsacrata di San Cristoforo al Cieco
Nella frazione Pastena, dell'XI secolo. Fu fondata dal duca Mansone II detto il Cieco, da cui prese anche il nome la zona e la cappella.
Chiesa di San Lorenzo
A Foris Portam (oltre la porta settentrionale della città). Conserva un quadro e una statua del santo. Annessa alla cappella vi è il complesso della Torre Sacco.
Chiesa di San Basilio
A Via Casamare, all’inizio della strada per Pogerola, annessa ad un convento medievale. Conserva una pala d’altare raffigurante la “Madonna tra i SS. Andrea e Basilio” e una statua del santo.
Chiesetta della Madonna delle Grazie
A Casa Milano, meglio conosciuta come Santa Lucia. La chiesa attuale, barocco-neoclassica, è stata edificata sulla medievale chiesa di San Simone.
Chiesa di Sant’Anna
Nella frazione Pogerola, ex-lazzaretto nel Seicento, poi trasformato in chiesa come ex-voto. Interessante la pala d’altare cinquecentesca.
Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo
A Truglio, meglio conosciuta come chiesa della Madonna del Carmine, del X secolo. Conserva un’urna cineraria romana, un’interessante pala d’altare e alcune statue.
Chiesa di San Giuseppe
Ex-cappella privata della famiglia Castriota-Scanderberg, conserva un quadro e una statua del santo e risale al Quattrocento.
Chiesa di Sant’Anna grande
Anch’essa del Quattrocento, cappella dei Bonito di Scala, conserva le statue dei genitori di Maria e una pala d’altare.
Cappella del Crocifisso
Situata al confine col comune di Atrani. Recentemente ristrutturata, presenta sul timpano un affresco raffigurante l’Assunzione e sull’altare il Crocifisso che dà il nome alla piccola chiesetta bianca.
Chiesa di San Pietro della Canonica, o di San Francesco
Parte del convento dei Cappuccini, barocca con diverse tele interessanti, un bellissimo chiostro e un altrettanto bello presepe napoletano settecentesco. Dello stesso secolo anche la meravigliosa statua del poverello di Assisi.
Cappella della Virgo Potens
In frazione Vettica Minore, barocca, conservante una bella statua e una pala d’altare raffiguranti la Vergine alla quale i vettichesi sono molto devoti.
Chiesa dell’Immacolata
Nella frazione Pogerola, attigua al santuario della Madonna della Grazia, seicentesca ed in passato sede di una congrega. Conserva un trittico settecentesco raffigurante la Madonna tra i Santi Domenico e Filippo e due statue lignee della Madonna e di San Rocco.
Torre saracena della Luna
Torre saracena della Luna
Santuario della Madonna dei Fuonti
In frazione Pogerola, del Settecento, conservante un piccolo bassorilievo e una statua della Madonna, già conservata nella chiesa dello Spirito Santo ad Amalfi centro, demolita nel 1930. La leggenda narra che degli operai che lavoravano a Vietri sul Mare avevano trovato il bassorilievo e lo stavano portando alle loro case ad Agerola, quando, nel luogo ove oggi sorge il santuario, divenne pesantissimo. Lì fu edificata la cappella, all’inizio del sentiero che da Pogerola conduce ad Agerola.
Chiesa di Santa Caterina
Nella frazione Tovere, ricostruita di recente.
Chiesa della Madonna del Carmine
Nella frazione Tovere.
Cappella della Madonna del Piro
A Pogerola, piccola cappella rupestre.
Chiesa dell'orfanotrofio
Ad Amalfi centro, chiesa moderna e dedicata alla Trinità.
Cappella di Sant’Anna piccola
Ad Amalfi centro, sotto la cattedrale.
Cappella della Madonna delle Grazie
Ad Amalfi centro, sita sul Largo Lastricato.
Cappella dell’Annunziatella
Ad Amalfi centro, sulla panoramica via che da essa prende il nome.

Fontane


Fontana di Cap 'e Ciuccio
Fontana di Cap 'e Ciuccio

Torri



Aree naturali



Altro



Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[10]


Etnie e minoranze straniere


Secondo i dati ISTAT, al 31 dicembre 2020 la popolazione straniera residente nel comune era di 152 persone (3,1% della popolazione complessiva). La nazionalità maggiormente rappresentata era quella ucraina, con 50 stranieri residenti, seguita da quella rumena, con 21.


Religione


Lo stesso argomento in dettaglio: Arcidiocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni.

La maggioranza della popolazione è di religione cristiana di rito cattolico appartenente all'Arcidiocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni.


Istituzioni, enti e associazioni



Cultura



Istruzione



Biblioteche

Nei pressi del centro storico è presente una biblioteca comunale gestita dal "Centro di Cultura e Storia Amalfitana"; essa per convenzione è accessibile gratuitamente ai suoi iscritti, a studiosi e agli studenti. All'interno sono conservati libri e manoscritti relativi alla storia locale ed in particolare all'antica società amalfitana nel periodo del suo massimo splendore, quando ancora era una delle quattro repubbliche marinare.


Musei

Crocifissione attribuita a Roberto d'Oderisio, Museo Diocesano
Crocifissione attribuita a Roberto d'Oderisio, Museo Diocesano

La città è sede di diversi musei:


Eventi



Economia



Agricoltura


Gran parte dei terreni ad uso agricolo è destinato alla produzione del Limone Costa d'Amalfi (IGP)[12].


Turismo


Il comune è a prevalente economia turistica[13][14].


Infrastrutture e trasporti



Strade



Porti


Porto turistico di Amalfi con collegamenti passeggeri per Capri, Positano, Maiori, Minori, Cetara e Salerno.


Mobilità urbana


I trasporti interurbani sono gestiti dalla società Sita Sud.


Amministrazione


Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
27 aprile 1997 13 maggio 2001 Luigi Torre lista civica Progetto Amalfi sindaco
14 maggio 2001 28 maggio 2006 Antonio De Luca lista civica Progetto Amalfi sindaco
29 maggio 2006 15 maggio 2011 Antonio De Luca lista civica Progetto Amalfi sindaco
16 maggio 2011 5 dicembre 2014 Alfonso Del Pizzo lista civica Amalfi da vivere sindaco
6 dicembre 2014 1 giugno 2015 Giuseppe Castaldo commissario prefettizio
2 giugno 2015 21 settembre 2020 Daniele Milano lista civica Liberi sindaco
22 settembre 2020 in carica Daniele Milano lista civica Liberi sindaco

Altre informazioni amministrative


Il comune ha fatto parte della Comunità Montana Penisola Amalfitana fino al 2008, anno della soppressione dell'ente[15].

Le competenze in materia di difesa del suolo sono delegate dalla Campania all'Autorità di bacino regionale Destra Sele.


Sport


La principale squadra di calcio è la società F.C. Costa d'Amalfi che ha disputato tutti i campionati dilettantistici regionali minori, sino ad arrivare, nel 2016/2017, per la prima volta nella sua storia, in Eccellenza, il massimo campionato regionale.

Ha sede nel comune la squadra di canoa polo del Circolo Canottieri Antonio Offredi A.S.D. che partecipa al campionato nazionale di serie A.


Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Prof. Giuseppe Gargano - Origini e storia di Amalfi: Le origini (sul sito del comune di Amalfi)
  5. laRepubblica Scienze: Lo Stromboli generò lo tsunami visto dal Petrarca: fu uno dei tre avvenuti nel Medioevo
  6. Chiara Frugoni Medioevo sul Naso
  7. Prof. Giuseppe Gargano - Origini e storia di Amalfi: La marineria (sul sito del comune di Amalfi)
  8. Amalfi, su araldicacivica.it. URL consultato il 28 marzo 2022.
  9. Lo stemma del comune ha una corona a cinque punte, simbolo utilizzabile solo dalle città.
  10. Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
  11. Sito ufficiale del museo
  12. Gal Colline Salernitane Archiviato il 6 gennaio 2011 in Internet Archive.
  13. Art. 19 della L.R. n. 01/2000
  14. http://www.sito.regione.campania.it/turismo/rapporto_turismo/parte1.pdf[collegamento interrotto]
  15. Legge Regionale N. 20 dell'11 dicembre 2008 della Regione Campania

Voci correlate



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Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 151254863 · LCCN (EN) n79021800 · GND (DE) 4085657-4 · BNF (FR) cb12125253c (data) · J9U (EN, HE) 987007554957605171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n79021800
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На других языках


[de] Amalfi

Amalfi ist eine Kleinstadt mit 5004 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in Italien in der Provinz Salerno in der Region Kampanien.

[en] Amalfi

Amalfi (UK: /əˈmælfi/,[3][4] US: /ɑːˈmɑːlfi/,[5] Italian: [aˈmalfi]) is a town and comune in the province of Salerno, in the region of Campania, Italy, on the Gulf of Salerno. It lies at the mouth of a deep ravine, at the foot of Monte Cerreto (1,315 metres, 4,314 feet), surrounded by dramatic cliffs and coastal scenery. The town of Amalfi was the capital of the maritime republic known as the Duchy of Amalfi, an important trading power in the Mediterranean between 839 and around 1200.

[es] Amalfi (Italia)

Amalfi es una comuna y archidiócesis italiana de la región de Campania, situada a la orilla del golfo de Salerno, a 75 km de Nápoles. Se encuentra en la boca de una profunda garganta al pie del Monte Cerreto, de 1315 m de altura, rodeada por acantilados. Amalfi es parte de la lista de lugares Patrimonio de la Humanidad de la Unesco.[4] Amalfi es el principal pueblo de la costa en la que se localiza, llamada Costa Amalfitana siendo un importante destino turístico junto a otros pueblos de la misma costa, como Positano y Ravello.

[fr] Amalfi (Italie)

Amalfi est une commune dans la province de Salerne dans la région Campanie en Italie. La côte amalfitaine a été inscrite en 1997 sur la liste du patrimoine mondial de l’UNESCO.
- [it] Amalfi

[ru] Амальфи

Ама́льфи (итал. Amalfi) — приморский город у Салернского залива в итальянской провинции Салерно, местопребывание архиепископа и столица средневековой морской республики. Сердце Амальфийского побережья — памятника Всемирного наследия ЮНЕСКО.



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