Il centro abitato si estende ad un'altitudine media di 1236m s.l.m., dal fondovalle fin verso le pendici del Monte Rasciesa (2282m s.l.m.), ed è situato sulla destra orografica del rio Gardena, che scorre da est a ovest e sfocia nell'Isarco presso Ponte Gardena.
Il toponimo è attestato come Ortiseit nel 1288 e deriva dal latinourticetum (letteralmente "luogo delle ortiche").[5] Il nome tedesco Sankt Ulrich è documentato dal 1366 ed è la versione tedesca del santo patrono locale Sant'Ulrico di Augusta, la cui chiesa fu proprietaria di larghi appezzamenti terrieri nella zona durante tutto il Medioevo.[6]
Storia
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Stemma
Lo stemma comunale raffigura Sant'Ulrico bardato con i paramenti vescovili e una croce d'oro nella mano destra, in groppa a un cavallo con i finimenti d'oro, su tre cime di monti verdi e lo sfondo d'oro. Lo stemma è adornato da un capo azzurro con tre scudetti alternati a due api d'oro, che simboleggiano l'operosità degli abitanti del comune. Lo stemma è stato concesso nel 1907 e riconfermato nel 1970.[7]
Monumenti e luoghi d'interesse
Ortisei presenta sedici edifici riconosciuti come beni culturali e pertanto sottoposti a vincolo dalla provincia autonoma di Bolzano.
Architetture religiose
Chiesa parrocchiale di Sant'Ulrico e dell'Epifania del Signore: realizzata in stile neoclassico con elementi barocchi nell'ultimo scorcio del XVIII secolo, contiene un ricco apparato pittorico e numerose statue lignee di artisti locali.[8]
Chiesa di San Giacomo: di antica fondazione, fu rimaneggiata in stile tardogotico nel corso del Seicento. Conserva affreschi del secondo Quattrocento e copie delle originali suppellettili barocche.[9][10]
Chiesa di Sant'Antonio: edificata nella seconda metà del XVII secolo, affianca alla semplice struttura di gusto rinascimentale un apparato decorativo prevalentemente barocco.[11]
Chiesa di Sant'Anna: situata nel perimetro del cimitero comunale, è in stile tardogotico. All'interno conserva arredi barocchi.[12]
Cappella di Santa Croce: eretta nel 1752 fu modificata più volte in seguito. La facciata presenta un portale ogivale tra due finestre a sesto acuto. L'abside è trilaterale. Conserva un crocifisso policromo del XVIII secolo.[13]
Capela da Poz: costruzione a uso ibrido della metà dell'Ottocento, presenta un piano terra ad uso profano e un primo piano con volta a botte e abside semicircolare. Il tetto è a scandole.[14]
Architetture civili
Villa Rifesser Stufan: casa signorile a tre piani e sottotetto, ricostruita a fine Ottocento secondo lo stile del tardo eclettismo sul sito di un antico maso attestato sin dal 1515, e ampliata nel 1927. L'erker posto in posizione angolare reca quattro busti di Josef Rifesser raffiguranti i protagonisti della rivolta tirolese del 1809. L'intero conserva parte degli arredi del primo Novecento.[15]
Costamula de sëura: abitazione realizzata a blockbau comprendente una stube con trave portante e un balcone con stenditoio, impiegato per l'asciugatura dei cereali. Vi è annessa una chiesa in muratura con volta a botte.[16]
Costamula de sot: maso in pietra e legno, comprendente un'iscrizione datata 1608. La porta d'accesso ad arco a tutto sesto è raggiungibile da una piccola scala a doppia rampa. Il soffitto della stube è a scomparti in legno con cornici intagliate.[17]
Kudan: edificio residenziale in muratura e a più piani con facciata barocca stube e cornici marmorizzate alle finestre.[18]
Fëur: casa contadina, impiegata oggi come baita in malga, costruita a blockbau e con tetto a doppia falda. Il soffitto della stube è tra i più antichi dell'Alto Adige.[19]
Janon: casa d'abitazione in muratura a un solo piano. Sulla chiave di volta della porta d'ingresso a tutto sesto sono scolpiti un paio di forbici, due teste e altre decorazioni.[20]
Martin: edificio residenziale in pietra di epoca medievale. conserva un affresco della Madonna del Soccorso e una veduta di città.[21]
Nevel: due masi abbinati della seconda metà del Settecento. Le paraste angolari e le cornici delle finestre recano incisioni dipinte. All'interno spiccano gli intagli particolarmente elaborati della stube barocca.[22]
Peza in St. Jakob: fattoria a più piani in muratura e legno. La porta d'ingresso, con arco a tutto sesto ha un battente datato 1693. Il corridoio ha volta a crociera.[23]
Pradatsch: Fattoria del 1772 con facciata barocca intonacata e dipinta di colore bruno, sulla quale spiccano gli elementi architettonici e decorativi bianchi. Il soffitto della stube è decorato con stucchi, mentre la colonna tortile della stufa è munita di un capitello.[24]
Rovine del castello di Stetteneck, realizzato nel XIII secolo sul col da Pincan, in posizione elevata in prossimità di una ripida scarpata.
Musei
Nel centro di Ortisei ha sede il Museo della Val Gardena, che conserva reperti geologici, paleontologici e archeologici rinvenuti sul territorio, oltre ad una collezione di sculture e giocattoli di legno.
La Casa della cultura Luis Trenker, ospitata in un edificio progettato dall'architetto Hubert Prachensky (1916-2009), conserva l'antica campana del Magister Manfredinus.
Società
Ripartizione linguistica
Ortisei è uno degli 8 comuni dell'Alto Adige la cui popolazione è in maggioranza di madrelingua ladina:
Ortisei ospita le scuole dell'obbligo e alcune scuole secondarie superiori e in particolare l'Istituto d'Arte (Kunstschule / Scola d'ert) e l'Istituto Tecnico Economico Raetia, facenti parte del sistema d'istruzione pubblica per le località ladine, nelle cui scuole l'istruzione avviene (in proporzione che cambia dalla prima elementare alle superiori) in ladino, tedesco e italiano.
Biblioteche
Biblioteca civica San Durich
Biblioteca del Circolo degli artisti
Biblioteca ladina, presso la Cësa di Ladins
Economia
L'economia locale si basa soprattutto sul turismo invernale ed estivo infatti Ortisei è una rinomata località di villeggiatura che d'inverno si trasforma in una mondana stazione sciistica delle Dolomiti. Molto noto è l'artigianato delle sculture di legno, che vanta un'antica tradizione, e quello dei giochi.[27]
Infrastrutture e trasporti
Ortisei è collegata a Ponte Gardena e alla Valle Isarco dalla strada statale 242 di Val Gardena e Passo Sella; una diramazione di tale strada collega Ortisei anche con Chiusa, ove si trova uno svincolo dell'Autostrada A22.
Ferrovie
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di OrtiseieFerrovia della Val Gardena.
Per alcuni decenni del XX secolo Ortisei fu servita (tramite l'omonima stazione) dalla ferrovia della Val Gardena, una linea a scartamento ridotto che collegava Chiusa con Plan, che rimase in esercizio dal 6 febbraio 1916 al 28 maggio 1960, quando fu soppressa.[28] Le tracce della ferrovia sono quasi tutte scomparse: nel 1970 il sedime tra Chiusa-Ortisei venne sfruttato per realizzare la strada statale 242dir, mentre la tratta Ortisei-Plan è stata trasformata in un sentiero pedonale.[29]
Impianti di risalita
Un'ovovia a doppia fune collega Ortisei con l'Alpe di Siusi. Il monte Secëda si raggiunge con un'altra ovovia e una funivia. Una seggiovia ad un posto singolo portava al Rasciesa - Raschötz. La funicolare Rasciesa, fra le più lunghe d'Europa (2 422 metri), che sostituisce dall'estate del 2010 la vecchia seggiovia, porta al Rasciesa in 6 minuti[30].
Altri impianti di risalita servono esclusivamente piste da sci e sono pertanto chiusi durante il periodo estivo. L'ovovia dell'Alpe di Siusi è conosciuta per la manifestazione Val Gardena Sky Dinner, un'elegante cena gourmet, servita nelle singole cabine, che permette a circa 120 commensali di cenare godendo di una vista spettacolare sulle montagne.
Un sentiero pedonale, ricalcante il vecchio tracciato della ferrovia della Val Gardena (Chiusa-Plan), collega Ortisei con il borgo confinante di Santa Cristina Valgardena.
Il comune fa parte della comunità comprensoriale Salto-Sciliar.
Sport
In occasione dei Mondiali di sci alpino 1970 Ortisei fu sede delle gare di slalom speciale, disputate sul pendio del Ronc; la medesima pista nel 1975 ospitò un parallelo valido quale gara conclusiva della Coppa del Mondo, il quale si risolse in uno "spareggio" per il primato nella classifica generale tra Gustav Thoeni (poi vincitore) e Ingemar Stenmark.
Il 21 maggio 2005 la 13ª tappa del Giro d'Italia si è conclusa ad Ortisei, con la vittoria del colombiano Iván Parra.
In città aveva sede una storica squadra di hockey su ghiaccio, l'HC Ortisei, vincitrice di 4 scudetti. Nel 1999, a seguito del crollo del palazzo del ghiaccio di Ortisei (travolto da una frana), la squadra si fuse con il club di Selva di Val Gardena, cambiando nome in HC Gardena e trasferendo il proprio campo casalingo al Pranives.
Cinema
Nel film Fantozzi contro tutti, il ragionier Fantozzi insieme agli altri suoi colleghi di lavoro tra cui il ragionier Filini e il geometra Calboni si recano ad Ortisei per trascorrere una settimana bianca, passandone di tutti i colori e apostrofati con i classici stereotipi anti-italiani. Le riprese annoverano anche scene girate in una stazione ferroviaria che non è locata a Ortisei, nel film si parla infatti del Trenino della val Gardena, chiaro riferimento alla ferrovia della Val Gardena però già soppressa da anni ai tempi delle riprese, la stazione usata nel film è la Stazione di Acqua Acetosa che si trova a Roma, per la precisione nel quartiere Parioli.
La serie TV Vite in fuga mandata in onda in prima visione il 22 Novembre 2020 su Rai 1, è ambientata a Ortisei.
Note
Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2020 (dato provvisorio).
Elfriede Perathoner, Stefano Planker, Scibla mo n iede - Endstation Zukunft - Fine corsa futuro catalogo della mostra sul trenino della Val Gardena, p. 105, Museum Ladin, 2011.
Elfriede Perathoner, Stefan Planker: Scibla mo 'n iëde. Museum Ladin, San Martin de Tor 2011, ISBN 978-88-89255-33-9. Catalogo di una mostra
A seguito dell'invalidamento delle elezioni comunali del 2015, cui concorreva solo una lista, per la bassa affluenza alle urne
Bibliografia
(DE) Wilhelm Moroder, Die Marktgemeinde St. Ulrich in Gröden, 1908. Ristampa in occasione del millenario nella rivista "Der Schlern", 73, 1999, pp.514–600.
(DE) Elfriede Perathoner (a cura di), 100 Jahre Marktgemeinde Urtijëi - St. Ulrich - Ortisei: ein Streifzug, Bolzano, Raetia, 2007. ISBN 978-88-7283-301-8
(DE) Sabine Piazza, Armenfürsorge in der Gemeinde St. Ulrich 1800-1850: eine Mikro-Geschichte in einem Makro-Kontext, Innsbruck, Università degli studi, 2010, pp.505.
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