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Adria è un comune italiano di 18 776 abitanti della provincia di Rovigo nel Veneto.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Adria (disambigua).
Adria
comune
Adria – Veduta
Adria – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Veneto
Provincia Rovigo
Amministrazione
SindacoOmar Barbierato (lista civica) dal 25-6-2018
Territorio
Coordinate45°03′N 12°03′E
Altitudine4 m s.l.m.
Superficie113,39 km²
Abitanti18 776[1] (30-6-2022)
Densità165,59 ab./km²
FrazioniBaricetta, Bellombra, Bottrighe, Ca' Emo, Cavanella Po, Fasana, Mazzorno, Valliera, Treponti
Comuni confinantiCavarzere (VE), Ceregnano, Corbola, Gavello, Loreo, Papozze, Pettorazza Grimani, San Martino di Venezze, Taglio di Po, Villadose, Villanova Marchesana
Altre informazioni
Cod. postale45011
Prefisso0426
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT029001
Cod. catastaleA059
TargaRO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 466 GG[3]
Nome abitantiadriesi
Patronosan Bellino
Giorno festivo26 novembre
Cartografia
Adria
Adria – Mappa
Adria – Mappa
Posizione del comune di Adria nella provincia di Rovigo
Sito istituzionale

Storia



Antichità


Le prime tracce di un insediamento nella zona dell'attuale città di Adria risalgono al periodo tra il X e il VI secolo a.C., quando i Veneti costruirono palafitte sul terreno paludoso che, all'epoca, si affacciava sul mare.

All'inizio del VI secolo a.C. Adria era un insediamento etrusco posto sul fiume Adrias (Atriano in lingua latina), che all'epoca sfociava nel mare e seguiva quello che oggi è il corso del Canal Bianco, ed era retta da un sovrano probabilmente scelto tra la nobiltà[senza fonte].

Il nome Adria deriverebbe dall'etrusco atrium, giorno/luce/est, ad indicare la posizione ad oriente del mare e della città di Adria, abitata dagli Atriates Tusci (etruschi orientali - civiltà post-villanoviana con centro a Felsina), rispetto all'Etruria.[4] Secondo alcune fonti il nome fu poi utilizzato dai greci per denominare la parte superiore del mare Adriatico Adrias Kolpos (golfo di Adria); il nome venne poi esteso all'intero mare Adriatico[5] . Altre ricostruzioni fanno risalire l'origine del nome Adriatico alla città di Atri, in provincia di Teramo[6]

Colonie greche in Adriatico (in rosso quelle siracusane)
Colonie greche in Adriatico (in rosso quelle siracusane)

Per la sua posizione strategica, Adria venne rifondata dai Sicelioti (Greci di Sicilia) con il nome di "Adrìa" nel 385 a.C. come colonia della potente Siracusa, nel quadro dell'espansione commerciale in Adriatico promossa dal re siceliota Dionisio I. Insieme ad Adria vennero fondate Ankón (l'attuale Ancona), Issa (l'attuale Lissa) e Lissos (l'attuale Alessio); si veda la carta a fianco[7].

Adria era allora terminale di importanti vie carovaniere che scendevano dal Baltico, attraverso il Brennero, e dal Mar Nero attraverso il Danubio e la Drava, mettendo in comunicazione commerciale l'area mediterranea con tali regioni e permettendo gli scambi di ambra, stagno e argento. Un canale artificiale (la Filistina) collegava già allora Adria con la serie di lagune presenti anticamente lungo tutta la costa settentrionale, dalle foci del Po fino a Grado, e da lì permetteva di risalire tramite protetta navigazione endo-lagunare fino alle risorgive del Timavo (caput Adriae)[5] In tal modo Adria era terminale commerciale tra l'Europa centrale e il Mediterraneo, incluso l'oriente ellenistico e Alessandria d'Egitto; di tali relazioni commerciali permangono resti di ceramiche e vetri lavorati.[8]

Dal III secolo a.C. Adria fu occupata dai Galli, come testimoniato dalle tombe a inumazione galliche. Inglobata nell'Impero romano, nei secoli successivi Adria andò perdendo importanza, per via dell'interramento del porto, e dell'allontanamento dal mare. Già nel I secolo d.C. era necessario percorrere un canale artificiale per raggiungerla. Dal V secolo Adria fu sede di giurisdizione ecclesiastica.[8]

Il progressivo interramento del delta del Po dalla Rotta di Sermide (VIII secolo a.C.), che modificò il corso del Po che allora arrivava fino all'attuale Ficarolo e poi piegava verso sud, allontanò la città dal mare rendendo sempre più problematica la prosecuzione dell'attività portuale.


Medioevo e periodo veneziano


Al passaggio delle invasioni barbariche, il porto di Adria aveva già perso la gran parte della sua importanza, ma assunse il nuovo ruolo di importante bastione militare, difeso dalla laguna e dai fiumi Adige e Po, all'interno dei territori amministrati dalla Chiesa di Roma. Il definitivo declino del porto di Adria avvenne in seguito alla rotta della Cucca del 589, che sconvolse l'intera idrografia del territorio circostante, isolando Adria tra paludi malsane. Anche la trama delle strade romane si andò presto perdendo; l'unica a sopravvivere fu la via Popilia, presto ribattezzata Romea in quanto percorsa dai pellegrini diretti a Roma.[8]

Tra il VII e l'VIII secolo Adria divenne un feudo vescovile indipendente da quello di Ravenna, ma l'autorità del vescovo fu lentamente soppiantata da quella del Comune, che mantenne l'autonomia locale fino a circa il 1250, quando la signoria degli Estensi installarono ad Adria un proprio rappresentante ("giudice" e poi "visconte"). La visconteria di Adria conferita ai Principi Giocoli[9],rimase indipendente rispetto all'espansione dello stato da tera veneziano, fino a concedersi spontaneamente a Venezia all'inizio del '500, quando Adria era ormai declinata ad un piccolo villaggio in mezzo a una palude malarica.[8] Giocolo Giocoli II, figlio del defunto Bartolomeo, fu per conto degli Estensi al governo della città di Adria nel 1445, con il titolo di visconte[10].

Quando nel Seicento iniziò l'opera di bonifica della valle polesana da parte dei veneziani, incluso il taglio di Porto Viro, Adria cominciò ad assumere nuovamente importanza.[8]


Periodo napoleonico


L'invasione di Napoleone Bonaparte del 1796 portò tra l'altro Adria a far parte del Distretto di Padova. Il 13 maggio 1797 il generale Giambattista Rusca, designato al comando del territorio polesano e adriese, si impadroniva con la forza del potere municipale; veniva istituita una guardia civica ed eletta una nuova municipalità, tra i cui membri spiccava anche la figura di Carlo Bocchi. Gli adriesi restarono comunque ostili alle idee rivoluzionarie, per timore delle principali famiglie cittadine di perder quei titoli nobiliari recentemente ottenuti da Venezia. Gli stessi accolsero invece con favore l'assegnazione di Adria all'Impero austriaco con il trattato di Campoformio del 1797. Con un decreto del 27 febbraio 1798 gli austriaci restituirono i diritti in precedenza avuti dalla Serenissima e istituirono la Provincia di Adria, indipendente da Padova.[8]

Dopo la vittoria di Marengo del 14 giugno 1800 i francesi tornarono nel Polesine. La città fu inclusa nel governo provvisorio e poi nella Repubblica Cisalpina, quindi della Repubblica Italiana (1802-1805), trasformata nel 1805 in Regno d'Italia, amministrativamente incorporata come vice-prefettura nel Dipartimento dell'Adriatico con capoluogo Venezia.[8]

Nel 1809 anche Adria partecipò agli atti di brigantaggio contro i francesi che scoppiarono in tutto il Veneto. La rivolta fu capeggiata dal sacerdote Carolo Giocoli, con base a Bellombra. Nella notte tra l'8 e il 9 luglio numerosi rivoltosi aprirono le carceri, si impadronirono delle armi della guardia nazionale e operarono incendi e saccheggi. La repressione francese non si fece attendere, coinvolgendo anche molti innocenti, vittime di odii privati. Giocoli, catturato presso Ferrara, venne condannato ai ferri a vita.[8]

Il periodo napoleonico introdusse anche ad Adria importanti e positive novità: scuole popolari pubbliche e gratuite, soppressione di istituzioni confessionali pagate dal bilancio pubblico, emanazione di provvedimenti umanitari e igienici, introduzione del nuovo codice civile.[8]


Periodo austriaco


Sconfitto Napoleone, in conseguenza della restaurazione operata dal Congresso di Vienna, Adria dal 1815 fu inclusa nel Regno Lombardo-Veneto, sotto la Prefettura di Rovigo. Gli austriaci, pur non essendo sempre benvoluti dagli adriesi, migliorarono notevolmente le infrastrutture, lo sviluppo e la qualità della città, ma spesso sostituirono nelle posizioni gestionali di importanza gli italiani con amministratori austriaci. Durante il periodo austriaco vengono eliminate pressoché completamente le abitazioni in canna (erano ancora 200 nel 1817), chiusi alcuni fossati urbani, consolidati i ponti interni, migliorate le comunicazioni stradali. Vengono inoltre aperti il teatro (1816), l'ospedale (1844), la casa di riposo (1852), e il ginnasio vescovile.[8]

Un'identità polesana si sviluppò in questo estremo lembo sud-orientale dell'impero austriaco, manifestandosi nel desiderio di riunificazione al resto dei territori italiani. Nel gennaio 1819 venne scoperto a Fratta un covo di carbonari, cui partecipavano anche alcuni adriesi. Tutto rimase comunque tranquillo fino al 1848, quando alla rivolta anti-austriaca seguirono alcuni mesi di autonomia amministrativa, fino al 26 maggio, sotto la guida di un Comitato distrettuale composto da un presidente e da una giunta. Al termine della prima guerra d'indipendenza la repressione austriaca si fece sentire in tutto il Polesine con processi e condanne politiche. Anche ad Adria le tendenze politiche del periodo si distinguevano tra il movimento mazziniano, rivoluzionario e repubblicano, e quello cavouriano, che disapprovava i mezzi rivoluzionari facendo affidamento sulle arti della diplomazia. Vari cittadini adriesi attraversarono il Po per unirsi all'esercito piemontese e alla spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi (furono tre gli adriesi tra i Mille). All'indomani dell'annessione del Veneto all'Italia nel 1866 questi assumeranno importanti cariche cittadine.[8]


Periodo italiano


A partire dal Risorgimento, la popolazione di Adria aumenta progressivamente fino agli oltre 34.000 abitanti del 1951, anche per via dell'annessione di comuni circonvicini già autonomi negli anni '20 (Bottrighe e Ca' Emo). Nel novembre 1951 Adria rimase sommersa dalla tracimazione del Po. Molte famiglie persero tutto. Successivamente parte della popolazione si spostò verso le zone più interne del Polesine non colpite dall'alluvione, oppure emigrò nei distretti industriali della Lombardia e del Piemonte. Numerosi adriesi si trasferirono all'estero, anche in Paesi lontani come il Canada e l'Australia.


Simboli


Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 22 maggio 1931.[11]

«D'azzurro, al castello torricellato di tre, al naturale, le torri merlate alla ghibellina, la centrale più alta e troncata sopra di rosso, aperto, finestrato e murato di nero, fondato su pianura erbosa di verde. Ornamenti esteriori da Città.»

Il gonfalone, concesso con regio decreto del 28 agosto 1930[11], è un drappo di azzurro.


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose



Cattedrale Nuova dei Santi Pietro e Paolo

Facciata della Cattedrale Nuova dei Santi Pietro e Paolo. Particolare dell'intervento in marmo, unico elemento di rivestimento della facciata.
Facciata della Cattedrale Nuova dei Santi Pietro e Paolo. Particolare dell'intervento in marmo, unico elemento di rivestimento della facciata.
Lo stesso argomento in dettaglio: Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (Adria).

L'edificio sacro è da sempre sede della cattedra della diocesi di Adria-Rovigo. Tuttavia il vescovo risiede a Rovigo, dove si trova la concattedrale di Santo Stefano.


Chiesa di Santa Maria Assunta della Tomba

La facciata e il campanile della Chiesa di Santa Maria Assunta della Tomba.
La facciata e il campanile della Chiesa di Santa Maria Assunta della Tomba.
Lo stesso argomento in dettaglio: Basilica di Santa Maria Assunta (Adria).

Venne modificata più volte nel tempo fino ad assumere l'attuale aspetto nel 1718 e il cui nome sembra provenire dalla vicinanza di una tomba romana e citata in antichi documenti ritrovati con ad tumbam (latino vicino alla tomba). La tradizione popolare vuole che il vecchio campanile, abbattuto nel 1928 per far posto a quello odierno, sorgesse su un faro di segnalazione dell'antico porto romano, deducibile dalla presenza della lapide risalente al III secolo murata sullo zoccolo. La lapide reca la seguente iscrizione: Columna haec magna ex parte calce illita rudus anguli nord-ovest est antiqui romani hadriatici phari vulgo de tumba - 1647 (Questa colonna, per buona parte ricoperta da intonaco, è il rudere dell'angolo nord-ovest dell'antico faro romano dell'adriatico, comunemente detto 'della Tomba'). All'interno è conservata una fonte battesimale di forma ottagonale, risalente al VII o VIII secolo, sulla quale è inciso il nome del 3º vescovo, vescovo Bono, il terzo della diocesi di Adria. Oltre a dipinti del XV e XVI secolo, nella cappella è presente un altorilievo in terracotta raffigurante una Dormitio Virginis e attribuito a Michele da Firenze.

Ha la dignità di basilica minore[12].


Cattedrale Vecchia di San Giovanni

Risale all'XI secolo ca. e si eleva a sinistra dell'edificio della nuova Cattedrale. Il suo attuale orientamento con abside ad ovest, risulta capovolto rispetto all'originale, in seguito alla costruzione al suo ridosso dell'edificio della Cattedrale nuova, dalla cui navata sinistra vi si accede. Sul lato sud si apre verso Piazzetta Campanile, mentre sulla zona retrostante fu edificata negli anni 30 c.a una pregevole e suggestiva riproduzione della Grotta di Lourdes. All'interno della vecchia Cattedrale si ritrova un bassorilievo in gesso riproducente il battesimo di Gesù e i medaglioni degli evangelisti, tutti realizzati dal bolognese Gaetano Samoggia..[13] Interessante è la serie dei nomi (cronotassi) dei Vescovi di Adria, con i rispettivi stemmi, disposti lungo il perimetro interno delle mura laterali. Sotto la Cattedrale Vecchia di San Giovanni, l'alto Medioevo ha lasciato un significativo segno della presenza cristiana in città, con i resti ancora visibili di ad una cripta di forma semicircolare, per alcuni risalente al V-VI sec., con affreschi pittorici di chiaro stile bizantino, che rappresentano gli apostoli. L'area circostante nasconde sicuramente ulteriori tracce del passato paleocristiano, risultando nel contempo di non agevole indagine, in quanto nel tempo numerosi sono gli edifici costruiti in zona, tali così da averla coperta quasi integralmente.


Chiesa di San Nicola da Tolentino e Monumento ai caduti


Architetture civili



Teatri

Facciata del Teatro Comunale del Popolo di Adria
Facciata del Teatro Comunale del Popolo di Adria

Altri monumenti



Altro


La pietra miliare conservata nel Museo archeologico nazionale di Adria.
La pietra miliare conservata nel Museo archeologico nazionale di Adria.

Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[19]

Adria è il secondo comune più popolato della provincia. Come si può notare dal grafico, la città contava sino al 1951 oltre 34000 abitanti, poi, dopo l'alluvione nel novembre di quell'anno, parte della popolazione si spostò verso le zone più interne del Polesine non colpite dall'alluvione, oppure emigrò prevalentemente nei distretti industriali della Lombardia e del Piemonte. Numerosi furono anche gli adriesi che scelsero Paesi stranieri, come il Canada e l'Australia.


Cultura



Istruzione



Scuole


Università


Adria è una delle sedi del corso di laurea in scienze infermieristiche dell'Università di Ferrara, attivato di concerto con l'Azienda ULSS 5 "Polesana".[20].


Musei, Biblioteche e Archivi



Geografia antropica


Il Comune fa parte della zona climatica E.


Frazioni



Infrastrutture e trasporti



Strade


Adria è lambita dalla SS 309 Romea, è raggiunta dalla SR 443 per Rovigo, la SR 516 Piovese per Padova, la SP 45 per Rosolina, e la SR 495 per Ariano nel Polesine.


Mobilità urbana


Il sistema del trasporto pubblico della città è servito da una linea extraurbana gestita da Busitalia che la collega con il capoluogo Rovigo e con le principali località sulla direttiva ovest-est verso il delta del Po e nord-sud verso la provincia di Venezia e di Ferrara; inoltre vi sono dei collegamenti con Cavarzere gestiti dall'Actv.


Ferrovie


Ad Adria è presente una stazione ferroviaria a 5 binari collegata alle linee ferroviarie non elettrificate Rovigo-Chioggia e Adria-Mestre.

L'automotrice FS ALn 663.905 SI, nella vecchia livrea della Sistemi Territoriali, in sosta sul binario 2 del piazzale della stazione di Adria.
L'automotrice FS ALn 663.905 SI, nella vecchia livrea della Sistemi Territoriali, in sosta sul binario 2 del piazzale della stazione di Adria.
L'automotrice ALn 663.908 SI della Sistemi Territoriali in sosta alla stazione di Adria
L'automotrice ALn 663.908 SI della Sistemi Territoriali in sosta alla stazione di Adria

Trasporto fluviale


In città è presente un porto turistico, e ospita il "Cantiere Navale Vittoria S.p.A.", gestita dalla famiglia Duò, un'attività cantieristica di altissimo rilievo, specializzata dal 1927 nella costruzione di navi da carico, draghe, rimorchiatori, motopescherecci, imbarcazioni militari, pattugliatori veloci e imbarcazioni per interventi anti incendio e S.A.R.

Il comune di Adria confina a sud con il fiume Po, ed è attraversato da ovest ad est dal Tartaro-Canalbianco-Po di Levante, entrambi navigabili. Il Canalbianco è un canale artificiale, tratto intermedio del Tartaro-Canalbianco-Po di Levante, via navigabile lunga 135 km che collega Mantova con il mare, attraversando tutta la provincia di Rovigo. Il tratto iniziale, della lunghezza di 52 km, è naturale e prende il nome di "Tartaro"; il tratto intermedio, lungo 78 km, è il canale artificiale che prende il nome di "Canalbianco" e arriva fino alla conca di Volta Grimana; il tratto finale, di 17 km, arriva fino alla foce e prende il nome di "Po di Levante". La lunghezza totale del fiume dalle sorgenti al mare è di 147 km. Il Canalbianco, infine, si collega alla linea navigabile "Po-Brondolo", che dalla laguna di Chioggia permette di raggiungere Venezia. Attualmente si sta concludendo l'adeguamento dell'intera asta navigabile, permettendo così il passaggio di bettoline "Classe V Europea". A corredo di questi imponenti lavori è già attivo l'interporto di Rovigo, area di scambio per il trasporto fluviale-gomma-ferro, che si propone in virtù della sua equidistanza tra Padova e Ferrara, l'adiacenza alla S.S. Transpolesana e all'autostrada A13.


Amministrazione


Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1960 1973 Leo Mario Badio Democrazia Cristiana Sindaco
1960 1973 Leo Mario Badio Democrazia Cristiana Sindaco
1973 1976 Renzo Rossi Democrazia Cristiana Sindaco
1976 1985 Valerio Cavallari PSI Sindaco
1985 1991 Franco Grotto PSI Sindaco
1991 2004 Sandro Gino Spinello Centro-sinistra Sindaco
2004 2009 Antonio Lodo Centro-sinistra Sindaco
2009 2010 Massimo Barbujani Centro-destra Sindaco
2010 2011 Carmine Fruncillo Commissario prefettizio
2011 2018 Massimo Barbujani Centro-destra Sindaco
2018 2018 Carmine Fruncillo Commissario prefettizio
2018 in carica Omar Barbierato lista civica Siamo Adria Sindaco

Gemellaggi



Sport


Le società di calcio con sede nel comune sono: U.S.D. Adriese 1906, A.C. San Vigilio Adria, A.S.D. Baricetta Calcio e A.S.D. Ca' Emo Calcio, che militano in campionati di livello regionale.

Ad Adria si svolge la manifestazione automobilistica storica "Rally città di Adria" e nella frazione di Cavanella Po si trova il complesso multifunzionale Adria International Raceway.


Galleria d'immagini



Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Adria. La Città, le sue vie, la sua storia, Di Aldo Rondina, p. 303
  5. Lorenzo Braccesi, Grecità adriatica, edito da L'Erma di Bretschneider, 2001 (la citazione è consultabile su Google ricerca libri a pagina 12)
  6. Paolo Diacono, Historia Langobardorum, libro secondo, cap. 19, "Post Flamminiam duodecima Picenus occurrit, habens ab austro Appenninos montes, ex altera vero parte Adriaticum mare. Haec usque ad fluvium Piscariam pertendit. In qua sunt civitates Firmus, Asculus et Pinnis et iam vetustate consumpta Adria, quae Adriatico pelago nomen dedit." (la citazione è consultabile su Intratext a Historia Langobardorum: text - IntraText CT)
  7. Lorenzo Braccesi, Grecità adriatica: un capitolo della colonizzazione greca in Occidente, Pàtron, 1977.
  8. Storia della città di Adria, su comune.adria.ro.it. URL consultato il 31 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2017).
  9. Francesco Girolamo Bocchi Sulla condizione antica e moderna di Adria città del regno del Lombardo Veneto di Luigi Groto, volume 1, Venezia 1830, p.71.
  10. Luigi Groto, Sulla condizione antica e moderna di Adria città del regno Lombardo Veneto succinte notizie, di Luigi Grotto nobile Adriese con memorie e dissertazioni relative alla città stessa di Francesco-Girolamo Bocchi nobile Adriese a cui si premettono le memorie intorno alla di lui vita, Volume 1, Seconda edizione, Venezia, Giuseppe Molinari, 1830, p. 66. URL consultato il 21 novembre 2020. Ospitato su Google Libri.
  11. Adria, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 15 novembre 2022.
  12. (EN) Catholic.org Basilicas in Italy
  13. Antonello Nave,Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine, Rovigo, Minelliana, 2004, pp. 133.
  14. [Angela Balistreri,"Antonino Palminteri un artista gentiluomo nel panorama operistico dell'800", Partanna, Produzioni Edivideo, 2010, p. 174]
  15. Antonello Nave, Monumenti garibaldini nel Polesine di fine ‘800, in Z. Ciuffoletti (a cura di), Garibaldi e il Polesine, tra Alberto Mario Jessie White e Giosue Carducci, Atti del XXX convegno di studi storici, Lendinara e Rovigo, 26-27 ottobre 2007, Rovigo, Minelliana, 2009, pp. 23-74. Cfr. https://www.facebook.com/photo?fbid=173122281900092&set=a.173119988566988
  16. Antonello Nave, Monumenti garibaldini nel Polesine di fine ‘800, in Z. Ciuffoletti (a cura di), Garibaldi e il Polesine, tra Alberto Mario Jessie White e Giosue Carducci, Rovigo, Minelliana, 2009, pp. 23-74
  17. Antonello Nave, Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine, Rovigo, Minelliana, 2004, pp. 13, 106; Id., A Felice Cavallotti. L'omaggio del Polesine al “bardo della democrazia”, in «Camicia Rossa», XXXVIII, 1, gennaio-aprile 2018, pp. 11-12.
  18. Antonello Nave, Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine, Rovigo, Minelliana, 2004, p. 123
  19. Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
  20. Sede formativa di Adria, su unife.it. URL consultato il 14 ottobre 2019.
  21. BIBLIOTECA | Cattedrale di Adria, su cattedraleadria.it. URL consultato il 4 ottobre 2018.

Bibliografia



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На других языках


[de] Adria (Venetien)

Adria ist eine italienische Gemeinde (comune) mit 19.159 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in der Provinz Rovigo in Venetien.

[en] Adria

Adria is a town and comune in the province of Rovigo in the Veneto region of northern Italy, situated between the mouths of the rivers Adige and Po. The remains of the Etruscan[3] city of Atria or Hatria are to be found below the modern city, three to four metres below the current level. Adria and Spina were the Etruscan ports and depots for Felsina (now Bologna). Adria may have given its name during an early period to the Adriatic Sea, to which it was connected by channels.[4]

[es] Adria

Adria es una localidad y comune italiana de la provincia de Rovigo, región de Véneto.

[fr] Adria

Adria est une commune italienne d'environ 20 000 habitants, située dans la province de Rovigo en Vénétie, dans le Nord-Est de l'Italie.
- [it] Adria

[ru] Адрия

А́дрия (итал. и вен. Adria, лат. Hadria, Adria) — город и коммуна в Италии, располагается в провинции Ровиго области Венеция, на канале Бьянко (ит.) восточнее Ровиго, между устьями рек По и Адидже.



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