Gli statuti del comune di Canobbio (Statuta communis de Canobio), 1510
Canobbio è documentato nel 712 con il nome di Canobli[1]. Il 24 gennaio 864 Pietro, abate del monastero di Sant'Ambrogio di Milano, prese possesso, mediante la cerimonia dell'abbraccio d'una colonna, degli stabili a Canobbio, ceduti al monastero dal presbitero Engilberto[2].
Nel comune, per alcuni anni[quando?], ha trovato sede abusivamente un centro sociale, poi trasferitosi nell'ex Macello pubblico di Lugano[senzafonte].
Monumenti e luoghi d'interesse
Chiesa parrocchiale di San Siro, attestata dall'863[1];
Villa Fumagalli, residenza signorile ottocentesca[senzafonte].
Società
Evoluzione demografica
L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[1]:
Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del comune.
Note
Antonio Gili, Canobbio, in Dizionario storico della Svizzera, 25 maggio 2005. URL consultato il 14 ottobre 2017.
Motta, 1991, p. 11.
Dizionario storico della Svizzera, Ufficio cantonale di statistica di Bellinzona
Bibliografia
Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 289-290.
Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 283-284.
Adriano Caprioli, Antonio Rimoldi, Luciano Vaccaro (a cura di), Diocesi di Como, Editrice La Scuola, Brescia 1986, 104.
Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 202, 264-265, 322.
Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, ristampa, Edizioni Metà Luna, Giubiasco 1991.
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