Treia è un comune situato a nord della valle del Potenza. Il centro storico è posto su una lunga e stretta sella di arenaria dalla quale è visibile tutta la valle.
Storia
L'antica Treia sorgeva nella zona del Santuario del Santissimo Crocifisso, ove in un campo è ancora visibile la forma di un anfiteatro, ed è possibile ancora trovare frammenti di epoca romana, oltre a quelli inseriti nei muri del convento. Fondata in epoca pre-romana probabilmente dai Piceni intorno al IV secolo a.C., prende nome da quello della dea Trea-Jana, divinità di origine greco-sicula che qui era venerata; prima colonia romana, poi municipio (109 a.C.), raggiunse una buona estensione urbana e notevole importanza militare. Treia fu distrutta una prima volta dai Visigoti nel V secolo e poi, tra il IX e X secolo, dai Saraceni, per cui gli abitanti la ricostruirono su tre piccoli colli vicini che permettevano una più facile difesa, dandole anche il nuovo nome di Montecchio (Monticulum o Monteclum: piccolo monte).
Fece parte del Ducato dei Varano di Camerino, fu sotto il dominio di Francesco Sforza, e passò poi allo Stato della Chiesa, riuscendo comunque, intorno all'XI-XII secolo, a darsi un proprio ordinamento comunale (nel 1157 si fa menzione dei due consoli) e ad avere una precisa fisionomia, tanto che fu costruito un imponente sistema difensivo comprendente i tre castelli dell'Onglavina, dell'Elce e del Cassero, la poderosa cerchia muraria e le diverse porte d'accesso. Nell'ambito dei contrasti tra Papato e Impero, la città fu cinta d'assedio una volta nel 1239, dall'esercito di re Enzo, figlio naturale di Federico II, e nel 1263, da quello di Corrado d'Antiochia, nipote di Federico II, sempre senza successo. Riuscirono anzi a far prigioniero lo stesso Corrado (si narra fingendo di arrendersi e calando la saracinesca della porta appena entrato Corrado con tutto lo stato maggiore), che però tornò in libertà dopo due mesi di prigionia nel castello del Cassero, forse per il tradimento del podestà Baglioni, lasciatosi corrompere dal nemico.
Nel 1790 Pio VI con la bolla "Emixum animi nostri stadium" del 2 luglio la eresse al rango di "città", con l'antico nome di Treia. A lui fu dedicato nel 1795 il monumento nella piazza di fronte al palazzo comunale e dominante l'antica arena del gioco del pallone col bracciale, oggi parcheggio. Treia fece parte dello Stato della Chiesa fino al 1860 quando, dopo la battaglia di Castelfidardo, fu annessa al Regno d'Italia.
La fama di Treia nel corso del Novecento si lega alla figura della scrittrice Dolores Prato che ambienta qui il suo più celebre romanzo. Il treiese Luigi Spadolini fu il nonno del politico Giovanni Spadolini.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Concattedrale della Santissima Annunziata
Chiesa di San Filippo[4] - Situata nella settecentesca Piazza della Repubblica, fu edificata sulle rovine della precedente chiesa di S. Antonio Abate tra il 1766 ed il 1773 dai Filippini su progetto dell’architetto lombardo Carlo Augustoni[5]. La facciata venne invece disegnata dall’architetto Giovanni Antinori[5]. Tra le opere va ricordato il crocifisso del XIII secolo, e poi le sculture di Gioacchino Varlè, dipinti di Prospero Mallarmino, Pasquale Ciaramponi da Treia, Giacomo Falconi da Recanati. Nelle cavità degli altari laterali si conservano poi i corpi ddi quattro martiri Aurelio, Valentino, Castoria, Venusta[5].
Chiesa di San Francesco[6] - nel convento ha sede il Museo Civico Archeologico con reperti dell'età neolitica. I materiali custoditi testimoniano il legame con la civiltà egizia.[5]
Palazzo comunale - Risultato della fusione dei palazzi della Comunità e dell'Abbondanza, ospita al piano nobile la Pinacoteca ricca dei ritratti della nobiltà treiese.[5]
Accademia Georgica
Teatro Comunale - vero gioiello riccamente decorato, possiede un magnifico sipario storico: un'enorme tela raffigurante la battaglia di Vallesacco del 1263.[5]
Villa Voglia, in contrada Vallonica
Villa Valcerasa
Villa Sala, a Passo di Treja - La più antica, con una pregevole cappellina.[13]
Villa "Dolce Riposo" - con facciata a loggiato e timpano.[13]
Villa Spada anche conosciuta come Villa La Quiete:[14][15] opera dell'architetto neoclassico Giuseppe Valadier, proprietà pubblica ora in corso di recupero dopo un lungo periodo di abbandono.
Villa Votalarca - realizzata da Andrea Vici, con giochi d'acqua ad abbellire il giardino e la ricostruzione della grotta della Sibilla.[13]
Il comune vanta diverse società sportive: Treia stessa è la sede dell'Aurora Treia, club storico della città. Fondata nel 1966, l'Aurora milita attualmente in Promozione, e può anche vantare una formazione di calcio a 5, che milita nella Serie D gestita dalla LND.
Nel 2013 è stata fondata un'ulteriore società nel capoluogo comunale, la Treiese, la cui squadra di calcio milita in Seconda categoria; la propria formazione di calcio a 5 prende invece parte alla Serie A del CSI di Macerata. Il club è inoltre attivo in molte altre discipline sportive, come la pallacanestro, la pallavolo ed il tamburello.
Il Futsal Passo Treia, club di calcio a 5 dell'omonima frazione, disputa anch'esso la Serie D della LND.
Anche nella frazione di Chiesanuova risiede una squadra di calcio: il Chiesanuova, che milita in Eccellenza.
La frazione di Santa Maria in Selva ospita le partite di Seconda categoria dell'Abbadiense.
Pallavolo
Le Cucine Lube, sponsor principale della Volley Lube, hanno sede nel comune treiese. Il team ha iniziato la sua ascesa nel mondo della pallavolo proprio a Treia, trasferendosi successivamente, per motivi logistici, nella città di Macerata, dove rimarrà per quasi quindici anni. In seguito, nel 2014, la società si "frammenta": il settore giovanile rimane nel capoluogo provinciale, le attività amministrative si svolgono a Treia e la squadra disputa le sue partite a Civitanova.
Galleria d'immagini
veduta di Treia
Porta Nuova
Piazza della Repubblica
Porta Palestro
Note
Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2020 (dato provvisorio).
Giuseppe Cassio, Il grande dipinto dei Protomartiri francescani a Treia. Analisi iconografica e nuove ipotesi interpretative, in Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina arte 54 (2014), pp. 141-151.
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