Taleggio [taˈlɛʤːo] (Talecc [taˈɛʧ] o Taleɡɡ [taˈɛʤ] in dialetto bergamasco[5][6] della lingua lombarda) è un comune sparso italiano di 535 abitanti[1] della provincia di Bergamo in Lombardia che si compone dall'unione di quattro nuclei abitativi: Olda, Sottochiesa, Pizzino e Peghera.
Taleggio comune | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Capoluogo | Sottochiesa | ||
Sindaco | Gianluca Arnoldi dal 27-5-2019 | ||
Territorio | |||
Coordinate del capoluogo | 45°54′00″N 9°34′00.01″E | ||
Altitudine | 758 m s.l.m. | ||
Superficie | 46,59 km² | ||
Abitanti | 535[1] (31-5-2021) | ||
Densità | 11,48 ab./km² | ||
Frazioni | Olda, Peghera, Pizzino, Sottochiesa (sede comunale)[2] | ||
Comuni confinanti | Camerata Cornello, Cassiglio, Fuipiano Valle Imagna, San Giovanni Bianco, Val Brembilla, Vedeseta | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 24010 | ||
Prefisso | 0345 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 016210 | ||
Cod. catastale | L037 | ||
Targa | BG | ||
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] | ||
Cl. climatica | zona F, 3 146 GG[4] | ||
Nome abitanti | taleggini | ||
Patrono | san Giovanni Battista | ||
Giorno festivo | 24 giugno | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
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Situato al termine della Val Taleggio, a circa 37 chilometri a nord dal capoluogo orobico, dà il nome all'omonimo formaggio.
Il territorio comunale è caratterizzato da una forte connotazione alpina, nonché dall'attraversamento del torrente Enna, che scorre in profonde gole scavate dall'azione erosiva dell'acqua, e si getta nel fiume Brembo a valle del comune.
Il toponimo deriva dal latino Tilietulum ed indica un piccolo albero di tiglio, molto presente nel contesto valligiano. Successive traslazioni hanno portato a Tiletlum, poi diventato Tilleggio. Piccolo borgo incastonato tra i monti, che deve l'origine del proprio toponimo alla conformazione tortuosa (valle tortuosa) che questa valletta possiede, non annovera episodi di spessore nella sua storia.
Si pensa che i primi insediamenti stabili in questa zona siano riconducibili all'epoca delle invasioni barbariche, quando le popolazioni soggette alle scorrerie si rifugiarono in luoghi remoti, al riparo dall'impeto delle orde conquistatrici. In particolar modo si presume che siano stati gli abitanti della vicina Valsassina ad arrivare per primi (presumibilmente attorno al VI secolo), come testimoniano alcuni toponimi uguali tra le due zone, svolgendo attività legate all'agricoltura, all'allevamento ed alla caccia.
In tal senso fu a lungo legata alla pieve di Primaluna, situata nella suddetta valle, con la quale il paese è collegato tramite una strada che reca verso Vedeseta ed il culmine di San Pietro, che segna la divisione con la provincia di Lecco.
I primi documenti indicano che il territorio comunale, una volta inserito nel Sacro Romano Impero, venne dato in feudo alla diocesi di Milano. Era l'epoca dei vescovi-conte, e qualche tempo dopo il reggente milanese Roberto Visconti affidò gran parte di questa zona a membri della propria famiglia, i Visconti di Milano.
Nel corso del XIV secolo i borghi di Taleggio vennero interessati dalle lotte tra guelfi e ghibellini, tanto da dotarsi di numerose fortificazioni e torri, di cui ora non restano che pochissime tracce.
Schierato con la fazione guelfa, vide tra i maggiori esponenti le famiglie Salvioni, Offredi e Bellaviti, che posero il loro quartier generale a Pizzino, dove era presente un piccolo castello. Questi si scontrarono ripetutamente con gli abitanti del vicino borgo di Vedeseta, che appoggiava i ghibellini.
Dopo una breve tregua verificatasi nel 1358 grazie all'intervento diretto di Bernabò Visconti, i combattimenti ripresero con intensità maggiore, raggiungendo livelli di recrudescenza mai visti. Nel 1393 gli abitanti di Taleggio attaccarono e bruciarono il borgo di Vedeseta, le cui famiglie fecero scattare la rappresaglia su Peghera.
All'inizio del XV secolo l'intervento della Repubblica di Venezia pose fine alle diatribe, inglobando il territorio di Taleggio e ponendo i propri confini territoriali proprio a Vedeseta, che rimase dominio milanese.
La Serenissima elargì inoltre numerose esenzioni da tasse e dazi al paese di Taleggio, come ringraziamento della fedeltà accordata dagli abitanti in occasione delle dispute con i milanesi.
Nel frattempo gli abitanti si resero sempre più famosi per la produzione di un particolare tipo di formaggio, uno stracchino che assunse il nome del paese stesso, rendendo celebre l'intera valle. La diffusione dell'industria casearia fu inoltre favorita dai lunghi viaggi che gli allevatori locali compivano durante i mesi della transumanza nelle zone della pianura lombarda, dove il formaggio Taleggio venne sempre più apprezzato.
Il termine della Repubblica di Venezia avvenne nel 1797, quando irruppe la napoleonica Repubblica Cisalpina. Questa revocò i privilegi per l'intera zona, introdusse il catasto che comportò la separazione territoriale delle quattro parrocchie, salvo poi accorpare in un'unica entità amministrativa l'intera valle nel 1805. Tuttavia questa esperienza politica ebbe vita breve, e nel 1815 Taleggio fu un comune amministrativo anche all'avvento della dominazione austriaca, che istituì il Regno Lombardo-Veneto.
Da quel momento non si verificarono più episodi rilevanti nel paese, che seguì le sorti politiche del resto della provincia.
A partire dal XX secolo il territorio comunale è stato interessato da una crescente emigrazione, che ha portato allo spopolamento intere contrade, con conseguente perdita di parte delle tradizioni che hanno contraddistinto la popolazione nel corso dei secoli.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Taleggio). |
La chiesa parrocchiale di San Pietro e Paolo, a Olda, risale alla seconda metà del XV secolo, ma riedificata tre secoli più tardi, che al proprio interno custodisce numerose reliquie.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Giovanni Battista (Taleggio). |
La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, a Sottochiesa, è dotata di un campanile con bifore in stile romanico (un tempo torre difensiva della famiglia dei Salvioni) e di numerose opere pittoriche, tra cui una pala di Andrea Vicentino. Vicino all'edificio sacro si erge la colonna della Fidelitas Talegii datata 1609 in cui il paese rinnova la propria fedeltà alla Serenissima.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Giacomo Maggiore (Taleggio). |
La chiesa parrocchiale di San Giacomo, a Peghera, risale al XV secolo e all'interno ospita il polittico Pala di San Giacomo di Palma il Vecchio raffigurante il Cristo e i Santi.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Sant'Ambrogio (Taleggio). |
La chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio, a Pizzino, presente all'interno elementi del precedente edificio di culto, ritenuto il più antico della zona e risalente al 1010.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Oratorio di San Lorenzo (Taleggio). |
L'oratorio di San Lorenzo nella località Fraggio, costruito nel 1493, è un importante testimonianza di come venivano edificati i piccoli oratori di montagna nel XV secolo.
A Pizzino è presente una casa-torre medioevale col tetto a piode, grosse lastre di pietra locale appoggiate una sopra l'altra.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Orrido della Val Taleggio. |
L'orrido della Val Taleggio, scavato dall'azione erosiva del torrente Enna, offre scorci mozzafiato dalla strada provinciale che lo attraversa.
Abitanti censiti[7]
Inserito in un contesto naturalistico di grande spessore, presenta numerose escursioni adatte ad ogni esigenza: dalla semplice passeggiata a percorsi indirizzati agli utenti più esperti. In tal senso molto caratteristici sono gli itinerari che conducono ai monti Sodadura, Aralalta e Zuccone Campelli, che svettano sull'intera vallata.
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