Il borgo di Spignana si trova nella valle del torrente Verdiana, nella Montagna pistoiese, ad un'altitudine di 780 metri sul livello del mare, sulle pendici del Monte Cornaccio (Roncole e Poggio Fratone).
La chiesa di San Lorenzo durante la festa patronale
Storia
La zona dove sorge il centro abitato, è stata occupata dagli Etruschi, dai Liguri (probabilmente i Friniati) anche se per insediamenti di passaggio. Fu terra di conflitto fra i Romani e i Galli Boi nella fase conclusiva delle battaglie di Ancisa. I Boi si rifugiarono nella torre, dell'ormai scomparso insediamento in località Case Ferri (dove pare sorgesse un tempietto per la venerazione degli dei Feronia e Virdiano), situata nella zona sottostante l'attuale paese detta per questo Sospignana. Qui l'esercito dei centurioni venne sconfitto nello scontro di Cataracta Gallica, letteralmente Chiusa Galli. Dopo tale vicenda i tiberini misero a ferro e fuoco il territorio, cancellando ogni traccia della fondazione umana. Questo dunque era il nucleo originario del paese, spostatosi dove si trova attualmente all'insediamento dei Goti con la costruzione di due torri d'avvistamento (di queste rimane riconoscibile il campanile, mentre l'altra è stata inglobata nelle case della piazza). Venne poi acquisita dai Longobardi durante la conquista della penisola italiana.[2]
Il toponimo potrebbe avere origine da Spineanum o Spineana per la zona priva di vegetazione arborea e ricoperta da rovi; oppure dalla quivi praticata coltivazione della segale e quindi dalla parola "spiga" (Spigarum). È stata ipotizzata anche una provenienza di tipo prediale, in quanto possedimento terriero di una sedicente famiglia romana dei Vespinii, che avrebbe dato origine a Vespiniana.
Attorno al XII secolo il borgo era parte del comune di Lizzano Pistoiese in quanto tale parrocchia aveva facoltà di battesimare direttamente in chiesa anziché in battistero, lo stesso per quella di San Lorenzo a Spignana ma essa dipendeva dalla prima pieve[3][4].
Tra i due paesi esiste inoltre una rivalità di carattere storico e sociale in quanto nella lotta fra guelfi e ghibellini, a Lizzano sostenevano i Panciatichi, mentre a Spignana i Cancellieri[5].
Nel 1551-1568 si formò un ente di governo fra Spignana a la vicina Lancisa con redazione di un proprio statuto, da cui si evinceva che il vertice del governo fosse un Vicario affiancato dal Consiglio dei due Popoli e dalle cariche di Messo, Camarlingo dei dazi e dei sali, due Campai, due Stimatori dei beni e danni dati, più un Cancelliere. Tutti questi (eccetto il consiglio consultivo eletto) venivano estratti da un'apposita "Borsa delle cariche"[5]. Il territorio del comune di Lancisa e Spignana, oltre le prime due località comprendeva anche i vicini centri di L'Erta e Vitalatico (oggi conosciuti come Le frane di Lizzano) estendendosi da Macereti all'alta valle della Verdiana (fino ai confini di crinale). Comprendeva in parte Monte Castello, eccetto Castel di Mura rimasto a Lizzano.
Il primo maggio 1698 nacque a Spignana lo storico e letterato Gaetano Cenni.[6]
Nel 1775 venne creato il magistero della Comunità della montagna per il controllo unitario dei territori appenninici, tutte le autorità comunali vennero perciò sciolte.
Il paese durante il secondo conflitto mondiale per la sua posizione geografica è stata sede delle cucine militari, prima tedesche, furono requisite delle case per adibirle a mattatoio e locali di cottura. Nel settembre del 1944 il generale Albert Kesselring, messo in fuga dalle forze alleate dal fronte dell'Arno, sostò per una notte nel paese, prossimo alla neo costituita Linea gotica; qualche movimento non sfuggì agli alleati che per una serie di mancate informazioni bombardarono Maresca.[8]. Durante l'occupazione alleata invece il borgo e i dintorni vennero adibiti a punti di tiro artiglieria verso il confine di crinale e nella valle del Lima, sotto il comando delle divisioni anglo-indiane e statunitensi.
Monumenti e luoghi d'interesse
Chiesa di San Lorenzo,[7] chiesa parrocchiale della frazione, la sua costruzione è da far risalire al XII-XIII secolo.
Grotta di Macereti,[9] antro ai piedi del monte Cerreto, detta "di Macereti" cioè "delle macerie" dove si accumulavano gli scarti di lavorazione della pietra serena qui estratta ed elaborata dagli scalpellini. Nel romanzo di Massimo d'AzeglioNiccolò de' Lapi, ambientato all'epoca dei Medici del XVI secolo, è raccontato che la figlia di Niccolò, Lisa de' Lapi, trovò rifugio nella grotta di Macereti, ove poi morì e fu sepolta dalla pietà popolare nel camposanto di San Marcello. Prima dell'ultima guerra una targa, messa dal fascismo e posta sopra l'ingresso della grotta, ricorda il fatto.
Via di Ripi, tratto della Romea-Nonantolana (Romea Strata).[9]
Verginetta de' Matterelli, edicola che rappresenta una Madonna con Bambino. In basso un'epigrafe recita «Casetta dei Matterelli».[10]
Casa Mici-Villani, durate il periodo di istituzione della linea Gotica è stata sede di un comando tedesco locale, in seguito divenne anglo-americano.[8]
Folklore
25 Aprile: Per San Marco, il popolo e il curato di Spignana, dato un obbligo diocesano cinquecentesco, erano tenuti ad andare in processione e partecipare alla liturgia presso la Chiesa di Lizzano, dato il distacco (assieme a Lancisa) dall'autorità del precedente comune, in quanto tale atto aveva comportato la piena facoltà battesimale della parrocchia spignanina con un proprio fonte. I lizzanesi ebbero una certa riserva sul fatto, allora il vescovado propose tale soluzione, supportata dal fatto che la parrocchia di Lizzano fosse la chiesa madre della Val di Lima[11]
Agosto: Luminaria e processione di San Lorenzo, per Ferragosto invece si tengono Giochi Paesani in genere per Contrade
Secondo le testimonianze degli abitanti del paese, il I° sabato di Ottobre si teneva il "Focarone" in onore alla B.V. del Rosario, dove i ragazzi del paese andavano a far fascine di legna e ramaglie nei boschi circostanti, portandole poi sul sagrato della chiesa parrocchiale. La massa veniva incendiata al suono dell'Ave Maria (dopo i Vespri serali), seguita dalla benedizione del parroco, con fiamme che superavano l'altezza della torre campanaria. Tale usanza era, con ogni probabilità, un retaggio di cultura pagana legata ai riti dell'equinozio autunnale dalle pre-insediatisi popolazioni Liguri e/o Celtiche
11 Novembre "Festa del Becco": una pratica goliardica, in quanto veniva fatta una sorta di processione con un lenzuolo vecchio, a mo' di stendardo, dove i portantini erano scelti in base a criteri riguardanti la sfera matrimoniale o, in seguito, semplicemente a caso. I malcapitati durante la sfilata venivano canzonati per poi essere "ricompensati" con cibo e bevande.
Della frazione di Spignana fanno parte le varie località e piccole borgate così distribuite:
da Maestrale al Grecale[13] abbiamo Africo-Case Iori, Butale, Casetta di Urbano, Casa Piastre, Casetta del Pievano, Casetta di Casetta, Spicchi, Fatini, Mandromini-Selvoli, Favacelli, La Diga, Mansano, Mavigliana, Croci Faugli, Montaglioni, Le Roncole, Le Sette Fontane, il Soglio, Peretolo (o Pevetato), Le Pertinelle, Novelli, Piastreta, Coniale, Rinserrata, Minugioli, Serrino, Freduccia, Pian del Conte, Pian de' Farfari, Butalecchi, Vagliappi
da Libeccio a Scirocco[13] si trovano Il Pozzo, Corazalla, il Poderino, Villa la Lama, Sospignana (Casaferri, Solchi, Chiusa Galli, Canapeto, Corredi, Brigidiana), il Castagno Storto, Cerletta, Pozza del Vecchio, Case del ponte alla Verdiana, Ripi, Molino a Gora Castello, Molino Vecchio, Casa dei Matterelli, Le Monacaie e Macereti.
Sport
Spignana è il punto di partenza per escursioni trekking e in mountain bike verso le soprastanti località di Pian del Conte, Butale e il Lago Scaffaiolo, dove si trova un rifugio montano. È anche una sede per i praticanti del parapendio e deltaplano, in quanto nella vicina località di Pian del Conte si trova una terrazza naturale di lancio.
Il borgo è stato abituale luogo di villeggiatura del ciclista Gino Bartali.[14]
Pucci A.; Zagnoni R.; Fratoni D., Gli statuti cinquecenteschi del Comune di Lancisa e Spignana, San Marcello Piteglio; Alto Reno Terme, Gruppo Studi Alta Val di Lima; Gruppo Studi Alta valle del Reno, 2021.
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