San Giustino Valdarno (già San Giustino al Borro) è una frazione del comune di Loro Ciuffenna in provincia di Arezzo.
San Giustino Valdarno frazione | |
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Chiesa di San Giustino e il pozzo della piazza | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Provincia | Arezzo |
Comune | Loro Ciuffenna |
Territorio | |
Coordinate | 43°33′09.68″N 11°42′17.89″E |
Altitudine | 311 m s.l.m. |
Abitanti | 1 528 (2011) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 52024 |
Prefisso | 055 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | sangiustinesi |
Patrono | san Giustino |
Giorno festivo | 1 giugno |
Cartografia | |
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Sorge sul fianco meridionale dell'Alpe di Santa Trinità, alle pendici del Pratomagno, lungo la strada provinciale dei Setteponti, che con i suoi 50 km, da Reggello conduce ad Arezzo. Si trova a 311 m s.l.m. ed è lambito alla sua destra dal torrente Agna di Pratovalle che fluisce dal poggio dell'Anciolina. Il territorio su cui sorge il paese è dolcemente collinare, ma circondato da zone montuose che nei tempi antichi erano rivestite da secolari foreste nelle quali trovarono rifugio lupi (nuovamente presenti da alcuni anni), cervi e persino orsi.
Il paese odierno si è costituito attorno alla pieve romanica e lungo il torrente Agna di Pratovalle. Sulla collina soprastante, dove sono stati rinvenuti diversi materiali archeologici di epoca romana, è tradizione fosse insediata la primitiva pieve che, nel più antico documento del 1011, è chiamata "Cabiamus" dal probabile nome dell'abitato romano.
La zona circostante San Giustino, è stata giustamente dal Tracchi segnalata per l'importanza archeologica: resti di fabbricati antichi sono stati rinvenuti a Baccano, dove passava la "Cassia Vetus" e in una zona detta "Il Tesoro" ed ancora nella valle dell'Agna in località "Vinca" sono state individuate le fondamenta di una costruzione di 22 m. per 10 m. e tracce diverse di colture e terrazzamenti. Un'altra tradizione vuole infatti che nella zona esistesse un romitorio cristiano dove sarebbe stato catturato il martire san Donato, che avrebbe dato quindi alla zona il nome (il "San Donato de Venka" - da Salmi, 1965-67).
Nel XIV secolo dipendono dalla pieve di San Giustino le seguenti chiese:
L'odierna pieve fu elevata alla dignità di arcipretura ad opera di don Burali, il quale, secondo l'uso del tempo, la volle arricchire con stucchi e rifiniture barocche. La chiesa è stata riportata negli anni sessanta alla sua originale bellezza per iniziativa del parroco don Valente Moretti in collaborazione con lo storico e critico d'arte Mario Salmi.
Intorno a San Giustino Valdarno si trovano affascinanti borghi ricchi di storia quali Campogialli, Casamona, Il Borro, Pratovalle, Roveraia, borgo fantasma situato nei pressi del precente[1][2] e Traiana.
All'interno dell'azienda agricola Casa d'Agna, situata nei pressi di San Giustino Valdarno, si trova un'antica cappella, la cui presenza è documentata almeno nel 1765[3].
In via Alessandro Marchese del Borro è presente un'antica cappella dedicata alla Vergine Maria[4], la cui presenza è documentata almeno nel 1765[3].
Nell'area del paese sono presenti due mulini ad acqua, che anticamente impiegava le acque del torrente Agna di Pratovalle, entrambi in disuso:
La pieve di San Giustino è il più significativo edificio storico presente: pieve romanica del XII secolo, in arenaria a tre navate con copertura lignea, divisa da arcate impostate su otto pilastri e due colonne sormontate da capitelli scolpiti. Secondo la tradizione una più antica pieve di S. Giustino, chiamata Cabiano in un documento del 1011, era ubicata sulle pendici del vicino colle di Baccano.[6]
La sacra rappresentazione vivente della Crocifissione sta diventando un tradizionale appuntamento primaverile che anima il paese di San Giustino e attrae numerosi visitatori. Benché di origini recenti, si inserisce in una tradizione delle rievocazioni liturgiche, assai radicata in Toscana e nel Valdarno (per es. a Terranuova Bracciolini). Ha la struttura itinerante di una processione, con soste suggestive in tappe dedicate: l'orto degli olivi, il processo, la condanna e il cammino verso il Golgota per la crocifissione.
Grande importanza riveste, nel paese di San Giustino Valdarno, la Confraternita della Misericordia fondata nel 1897.[7]
Nel 1793 un gruppo di persone si riunì per dare vita ad una associazione che doveva ispirarsi alle parole del Vangelo, le parole di Cristo. La Compagnia di Santa Croce eretta in San Giustino, ebbe origine nel febbraio 1793, e per deliberazione emessa dagli Ascritti nell'Adunanza plenaria del di 14 ottobre 1894, ha assunto l'attuale denominazione di Pia Associazione di Misericordia. Questo è quanto si può leggere nel primo articolo dello statuto della Misericordia di San Giustino, composto da ottantasette articoli e approvato nel dicembre 1897 dal Re Umberto I.
Nel documento vengono alla luce informazioni importanti e anche curiose su come si doveva svolgere l'opera della Compagnia, come possiamo leggere in vari articoli:
Come si può immaginare sarebbe impossibile oggi rispettare i 3 km di raggio d'azione e portare il ferito a casa e non all'ospedale, ma leggendo questi articoli non si può non soffermarci in una riflessione, di come la vita in tutti i suoi aspetti è cambiata e forse migliorata.
Parlando della storia della Misericordia non si può dimenticare di parlare di Don Angelo Sarocchi, uno dei fondatori della Misericordia di San Giustino che alla sua morte avvenuta nel 1895 lasciò in eredità alla nostra Confraternita tutti i suoi averi comprendenti l'attuale palazzo sede della Misericordia e due piccoli appezzamenti di terreno. Il 14 maggio 1897 la Compagnia di Santa Croce in San Giustino cambia nome divenendo Misericordia, questo nome è rimasto invariato per più di 100 anni, come l'impegno svolto dalla Confraternita.
Le attività del passato erano prevalentemente legate alla configurazione del territorio, vi si coltivavano: la vite, l'olivo e i cereali. Una fonte importante di sostentamento era l'allevamento ovino, grazie ai numerosi pascoli montani, e quella del baco da seta. Attività artigianali si svilupparono per la trasformazione dei prodotti primari: quali la lavorazione della seta.
L'economia attuale non ha più fondamento sull'agricoltura, che viene ad essere sempre importante nell'economia familiare ma che rappresenta una risorsa integrativa ad altre fonti di guadagno. La forza lavoro oggi si orienta verso il settore industriale, artigianale e commerciale. Grazie al suo clima, mite d'inverno e fresco d'estate, San Giustino Valdarno è considerata un'interessante zona turistica.
Altri progetti
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