Il paese di Pratovalle sorge a 566 m s.l.m. in un fondovalle a ridosso del massiccio del Pratomagno, sotto al borgo montano dell'Anciolina. È raggiungibile deviando a San Giustino Valdarno dalla strada provinciale dei Setteponti, che con i suoi 50 km da Reggello conduce ad Arezzo.
Il territorio su cui sorge il paese è di alta collina, caratterizzato da boschi di castagno, roverella e carpino nero e dal torrente Agna di Pratovalle, che prende il nome proprio dal borgo, che poco più a valle dà origine ai cosiddetti "trogòni", caratteristici bacini interconnessi e scavati nella roccia dall'azione dell'acqua.
Storia
Il nome del paese, secondo Silvio Pieri, deriva dal latino petra vallis cioè "valle pietrosa".[2]
Nel XII secolo la zona costituiva la propaggine estrema del casato di Guicciardo da Loro.[3] Nel 1193 è attestata la presenza di un ospedale di proprietà della badia di Santa Trinita in Alpe[4]. Nel 1841, il geografo Emanuele Repetti annotava che Pratovalle «[...] da il nome ad una chiesa parrocchiale (S. Lucia a Prato-Valle) nel piviere di S. Giustino, già di Groppina [...]» e che «Vi ebbe costà dominio nel Medio Evo la badia di S. Trinita in Alpi, detta a Fonte benedetta [...]».[5][6]
La Seconda guerra mondiale provocò molti danni al paese: venne distrutto il tetto della chiesa di Santa Lucia e il parroco di Pratovalle e di Faeto, don Dante Ricci, venne torturato e fucilato su un ponte sopra il torrente Orenaccio[7], che passa vicino a Il Borro, dai tedeschi l'11 luglio 1944 per aver dato assistenza ai partigiani e ai prigionieri di guerra alleati e slavi.[8][9][10]
I/le morti/e pratovallini/e della Seconda guerra mondiale sono ricordati nel monumento ai caduti che si trova nel vicino paese di Faeto[11].
Nel 2015 l'associazione I borghi più belli d'Italia ha inserito l'arco medievale nelle attrazioni del comune di Loro Ciuffenna nella sua guida[12].
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di santa Lucia
La chiesa di Santa Lucia fu costruita nel XVIII secolo[13] e restaurata alla fine della Seconda guerra mondiale quando delle bombe avevano distrutto il tetto dell'edificio. Fino al 1974 fu parrocchia autonoma e in tale data fu unita alla parrocchia di santa Maria a Faeto "aeque principaliter" cioè "ugualmente importanti"[14].
L'interno è in stile neoclassico e l'altare maggiore presenta un quadro che rappresenta santa Lucia, la patrona del paese, seduta davanti a una finestra di una stanza buia dalla quale si scorge una collina, solcata da un sentiero irregolare sterrato, che arriva a un borgo, il cui edificio principale è una pieve romanica con un campanile che spicca sul resto degli edifici del paese, molto probabilmente Gropina con la pieve di San Pietro, alla quale la chiesa di Pratovalle apparteneva prima di far parte della parrocchia di San Giustino Valdarno[15]. Esternamente la chiesa presenta murature in pietra e un campanile a vela a due livelli che ospita tre campane a corda, due nel livello inferiore e una in quello superiore.[16]
Ex chiesa della vecchia Compagnia
Una più antica chiesa dedicata a santa Lucia risalente al XVII secolo, detta "della Compagnia", si trovava all'interno del borgo, nell'omonima piazzetta, ed è stata convertita in abitazione e quindi sconsacrata fra il 1975 e 1980. Era la sede della Compagnia, congregazione laica formata dagli uomini del paese fondata nel XVII secolo esistita fino agli anni Cinquanta del XX secolo, avente il compito di guidare le processioni che si svolgevano nel paese in occasione delle feste religiose; l'edificio conserva ancora il piccolo campanile a vela, con campana singola.[17]
Edicole votive
All'interno del borgo, in particolare nella parte medievale del paese, si trovano due madonnini: uno in prossimità dell'arco che dà l'accesso al borgo medievale, e l'altro nei pressi dell'ex chiesa della Vecchia Compagnia. In un terreno di proprietà privata detto "cimitero vecchio", poco fuori il paese, si trova il Madonnino della Peste, risalente al 1631 e così chiamato perché sorge nel luogo dove vennero seppellite le vittime della peste di Pratovalle.[18][19] Sempre in prossimità del paese si trova un altro "Madonnino" che risale alla fine degli anni Sessanta del Novecento.
Maestà di Caneto
Nei pressi del madonnino di Pratovalle si trovano i resti di un'antica cappella documentata già nel XVIII secolo[20][21] crollata negli anni '60 del '900.
Architetture civili
Arco medievale
In fondo a via della Fonte è presente un arco medievale molto caratteristico che dà accesso alla parte medievale del paese.
Cippo a Mario Zamponi
Nei pressi del cimitero si trova un cippo che ricorda il luogo cove venne ucciso il partigiano Mario Zamponi durante la Seconda guerra mondiale. Il testo è il seguente:
una pietra che veniva impiegata a tale scopo che si trova lungo il corso dell'Agna di Pratovalle, all'altezza del castagneto che si sviluppa nei pressi del paese;
in via della Fonte, adiacente alla vecchia fonte, si trova l'antico lavatoio del paese in pietra utilizzato fino al secolo scorso.[23]
Mulini di Pratovalle
Nell'area del borgo di Pratovalle sono presenti due mulini ad acqua che impiegavano le acque del torrente Agna di Pratovalle:
un documento del 6 luglio 1240 del monastero di santa Trinità in Alpe testimonia la costruzione del vecchio mulino di Pratovalle: l'abate don Guido attribuì al rettore della chiesa di santa Maria di Faeto «l'uso dell'acqua e della ripa del fiumicello Agna ad oggetto di edificarvi un mulino di pertinenza della chiesa predetta».[24] Il mulino risulta essere stato restaurato nel 1682, stando agli atti del comune di Anciolina cui Pratovalle dal XVI secolo in poi apparteneva; nel 1710 era gestito da Antonio Forzoni, proprietario dell'omonimo palazzo in Casamona, che fece scalpellare a sue spese le nuove macine.[25]
alla fine del XIX secolo fu costruito il nuovo mulino, che rimase attivo fino all'inizio degli anni Cinquanta del Novecentoche fu successivamente convertito in abitazione privata e che ne conserva ancora la vecchia gora.[26]
Parco della rimembranza della Prima guerra mondiale di Pratovalle e Roveraia
Davanti alla chiesa di santa Lucia si trova una piazzetta ombreggiata da cinque cipressi, che in origine erano sette, corrispondenti al numero dei morti di Pratovalle e di Roveraia della Prima guerra mondiale ricordati nel monumento ai caduti posto nel 1925. Il testo del monumento è il seguente: «Pratovalle/ai suoi eroi/1915-18/Verzucoli/Adolfo/Lapini/Paolo/Scolari/Egisto/Fini/Guido/Carri/Santi/Mori/ Giuseppe/Castellucci/Giuseppe/1925». Nel 2022 l'area è stata intitolata, dalla comunità pratovallina, a don Dante Ricci.[27]
Ponte di Annibale
Nei pressi del paese, raggiungibile dalla strada che parte dal cimitero, si trova un antico ponte la cui presenza è documentata fin dal 1765[28], che attraversa il Borro di Bagnolo[29][30], su cui è passato Annibale nel 217 a.C.[31][32] Il ponte è situato lungo il percorso del sentiero CAI 39.
Società
Evoluzione demografica
Secondo il geografo Emanuele Repetti, la popolazione di Pratovalle ammontava nel 1833 a ben 179 abitanti, mentre secondo il censimento della parrocchia di santa Lucia di Pratovalle del 1841[33] il paese aveva 210 residenti. Recentemente il paese ha conosciuto un importante incremento demografico, come dimostra il censimento del 2011 quando il paese contava 27 abitanti.
Tradizioni e folclore
Nella tradizionale processione per la festa dell'Assunta (la sera del 14 agosto), gli abitanti di Pratovalle formano uno dei due gruppi di fedeli che lentamente confluiscono verso Faeto, ivi riunendosi per la messa notturna celebrata in piazza, di fronte all'antica canonica.
Fino alla metà degli anni Sessanta del XX secolo si festeggiava a Pratovalle anche la festa di santa Lucia, patrona del paese. Il 13 dicembre nel pomeriggio veniva celebrata la messa nella chiesa di santa Lucia e successivamente si svolgeva una processione, formata dai pratovallini e guidata dai membri della Compagnia, che arrivava al madonnino di Pratovalle e tornava al paese, mentre oggi viene celebrata solamente la messa.
Cultura
Arte
Due dei figli del pittore Oscar Ghiglia, Paulo e Valentino Ghiglia nel corso del XX secolo hanno frequentato, durante il periodo estivo, il paese. Il secondo ne rimase maggiormente colpito e tra gli anni Trenta e Cinquanta, rappresentò molti scorci di Pratovalle nei suoi quadri:[34]
Paesaggio (1932): rappresenta il panorama visto dai terreni di un'abitazione situata all'esterno del nucleo abitato lungo via Poggio a Ronco, strada che da Pratovalle conduce a San Giustino Valdarno;[35]
Porta (1939): rappresenta il portone principale dell'antico civico 6, che attualmente corrisponde al numero 4, in via Nucci, che è una delle abitazioni più antiche del paese;[36]
Passeggiata nel bosco (1939): rappresenta uno scorcio dei boschi circostanti al paese;[37][38]
Veduta di paese con ragazzo (1940): veduta panoramica del paese da via Poggio a Ronco, davanti a cui posa un bambino;[40]
Ritratto di Mario Galli (1941): opera che rappresenta Mario Galli seduto su una roccia;[41]
Scorcio di via con figure (1942): rappresenta il forno che si trova subito dopo l'arco medievale in fondo a via della Fonte;[42]
Chiacchiere alla fonte di Pratovalle (1950): rappresenta il vicolo che si trova nel "borguccio", l'area medievale del paese, in prossimità dell'ex chiesa della vecchia Compagnia;[43]
Campagna: rappresenta la roccia che su cui era stata eretta la maestà di Caneto, antica cappella posta sotto il madonnino di Pratovalle al suo stato originario;[44]
Casolare a Pratovalle: opera dipinta a Pratovalle;[45][46]
Il comignolo di Pratovalle: opera dipinta a Pratovalle;[45][46]
Nel bosco: rappresenta il bosco di castagneti che si sviluppa lungo il corso del torrente Agna di Pratovalle, che si trova lungo la strada della Cortona poco prima del ponte di Pratovalle in direzione Faeto;[47]
L'artista Pietro Cioni, allievo di Venturino Venturi a Loro Ciuffenna, visse la sua infanzia a Pratovalle, dove vivevano i suoi nonni, tanto da utilizzare come nome d'arte quello di Pietro Pratovalle.[48] La sua scultura Amor filiale, realizzata fra il 1976 e il 2004, fa parte dell'esposizione permanente di Castagno di Piteccio - Borgo Museo di Pistoia.[49][50]
Letteratura
Nel romanzo Im Schatten der Olivenbäume (2022), in italiano All'ombra degli Ulivi, opera di Martin e Veronika Lackerbauer, che pubblicano con lo pseudonimo di Angelina Bach, la protagonista, Christina, visita il borgo di Pratovalle insieme a Gianmarco, dipendente della tenuta ereditata dal padre in Toscana, lungo il viaggio che i due compiono per raggiungerla.[51][52]
Musica
A Pratovalle viveva il nonno del noto cantautore Renato Zero, il cui vero nome è Renato Fiacchini, infatti la presenza della famiglia Fiacchini nel paese è documentata già nel 1841[33].
Geografia antropica
Poco distante dal paese di Pratovalle si trova il borgo di Roveraia, il cui nome deriva dal latino robur, cioè "rovere"[53]. La presenza del borgo è attestata fin dal medioevo, periodo in cui era presente una torre[54][55]. Durante la Seconda guerra mondiale fu sede di un'importante base partigiana,[56][57][58] motivo per cui fu distrutto per mano dell'esercito tedesco[59]. Inoltre alcuni edifici del nucleo furono bombardati[60]. Successivamente al conflitto fu ricostruito nella sua attuale conformazione e fu abbandonato fra gli anni Sessanta e Ottanta del XX secolo, quando si trasferì l'ultima famiglia residente. Oggi gli edifici del borgo so trovano in stato ruderale.[55][61]
I caduti di Roveraia durante la Prima guerra mondiale sono ricordati nel parco della rimembranza della Prima guerra mondiale di Pratovalle e Roveraia[27], mentre quelli/e della Seconda guerra mondiale sono ricordati/e nel monumento ai caduti di Casamona e Faeto. posto in quest'ultimo paese[11].
Per il recupero del borgo sono stati proposti due progetti:
Nel 2011 la proposta di Movimento Libero Perseo Roveraia eco - lab, basata sulla sostenibilità ambientale;[62][63][64][65]
Nel 2019 il borgo è stato al centro di una proposta di recupero, descritta nel volume Ecomuseo del Pratomagno. Recupero di una borgata del 2021, dell'architetta Emma Amidei che prevede il suo recupero attraverso un mix di funzioni nell'ambito del più ampio progetto Ecomuseo del Pratomagno.[60][66][67][68]
Economia
Le attività del passato erano strettamente legate alla configurazione del territorio, con un'economia legata alle castagne e allo sfruttamento del legname. Modesti appezzamenti venivano coltivati a cereali e olivo, nei cosiddetti "pianelli" ricavati a ridosso del bosco. Le acque dell'Agna di Pratovalle consentivano il funzionamento del mulino, attivo da secoli, e fondamentale insieme al frantoio da olive per l'economia del borgo.[25] Una fonte molto importante di sostentamento era l'allevamento ovino.
Il clima estivo consente un notevole e regolare ripopolamento stagionale del borgo, grazie all'afflusso di residenti nelle città vicine e al ritorno di molti residenti nel paese. Molto ricca la sentieristica locale.[69]
Infrastrutture e trasporti
Fino agli anni venti del XX secolo era possibile raggiungere il paese solo attraverso dei sentieri sterrati, stretti e tortuosi che collegavano il paese a San Giustino Valdarno, Faeto e Casamona, di cui rimangono alcuni tratti ancora visibili. Nel 1915 il comune di Loro Ciuffenna pubblicò un bando pubblico sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia[70] per la "costruzione di un tratto di strada rotabile che si stacca dalla via provinciale dei Sette Ponti presso Paterna e conduce ai villaggi di Casamona, Faeto e Pratovalle", tratto di strada che non venne mai realizzato molto probabilmente a causa dello scoppio della Prima guerra mondiale. Nel 1924 venne inaugurata la strada, che terminava a Faeto, costruita utilizzando la dinamite. Successivamente fu realizzato il tratto di strada che collega Faeto e Pratovalle.
Guido Vannini (a cura di), La Rocca e la domus Guicciardi: strutture del paesaggio tra XII e XIV secolo, in Rocca Ricciarda dai Guidi ai Ricasoli: storia e archeologia di un castrum medievale nel Pratomagno aretino, Società Editrice Fiorentina, 2009, p.78.
Emanuele Repetti, Prato Valle, Pratovalle, su Repetti on-line, Università degli Studi di Siena, p.1. URL consultato il 5 giugno 2022.
admin, Il Madonnino di Pratovalle, su Club Alpino Italiano - Sezione Valdarno Superiore, 26 ottobre 2011. URL consultato il 3 giugno 2022.
Angela Boninsegni, Peste e Tabernacoli, in Prato Magno, n.18, Loro Ciuffenna, Arezzo, comune di Loro Ciuffenna, giugno 2020, p.9. URL consultato il 3 giugno 2022.
Catasto leopoldino, su lorociuffenna.ldpgis.it. URL consultato il 9 giugno 2021.
Luoghi d'arte e di fede a Loro Ciuffenna. Itinerari fra Chiese, Madonnini, Tabernacoli e Maestà, Aska Edizioni, 2007, p.44.
Giacomo Fanfani, Il pittore, il mercante e Pratovalle, in Prato Magno, n.16, Loro Ciuffenna, Arezzo, comune di Loro Ciuffenna, dicembre 2019, p.7. URL consultato il 3 giugno 2022.
Scheda Risorsa, su terralauri.it. URL consultato il 6 giugno 2022.
Scheda Risorsa, su terralauri.it. URL consultato il 6 novembre 2018.
Loro Ciuffenna, su I Massacri di Arezzo 1944. URL consultato il 17 ottobre 2021.
Federazione Regionale Toscana delle Associazioni Antifasciste e della Resistenza, Resistenza Toscana, Rappresaglie di San Giustino, su resistenzatoscana.org. URL consultato il 17 ottobre 2021.
Movimento Libero Perseo, roveraia eco - lab, su YouTube, 14 luglio 2010. URL consultato l'8 giugno 2022.
Emma Amidei, Ecomuseo del Pratomagno. Recupero di una borgata, Firenze, didapress - Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Firenze, 13 luglio 2021. URL consultato l'8 giugno 2022.
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