Posto lungo la costa adriatica meridionale delle Marche alla foce del fiume Tronto,[4] è un importante centro turistico e porto peschereccio[5] della Riviera delle Palme.[6]
Geografia fisica
Veduta panoramica del centro cittadino di San Benedetto dalle colline retrostanti.
«…dalle colline dorate si scorge la spiaggia di San Benedetto del Tronto cittadina di pescatori… stupende barche da pesca che solcano il mare Adriatico, barche con le vele dipinte con soggetti religiosi o con antichi emblemi, esse vanno cullate dalle onde di un mare sempre vivo sempre nuovo e sembra che il murmure delle acque costituisca una lene musica…[7]»
(Franz Liszt)
San Benedetto del Tronto sorge sulle rive del mare Adriatico e posta a circa 28km ad est da Ascoli Piceno. L'abitato originario si sviluppò su un modesto rilievo a poca distanza dal mare, dove vi è l'antico nucleo urbano denominato "Paese Alto", ai piedi del quale si sviluppa, lungo il corso del torrente Albula, l'abitato della parte più recente denominata la "Marina". Con la forte espansione urbanistica, avutasi fra gli anni sessanta e settanta, ha avuto un incremento dell'area urbana estesa tra i fiumi Tesino e Tronto.[8]
Territorio
È il comune litoraneo più meridionale delle Marche.[4] I confini naturali a sud (fiume Tronto) e a est (mare Adriatico) sono ben definiti mentre a nord e a ovest non sono altrettanto identificabili. L'elevata espansione urbana nel territorio stretto tra mare e collina non permette una lettura facile dei limiti dell'abitato. Il territorio comunale si sviluppa per 25,31 km² e ha conformazione di collina litoranea, con un livello di altitudine compreso fra 0 e 283 m s.l.m. in contrada Barattelli,[4] si estende per 9,3km lungo la costa del Medio Adriatico, di cui 1,7km nell'area naturale protetta della Sentina. È il comune più popoloso della Provincia di Ascoli Piceno e con maggiore densità di popolazione della regione Marche.[9][10]
I confini amministrativi sono a nord con Grottammare, ad ovest con Acquaviva Picena e Monteprandone e a sud con Martinsicuro.[4]
Classificazione sismica: zona 3 (sismicità medio-bassa)[11]
Clima
San Benedetto gode di un clima mediterraneo particolarmente benigno,[12] con inverni miti (7°C circa di media stagionale), e sono moderatamente piovosi, ma la neve non di rado fa la sua comparsa, riuscendo periodicamente anche a coprire la città con un moderato manto di coltre bianca. Questo evento viene favorito per l'instaurarsi di una depressione attiva sullo ionio, che richiama aria gelida dai balcani. Nei mesi compresi fra dicembre e febbraio la costa sambendettese, come tutta la costa adriatica, è sotto influsso di correnti da nordest o da est, dal Buran, tipico vento della bassopiano sarmatico, portano freddo e gelo caratterizzato da discreti accumuli di neve sulle coste. La nevicata del 12 marzo 1956 e la relativa ondata di freddo rappresentano un evento meteorologico di particolare rilevanza, fu denominato il “nevone”.[13] Altri fenomeni nevosi di rilevata importanza vi furono nel gennaio 1985 e 1986, alle recenti nevicate del 2012,[14] 2018,[15] Le estati calde, ma non afose (23°C circa di media stagionale), raramente si superano temperature massime oltre i 32°C.[16] La temperatura media annua è di circa 15°C mentre le precipitazioni sono generalmente comprese fra i 700 e gli 800mm.[17]
La zona del comune di San Benedetto è soggetta ad alluvioni, negli ultimi decenni il territorio ha subito ingenti danni e distruzione.[19]
Alluvione di Porto d'Ascoli del 1897 — Il 24 Ottobre le piogge gonfiarono il Fiume Tronto, dopo ore di abbondanti piogge cadute ruppe gli argini, riversando il flusso del fiume per le strade della località Porto d'Ascoli, all'epoca frazione del comune di Monteprandone, causando ingenti danni agli edifici e alle infrastrutture.[19]
Alluvione di San Benedetto del 1898 — A distanza di pochi mesi dall'alluvione che colpì la località di Porto d'Ascoli, il 24 luglio il torrente Albula esondò, le piogge portarono a gonfiare le acque del torrente nella zona rurale di San Benedetto, dove la forza delle acque ruppe il ponte che divenne una vera e propria diga, causando danni irreparabili agli edifici e alla vecchia chiesa Santa Maria della Marina oggi Cattedrale di Santa Maria della Marina.[19]
Alluvione di San Benedetto del 1970 — Il 15 ottobre a seguito di un violento e prolungato nubifragio, le acque del torrente Albula tracimarono dal suo alveo e causarono gravi danni alla città. L'esondazione dell'Albula causò la morte di un cittadino, che cercava di salvare il suo allevamento, e decine di feriti. A seguito di questi eventi l’asta fluviale che scorre nel territorio locale è stata cementificata con innalzamento degli argini.[20][21][22]
Alluvione di Porto d'Ascoli del 1992 — Il 10 aprile dopo le incessanti piogge, che colpirono tutta la zona della provincia di Ascoli Piceno, ci fu l'esondazione del fiume Tronto, la località di Porto d'Ascoli fu completamente inondata, colpendo in particolar modo i quartieri Sentina, Porto d'Ascoli Centro e Ragnola. I danni furono molto gravi, numerose fabbriche, negozi e abitazioni di Porto d’Ascoli furono sommerse dall’acqua.[23][24]
Nel corso dei secoli sono stati utilizzati vari toponimi per il centro abitato, da San Benedetto in Albula a San Benedetto nella Marca. Nel 1862, per distinguerla dalle altre località omonime del neonato Regno d'Italia, la città fu denominata ufficialmente San Benedetto del Tronto. Il nome ha origine da un santo, il martire Benedetto. Vissuto al tempo di Diocleziano, Benedetto era un soldato romano dislocato nel presidio militare alla difesa della città di Cupra Marittima.[25] Essendosi rifiutato di abiurare la fede cristiana e di riconoscere gli dei pagani, fu martirizzato sul ponte del torrente Menocchia il 13 Ottobre del 304 d.C.. Dopo essere stato decapitato il suo corpo fu gettato in mare. La leggenda narra che in mare la testa non si sia separata dal corpo, e che le sue membra siano state trasportate verso sud grazie all'aiuto di alcuni delfini, che le hanno trasportate fino ad adagiarle sulle spiagge prospicienti all'odierna San Benedetto. Qui il corpo del martire sarebbe stato trovato da un contadino, che dopo aver chiamato aiuto ha caricato i resti del santo su un carretto trainato da buoi. Questi avrebbero trainato il carro fin sopra un colle poco distante dalla costa, dove Benedetto è stato finalmente sepolto. Sul luogo sarebbero sorte poi una cappella e una Pieve, attorno alla quale si è sviluppato il primo nucleo urbano, fino alla costruzione nel XVIII secolo dell'attuale Abbazia San Benedetto Martire.[26]
Storia
Origini
Si sa poco sulle origini di San Benedetto del Tronto. Tradizionalmente vengono fatte risalire al XII secolo, ma dei ritrovamenti archeologici avvenuti nell'estate 2011 hanno messo in discussione l'origine medievale della città. A seguito di alcuni scavi nel Paese Alto sono stati rinvenuti molti reperti risalenti a epoca romana,[27] tra cui una vasca, un mosaico di tessere bianche con cornici nere e un angolo di muro di un edificio con affreschi parietali di colore rosso tipici della fase decorativa romana risalente all'età neroniana o flavia, databili fra la prima metà del I secolo a.C. e la prima metà del I secolo d.C..[28] L'origine romana della città era già stata ipotizzata in passato, senza però alcun riscontro concreto: si riteneva che fosse sorta sul sito dell'antica città di Truentum (fondata dall'antico popolo dei Liburni), poi ribattezzata Castrum Truentinum, identificata oggi con il sito archeologico scavato alla foce del Tronto nel comune di Martinsicuro.
Non si hanno tuttavia ancora certezze sulle reali origini della città. In attesa di ulteriori studi sui ritrovamenti, si continua ad accreditare l'ipotesi di un nucleo sorto attorno a una chiesa che avrebbe ospitato le spoglie di San Benedetto martire, soldato romano martirizzato nell'antica Cupra (poi Cupra Marittima). Del nucleo abitativo di San Benedetto, definito come Plebs Sancti Benedicti in Albula dal nome del santo protettore e titolare della chiesa omonima, nonché del torrente che tuttora l'attraversa, si hanno tracce dall'anno 998 in un atto relativo all'investitura del beneficio dei SS. Vincenzo e Anastasio in territorio di Acquaviva Picena da parte di Uberto, vescovo di Fermo.
Nel 1105 Papa Pasquale II conferma il monastero di San Benedetto al Tronto a Oderisio, abate di Montecassino[29] e di nuovo nel 1112, con altra bolla inviata al nuovo abate cassinense Gerardo[30].
Il primo significativo mutamento insediativo si ha nel 1145 quando i signori Azzo e Berardo di Gualtiero ottennero l'autorizzazione dal vescovo Liberto di Fermo a realizzare un castrum sul colle ove sorge la pieve, pur nel rispetto delle pertinenze di questa.
Medioevo
Oggetto della rivalità tra le città di Ascoli e Fermo, San Benedetto fu per secoli aspramente contesa delle due rivali. Nel 1463 Fermo dette incarico al frate Giacomo della Marca di pronunciarsi quale arbitro nella questione e risolvere le secolari controversie fra le due città. Frate Giacomo della Marca il 3 luglio 1463 emise il suo giudizio assegnando i territori meridionali di S. Benedetto, compresi tra il torrente Ragnola e il Tronto, a Monteprandone, garantendo agli ascolani uno sbocco strategico al mare; inoltre annetté alla giurisdizione di Monteprandone il Montecretaccio, sotto il quale si sarebbe dovuto costruire l'omonimo porto (Porto d'Ascoli), ma la cui realizzazione non avverrà mai.
Nel 1478 un'epidemia di peste, forse portata da turchi, devastò il territorio di San Benedetto decimando la popolazione; gli effetti furono tanto devastanti che nel 1491, essendo il paese rimasto pressoché disabitato, su iniziativa del municipio di Fermo (che all'epoca ne deteneva la giurisdizione), venne deciso di dare facoltà ad alcuni profughi imolesi di stabilirvisi, concedendo loro terreni in enfiteusi.
Sotto lo Stato pontificio
Saccheggi e devastazioni a varie riprese caratterizzano anche il XVI secolo per cui il paese, seppure di importanza strategica, non riuscì a svilupparsi se non dopo aver riacquistato un po' di tranquillità. È del 1615 la testimonianza di una prima espansione fuori dalle mura, verso il mare, con la costruzione di una chiesetta dedicata alla Madonna della Marina in corrispondenza del luogo dove oggi è situata piazza Cesare Battisti in prossimità del vecchio Palazzo Municipale. Costruita sul litorale deserto lungo la via Litoranea sulla direttrice che dalla Porta Sud conduceva alla spiaggia, fuori delle mura del borgo antico, fu stimolo per la popolazione a scendere in marina.
Nel giro di pochi anni cominciarono a sorgere dei magazzini rudimentali e casupole in cui i pescatori depositavano gli attrezzi da pesca. Parzialmente distrutta dall'inondazione del torrente Albula del 6 luglio 1898, per i danneggiamenti subiti fu chiusa al culto e demolita l'anno seguente, ma non si spense nel popolo sambenedettese la devozione alla Madonna del Mare e una nuova chiesa venne costruita. Nel Museo di Arte Sacra di San Benedetto del Tronto è conservata un'epigrafe in latino del 1615, a memoria della fondazione dell'antica chiesetta.
L'Ottocento
Lo sviluppo demografico del Castro Sancti Benedicti e, successivamente al 1860 con Regio Decreto, di San Benedetto del Tronto, non può che rassomigliare a quello di tanti altri centri rivieraschi dell'Adriatico, ove svolgono un ruolo determinante le immigrazioni (rese necessarie per il ripopolamento sul finire del XV secolo e proseguite fino ai giorni nostri in modo significativo), le incursioni e le catture barbaresche, i rapporti con le popolazioni transadriatiche, le epidemie, le successive e massicce emigrazioni in altri luoghi dell'Italia e all'estero, talune con caratteristiche specifiche legate ai mestieri del mare.
San Benedetto, attraverso questi fenomeni, appare come una vera e propria “testa di ponte” ove si approdava con le barche o si giungeva dai paesi dell'interno e ci si stanziava, magari per ripartire per altri lidi, ma sempre lasciando tracce di quegli apporti demografici. Ciò è particolarmente significativo dal XVIII secolo, quando la pesca fa da motivo di attrazione e la viabilità costiera, resa più agevole e sicura, ne fa uno snodo tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli.
Il XVIII secolo è il secolo nel quale la popolazione sambenedettese inizia a uscire dal sovraffollato quartiere Castello dopo aver invaso con le nuove costruzioni lo spazio di rispetto delle mura fortificate e talvolta scavalcate queste verso i giardini sottostanti, accompagnato dall'espansione lungo e al di sotto della strada “Lauretana” (poi statale 16) indi dei "paiarà" (toponimo del primo insediamento sviluppatosi sulle terre sottratte al mare, che deve il proprio significato da quelle case costruite con paglia impastate con argilla).
Il restante territorio della marina è ancora inabitabile a causa degli acquitrini che vi si sono formati con il ritirarsi della costa e la campagna vede solo rare case coloniche. In prosieguo di tempo, con la relativa conquista e bonifiche delle terre alla marina, buona parte delle circa 5 000 anime che costituivano la popolazione sambenedettese nel 1850, abitavano già nella loro maggioranza nel quartiere Marina che arricchiva la nomenclatura delle contrade portandola da nove a dodici.
Sono soprattutto i pescatori, i calafati, gli sciabicotti, i pescivendoli e i facchini di marina che per una maggiore comodità professionale si insediano al di sotto della Strada detta Lauretana. Il centro sociale, civile e di conseguenza economico non è più individuabile all'interno delle mura del Castello, ove la maggior parte dei residenti ora sono pochi artigiani con le loro botteghe, i benestanti, e alcuni possidenti agricoli. Qualche marinaio abita ancora nel quartiere Castello, ma ciò rappresenta un'eccezione rispetto alla maggioranza che occupa lo spazio sotto le mura orientali.
Nel 1763 ci fu il primo intervento urbanistico organizzato a cura dell'ing. Paglialunga di Fermo, nel 1851 la cittadina contava appena 5 351 abitanti (censimento dello Stato Pontificio). Nel 1860 con l'invasione piemontese da parte dei Cacciatori delle Alpi la città passò dallo Stato Pontificio allo Stato Italiano. Nel 1863 la costruzione della linea ferroviaria adriatica costituì un passaggio storico per tutto il territorio. Negli stessi anni aprivano i primi stabilimenti balneari e l'amministrazione del sindaco Secondo Moretti delineò la vocazione turistica della cittadina[31]
di San Benedetto. Risale al 1896 il regio decreto che concede a San Benedetto l'attributo del Tronto.[32]
Il Novecento
Il vecchio incasato del “Paese Alto” dopo il bombardamento aereo del 27 novembre 1943
Liberazione di San Benedetto, l’entrata in città delle truppe alleate
Nel 1907 comincia la costruzione del porto peschereccio, il cui ultimo ampliamento è del 2000. Nel 1912 avviene il varo del primo peschereccio a motore in Italia, il "San Marco", su concezione del monsignor Francesco Sciocchetti.[33]
Nel 1928 con decreto ministeriale, San Benedetto otteneva il riconoscimento di Stazione di Cura, soggiorno e turismo, prima località balneare delle Marche e di tutta la costa adriatica.
Nel 1935, dopo molti tentativi avvenuti negli anni precedenti, un decreto regio annette Porto d'Ascoli, fino ad allora frazione di Monteprandone, ai territori della città per motivi di convenienza territoriale: San Benedetto infatti è in piena espansione, e necessita di spazio. Nel 1961 Porto d'Ascoli viene ufficialmente incorporata al nucleo urbano di San Benedetto: l'ISTAT, in occasione del X Censimento, la considera infatti parte integrante del capoluogo comunale e non più sua frazione; il centro conserva tuttavia una sua specifica identità, come quartiere.
Il 18 giugno 1944 dopo 144 bombardamenti aerei e sei cannoneggiamenti navali che hanno devastato la città nella seconda guerra mondiale, San Benedetto viene liberata.[34][35][36]
Simboli
I simboli del comune possono essere così descritti:
Blasonatura stemma
«D'argento al guerriero all'antica aureolato e tenente la palma nella destra, nella sinistra l'elsa della spada, in maestà dinanzi a una torre movente dal mare, il tutto al naturale.»
(D.R. 10 novembre 1948)
Blasonatura gonfalone
«Drappo troncato di azzurro e di rosso.»
Nello stemma è raffigurato san Benedetto martire, soldato della guarnigione romana, vittima delle persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano.
Onorificenze
Titolo di Città
«Decreto del Presidente della Repubblica[37]» —25 ottobre 2000
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture storiche e militari
Torre dei Gualtieri (o Torrione) — Più propriamente denominato "Mastio della Rocca" e più popolarmente noto come "Torrione" (lu Turriò o lu Campanò) è forse l'elemento più rappresentativo della città, spiccando dall'altura del Paese Alto a dominare l'intero abitato. Eseguita nell'ultimo ventennio del XV secolo a seguito di una ristrutturazione della cinta muraria dopo uno dei tanti conflitti tra Ascoli e Fermo presumibilmente dalla famiglia Gualtieri, la quale, verso l'anno 1145 iniziò la riedificazione del castello (sopra le rovine dell'antica pieve caduta in rovina per mano dei pirati turchi che depredavano le coste o per le invasioni barbariche) terminata circa ben tre secoli dopo con la costruzione di questa insolita torre dalla foggia così singolare.[38][39]
Torre Guelfa — Si trova accanto a una villa privata e si può scorgere dalla S.S. 16 in località Porto d'Ascoli. Si tratta di una torre di difesa a base quadrata del XIV secolo con opera a sporgere costituita da beccatelli e piombatoi. Costituita in muratura a secco con paramenti esterni ed interni in laterizio, faceva parte di una fortezza consistente in due grandi torri, sette torrioni con settanta merli, ricostruita dalla città di Ascoli dopo il 1348, distrutta poi da Gentile da Mogliano, signore di Fermo.[40]
Caserma Guelfa — Si trova lungo la Strada Statale 16 in prossimità dell'incrocio con via Mare, la via principale di Porto d'Ascoli. Edificio fortificato a pianta quadrangolare del XVI secolo con corpi d'angolo a "puntone" e chiostro interno a doppio ordine con archi a tutto sesto, la scarpatura di base è bloccata a metà altezza con un cornicione a sezione semicircolare. Portale d'ingresso in pietra con sovrastante stemma in pietra della città di Ascoli. La copertura è con capriate in legno e sovrastante manto di coppi. Inizialmente aveva la destinazione di Ospizio al Porto, Hostaria e nuovi magazzini per il deposito delle merci, successivamente assunse il ruolo di ultimo avamposto pontificio prima del Regno delle Due Sicilie per questo è popolarmente definita come la "Dogana Pontificia".[41]
Architetture religiose
Architetture religiose
Cattedrale di Santa Maria della Marina — Eretta dal Comune nel 1615, in onore della Madonna della Spiaggia, è stata la prima costruzione posta fuori le mura del borgo antico. Il 30 settembre 1986 la chiesa diveniva la nuova cattedrale della "Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto". È stata insignita nel 2001 del titolo di "Basilica minore". Il monumentale organo proveniente dalla Basilica di Loreto contiene al suo interno le canne dell'organo Callido, ricostruito da Vegezzi Bossi nel 1900 e successivamente nel 1950 da Balbiani di Milano. Nel 1991, dopo la soppressione dal Santuario, fu acquistato dal maestro organaro Alessandro Girotto di Postioma (in provincia di Treviso), che dopo averlo restaurato e ricomposto per l'occasione aggiunti nuovi registri. In seguito, in accordo con il parroco pro tempore don Paolo Civardi, l'organo fu collocato nella cattedrale. I concerti inaugurali furono tenuti dei maestri Giancarlo Parodi, Donato Cuzzato e Antonio Palcich.[42]
Chiesa abbaziale di San Benedetto Martire — Abbazia di San Benedetto del Tronto del XVIII secolo che custodisce la tomba del santo patrono della città.[43][44]
Chiesa di San Giuseppe — In stile neoclassico ed elementi decorativi in laterizio, è ubicata nella zona pedonale del centro cittadino di San Benedetto del Tronto.[45][46]
Santuario della Madonna del Santissimo Sacramento — Non molto distante dal vecchio palazzo municipale, vi è il santuario intitolato alla “Madonna del Santissimo Sacramento”. È la chiesa dei “Padri Sacramentini” della “Congregazione del Santissimo Sacramento” che si richiama all'opera e alla spiritualità di San Pier Giuliano Eymard (in francese Saint Pierre-Julien Eymard). Ricavata dall'ex Teatro Virginia, fu consacrata l'8 dicembre 1939 dal vescovo Luigi Ferri, che in questa chiesa è sepolto. Egli fortemente volle nella sua diocesi di Ripatransone un luogo di culto dedicato all'Adorazione Perpetua. Nel santuario infatti il Santissimo Sacramento dell'Eucaristia è esposto tutto il giorno all'adorazione dei fedeli che qui accorrono numerosi. La chiesa, di impianto moderno e a pianta rettangolare, è suddivisa in tre navate. Gli arredi in legno sono stati realizzati dall'artigiano locale Ermenegildo Mauro. La parete absidale posteriore, dietro l'altare, mostra un grande mosaico opera dell'artista contemporaneo di origini ungheresi Giovanni Hajnal. Esso richiama l'episodio evangelico della Cena di Emmaus: l'imponente e slanciata figura del Cristo risorto, tra lo stupore e la meraviglia dei due discepoli, sembra congiungere la terra e il Cielo, mentre dona l'Eucaristia sotto le specie del Pane spezzato e del Vino, sullo sfondo appare la croce con la quale il Figlio di Dio offre agli uomini la salvezza attraverso il sacrificio del suo Corpo del suo Sangue.[47]
Vescovado — Già Palazzo Anelli, deve il suo nome alla famiglia che almeno dal fine del XVIII secolo abitava nel luogo dove oggi sorge questo edificio. La struttura presenta elementi liberty in un contesto medievale ed è composta da due corpi a pianta rettangolare, un avancorpo a due livelli prospettante sulla piazza e un corpo arretrato a quattro livelli che costituiscono la torretta. Da evidenziare le facciate arricchite da eleganti cornici e fasce marcapiano in laterizio. Pregevoli le inferriate, le ringhiere e le cancellate in ferro battuto a motivi floreali. Oggi, dopo un attento e mirato restauro, è la prestigiosa sede del Vescovado.[48]
Altre architetture religiose
Chiesa di San Filippo Neri — Sorge nella zona di confine tra San Benedetto e Grottammare. La chiesa, a pianta centrale, richiama nella sua configurazione volumetrica la forma di una pigna. La prima pietra fu posta il 2 luglio 1961 è stata consacrata il 19 marzo 1976.[49]
Chiesa della Madonna del Suffragio — Collocata nel quartiere Ponterotto, la chiesa costruita lungo il torrente Albula è stata consacrata l'l° aprile 1979.[50]
Chiesa di Sant'Antonio di Padova — il 10 dicembre 1939 venne posta la prima pietra. Il 21 marzo 1953 venne aperta al pubblica e consacrata dal mons.Vincenzo Radicioni.[51]
Edicola di Sant’Antonio di Padova — Ubicata, come edicola decorativa, nell’area verde del parco intitolato a Karol Wojtyla, fa parte della Parrocchia S.Antonio di Padova.[52]
Cappella dell’Immacolata — Sorge sul Lungomare nord di San Benedetto, a poche decine di metri dalla spiaggia, per tutti i residenti e turisti è la Chiesetta di legno, fa parte della Parrocchia S.Antonio di Padova.[53]
Chiesa San Pio X — Sorge nella zona turistica, la prima pietra venne posta il 1º febbraio 1965, è stata consacrata 27 settembre 1970.[54]
Statua di Padre Pio da Pietralcina — Situata in contrada Barattelle, sulle prime colline di San Benedetto del Tronto, a circa 3 Km dal centro cittadino e a pochi metri dal Museo Pietraia dei Poeti, si erge la statua consacrata di Padre Pio. Costruita con pietre, cemento e resina, dallo scultore Marcello Sgattoni, è diventata luogo di celebrazione eucaristica e preghiera.[55]
Chiesa di Cristo Re — Di forma esagonale costruita con criteri dell'architettura moderna, sorge nel quartiere Porto d'Ascoli centro, è stata Consacrata il 29 giugno 1961 è stata consacrata è stata aperta al pubblico dal cardinale Luigi Traglia il 2 luglio 1961.[56]
Chiesa della Sacra Famiglia — Posta nel quartiere Ragnola, nome del Torrente Ragnola, fu consacrata da mons. Radicioni il 29 giugno 1968.[57]
Chiesa della Santissima Annunziata — Sorge nel quartiere Salario, nome dovuto alla Via Salaria, è chiesa parrocchiale dal 1923, quando era sotto prepositura di Monteprandone. All'interno ci sono decorazioni pittoriche sambendettese Giuseppe Pauri.[58]
Chiesa di San Giacomo della Marca — Chiesa parrocchiale intitolata a Giacomo della Marca, costruita a fine anni settanta, è stata consacrata il 28 novembre 1982.[59]
Chiesa di Santa Lucia — Piccola e suggestiva chiesetta rurale, tanto cara agli abitanti di San Benedetto.[60] Il modesto edificio esistente è stato costruito nel 1785 da Bernardino Voltattorni. Il precedente, probabilmente molto antico, doveva trovarsi nelle vicinanze, e presumibilmente costruito sulle rovine di un antico tempio romano del locale forum o conciliabulum.La chiesetta di Santa Lucia, situata lungo la strada Panoramica, gode di una vista stupenda sulla città. Nel passato era mèta, nel giorno di Pasqua, di pellegrinaggio da parte dei devoti sambenedettesi i quali erano soliti fare un pic-nic nei suoi dintorni.[61]
Architetture civili
Architetture civili
Palazzina Azzurra — Il complesso della Palazzina Azzurra nasce dal progetto dell'ing. Luigi Onorati ingegnere capo del Comune di San Benedetto del Tronto. Commissionata dall'Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo, per "migliorare le proprie attrezzature ricettive e creare un luogo di ritrovo e divertimento" la Palazzina Azzurra fu inaugurata il 1º settembre 1934. Collocata alla fine di viale Bruno Buozzi all'ingresso del Lungomare nord; in un primo tempo luogo di ritrovo mondano, oggi è luogo di mostre; al suo interno è presente un giardino con varie essenze floreali e la scultura in neon colorato Vale&Tino di Marco Lodola.[62]
Monumento al gabbiano Jonathan — Realizzato dall'artista Mario Lupo nel 1986, il monumento a il gabbiano Jonathan Livingston, protagonista del libro di Richard Bach, sorge lungo la passeggiata del Molo sud, quella che è stata ribattezzata The Jonathan's way. L'opera, proiettata per 10 metri, racchiude in un cerchio azzurro la vita dei gabbiani e delle acque. È il simbolo della operosità generosa e della tenacia tipiche della gente di mare, gente abituata ad affrontare e superare silenziosamente ostacoli e difficoltà.
Monumento al pescatore — Dedicato alla gente di mare ed alla storia dei pescatori. È opera di Cleto Capponi, artista grottammarese.
Lungomare — Nel 1932 su progetto dell'ingegner Luigi Onorati fu realizzato il lungomare che ancor oggi, oltre ad essere una via di comunicazione essenziale, è il centro pulsante della San Benedetto turistica ed è anche divenuto il luogo col quale si identifica l'immagine cittadina, in Italia e anche all'estero.[63] Caratteristica peculiare del lungomare è l'abbondante presenza di palme (in prevalenza Phoenix canariensis e sylvestris) che sono diventate un po' il simbolo cittadino. Negli anni 2000 sono iniziati i lavori di riqualificazione dell'intero lungomare.[64][65]
Faro — Alla fine degli anni quaranta e l'inizio degli anni cinquanta venne costruito il primo faro che risultò modesto sia per la portata luminosa sia per le piccole dimensioni che non lo rendevano un adeguato punto di riferimento per i natanti. Si decise di rendere la città e la zona portuale di un faro decisamente più importante sia per le dimensioni alto 31 metri a torre cilindrica, che per la portata luminosa ben più importante del precedente, fu inaugurato nel 1957, all'interno è collocata una lampada alogena ed un sistema di lenti rotanti che proiettano raggi di luce bianca fino a 32 miglia nautiche.[66] Ad'oggi il faro ha una importanza strategica elevata,non solo per la marineria locale ma anche per le marinerie del medio adriatico, è l’unico che ha una portata notevole tra Ancona ed Ortona.[67]
Altri monumenti e sculture cittadine
I sognatori — opera in bronzo realizzata da Paolo Annibali rappresenta un tronco d'albero morto di quattro metri d'altezza, che offre riparo a vari animali e due bambini che dormono, mentre un ramo appena germogliato spunta dall'alto.[69][70][71]
Il saluto di Ubu — l'opera in bronzo realizzata da Enrico Baj si richiama ad un lavoro teatrale di Alfred Jarry, fondatore della patafisica.[71][72]
Vale & Tino — inaugurata il giorno di San Valentino, la straordinaria scultura in neon colorato di Marco Lodola è posizionata all'interno del cortile della Palazzina Azzurra.[73]
Allegro — si chiama semplicemente Allegro l'opera di Ugo Nespolo collocata nella fontana di viale Secondo Moretti.[71][74]
I bambini della guerra — in piazza Bambini del Mondo, su cui si affaccia il Municipio, anzi proprio su una parete del Palazzo comunale, colpisce l'attenzione una scultura di Ugo Nespolo intitolata I bambini della guerra.[75]
Il mare, il ritorno — sorge sulla banchina portuale Malfizia, dinanzi al mercato ittico al minuto, il complesso di sculture intitolato Il mare, il ritorno, opera dello scultore sambenedettese Paolo Annibali.[76][77]
Il monumento ai caduti — sorge in viale Secondo Moretti è un'opera in bronzo di Mario Cataldi e fu inaugurato il 14 agosto 1921.[78]
L'elefantino tra le palme — un'opera allegra, perfettamente integrata nel nuovo arredo del viale, che si è subito trasformata in un monumento "vivo e vissuto".[71][79]
La famiglia del pescatore — l'opera in bronzo, dello scultore offidano Aldo Sergiacomi, è dedicata alla famiglia del pescatore.[80]
La Retara — il monumento alla retara, opera in bronzo dello scultore Aldo Sergiacomi, è un doveroso omaggio a una delle figure tipiche della città.[71] Il basamento dell'opera è arricchito da una poesia in vernacolo, dedicata appunto alla figura della retara, del poeta sambenedettese Giovanni Vespasiani.[81][82]
Lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare — opera di Ugo Nespolo collocata all'inizio del lungomare della città.[83]
Principe — la fontana collocata in via Cairoli, una delle traverse del corso, è dominata da una scultura di Paolo Consorti.[71]
To see through is not to see into — opera di Mark Kostabi collocata nella zona pedonale del centro della città.[71][84]
Geneviève — è un monumento alla marineria sambenedettese rappresentato dalla prua dell'ex motopeschereccio atlantico "Geneviève".[85][86][87][88]
Altro
Piazze
Piazze e vie principali
Piazza Carlo Giorgini — Punto nevralgico del corso, indiscusso punto riferimento e luogo di ritrovo della cittadina, è nata come Piazza Tommaso di Savoia, la suggestiva piazza Giorgini (o rotonda Giorgini), dedicata a Carlo Giorgini, uno dei più amati sindaci della città, famosa come la Rotonda, situata all'incrocio tra la fine di viale Secondo Moretti e l'inizio nord del lungomare. La caratteristica fontana situata al centro della piazza, è ormai diventata uno dei simboli e delle immagini più note della città.[89]
Piazza Giacomo Matteotti — Nata come Piazza d'Armi, in seguito fu denominata via dell'Ancoraggio, in quanto principale via di passaggio, dal vecchio incasato, in direzione del mare. Fu dedicata a Giacomo Matteotti, dopo la nascita della Repubblica Italiana, oggi è parte integrante dell'isola pedonale del centro cittadino.
Piazza Giuseppe Sacconi — Dedicata a Giuseppe Sacconi, sorge presso il Paese Alto di San Benedetto, dalla cui posizione si gode la vista del mare e della città. Nella piazza spicca la Torre dei Gualtieri antica postazione di comando.
Vie principali
Viale Secondo Moretti — Costruito agli inizi degli anni trenta del secolo scorso dall'ingegner Luigi Onorati nell'ambito del progetto che portò alla realizzazione del lungomare, lo storico viale Secondo Moretti denominato il corso è zona pedonale situato nel centro della città.
Viale Bruno Buozzi — Progettato agli inizi degli anni trenta, dall'ingegner Luigi Onorati, il "lungomare Cristoforo Colombo", oggi viale Bruno Buozzi, è la porta d'ingresso al lungomare di San Benedetto del Tronto. Importante arteria di collegamento, fra la zona nord e sud della città, oggi è isola pedonale.
Via Salaria — È l'antica via consolare romana, percorsa dai Romani, che collegava Roma con il mare Adriatico; termina nel comune di San Benedetto del Tronto in località Porto d'Ascoli.[90]
Via XX Settembre — È una delle principali arterie viarie del centro di San Benedetto, all'interno del quartiere Marina centro, via dello shopping, ristorazione e arti visive.[91] Denominata in passato via degli Orefici, collega statale 16 al centro cittadino.[92] Un tempo adibita alla circolazione per i veicoli a motore, oggi è isola pedonale.[93]
Fontane
Fontana Rotonda Giorgini
Fontana "Allegro"
Fontana del Borgo Marina
Fontana di Piazza Nardone
Siti archeologici
Villa Marittima — Situata nell’area archeologica del Paese alto di San Benedetto, nell’ex scuola Sciarra, in piazza Giuseppe Sacconi nei pressi della Torre dei Gualtieri, vi sono resti di una villa marittima di epoca romana del I secolo a.C..[28] È stata rinvenuta durante gli scavi condotti nell'anno 2010 e successivamente ha usufruito lavori di riqualificazione dal comune di San Benedetto del Tronto in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche.[27] Una squadra di archeologi ha dunque portato in luce porzioni pavimenti a mosaico e alcune strutture murarie dagli intonaci colorati, ma anche pavimenti rustici e vasche di lavorazione, riferibili appunto ad una villa marittima del I secolo a.C..[94]
Aree naturali
Sentina - Situata a nord della foce del fiume Tronto, è un'area di 200 ettari nella quale sono presenti solo pochissimi edifici rurali e che, nonostante qualche zona coltivata e nonostante i tentativi di bonifica integrali effettuati nel passato, presenta una zona umida di grandissima importanza a livello biologico e aviofaunistico.[95] È indicata come una delle ultime zone umide per la migrazione dell'avifauna, presente tra la foce del Po e il Gargano ed è uno dei rarissimi tratti di spiaggia sabbiosa con retroterra non edificato di tutto l'Adriatico. È ricca di specie vegetali e animali a rischio o sempre più rare sul suolo italiano, e la sua importanza in ottica ambientalista è sempre crescente data la continua antropizzazione di tutte le zone costiere sia delle Marche che del confinante Abruzzo.[96][97]
Torre sul porto — Edificio del 1543 edificato come torre di avvistamento, si trova all'interno dell'area protetta dalla riserva.[98]
Secondo i dati ISTAT al 1º gennaio 2016 i cittadini stranieri residenti nel comune erano 3 229. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[100]
Albania, 782
Romania, 701
Ucraina, 216
Polonia, 182
Cina, 149
Marocco, 139
Russia, 90
Tunisia, 74
Bangladesh, 69
India, 59
Lingue e dialetti
Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetti marchigianieDialetti abruzzesi settentrionali.
«…la singolare cadenza di quel dialetto che si estrania da tutti gli altri delle Marche e dell'Abruzzo, un dialetto di adusti corsari provenuti chissà da quale parte del sud…»
(André Gide)
Il dialetto sambenedettese è compreso, al pari degli altri dialetti della provincia di Ascoli Piceno, nei dialetti marchigiani meridionali.[101] Tali parlate sono caratterizzate da una fonetica di tipo meridionale, che va dall'indebolimento delle vocali atone alla metafonesi delle toniche, assumendo forme diverse secondo le aree prese in considerazione.[101]
Il dialetto sambenedettese è diffuso ormai nella sua forma più pura solamente tra le generazioni più anziane del centro storico e della zona portuale. Nelle zone agricole della parte meridionale del comune, come a Porto d'Ascoli e nella Sentina, si parla una varietà di sambenedettese con influenze dalla vicina Martinsicuro. Il sambenedettese è, tra i dialetti del gruppo aso-truentino, uno dei più conservativi, mantenendosi quasi immune dalle influenze fermane, ascolane e abruzzesi.[101]
«…..di questo paese che a me pare il più bello, il cui dialetto, che ad altri può sembrare barbaro, ha per me tanta poesia, tanta dolcezza di ricordi da sentirne l'acuta nostalgia nella lontananza, ho cercato di ritrarre le abitudini, i sentimenti semplicemente……»
(prefazione del saggio Poesia Vernacola Sambenedettese, Bice Piacentini)
Le principali caratteristiche del dialetto sambenedettese sono:[102]
Metafonesi sannita monottongata (alcuni esempi: tìmbë per "tempo", fùchë per "fuoco")
Monottongazione (alcuni esempi: mëstìrë per "mestiere", carbënìrë per "carabiniere", fìrë per "fiera");
Caduta della -a finale (alcuni esempi: la bàrchë per "la barca", la càsë per "la casa");
Assimilazione dei nessi consonantici "-l + consonante" senza sonorizzazione (alcuni esempi: atë per "alto", fazë per "falso", picé per "pulcino")
Uso dell'ausiliare essere in tutte le coniugazioni ad eccezione della terza persona, in cui è usato avere (alcuni esempi: sò magnàtë per "ho mangiato", tu scì fàttë per "tu hai fatto", éssë ha stàtë per "lui è stato");
La vera caratteristica propria del dialetto sambenedettese è il mantenimento degli antichi frangimenti vocalici, ormai estinti nella maggior parte degli altri dialetti aso-truentini. Infatti nel dialetto sambenedettese puro avviene l'apertura a catena di tutte le vocali toniche non metafonizzate (o derivate da un dittongo):
-ì- diventa é, ad esempio marétë per "marito", féjë per "figlio", cunéjë per "coniglio";
-é- diventa -è-, ad esempio nèrë per "nera", èssë per "lei, essa", strèttë per "stretta";
-ù- diventa -ó-, ad esempio lónë per "luna", lópë per "lupo", fërtónë per "fortuna";
-ó- diventa -ò-, ad esempio còrtë per "corta", còrrë per "correre", allòrë per "allora".
Il lessico presenta inoltre derivazioni greche come per esempio il termine cònë, "bella bambina" (cfr. Greco εἰκὸνη), e cucàlë (cfr. Greco κουκάλη) che significa "gabbiano".
Tradizioni e folclore
San Benedetto martire - Festa del patrono della città, per molti anni è stata organizzata ogni ultimo sabato di maggio, ma dal 2008 si è tornati a celebrarla nella data di origine, il 13 ottobre, giorno esatto a cui si fa risalire nell'anno 304, il martirio del soldato romano.[103][104] La Rievocazione storica del martirio, prevede celebrazioni nella città di Cupra Marittima[105], dove è stato martirizzato, e una processione via mare, dove la statua di San Benedetto imbarcata su un peschereccio, da Cupra Marittima approda al porto di San Benedetto del Tronto, per poi percorrere le vie cittadine e fare arrivo presso la chiesa di San Benedetto Martire.[106] Dal 1997 la festa è celebrata anche a Mar del Plata in Argentina dove è stata inaugurata un’altra chiesa a San Benedetto Martire.[107]
Carnevale sambenedettese — I primi documenti del carnevale sambenedettese risalgono al 1828.[108] Si svolge con cadenza annuale, nelle tre domeniche prima dell'inizio della quaresima che solitamente corrisponde all'inizio del mese di febbraio, è caratterizzato dalla sfilata dei carri allegorici e di gruppi mascherati.[109]
Festa Madonna della Marina — Uno degli eventi principali dell'estate sambenedettese, si svolge l'ultima domenica di luglio e consiste in una processione in mare con i pescherecci, in cui i pescatori rendono omaggio alla Madonna della Marina, l'imbarcazione principale, che precede il corteo di imbarcazioni, ospita il ritratto della Madonna proveniente dalla cattedrale. Dopo la benedizione da parte del vescovo e il ricordo delle vittime del mare, avviene il lancio in mare della corona di fiori. Segue poi una processione a terra fino alla cattedrale.[110].
Sul territorio comunale è presente una scuola dell’infanzia intitolata a Teresa e Pietro Merlini, e perciò denominato impropriamente Asilo Merlini. Questa scuola di ordine privato e cattolico è stata fondata nel 1864.
Istruzione secondaria
Nel territorio cittadino sono presenti i seguenti istituti di scuola media superiore:
Istituto Professionale per i servizi alberghieri (IPSSAR) "Filippo Buscemi"
Istituto Professionale per l'industria, l'artigianato e le attività marinare (IPSIA) "Antonio Guastaferro"
Istituto paritario - Liceo psicopedagogico.
Università
Sono presenti nel comune alcune sedi distaccate dell'Università di Camerino[112][113]
e dell'Università Politecnica delle Marche.[114][115]
Musei
Musei
Polo Museale "Museo del Mare" — Il Polo museale denominato "Museo del Mare" è composto da cinque sezioni: il Museo Ittico "Augusto Capriotti", il Museo delle Anfore, il Museo della Civiltà Marinara delle Marche, l'Antiquarium Truentinum e la Pinacoteca del Mare. I primi quattro sono ubicati negli spazi del Mercato Ittico all'Ingrosso. La Pinacoteca del Mare invece si trova all'interno del Palazzo Piacentini.[116]
Museo Ittico "Augusto Capriotti" — È tra i musei più importanti del territorio piceno. Intitolato all'insigne scienziato sambenedettese Augusto Capriotti, inaugurato nel 1956 comprende oggi oltre 9.000 esemplari suddivisi in: pesci, crostacei, molluschi, cetacei, echinodermi, celenterati e fossili. Interessante anche la biblioteca contenente più di 1.000 volumi comprendente anche testi rari e di valore storico e scientifico.[116]
Museo delle Anfore — Ospitato nei pressi del porto, rappresenta una singolare collezione di anfore di disparate epoche (cananee, fenicie, puniche, greche, romane e bizantine) raccolte in tutto il Mediterraneo dai pescherecci sambenedettesi che praticavano la pesca a strascico, tecnica già da anni non più consentita, che ha permesso di recuperare questi reperti perduti di civiltà passate.[116]
Museo della Civiltà Marinara delle Marche — Il Museo della Civiltà Marinara delle Marche è parte del polo museale ”Museo del Mare”, che comprende il Museo Ittico Augusto Capriotti, il Museo delle Anfore e la Pinacoteca del Mare a Palazzo Bice Piacentini. È situato nello stabile del Mercato Ittico ed espone una collezione permanente di oggetti legati alla vita marinara in un percorso espositivo multimediale.[116]
Antiquarium Truentinum — Ultima sezione del polo museale "Museo del Mare", si trova anch'esso negli spazi del Mercato Ittico all'Ingrosso che già ospitano il Museo Ittico, il Museo delle Anfore e quello della Civiltà marinara delle Marche. L'Antiquarium raccoglie numerosi reperti archeologici recuperati negli anni scorsi dall'Archeoclub locale, e documenti antichi che narrano la storia di San Benedetto del Tronto e dei comuni limitrofi dal Neolitico fino al millequattrocento.[116][117]
Palazzo Piacentini — All'interno del Paese Alto, già dimora della poetessa Bice Piacentini, ora di proprietà del comune, ospita il Centro di esposizione di Arte Contemporanea, l'Archivio storico del comune di San Benedetto (con tutto il materiale documentario prodotto dal comune dal 1700 al 1970, e un documento del 1570 lo "Statuto dei Fermani", raccolta di leggi e regolamenti del dipartimento dello Stato Pontificio). Dal 4 aprile 2009 è inoltre sede della Pinacoteca del Mare, dove sono esposte oltre 180 opere del patrimonio comunale, con dipinti di Alfred Joseph Chatelain, Adolfo De Carolis, Angelo Landi e Armando Marchegiani, oltre ad una sezione dedicata alle fotografie storiche della città proveniente dagli archivi privati dei fotografi locali Sgattoni e Traini. Vi è inoltre allestita una mostra permanente sulla liuteria locale (strumenti ad arco e pizzico, accessori, modelli, fotografie e un fondo documentale sui musicisti e liutai storici della Provincia di Ascoli Piceno), che testimonia la lunga tradizione del Piceno nella costruzione degli strumenti musicali.
Museo d'Arte sul Mare (MAM) — Il Museo d'Arte sul Mare (MAM) è un museo permanente all'aperto che si sviluppa per 1.150 metri lungo la passeggiata del Molo sud della città. Esso contiene 209 opere delle quali 184 sono sculture realizzate sulle facce dei blocchi frangiflutti di travertino allineati lungo la passeggiata e 25 sono murali. Le opere sono state create a partire dal 1996 da 177 artisti ospiti del Simposio artistico internazionale "Scultura Viva" prima e poi "Festival dell'Arte sul Mare" e provenienti da 38 nazioni di cinque continenti.[118]
Museo di arte sacra — Fa parte del circuito dei musei sistini della Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto delle Marche, si trova nei pressi della Cattedrale (nell'ex caserma dei Carabinieri), e ospita una notevole collezione di arte sacra comprendente sculture lignee di pregio.
Museo Pietraia dei Poeti — Il museo pietraia dei poeti sorge in contrada Barattelle, a pochi chilometri dal centro cittadino, sulla sommità di una collina che sovrasta la città.[119] Di proprietà dello scultore locale Marcello Sgattoni, è un'esposizione permanente delle sue creazioni e delle sue sculture costituite da materiali derivati dal territorio stesso e per questo perfettamente integrate con l'ambiente circostante.[120]
Teatri e sale da concerto
Teatro comunale Concordia — Il teatro "Concordia" nasce ufficialmente come progetto cittadino, nel corso di una riunione tenuta nell'aula consiliare, indetta dall'Associazione dei filarmonici locali, il giorno 28 luglio 1827. A seguito di un'accurata ristrutturazione è tornato nella piena disponibilità della cittadinanza il 30 aprile 2008, con una serie di spettacoli che ha visto alternarsi sul palcoscenico compagnie locali a professionisti di livello nazionale. Dispone di una sala da 314 posti a sedere.[121]
Palariviera — È una struttura polivalente dove si svolgono vari eventi: concerti, teatro, cinematografici, meeting aziendali, congressi e manifestazioni culturali.[122] Al suo interno presenta sale di varie dimensioni, di cui la sala auditorium principale che ha una capacità di 1000 posti a sedere, una sala da 386 posti, quattro sale da 150 posti, due sale da circa 100 posti, due sale esclusive per congressi, sale ricevimento, ludoteca, sala bar, sala divertimento e aree di ristorazione.[123]
CineTeatro San Filippo Neri — Ubicato nel quartiere "San Filippo Neri"; nella struttura si svolgono eventi per fini artistici e culturali.[124] Costruito nel 1960 e restaurato nel 2006 dispone di una capienza totale di 244 posti a sedere.[125]
Cucina
Brodetto alla sambenedettese — Il piatto tipico di San Benedetto del Tronto è il brodetto alla sambenedettese (lu vrudètte) una zuppa di pesce, senza pomodoro (al limite con pomodoro verde) e con l'aggiunta di peperoni e aceto, unica nel suo genere.[126][127]
Cucina tipica marinara — Le minestre di pesce i risotti ai frutti di mare, piatti tipici marinari, che si mangiavano la sera come piatto caldo. Sulla terraferma invece nacquero le prime cantine, dove si pagava solo lo “scomoto”, ossia il servizio al tavolo, il vino consumato e l’eventuale cottura di pasta condita con i sughi portati direttamente dai pescatori. La popolazione locale si riuniva presso le Cantine per passare del tempo insieme in allegria, bevendo il vino e gustando il pesce fresco appena pescato.
Soltanto dopo la nascita della pesca oceanica nacquero le trattorie, dove si mangiava sia carne che pesce, da cui iniziarono a svilupparsi le prime avvisaglie della ristorazione, e con essa, la nascita degli antipasti, le grigliate di pesce e le fritture fino ad arrivare al concetto di ristorazione attuale.[128]
Olive Ripiene alla Sambenedettese — Sono la versione a base di pesce delle Olive ascolane, i pesci usati come ingrediente sono il nasello, la gallinella, pesce san pietro e la rana pescatrice. La ricetta prevede olive verdi denocciolate, bollire in acqua il pesce, tritarlo poi nel frullatore con aggiunta di noce moscata, pepe nero, rossi d'uovo, prezzemolo, poco olio di semi di girasole e parmigiano reggiano grattugiato; sono inoltre ammessi piccole quantità di buccia di limone grattugiata. Vanno cotte con l'olio extra vergine d'oliva o in olio di semi di arachide bollente, raggiunta la doratura vanno servite assieme ad altri prodotti fritti, antipasto o come aperitivo.[129]
Bevande — Per quanto riguarda gli alcolici, tutta la zona della Provincia di Ascoli Piceno è nota per la produzione del Rosso Piceno Superiore, Falerio, Rosso Piceno, Passerina, Vino cotto e del Il Caffè del Marinaio[130], un'antica ricetta dei pescatori di San Benedetto del Tronto.[131]
Cinema
«“Siete una piccola Miami, una realtà non concepita solamente per le vacanze”.[132]»
(Carlo Vanzina)
Nel 1975 a San Benedetto viene girato il film Il vizio ha le calze nere con Ninetto Davoli per la regia di Tano Cimarosa.[133]
Nel film L'allenatore nel pallone (1984) le immagini della partita in cui la Longobarda è promossa in Serie A, (Sambenedettese - Longobarda) sono in buona parte tratte dal repertorio di una partita di Serie B del 1983/84 tra la Samb e la Pistoiese, giocatasi alla penultima giornata di quel campionato allo Stadio Fratelli Ballarin di San Benedetto del Tronto. A provarlo c'è anche il cartellone pubblicitario della Banca Toscana che era sponsor istituzionale degli arancioni. La prima scena di esultanza del pubblico, che si vede alla fine dell'incontro, è in verità quella dei tifosi della Sambenedettese, che pareggiando quell'incontro 1-1 si poterono salvare con un turno di anticipo, la Pistoiese invece retrocesse. La prima immagine del film riguarda una panoramica della città vista dal Paese Alto. Sempre ad inizio film, vi è l'interno di un'abitazione sambenedettese, riconoscibile dalle foto sul muro.
Nel 1985 è stata la location del film Mezzo destro, mezzo sinistro, con Gigi Sammarchi ed Andrea Roncato per la regia di Sergio Martino; gran parte del film è stato girato tra il porto, la spiaggia e lo stadio Riviera delle Palme.
Mio papà del 2014 con Giorgio Pasotti e Donatella Finocchiaro diretto da Giulio Base è interamente girato a San Benedetto del Tronto.[133]
Scomparsa per la regia di Fabrizio Costa con Vanessa Incontrada e Giuseppe Zeno. Dal 20 novembre 2017 è iniziata su Rai 1 la messa in onda di, girata prevalentemente nella cittadina rivierasca nell'estate 2016, la fiction è ambientata nella stessa.[134]
Digitare il codice segreto, una commedia all'italiana girata e ambientata principalmente nella città durante il lockdown imposto per contrastare la diffusione del COVID-19. Andata in onda su Rai 1 nell'ottobre 2021 per la regia di Fabrizio Costa con Neri Marcorè, Valeria Bilello, Gabriele Cirilli e Paola Minaccioni.[135]
Altro
Dal 1998 al 2005, nella cornice del Palariviera (ex Palacongressi), si sono svolte le prefinali di Miss Italia.[136] Ampie sintesi delle serate andavano in onda sulla Rai.[137]
Media
TV
Vera TV
Radio
Radio Azzurra
Giornale
Riviera Oggi
Eventi
L'Antico e le Palme — È la mostra mercato dell'antiquariato più grande della Riviera. Nata a San Benedetto nel 1991 si svolge quattro volte l'anno con 200 espositori che provengono da tutta Europa.[138] Lo scenario delle Palme rende unica l'ambientazione di questo mercato di antiquariato.[139]
Premio "Libero Bizzarri" — Concorso sul cinema documentario a livello nazionale, si svolge ogni anno nel mese di luglio.[140].
Scultura Viva — Organizzato a giugno di ogni anno nell'ambito del MAM (Museo d'Arte sul Mare[118]), che si sviluppa lungo i 1.150 metri del molo sud, il Simposio internazionale d'arte "Scultura viva" è una delle più interessanti manifestazioni cittadine. Ad esso partecipano scultori e pittori muralisti provenienti da ogni parte del mondo, che, durante una settimana e alla presenza del pubblico, realizzano le loro opere sulle facce dei massi frangiflutto, allineati a margine della lunga passeggiata artistica.[141]
San Beach Comix — Il Festival del fumetto di San Benedetto del Tronto, è la più grande delle Marche ad ingresso gratuito entrando di diritto come socio del Riff - Rete Italiana Festival del Fumetto. Solitamente dura 2 giorni nel periodo estivo, con una grande esposizione di settore, ospiti del mondo del fumetto, del cosplay, del gioco da tavolo, del videogame, di youtube e di Tik Tok. Il festival è arrivato alla sesta edizione, tranne per quelle del 2020 e 2021 organizzate solamente in streaming online a causa della pandemia da Covid-19. La manifestazione viene organizzata dall'Associazione Culturale Fumetti Indelebili operante nel territorio marchigiano dal 2017.[142]
Geografia antropica
Urbanistica
Foto panoramica degli agglomerati urbani di San Benedetto del Tronto (in alto) e Grottammare.
La città presenta un nucleo antico, il "Paese alto", su un modesto rilievo a poca distanza dal mare, ai piedi del quale si sviluppa l'abitato originario della parte più recente, la "Marina". Questa è attraversata dal corso del torrente Albula e si è sviluppata con gli anni fino al fiume Tronto, a meridione, inglobando la località Porto d'Ascoli, mentre a nord si salda con il quartiere Ischia di Grottammare, con la quale costituisce un unico agglomerato urbano che giunge fin quasi al fiume Tesino.
A sudovest seguendo l'argine del fiume Tronto si fonde con la frazione Centobuchi di Monteprandone.
Quartieri
La città di San Benedetto del Tronto è suddivisa in 16 quartieri: Agraria, Albula centro, Europa, Fosso dei Galli, Mare, Marina centro, Marina di sotto, Paese Alto, Ponterotto, Porto d'Ascoli centro, Ragnola, Salaria, San Filippo Neri, Sant'Antonio da Padova, Santa Lucia, Sentina.[143][144]
Tale agglomerazione ha conosciuto un notevole e costante sviluppo dal dopoguerra ai giorni nostri: nel 1951 aveva 47.337 abitanti divenuti 70.140 nel 1971, 96.012 nel 2007 e 100.611 nel luglio 2010 distribuiti su un territorio di 125km² e con una densità di popolazione pari a 805 ab/km².
Ben più vasta è tuttavia l'area (o regione) metropolitana di San Benedetto del Tronto, basata sui flussi pendolari e individuata con la metodologia del Functional Urban Regions (FURs). Secondo tale metodologia al polo metropolitano vanno aggregati tutti i comuni contermini che abbiano almeno il 10% di tasso di pendolarismo verso di esso. L'area metropolitana di San Benedetto del Tronto raggiunge in tal modo una popolazione di 175.818 abitanti, distribuita in 23 comuni entro un raggio di 15km dalla città su un territorio di 472km² e con una densità demografica pari a 366 ab/km².
Economia
Pesca, cantieristica ed industria navale
San Benedetto del Tronto è divenuto, nel corso dei secoli, un polo peschereccio e turistico di primaria importanza nazionale. Nel 1912 il varo di un porta-pesce a motore ha avviato un processo di trasformazione della propulsione dei natanti che, dalla vela, è giunto sino ai motopescherecci oceanici.[145] Accanto a queste vicende si sono avuti ammodernamenti e sviluppi anche in altri settori direttamente collegati alle attività sul mare, come la cantieristica, la lavorazione della canapa, la costruzione di cavi e di reti, le officine della motoristica navale, la strumentistica di bordo, la commercializzazione del pescato (San Benedetto vanta il mercato ittico all'ingrosso più importante d'Italia), le catene del freddo per il trasporto del pesce.[146]
Sebbene in continuo calo, questo settore rimane trainante per l'economia locale se non si considera solo la parte propriamente marittima (si tenga presente che San Benedetto del Tronto è il secondo porto italiano, dietro Mazara del Vallo, per quantità di pesce pescato e numero di pescherecci ed uno dei maggiori mercati ittici d'Italia) ma si tiene conto di tutto l'indotto, e soprattutto la sviluppatissima industria conserviera che, nata a supporto della commercializzazione del pesce, oggi opera su tutti i prodotti alimentari, in primo luogo quelli ortofrutticoli (vedi Industria ortofrutticoli).
A San Benedetto del Tronto inoltre troviamo un Centro di addestramento professionale per gli addetti alla pesca di altura.[145]
Pesca oceanica
«...gli ardimentosi pescatori di San Benedetto del Tronto si spingono dovunque: dall'Atlantico all'Artico, in Islanda, in Giappone, valenti in tecniche non consuete in Italia. Sono così diversi da tutti gli altri delle Marche, da costituire una specie di colonia e di razza a parte.»
(Viaggio in Italia, Guido Piovene)
La numerosa e ardita flottiglia a motore sambenedettese, i cui veloci scafi solcarono le rotte di Capo Bon, le azzurre platee levantine, le acque atlantiche dell’Equatore, quelle del Mar Rosso e i freddi mari del Nord, lasciano bene intendere l’epopea di quella che è stata la pesca oceanica. Dopo la fortunata esperienza della SAPRI dei fratelli Merlini prima della Seconda guerra mondiale, e dopo le prime pioneristiche campagne di pesca nel Mediterraneo, nel 1956 ha inizio la grande avventura atlantica.
La prima imbarcazione a superare le Colonne d'Ercole per raggiungere nuove zone di pesca è stata il Nicola Marchegiani a cui seguirono, con ritmo sempre più serrato e continuo, iniziative di altri intraprendenti armatori locali. Dopo le campagne di pesca in Oceano Atlantico, durante le quali i numerosi equipaggi delle diverse flottiglie facevano base all’isola di Las Palmas de Gran Canaria, fu la volta dell’Oceano Indiano ed infine anche del Oceano Pacifico, davanti alle coste del Perù.
Un periodo forse di breve durata ma sicuramente di notevole ed esaltante impatto sul tessuto socio-culturale ed economico della marineria sambenedettese e, per induzione, di tutta la città. è infatti quello per San Benedetto il periodo del boom e dei cambiamenti; proprio in virtù delle cospicue rimesse degli addetti alla pesca oceanica, la città si espande velocemente, nascono interi nuovi quartieri sino, ed oltre, i confini territoriali ed un benessere economico diffuso investe, in vari gradi, tutti i ceti cittadini.[147]
Il turismo rappresenta la voce più importante delle entrate cittadine. San Benedetto vanta una lunga tradizione turistica, fu infatti sul litorale sambenedettese che nel 1865 venne inaugurato il primo stabilimento balneare del Piceno.[148] Negli anni si è affermata, fin dai primi decenni del Novecento, come una delle più note e apprezzate stazioni balneari italiane. A partire dalla seconda metà degli anni sessanta, si è imposta anche come la prima meta turistica delle Marche per numero di presenze. Negli anni novanta a San Benedetto del Tronto si registravano circa due milioni e mezzo di presenze all'anno.[149]
Dal 1999, tranne che per un anno, San Benedetto si fregia del vessillo della Bandiera Blu.[150][151] San Benedetto vanta anche la Bandiera Verde, riconoscimento che viene assegnato alle località costiere che sono idonee per i bambini.[152] La classifica viene stilata da un campione di pediatri italiani.[153]
La consistenza ricettiva, tra esercizi alberghieri e appartamenti è notevole: San Benedetto del Tronto vanta oltre 200 esercizi tra alberghi, residence e B&B, con 15 273 posti letto alberghieri e 21 301 extralberghieri;[154] vanno aggiunti 116 stabilimenti balneari e 42 spiagge libere lungo il litorale sambenedettese.[155]
Industria ortofrutticoli
Una delle maggiori attività che ha contraddistinto San Benedetto del Tronto per molti anni è l'esportazione dei prodotti ortofrutticoli. Questa attività ha contribuito al miglioramento economico ed alla evoluzione sociale della sua popolazione. La produzione è favorita dalla morfologia del terreno in gran parte pianeggiante e dal clima. Tale produzione sin dai primi dell'Ottocento raggiunse un'intensità che sfociò in un alto indice di esportazione sia verso le province vicine sia verso la Romagna. Nel 1914 partì il primo vagone di prodotti ortofrutticoli diretto in Svizzera. L'attività si svolge in particolare nella località di Porto d'Ascoli dove sorgono magazzini, conservifici, fabbriche d'imballaggi e celle frigorifere. Dalla seconda metà degli anni novanta è in funzione il Centro Agro Alimentare Piceno, una area strutturata di circa 143.000 m², tra le diverse attività sono soprattutto presenti: un mercato ortofrutticolo, laboratori per la lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca, distribuzione carni, distribuzione e commercio prodotti caseari e distribuzione alimentari.[156]
Industria elettronica
Ha sede a San Benedetto del Tronto la GEM Elettronica, società attiva sui mercati civile e militare sia in Italia che all’estero, specializzata nella produzione di radar 3D di piccole e medie dimensioni, sensori elettro-ottici e sistema di navigazione inerziale per il settore marittimo, avionico e terrestre.[157]
Artigianato
Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e attive vi sono quelle artigianali, come la rinomata produzione di articoli per arredamento, in vimini o in midollino e l'arte del merletto apprezzata in tutta Italia.[158]
Importante è anche la lavorazione del rame, finalizzata alla realizzazione di una vasta gamma di prodotti, che spazia dal vasellame alle anfore, oltreché quella orafa e quella della ceramica.[159]
Infrastrutture e trasporti
San Benedetto è collegata con Roma, in tutte le fasce orarie della giornata, da una pluralità di corse di pullman di linea, attraverso la via Salaria o sul percorso autostradale A24.
Strade
La città è collegata all'Autostrada A14 mediante il casello di San Benedetto del Tronto sito a sud della città, la parte nord è servita invece dal casello di Grottammare.
Dal casello di San Benedetto è possibile raggiungere la città tramite la strada sopraelevata "SP227".
Tramite il raccordo autostradale RA11 da San Benedetto è possibile raggiungere velocemente Ascoli Piceno e conseguentemente le zone industriali e le cittadine poste lungo la vallata del Tronto.
Ad est è collegata con Roma e Rieti attraverso la Strada statale 4 Via Salaria (Roma-San Benedetto), arteria che necessita in alcuni tratti di ammodernamenti ma per la maggior parte ha caratteristiche di strada extraurbana secondaria e a scorrimento veloce.
San Benedetto possiede due stazioni ferroviarie, una centrale nei pressi del porto e l'altra nel quartiere di Porto d'Ascoli; entrambe sono poste sulla ferrovia Adriatica.
Dalla stazione di Porto d'Ascoli parte la diramazione per Ascoli, che serve tutta la vallata del Tronto e la città di Ascoli Piceno. Tale diramazione, secondo i progetti iniziali, avrebbe dovuto proseguire in direzione di Rieti fino ad arrivare a Roma, costituendo la Ferrovia Salaria.
Il porto
Lo stesso argomento in dettaglio: Porto di San Benedetto del Tronto.
Il porto di San Benedetto del Tronto che secondo la classificazione nazionale dei porti italiani è considerato di 2ª categoria, 1ª classe; è un importante centro di pesca. Esso è formato dal Molo Nord interamente banchinato e dal Molo Sud a tre bracci.[5]
Il porto ospita una cospicua flotta di pescherecci ed è il secondo porto per importanza delle Marche dopo Ancona.[5]
Mobilità urbana
A San Benedetto il servizio di trasporti pubblici urbani è gestito dalla società Start che con un buon numero di linee serve tutti i quartieri della città, le cittadine della vallata del Tronto ed i paesi collinari adiacenti al comune.
È attiva anche una linea extraurbana per Ascoli Piceno, Giulianova, Civitanova Marche e Roma.
Piste ciclabili
La città presenta un cospicuo numero di piste ciclabili, tanto che è possibile percorrerla senza interruzioni da nord (dove presenta un collegamento con la pista ciclabile di Grottammare) a sud (immergendosi all'interno del Parco della Sentina).
Dal 2001 al 2010 è stato completato il tratto che costituisce un'unica passeggiata fino a Cupra Marittima andando ad ampliare il lungo Corridoio Verde Adriatico.[160]
Nei prossimi anni è prevista la costruzione di un ponte sul fiume Tronto, che renderà possibile il collegamento tra il tratto ciclabile all'interno della Sentina e la pista sul lungomare di Martinsicuro (TE).[161]
Presso la stazione ferroviaria centrale e la riserva naturale della Sentina è attivo un servizio di Bike Sharing gratuito, per turisti e residenti, chiamato C'entro in Bici.
La pista ciclabile di San Benedetto del Tronto è inserita nel Corridoio Verde Adriatico, la pista ciclabile che costeggia la riviera adriatica e che attraversa cinque regioni dall'Emilia-Romagna alla Puglia.[162]
Dalla Ciclovia Adriatica (nei pressi della Riserva naturale regionale Sentina) si dirama poi la Ciclovia Salaria, un percorso ciclistico che, una volta completato, andrà a collegare la costa adriatica con Roma e con la costa tirrenica (a Ostia) seguendo da vicino l'itinerario dell'antica Via Salaria.[163]
Amministrazione
Periodo
Primo cittadino
Partito
Carica
Note
6 giugno 1993
27 aprile 1997
Paolo Perazzoli
Partito Democratico della Sinistra
Sindaco
27 aprile 1997
27 maggio 2001
Paolo Perazzoli
Partito Democratico della Sinistra Democratici di Sinistra
San Benedetto del Tronto è ben attrezzata per la pratica di molti sport. Negli anni, la città ha ospitato varie manifestazioni sportive nazionali e internazionali.
Calcio
Ha sede nel comune le società di calcio: Sambenedettese, militante nel campionato di Serie D, fondata il 4 aprile 1923, vanta 21 partecipazioni al campionato di Serie B; ha trascorso buona parte della propria storia in Serie C e Serie C1,[179]la società del Porto d'Ascoli, fondata il 20 agosto 1963 nell'omonima località a sud della città, dai colori sociali bianco-azzurri milita in Serie D, Torrione Calcio 1919 (Seconda Categoria) 2021-2022, Agraria Club (Seconda Categoria) 2021-2022. Si svolge annualmente il Città di San Benedetto del Tronto, torneo di calcio giovanile.[180]
Beach soccer
La società Sambenedettese Beach Soccer, disputa la Serie A,del campionato italiano di beach soccer.[181][182][183]. Ha vinto: lo Scudetto nel 2014, nel 2017 e nel 2019, la Coppa Italia, nel 2013 e nel 2017, la Supercoppa nel 2014, 2015 e 2017. La squadra femminile Sambenedettese Beach Soccer nata nel 2019[184], ha disputato e vinto la Serie A del campionato italiano di beach soccer dello stesso anno.[185]
Ciclismo
In due occasioni il Giro d'Italia passò per San Benedetto del Tronto, nel 1953 fu l'arrivo della 3ª tappa e nel 1964 fu l'arrivo della 11ª tappa (entrambi provenienti da Rimini).
Dal 1967 San Benedetto del Tronto è sede fissa dell'ultima tappa della Tirreno-Adriatico.[186]
Si svolge, ogni anno, nel mese di maggio la Granfondo San Benedetto del Tronto.[187]
Ginnastica artistica
Ha sede nel comune la società World Sporting Academy.[188]
Maratona
Ha luogo a San Benedetto la Maratonina dei Fiori manifestazione podistica organizzata dall'Atletica Avis[189].
Pallavolo
Diverse sono le società che partecipano a campionati regionali: Riviera Samb Volley maschile e femminile,[190]Athena Volley Sbt[191] e la Polisportiva Gagliarda Società Cooperativa Sociale Sportiva Dilettantistica.[192]
Pallacanestro
In città è presente la Sambenedettese Basket nata nel 1935, che oggi milita in Serie C regionale.[193] Altre società presenti sono: Cestiste Sambenedettesi, SambAcanestro e la San Benedetto City Basket.[194]
Pattinaggio
Nel 2010 il comune ha ospitato i campionati europei di pattinaggio in linea[195]; nel 2011 i campionati italiani.[196]
Rugby
La squadra Unione Rugby San Benedetto milita in C1. Importante ricordare l'esordio della nazionale italiana a San Benedetto del Tronto con l'incontro di test match Italia-Russia (85-15) giocato allo stadio “Stadio Riviera delle Palme” il 17 agosto 2019.[197]
Tennis
La San Benedetto Tennis Cup, in passato anche Carisap Tennis Cup e Banca dell'Adriatico Tennis Cup, è un torneo professionistico di tennis giocato sulla terra rossa. Fa parte dell'Challenger Tour.[198] Si gioca annualmente nel mese di luglio, nel Circolo Tennis Maggioni a San Benedetto del Tronto in Italia, dal 2001.In precedenza vi era già stato un torneo Challenger il San Benedetto Challenger, le cui uniche edizioni furono disputate nel 1981 e 1982.[199]
Vela
Si svolge annualmente il trofeo Jack la Bolina della Lega Navale Italiana di San Benedetto del Tronto. Il trofeo è intitolato ad Augusto Vittorio Vecchi, nato a Marsiglia nel 1842, figlio di Candido Augusto Vecchi patriota e garibaldino, in esilio in Francia per motivi politici.[200]
Nel 1997, l'imbarcazione San Benedetto Riviera delle Palme, si aggiudica il Giro d'Italia a vela con gli skipper Vasco Vascotto e Tommaso Chieffi.[201] Le associazioni presenti sul territorio sono Centro Velico Le Palme, Circolo Nautico "Ragn'a Vela", Circolo Nautico Sambenedettese e la Lega Navale Italiana sezione di San Benedetto del Tronto.[202]
Altri sport
Arti marziali — a San Benedetto ci sono sette società: Asd Sambenedettese Karate, Hey Jo Shin Wado Karate Club Asd, Judo Kodokan, S22 Training Crew, Ser.Bar. Kung Fu Asd, Traditional Kung-Fu Association e World Sporting Academy.
Atletica leggera — sono quattro le società sportive: Asd F.C. Porto85 Polisportiva, Atletica Avis SBT, Collection Atletica Sambenedettese Asd e Maratoneti Riuniti Asd
Bocce — adiacente alla pista d'atletica vi è il Bocciodromo comunale, gestito dalla Asd Bocciofila Sambenedettese che organizza numerose gare di campionato provinciale, regionale, nazionale oltre alla quotidiana attività di gioco.[203][204]
Calcio a 5 — il calcio a 5 è molto praticato sul territorio sambenedettese e zone limitrofe, diverse sono le società in attività nei campionati dilettantistici regionali: San Benedetto City, A.S. Riviera delle Palme Calcio a 5 - Riviera Tecno, Asd San Giuseppe, Futsal Bulls Samb e Gigi Meroni Asd.[205]
Calcio da tavolo - Nel settembre 2015 ha ospitato, presso il Palaspeca, il Campionato del mondo Subbuteo successivamente F.I.S.T.F. di calcio da tavolo.[206]
Ippica — il Centro Ippico delle Palme, unica società presente nel come, diverse sono le discipline sportive; Scuola di equitazione, partecipazione a gare, turismo equestre.[207]
Motociclismo — si svolgono ogni anno numerosi raduni di moto d’epoca e di ultima generazione.[208][209] Nel comune sono presenti Club di motociclisti e appassionati: Aquile Millenarie Guzzi Club Centro Italia, Motoclub Sambenedettese e Vespa Club Sambenedettese.
Pesca sportiva — unica società è la Apsd San Benedetto Colmic diverse sono le discipline che svolge: attività di pesca sportiva surfcasting, canna da riva, canna da natante, corsi di pesca sportiva per ragazzi.
Pugilato — due le associazioni sportive la Accademia Pugilistica 1923 e Kaflot King Boxe nelle quali si svolgono attività pugilistica maschile e femminile.
Sport subacquei — presente in città quattro associazioni Asd Centro Attività Subacquea "Profondo Blu", BiQu Asd, Centro Subacqueo Sambenedettese Mamasa Club e Chimaera Association.
Impianti sportivi
Di seguito è riportata la lista dei principali impianti presenti nel territorio comunale:
Stadio Riviera delle Palme — 13 786 pp. (calcio).[210][211]
Palazzetto dello Sport Bernardo Speca — 1 600 pp. (pallacanestro, pallavolo e calcio a 5)[212]
Stadio Fratelli Ballarin — 13 000 pp. (in fase di demolizione dal 2018).[213]Nel 1981 vi fu la tragedia del Rogo del Ballarin.[214][215]
dal Libro “San Benedetto del Tronto città adriatica d’Europa” di Giuseppe Merlini, La Festa della Marina, in associazionepescatorisambenedettesi.it. URL consultato il 12 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2021).
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Silvia Ballestra. I giorni della Rotonda. Rizzoli, 2009
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Roberto Cavallo. Keep Clean And Run - a piedi da San Benedetto del Tronto a Roma, Fusta Editore, 2016
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Nespolo a San Benedetto del Tronto 31 dic. 1999
Francesco Bruni- Via Laberinto 1950 e dintorni-Biblioteca Comunale SB
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