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Paularo (Paulâr in friulano[4]) è un comune italiano di 2 355 abitanti[1] del Friuli-Venezia Giulia.

Paularo
comune
Paularo – Veduta
Paularo – Veduta
Panorama del centrovalle, sullo sfondo a dx il Monte Sernio
Localizzazione
Stato Italia
Regione Friuli-Venezia Giulia
Provincia Udine
Amministrazione
SindacoMarco Clama (lista civica di centrodestra) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate46°31′49.25″N 13°06′59.62″E
Altitudine648 m s.l.m.
Superficie84,24 km²
Abitanti2 355[1] (01-01-2022)
Densità27,96 ab./km²
Frazionivedi elenco
Comuni confinantiitaliani: Arta Terme, Treppo Ligosullo, Paluzza, Moggio Udinese; austriaci: Dellach, Hermagor-Pressegger See, Kirchbach, Kötschach-Mauthen.
Altre informazioni
Lingueitaliano, friulano
Cod. postale33027
Prefisso0433
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT030073
Cod. catastaleG381
TargaUD
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona F, 3 510 GG[3]
Nome abitantipaularini
Patronosanti Vito, Modesto e Crescenzia
Giorno festivo15 giugno
Cartografia
Paularo
Paularo – Mappa
Paularo – Mappa
Posizione del comune di Paularo nella ex provincia di Udine
Sito istituzionale

Geografia fisica


Il territorio del comune si trova in Carnia orientale, in una valle denominata Valle d'Incarojo o Val Chiarsò o Valle di Paularo, compresa tra i 400 e i 2.199 metri s.l.m., con il capoluogo ubicato a 690 metri s.l.m., ma distribuito tra i 514 ed i 2199 metri s.l.m.. È collegata a sud-ovest alla Valle del But passando per Arta Terme e da qui a Tolmezzo, alla Val Pontaiba di Treppo Ligosullo a ovest tramite il Passo Duron, ad est alla Val Pontebbana di Pontebba tramite la Val di Lanza e il Passo del Cason di Lanza, mentre a sud-est oltre la linea di cresta montuosa si estende la Val d'Aupa in territorio del comune di Moggio Udinese, che la dividono dalla zona del Canal del Ferro-Val Canale.


Orografia


Complessivamente la Valle è circondata dai monti:


Idrografia


Il Chiarsò (Cjarsòn), da cui la valle prende il nome (Val Chiarsò), è il torrente che si snoda lungo l'intero territorio e il suo nome, di origine preromana, potrebbe significare la presenza di luoghi rocciosi lungo il torrente. Nasce a 985 m, presso la Stuä di Ramaç dall'unione dei rii Cercevesjä e Malinfiér, e termina a Cedarchis dove affluisce nel But. Dopo la suddetta confluenza, riceve il Maiôr, il Rù Tamai e il Ruàt; a seguire, nel centro del paese, con la Minišchìtä, il Rutàndi, l'Orteglàs, la Turieä, la Muê e, per ultimo, con i rii Benedet e Poi.

Nella Valle d'Incarojo scorrono altresì le acque della:

e zampillano due fonti d'acqua: la ferruginosa a Rufòsc e la solforosa ad Aonêš.


Clima


Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Paularo.
segmento del monte Sernio
segmento del monte Sernio

Il clima della zona, pur trattandosi di area alpina, è mite in quanto fortemente protetta dai venti dai quadranti nord-orientali. Le temperature medie annue oscillano attorno ai 9,6 °C.[senza fonte] La primavera presenta caratteristiche invernali nella prima parte di marzo per poi mitigarsi agli inizi di aprile quando le temperature minime non risultano più negative. Le medie stagionali primaverili sono comprese tra i 6 e gli 8 °C. Il periodo in cui è possibile superare i 30 °C va da giugno ad agosto; solo eccezionalmente vengono superati i 35 °C. L'inverno non è più particolarmente rigido, con le temperature medie stagionali che oscillano tra i 1,5 °C e i -5 °C, e nemmeno piovoso.


Origini del nome


Il nome deriva da "pabolarium" (pascolo) oppure da "povui-poulars", luogo di ippocastani, come testimoniano gli unici secolari esemplari arborei di piazza Julia, eredi di ben più vasta piantagione. Un'antica pergamena reca a tal proposito uno scritto: "Poularij di Incaroj, anno 1471"[5].

«Chiamasi Canale d'Incarojo l'intera valle solcata dall'alto But che si immette nel Tagliamento. Questa Valle, posta nella catena delle Alpi Carniche, la più orientale fra le settentrionali della Carnia, comprende il territorio del comune di Paularo, uno fra i più vasti territorj comunali, avendo l'area di 73988 pertiche censuarie. Le Alpi ne' loro vertici, elevati 2100 metri sopra il livello del mare, segnano i confini tra la Carnia e la Carintia, e mandano le acque nell'Adriatico co' loro versanti al Sud, e nel mar Nero con quelli al Nord»

(Incipit di un libro dell'architetto, matematico e meteorologo friulano Giovanni Battista Bassi dedicato "ai buoni valligiani d'Incarojo" il 30 novembre 1861.[6])

Storia


Nel 705 sulle montagne della Valle d'Incarojo si svolsero alcune battaglie tra i Longobardi e gli Slavi. Il 31 agosto 1037 il Patriarca Peppone, assegna con il suo testamento “omni que vocatur Pizzul” alla Chiesa di Aquileia[5]. Un documento del 30 dicembre 1275 riconosce dinnanzi al Patriarca Gregorio di Montelongo di avere “decime" a Villa di Mezzo d'Incarojo (oggi Villamezzo). Un atto testamentario di Stropatius che riporta la data del 1309, cita Villa de Fur (oggi Villafuori) e Tavella di Salino.

benvenuto all'ingresso del capoluogo
benvenuto all'ingresso del capoluogo

Il 16 luglio 1420 ebbe fine la lotta tra il Patriarcato di Aquileia e la Serenissima Repubblica di Venezia. La Valle d'Incarojo passò sotto l'egida della Patria Veneta, mentre sotto il profilo ecclesiastico rimaneva alle dipendenze della potestà patriarcale. La suddivisione amministrativa della Valle durante la dominazione veneta era costituita dai comuni di Villamezzo (con le frazioni di Villafuori e Rio); Paularo (con Misincinis e Casaso); Dierico; Salino (con i borghi di Lambrugno, Tavella e Castoia); Trelli (con la frazione di Chiaulis). Tale suddivisione rimase in vigore fino agli inizi del secolo XIX[5]. Il 30 agosto 1478 venne combattuta la Battaglia di Lanza contro i Turchi che aspiravano ad appropriarsi dell'intera Valle e di altre valli carniche. Nell'anno 1692, un'alluvione distrugge totalmente la canonica del capoluogo.[7]

Nel 1700, Jacopo Linussio, nativo del posto e studente a Villach (Austria), divenuto un noto ed affermato imprenditore dell'industria tessile in Carnia creò numerosi laboratori tessili garantendo un'occupazione alla popolazione carnica mai vista prima e chiaramente anche per l'area paularina fu un periodo particolarmente fiorente[5]. A testimonianza di oltre quattro secoli di dominio della Serenissima Repubblica Veneta è un cippo confinario, in pietra, noto come di “Maria Teresa” tutt'oggi visibile a Valbertat Bassa che riporta scolpita la data del 1777 con impresso su un lato il leone di San Marco e sull'altro lo stemma del ducato di Carinzia.

Il 24 dicembre 1709 un incendio annientò il prezioso archivio dell'allora comune di Villa di Mezzo (oggi frazione di Villamezzo) che disponeva di un'importante documentazione che ricostruiva in maniera completa e accurata la storia della Valle d'Incarojo, fino a quella data. Malgrado l'evento sono stati reperiti atti custoditi negli archivi delle Valli contermini che offrono, pur in maniera non precisa e assai frammentata, dei cenni storici riferiti agli anni antecedenti la distruzione archivistica villamezzina. Nel 1797 la Valle passa all'Austria a seguito della sconfitta del Sovrano asburgico Francesco II (Trattato di Campoformio).Nel 1805 annessione della Valle al Regno d'Italia creato da Napoleone I.

panoramica sud del centrovalle
panoramica sud del centrovalle

Nel 1814 con la caduta di Napoleone Bonaparte la Valle d'Incarojo nuovamente torna in territorio austriaco[5]. Nel 1866 la Carnia e con essa Paularo divennero territorio italiano. Da questo anno in poi divenne una frequentata località turistica caratterizzata in seguito anche da una massiccia presenza militare del Corpo degli Alpini ospitati nelle due caserme in via Roma e via Piave; esse furono edificate dal Ministero della Difesa italiano nel 1940 per la Guardia di Frontiera ma rimasero inutilizzate a causa della guerra; solamente dal 1962 al 1975 vi furono ospitate una compagnia di alpini ed una batteria di artiglieria da montagna.

Nel 1913 iniziarono i lavori della strada Duron, lunga sei chilometri, resa camionabile tra il 1939-1940 e di competenza provinciale nel successivo 1960. La nuova arteria farà da anello di congiunzione tra la strada provinciale valle d'Incaroio e la strada statale 52 bis per monte Croce Carnico al confine con l'Austria.[8] Il 14 settembre 1915 (Prima Guerra Mondiale) sul monte Zermula avvenne il bombardamento che coinvolse militari austriaci contro i militari italiani. Il 2 aprile 1917 a Casera Turiee una valanga travolgeva la sede del Comando Battaglione Alpini "Monte Granero". Tra i numerosi militari che persero la vita anche il loro comandante, maggiore Vincenzo Arbarello.[9] Tra il 1936 e il 1941 viene realizzata un'altra importante arteria di comunicazione tra il centrovalle e Ramaz (9 chilometri) e Ramaz a Pontebba (24 chilometri) necessaria al consorzio comunale Paularo-Arta Terme-Moggio Udinese-Pontebba.[8]

volo con parapendio
volo con parapendio

Il 5 giugno 1944 i partigiani garibaldini entrarono a Paularo distruggendo, come primo atto, la sede del Fascio ubicata di fronte all'attuale Monumento ai Caduti di tutte le Guerre e nel pomeriggio uno stormo di cacciabombardieri diretti in Germania sorvolarono l'intera Valle[10]. Il 9 ottobre, alle ore 04:00 del mattino, un ordine del comandante dei partigiani e l'aiuto di un garibaldino locale esperto di dinamite, fa distruggere il "ponte di ferro" che consente l'ingresso al capoluogo provenendo da Tolmezzo[10]. L'11 ottobre nel corso di un'operazione di rastrellamento durante il Secondo Conflitto Mondiale, circa 300 residenti furono arrestati e deportati nei campi di concentramento tedeschi[10].

Nel 1951 il Comune raggiunge il più alto numero di cittadini residenti del secolo: 4.412 abitanti. Il 10 e l'11 settembre 1983 la valle fu investita da un'intensa alluvione che modificò permanentemente parte della morfologia e della viabilità del fondovalle capoluogo.

Il 3 aprile 2022 ha ricevuto dalla Commissione Europea il riconoscimento di Villaggio degli Alpinisti. È il 6º paese in Italia e il 38° in Europa[11]


Simboli


Lo stemma comunale, rappresentato in uno scudo sannitico, è stato concesso con il Decreto del presidente della Repubblica n. 2373 dell'8 luglio 1980.[12]

«Trinciato abbassato d’azzurro e di rosso: il primo a tre torri di muro merlate (3) alla ghibellina, aperte del campo e fondate sul trinciato; il secondo a tre stelle d’oro di sei raggi ordinate sotto le basi delle torri.»

(D.P.R. 8 luglio 1980)

Le tre torri ricordano i tre fortilizi che per diversi secoli hanno provveduto alla difesa del paese, il primo innalzato sopra la zona Duron, che poneva in comunicazione le valli di Treppo, Paluzza e Valcalda, l'altro sopra la frazione di Dierico che dominava il canale d'Incarojo e il terzo con torre e tempietto pagano era posto sopra il colle che dominava Paularo sul quale ora si eleva la chiesa Parrocchiale. Inoltre la prima torre simboleggia l'assieme delle Ville a Nord, quella centrale il Capoluogo e la terza la popolazione del canale lungo il corso del torrente Chiarsò; verso sud; esse poggiano su uno scosceso fondo rosso simbolo delle ripide e rocciose montagne della Valle.


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose


127 gradini conducono alla parrocchiale dei SS. Vito, Modesto e Crescenzia martiri
127 gradini conducono alla parrocchiale dei SS. Vito, Modesto e Crescenzia martiri

La Chiesa custodisce tra le altre: due opere di pittore locale posizionate nelle pareti del battistero ("la moltiplicazione dei pani e dei pesci" e "le nozze di Cana"); nella cupola altre due opere ("la Trinità in gloria" e "i "quattro dottori della Chiesa" Agostino, Girolamo, Ambrogio, papa Gregorio I); altre due tele, a olio su tela, nell'altare delle anime purganti (1803) e una in quello di san Valentino rappresentante la Madonna in trono con bambino e i santi Valentino, Agostino, Gerolamo e Giovanni Battista; un magnifico Crocifisso, a grandezza quasi naturale del XVI secolo circa; l'altare marmoreo offerto da Jacopo Linussio (lo ricorda una lapide bianca sul retro con l'epigrafe D.O.M. Jacobi Linussi, pietate MDCCCXLVII) con le statue dei Santi Vito e Modesto ai due lati, con in mano una palma segno del loro martirio, e al centro il Salvatore con un vessillo dorato; il tabernacolo la cui parte è stata dipinta da Antonio Schiavi in pittura su metallo con fogli d'oro zecchino e ossidi metallici; il battistero del XVI secolo e l'organo del 1764.

Centoventisette sono i gradini necessari per raggiungere l'ingresso della chiesa parrocchiale partendo dal primo costruito accanto all'ingresso dello storico palazzo Calice-Screm: novantatré fino al ballatoio panoramico, altri trentaquattro da quest'ultimo al portale d'ingresso disegnato da Domenico Schiavi;


Architetture civili



Altri siti



Piazze


Le principali:


Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[15]


Lingue e dialetti


pannello stradale bilingue
pannello stradale bilingue

A Paularo, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza la lingua friulana. Ai sensi della deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[16].
La lingua friulana che si parla a Paularo rientra fra le varianti appartenenti al friulano carnico[17].

È d'uso corrente la conversazione in dialetto carnico (cjargnèl), mentre l'italiano viene parlato solo nelle occasioni formali. La Valle presenta ulteriori varianti linguistiche: a Lovea, Valle e Rivalpo (frazioni del comune di Arta Terme), si parla un dialetto carnico con le vocali lunghe e strette (mangjeet, steet, ecc.); Salino è caratterizzato da una cadenza particolare e calma; a Dierico vige la "erre" pronunciata alla tedesca con una "e" aggiunta alla fine di buona parte delle parole terminanti in a chiusa; Paularo e le restanti frazioni presentano, oltre alla già citata "erre", una particolare desinenza (normalmente trascritta con il simbolo ä) per i vocaboli terminanti in "e" nel friulano standard, la quale si manifesta con un suono a metà tra "a" ed "e". Inoltre, da Dierico in su, va sottolineata la totale perdita della "t" nel participio passato dei verbi (a sei/ai stâ, ai iudû, ecc.).


Istituzioni, enti e associazioni



Cultura



Biblioteche


biblioteca e sede di Radio Paularo
biblioteca e sede di Radio Paularo

Scuole


Fino agli anni '90 erano attive scuole primarie anche a Dierico (istituita nel 1867), Ravinis (operativa dal 1926), Salino (aperta nel 1927) e Chiaulis (nel 1947), poi accorpate a quella del capoluogo intitolata a Giovanni Battista Bassi inaugurata nel 1823.[18]


Musei


particolare da San Vito
particolare da San Vito

Media



Radio


Tv

RTP TelePaulâr, unica emittente televisiva privata della Valle, di proprietà di Enzio Canciani, trasmetteva da Rio, via Pacifico Valussi n.3, documentari, film e approfondimenti, anche politici, di interesse locale e spesso - in simulcast - diffondeva alcune reti televisive satellitari estere. Ha cessato le trasmissioni, unitamente alla sorella Radio Paulâr, stessa sede, con l'entrata in vigore della "legge Mammì" che ha normato radicalmente negli anni '80/'90 l'intero sistema radiotelevisivo italiano.


Cucina


La cucina è caratterizzata da piatti sostanziosi come la polenta, le minestre e i minestroni, i prodotti derivanti dalla macellazione del suino, il musetto, le frittate (soprattutto con le erbe della zona) e la selvaggina.

Tra le specialità, le più singolari sono:


Geografia antropica



Frazioni



Borghi



Infrastrutture e trasporti



Strade


Salino, i suoi borghi e Trelli
Salino, i suoi borghi e Trelli

Paularo, pur confinando con territorio austriaco, non dispone di una rete stradale internazionale. Le vie di comunicazione ordinarie sono:


Mobilità urbana


I trasporti urbani e interurbani di Paularo vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da SAF


Amministrazione



Sindaci


[21]


Gemellaggi



Sport



Eventi sportivi



Ciclismo - Giro d'Italia

ciclisti sul Duron
ciclisti sul Duron

La 15ª tappa del 93º Giro d'Italia, il 23 maggio 2010 ha interessato la Valle percorrendo, dopo aver salutato il centro del capoluogo, l'inedito e impegnativo tratto del "Duron" (6,7 km con pendenza media del 10% e punte del 18%) in direzione del monte Zoncolan con provenienza da Mestre. Tappa vinta dall'italiano Ivan Basso;

La costruzione dell’arteria stradale del Duron risale al 1913 ed è stata resa camionabile tra il 1939 e il 1940. Di competenza provinciale dal 1960 (SP.24) essa fa da anello di congiunzione tra la strada provinciale Valle d'Incarojo di Paularo e la strada statale 53 bis monte Croce Carnico a Paluzza che conduce al confine con l'Austria. La rampa del Duron è ritenuta impegnativa nel campo della disciplina sportiva del ciclismo ed è nota per essere stata percorsa, in più edizioni, dal Giro d’Italia.

Nel Giro d'Italia, passo Duron apre - oltrepassati Treppo Ligosullo, Sutrio e Paluzza - al traguardo di tappa del monte Zoncolan definita la più dura del ciclismo mondiale.[24]


Altri eventi


Impianti sportivi



Società sportive


Velox Paularo, società sportiva dilettantistica dai colori sociali giallo e blu, opera nei settori:

Sodalizio costituito nel 1961 con il nome di "Giac-Velox" ha partecipato nel 1963 al primo campionato Juniores e a una serie di competizioni sciistiche e di atletica. Nel 1968 aderisce al Campionato Carnico vincendo negli anni successivi due titoli di campione, scudetti nel 1978 (12 vittorie, 5 pareggi, 5 sconfitte con 35 reti fatte e 26 subite) e nel 2004.[33]


Note


  1. Popolazione residente al 1º gennaio 2022 (dato ISTAT), su demo.istat.it.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. toponomastica ufficiale (DPReg 016/2014), su arlef.it.
  5. Natalino Sollero, L'Incarojo fra storia e leggenda. Interrelazioni con il Friuli e la Carnia, Pasian di Prato, Campanotto Editore, 1994.
  6. Giovanni Battista Bassi, Cenni biografici di p. Nicolò Sellenati, parroco di Paularo d'Incarojo in Carnia, Udine, Tipografia Foenis, 1861.
  7. Raimondo Valesio, Sot il Sernio a l'ombre dai povui di Paular", Paularo, 1953.
  8. Natalino Sollero, La Valle d'Incaroio o di Paularo, pagina 42, pubblicato nel 1980.
  9. Cristian Adami, Le poco favorevoli condizioni meteo spostano in paese la festa di Casera Turriee., in Carnia Alpina, anno XXX, 3 del 15 ottobre 2016.
  10. Nazario Screm, L'eccidio che oscuro' la Resistenza nella Valle d'Incarojio, Paularo, Tip. A. Moro, aprile 2010.
  11. Paularo riconosciuto villaggio degli alpinisti, su telefriuli.it.
  12. Stemma del Comune, su comune.paularo.ud.it, Comune di Paularo. URL consultato il 9 novembre 2020.
  13. Gian Franco Dreossi e Mauro Pascolini, Valbertat e Cordin Grande, dal patriarca dei malghesi, in Malghe e alpeggi della montagna friulana, anno 2010.
  14. Attilio de Rovere, Luoghi e incanti della Natura - live Carnia, in Friuli Venezia Giulia, turismofvg.it. 2012
  15. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  16. Toponomastica: denominazioni ufficiali in lingua friulana., su arlef.it.
  17. Lingua e cultura, su arlef.it.
  18. Nazario Screm, Le scuole e i maestri della Valle d'Incarojo., Paularo, 1983.
  19. La Mozartina - Cjargne Online, su cjargne.it. URL consultato il 25 maggio 2020.
  20. CarniaMusei, La Mozartina Paularo, in La Mozartina Paularo, 2001.
  21. Nazario Screm, I sindaci della Valle d'Incarojo, Udine, S.G.L. Roseano - Designgraf, 1987.
  22. Cordenons - Altopiano del Montasio, su gazzetta.it.
  23. Giro d’Italia, Froome trionfa sullo Zoncolan preso d’assalto da migliaia di tifosi, su messaggeroveneto.gelocal.it.
  24. La salita più dura del ciclismo mondiale, su ilpost.it.
  25. Rai Sport, Vittoria della Brandli, su www2.raisport.rai.it, Rai Radiotelevisione Italiana, 13 luglio 2001 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2006).
  26. Carnia in Mtb a Paularo, su ilfriuli.it.
  27. Carnia classic 2016, su carniabike.it.
  28. GIRO FRIULI VG: Regalli sfreccia a Paularo, su federciclismo.it.
  29. Supergiro delle Dolomiti 2017. (PDF), su dolomitensport.at.
  30. SUPERGIRO DOLOMITI 2018 - 10.06.2018, su bikeandmore.it. URL consultato il 27 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2018).
  31. Italiano Trial, uno scatenato Petrella vince a Paularo, su ilfriuli.it.
  32. CENSIMENTO IMPIANTI ABBANDONATI IN FRIULI VG (PDF), su mountainwilderness.it.
  33. Tutta la Carnia piange Nives, la presidentessa della Velox, su messaggeroveneto.gelocal.it.

Bibliografia



Voci correlate



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Collegamenti esterni


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На других языках


[de] Paularo

Paularo (furlanisch: Paulâr) ist eine nordostitalienische Gemeinde (comune) mit 2457 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in der Region Friaul-Julisch Venetien. Die Gemeinde liegt etwa 66 Kilometer nordnordwestlich von Udine und gehört zur Comunità Montana della Carnia. Der Monte Sernio erhebt sich in der Gemeinde auf 2.187 Meter und der Monte Zermula auf über 2.104 Meter.

[en] Paularo

Paularo (Friulian: Paulâr) is a comune (municipality) in the Province of Udine in the Italian region Friuli-Venezia Giulia, located about 110 kilometres (68 mi) northwest of Trieste and about 50 kilometres (31 mi) north of Udine, on the border with Austria.

[es] Paularo

Paularo es una localidad y comune italiana de la provincia de Udine, región de Friuli-Venecia Julia, con 2.823 habitantes.

[fr] Paularo

Paularo est une commune italienne de la province d'Udine dans la région Frioul-Vénétie Julienne en Italie.
- [it] Paularo

[ru] Пауларо

Пауларо (итал. Paularo) — коммуна в Италии, располагается в регионе Фриули-Венеция-Джулия, в провинции Удине.



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