Olgiate Comasco (Ulgiaa in dialetto comasco[5][N 1], AFI: /ulˈdʒaː/) è un comune italiano di 11 663 abitanti[2] della provincia di Como in Lombardia.
Olgiate Comasco comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Simone Moretti (lista civica di centro-sinistra[1]) dal 6-6-2016 (2º mandato dal 4-10-2021) |
Territorio | |
Coordinate | 45°47′N 8°58′E |
Altitudine | 400 m s.l.m. |
Superficie | 10,96 km² |
Abitanti | 11 663[2] (30-11-2020) |
Densità | 1 064,14 ab./km² |
Frazioni | Baragiola, Bontocco, Boscone, Cantalupo, Cascina del Pè, Casletto, Gerbo, Rongio, Somaino |
Comuni confinanti | Albiolo, Beregazzo con Figliaro, Colverde, Faloppio, Lurate Caccivio, Oltrona di San Mamette, Solbiate con Cagno |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 22077 |
Prefisso | 031 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 013165 |
Cod. catastale | G025 |
Targa | CO |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 719 GG[4] |
Nome abitanti | olgiatesi |
Patrono | santi Ippolito e Cassiano |
Giorno festivo | 13 agosto |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Il comune è situato in una posizione strategica in quanto dista solamente 10 km dal capoluogo provinciale Como, 14 km dal comune di Varese, 8 km dalla frontiera italo-svizzera Bizzarone-Novazzano e circa 45 km dal capoluogo lombardo Milano.
Al suo settentrione si sviluppa un'area geografica al quale è legato etimologicamente, l'Alto Olgiatese, una zona collinare-pedemontana prealpina che rappresenta la transazione da Pianura Padana a Prealpi ed Alpi.
Sulle origini della prima parola che forma il toponimo ci sono diverse teorie.
Secondo alcuni, la radice olgi- potrebbe derivare dal nome latino di persona Ulvius o Ulbius, mentre altri lo ritengono derivato da aulcia,[6] aucia, augia, termini latini che indicherebbero una porzione di terra arativa cinta da fossati e siepi. Un'altra teoria si rifarrebbe a una trasformazione in olgia, o olla del termine latino aula, usato per indicare una pentola, un vaso o un'anfora per cuocere vivande e conservare cibi o monete.[6] Numerose sono anche le interpretazioni sulla desinenza -ate (molto frequente in nei toponimi lombardi), per alcuni di origine etrusca, celtica o ligure e per altri un semplice suffisso indicato per trasformare un nome comune di cosa in un toponimo.[6]
La seconda parte del toponimo fu invece aggiunta per un Regio Decreto del 1862 e indica la posizione geografica, probabilmente per differenziare il toponimo da Olgiate Olona e Olgiate Molgora.
Centro dalle origini liguri-celtiche, Olgiate iniziò a svilupparsi in epoca romana,[7] quando il territorio era attraversato dalla via Novaria-Comum, strada romana che metteva in comunicazione i municipia di Novaria (Novara) e Comum (Como) passando per Sibrium (Castel Seprio). A questo periodo risalgono alcuni ritrovamenti archeologici avvenuti nel XIX secolo, quando tra i vari reperti furono trovate alcune ceramiche del I secolo realizzate dall'officina aretina di Marco Perennio.[7] Una necropoli dell'età romana si sarebbe invece trovata tra le località Baiettino e Vigna dei Ronchetti.[8]
Tra i secoli IX al XIII secolo la località è attestata come abitato di arimanni longobardi, ai quali si devono l'edificazione della chiesa di San Cassiano e la denominazione Olgeate, qui dicitur Longobardorum, appellativo che nel XVI secolo si ritrovò ancora saltuariamente nella forma "Olgiate Lombardone".[7]
Alcuni documenti del 1215 rivelano che in età comunale Olgiate fosse dotato di un proprio podestà.[7]
Gli annessi agli Statuti di Como del 1335 riportano "Olzate" tra i comuni che, all'interno della pieve di Uggiate, hanno l'incarico della manutenzione del tratto della stratam de Cardevio compreso tra la platea que est ad domos quondam Alberti Zanforgi e il Sassum de Cardevio.[9] Gli stessi Statuti rivelano come Olgiate ricoprisse, per tutta la pieve, il ruolo di centro di distribuzione del sale e di sede della tesoreria (la cosiddetta "caneva"), con gli Umiliati nel ruolo di tesorieri pubblici (canevari) in una casa ancor oggi visibile all'interno dell'abitato.[7]
A partire dal periodo Visconteo e Sforzesco del Ducato di Milano, le terre di Olgiate ospitarono residenze nobiliari di famiglie comasche quali gli Odescalchi, i Lucini, i Rovelli, i Volpi[7] e i Raimondi.[8]
Sempre inserito nella stessa pieve fino al termine del XVIII secolo, nel 1751 il comune di Olgiate era ancora soggetto a un pagamento quindicennale per la redenzione[9] con cui, nel 1652, aveva ottenuto il riscatto dall'infeudazione.[7] Sempre nel 1751, il territorio comunale comprendeva già i cassinaggi di “Cassina della Fornace”, Bontocco, Cantalupo, “Cassina della Brugheria”, “Cassina di Castello”, “San Giorgio”, Ronsio e “Cassina del Pè”.[9] Due anni più tardi il comune di Olgiate risulta comprendere anche la comunità di Somaino, che fino almeno al 1751 costituiva ancora un'entità comunale autonoma.[9][10] Dal 1757 il territorio di Olgiate si estese anche a Baragiola, fino al 1751 comune a sé stante ma nel 1753 già aggregata a Gironico al Monte.[11][12]
Durante la Repubblica Cisalpina di Napoleone Bonaparte, il comune viene per la prima identificato con la denominazione di "Olgiate Comasco" e scelto come uno dei capoluoghi distrettuali del Dipartimento dell'Olona (Legge 2 Vendemmiale dell'anno VII, 23 settembre 1798).[7] Un successivo decreto di riorganizzazione amministrativa del Regno d'Italia napoleonico datato 1807 sancì l'annessione di Solbiate al comune olgiatese.[13] Tutte le decisioni napoleoniche furono abrogate con la Restaurazione.[14]
Negli anni del Risorgimento, Olgiate rappresentò una postazione strategica per le truppe di Garibaldi, il quale nel 1848 chiese ufficialmente il supporto della Deputazione Comunale locale e nel 1859 si accampò in paese per preparare la battaglia di San Fermo.[7]
Successivamente all'unità d'Italia, il comune si chiamò "Olgiate" fino al 1862, anno in cui la denominazione venne cambiata in "Olgiate Comasco" (R.D. 14 dicembre 1862, n. 1059).[15]
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 3 agosto 1970.[16]
«Di rosso, a tre castelli d'argento, fondati di verde, merlati alla guelfa, torricellati di due pezzi laterali, aperti e finestrati, murati di nero, posti due in capo ed uno in punta, quest'ultimo fiancheggiato da due api montanti d'oro. Ornamenti esteriori da Città.» |
I tre castelli sono ripresi dal blasone della famiglia Castelli, ai quali sono state affiancate due api a simboleggiare l'operosa volontà degli abitanti.[17]
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco.
![]() | Titolo di Città |
«Decreto del Presidente della Repubblica» — 17 gennaio 2000[16] |
Nonostante la chiesa debba il suo aspetto attuale ad alcune importanti ristrutturazioni avvenute negli anni 1891-1895,[18] la sua esistenza è già attestata nel 1093, anno in cui un numeroso gruppo di arimanni decise di regalare la chiesa all'abbazia di Cluny[7] tramite il monastero vertematese di San Giovanni Battista.[19] Attorno alla chiesa, allora in stile romanico, i cluniacensi costruirono un loro monastero, il quale fu attivo fino al XII secolo.[7] Della struttura originaria sopravvivono oggi alcuni elementi dell'abside e della parte superiore della navata centrale[8]. Tracce dell'edificio romanico si riscontrano anche lungo il fianco sinistro della chiesa[20].
Dopo un periodo di abbandono, la chiesa fu riedificata nel XVI secolo[8].
La chiesa esercita le funzioni di parrocchiale almeno dalla fine del XVI secolo, periodo in cui faceva parte della pieve di Uggiate.[21]
Il campanile, detto "del fico" per via dell'omonima pianta che per lungo tempo (fino al 1929[8]) crebbe in corrispondenza della torre campanaria, fu completato nel 1636 dopo esser stato costruito a più riprese durante il periodo della dominazione spagnola del Ducato di Milano.[7]
L'organo a canne in controfacciata, datato 1846 e recentemente restaurato, è opera dell'organaro varesino Francesco Carnisi di Luino.
Al XIII secolo[7] risale la chiesa di San Gerardo,[22] ristrutturata nel Cinquecento e attestata nella parrocchia di Olgiate nel 1788.[21]
La chiesa divenne segno tangibile della devozione degli olgiatesi a san Gerardo dei Tintori, iniziata con un voto fatto nel 1207[7] e che ancor oggi prosegue con un pellegrinaggio alla tomba monzese del santo ogni 25 aprile.[23][8]
Nel Medioevo, durante l'età dei comuni, sul territorio corrispondente all'odierno comune di Olgiate Comasco si contavano, oltre alla suddetta chiesa di Sant'Ippolito, quella di San Giorgio, quella Santa Maria a Somaino e quella di Sant'Ilario a Baragiola.[7]
Abitanti censiti[28]
Il centro abitato di Olgiate Comasco è costituito da vari quartieri, posti intorno al centro storico, che hanno come origine alcune cascine. Attorno a esse, con il boom edilizio degli anni sessanta, la campagna è stata deturpata dalla cementificazione, che ha portato alla costituzione delle attuali aree edificate.
Piccolo centro rurale nato nelle campagne a nord-est del capoluogo comunale. Lo sviluppo urbanistico della seconda metà del Novecento ha portato alla costruzione di molte case intorno alle cascine storiche poste a poche centinaia di metri dal nucleo, costituendo un unico agglomerato.
Inizialmente una singola cascina con corte situata a 1,2 km a sud-est del centro storico di Olgiate, lo sviluppo urbanistico ha visto la nascita di un nuovo paese che si estende per 0,65 kmq e conta diverse centinaia di abitanti. A nord della statale Briantea, che taglia in due il centro abitato, è situato il quartiere Montello. Altro quartiere è quello della Cappelletta, che prende il nome da una cappella ivi presente. Il paese è servito dalle scuole materna e primaria e da un grande parco pubblico.
Posto a sud del capoluogo, il centro storico è costituito da una decina di corti. Nelle vicinanze scorre la Roggia Antiga, oltre la quale si trova la zona industriale.
Il paese è situato a ovest di Olgiate, da cui dista 1,6 km, vicino alla strada statale Briantea. Vi si trovano la moderna chiesa della Visitazione, la scuola elementare e la farmacia, che servono anche il nucleo di Casletto, situato a poca distanza e noto per la sua area commerciale. A sud della statale sorgono il quartiere di Somainello e la zona industriale.
Nuclei abitati: Baragiola, Boscone, Cantalupo, Casletto, Gerbo
Terra originariamente dalla vocazione agricola, nella prima metà del XX secolo Olgiate Comasco assistette a un discreto sviluppo industriale, dapprima nell'ambito della manifattura e successivamente nei settori della meccanica e della chimica[8].
A Olgiate Comasco hanno sede la valigeria Bric's, la Tessitura Boselli, la Tessitura Taiana Virgilio, la SISME S.p.A.
Dal 1885 al 1966 era in funzione la Ferrovia Como-Varese delle Ferrovie Nord Milano, a scartamento ordinario e a Olgiate Comasco aveva la sua stazione ferroviaria. Nel 1948 la ferrovia venne elettrificata e nel 1966 venne soppressa definitivamente e abbandonandola completamente. Con la chiusura di questa linea si è perso di incrementare il trasporto passeggeri, ma soprattutto un collegamento diretto con Como, Varese e Laveno.
Tuttora Olgiate Comasco gode dei servizi di FNMAutoservizi, in particolare sul territorio comunale transitano i bus della linea Como-Varese con diverse fermate e quelli della linea Olgiate Comasco-Tradate.
Olgiate Comasco è attraversata dalla strada statale 342 Briantea che divide il centro cittadino in due parti e dalla strada provinciale Lomazzo-Bizzarone. La città non è direttamente collegata con la rete autostradale ma è facilmente raggiungibile tramite le uscite Lomazzo Nord, Fino Mornasco e Como centro dell'autostrada A9 Lainate-Como.
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