Marano di Napoli, anche abbreviato in Marano, (Marano 'e Napule in napoletano[4]) è un comune italiano di 57 394 abitanti[1] della città metropolitana di Napoli in Campania. Posto in parte sulla collina dei Camaldoli, è uno dei comuni più popolosi, e fa parte del territorio denominato agro giuglianese.
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Marano di Napoli comune | |
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La città vista da Torre Caracciolo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Città metropolitana | Napoli |
Amministrazione | |
Sindaco | Commissione straordinaria dal 21-6-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 40°54′N 14°11′E |
Altitudine | 151 m s.l.m. |
Superficie | 15,64 km² |
Abitanti | 57 394[1] (31-7-2022) |
Densità | 3 669,69 ab./km² |
Frazioni | Castello Monteleone, Masseria Foragnano, San Marco, San Rocco, Torre Caracciolo |
Comuni confinanti | Calvizzano, Mugnano di Napoli, Napoli, Quarto, Villaricca |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 80016 |
Prefisso | 081 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 063041 |
Cod. catastale | E906 |
Targa | NA |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 355 GG[3] |
Nome abitanti | maranesi |
Patrono | san Castrese |
Giorno festivo | 11 febbraio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Marano di Napoli nella città metropolitana di Napoli | |
Sito istituzionale | |
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La città si estende su di un territorio collinoso di 15,64 km² a 151 metri sul livello del mare. L'area su cui sorge è relativamente molto giovane geologicamente in quanto si è formata circa 11.000 anni fa (corrispondente al terzo e ultimo dei periodi geologici della zona flegrea). Marano è situata a nord-ovest di Napoli, essa dista all'incirca 8 km dall'Asse Mediano, e una decina di km dalla Tangenziale di Napoli. Infine la città dista appena dieci chilometri dall'aeroporto internazionale di Napoli-Capodichino.
È presente il clima mediterraneo, estati sono lunghe e fresche ma la maggior parte umide per via delle perturbazioni provenienti dall'Africa, mentre gli inverni sono relativamente miti ma con intense precipitazioni tra ottobre e gennaio a causa dell'aria umida proveniente dal mar Tirreno, non sono escluse delle giornate molto fredde per la provenienza di correnti artiche dalla Russia facendo così precipitare anche per parecchi giorni temperature intorno o al di sotto dello 0°. Le temperature medie invernali sono di solito inferiori ai 10 °C. Le medie estive sono di 26 °C con valori massimi che possono raggiungere i 38 °C con alto tasso d'umidità.
L'origine del nome Marano è sconosciuta; si ritiene che rappresenti un toponimo prediale (o anche detto fondiario) che deriva da un nome latino (in genere corrispondente al gentilizio). Marano quindi deriverebbe dal tardo latino Marianum che ha all'origine il nome Marius, soggetto al quale è stata assegnata una proprietà fondiaria, il praedium Marianum appunto[5]. Successivamente si è aggiunta la dicitura di Napoli per distinguerla dalle altre città italiane con lo stesso nome[6], anch'esse probabilmente proprietà fondiarie di un Marius.
Il territorio maranese mostra tracce antropologiche risalenti all'età neolitica, il che ci dice come questo territorio sia stato abitato già da tempi molto lontani: difatti sono stati ritrovati insediamenti databili all'incirca 8.000 anni fa (lungo la direttrice Marano-San Rocco). Del periodo Osco-Sannita troviamo tracce soprattutto nella zona di Masseria Spinosa, Vallesana e Monteleone; tuttavia la maggior parte di esse sono state distrutte nel tempo, lasciando visibili oggi solo tre strade ancora percorribili, ovvero Cupa dei Cani, Pendine e Cupa Orlando. Col periodo romano abbiamo una vera e propria fioritura dell'area divenuta crocevia di attività economiche, ludiche e religiose, in quanto situata lungo la Consularis Campana che collegava Pozzuoli (importante porto commerciale nel periodo imperiale) a Capua (a sua volta collegata a Roma con la via Appia). Del periodo romano testimonianze evidenti sono il Mausoleo del Ciaurro (la più importante opera architettonica di tipo funerario in Campania) e cinque statue conservate al Museo Archeologico Nazionale di Napoli raffiguranti un liberto di nome Dama, la moglie Terzia (entrambi appartenuti all'imperatore Tiberio), Ercole e due fauni. In seguito alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, e alla perdita di potere dell'Impero Romano d'Oriente nella regione, entrò a far parte prima del Regno di Sicilia e poi del Regno di Napoli. In questi secoli sorsero i nuclei originari della città: un villaggio denominato Balisano (o Vallesana), un altro che era il vero e proprio casale di Marano (e quindi identificabile nel centro storico) e il casale di Turris Marano (o Marano delle Torri) nei pressi di Monteleone. Proprio nella zona di Monteleone l'imperatore Federico II fece edificare un castello adibito a residenza di caccia che, tuttavia, alla sua morte fu incendiato a causa di una sollevazione popolare; fu fatto ricostruire dal re Carlo I D'Angiò nel 1275, il quale costrinse sessanta famiglie a risiedere nelle vicinanze dello stesso, fondando di fatto la frazione denominata San Rocco[7]. Con la venuta a Napoli degli Spagnoli, Marano si trasformò in un cantiere cambiando il proprio volto. Nel 1630, oltre a comprendere il suo storico territorio, la città inglobava Quarto e il territorio dell'attuale Monterusciello. Inoltre sino a questa data Marano faceva parte dei casali demaniali di Napoli[8]; tuttavia gli organi di governo, a causa delle difficoltà finanziarie dello Stato, decisero di alienare il casale, insieme ad altri, per ingrossare le casse. Il casale fu dunque venduto ad Antonio Manriquez, marchese di Cirella, al quale successe il figlio Diego nel 1631. A Diego successe la sorella Caterina[9] (nel 1637) e alla sua morte, nel 1690, ad Eufrasia Serbellone (figlia di Caterina Manriquez). Dal 1704 Marano passerà ai nobili Caracciolo[10][11]. Nel 1806 a seguito della riforma amministrativa operata sotto il regno napoletano di Giuseppe Bonaparte, il feudo fu abolito per far spazio alla nascente amministrazione comunale maranese. In seguito Marano seguirà le sorti dapprima del Regno delle Due Sicilie e poi dell'Italia. Dal 1959 la frazione di Quarto ottenne l'indipendenza formando un comune autonomo.
Nello stemma di Marano di Napoli è raffigurato un albero di tiglio su un prato verde, affiancato da un putto alato.
Titolo di Città | |
«Decreto del Presidente della Repubblica[12]» — 31 luglio 1981 |
La città di Marano ha anche due palazzi storici importanti: Palazzo Battagliese e Palazzo Merolla.
Il Ciaurro, (simbolo della Città di Marano) situato in via Guglielmo Pepe, è un mausoleo di epoca romana risalente, probabilmente, al I-II secolo d.C.[14]. A tutt'oggi non si sa bene chi vi fosse stato sepolto, ma sono state fatte nel tempo diverse supposizioni; la più accreditata è quella che vede in Tirone, uomo politico, oratore e discepolo di Cicerone, il proprietario del monumento. L'unica cosa di valore ad essere ritrovata (a parte l'intera struttura) è un cofanetto ornato con all'interno 30 monete d'argento. Il Ciaurro occupa un'area di circa 400 metri quadrati; le sue pareti presentano delle nicchie, le quali contenevano le urne cinerarie. Le pareti, come anche le nicchie, sono di tufo, forse proveniente dalla collina dei Camaldoli, mentre il perimetro dell'entrata, come anche quello della finestra, è fatto con mattoni di cotto i quali, dopo un'attenta analisi, sono risultati provenire dai Campi Flegrei (visto che il terreno presenta molte tracce di zolfo). Nelle pareti di tufo sono intarsiati dei rombi. Una volta il Ciaurro presentava anche una grande cupola, distrutta, poi, dagli agenti atmosferici. Il crollo della cupola decretò solamente la rottura del pavimento e non il crollo dell'intero vano, salvando così il secondo piano. L'unico piano intatto è il piano terra, il quale si trova a circa 3 metri sotto il livello attuale del terreno. La scoperta del Ciaurro fu fatta per caso da dei ragazzini, anche se già si era consapevoli della sua esistenza. Inizialmente fu usato come fienile, e poi come deposito. Ma fu solo nel corso del secolo scorso (XX sec.) che il monumento venne tutelato e valorizzato. Attualmente è inserito nella villa comunale a cui dà il nome, costruita ad hoc per il monumento[15][16].
Il castello, noto anche come Castello Monteleone dal nome del feudo posseduto dalla casata Pignatelli proprietaria dell'edificio a partire dal XVI secolo, fu edificato dall'imperatore Federico II di Svevia. Alla presumibile datazione tra il 1227 ed il 1230[17] si contrappongono ipotesi che lo vogliono costruito dopo il 1235.[18] Andato in gran parte distrutto negli anni successivi[18] venne riedificato tra il 1275 e il 1278 su iniziativa di Carlo I d'Angiò. I lavori furono condotti dagli architetti francesi Pierre de Chaule, progettista del più famoso Maschio Angioino di Napoli, e successivamente da Baucelin de Linais.[18]
L'edificio ebbe originariamente usi residenziali, presumibilmente connessi con la circostante area boschiva (detta Gualdo di Napoli) e con la fruizione dell'area termale flegrea; nei secoli successivi è stato ed è tuttora adibito a svariati usi, che ne determinarono i molti rimaneggiamenti.[18] Della struttura storica è leggibile la pianta rettangolare sveva, che si apre su un grande cortile centrale, e le torri sopraelevate in epoca angioina. Della stessa epoca si conservano alcune finestre gotiche del piano sopraelevato. Il portale attuale, ad arco ribassato, fu realizzato nel periodo aragonese.[18]. Il castello era ubicato in un punto strategico ai confini tra il ducato bizantino di Napoli e il principato longobardo di Benevento e Capua[19].
Anch'esso edificato per volere dei sovrani angioini e anch'esso realizzato dagli stessi architetti del ben più celebre Maschio Angioino, ma reso irriconoscibile dalle trasformazioni subite nei secoli, ultima, addirittura, un palazzo realizzato all'interno dello stesso.
Costruita dagli Aragonesi, dalle sue mura si può ammirare il golfo di Napoli e i Campi Flegrei, è, attualmente, di proprietà privata.
Abitanti censiti[20]
Il santo patrono della città di Marano di Napoli è san Castrese, la cui ricorrenza cade l'11 febbraio. La venerazione dei maranesi per il santo è molto antica: difatti la prima testimonianza del culto e di una chiesa a lui dedicata è un documento scritto datato 10 febbraio 942.
Sul territorio è presenta una biblioteca dedicata ai giovani tra i 6 e i 18 anni, la quale ha come scopo quello di avvicinare i giovani alla lettura, e più in generale al mondo della cultura, mediante una serie di attività che spaziano dalla lettura animata, all'ascolto di brani, a laboratori teatrali.
Dato l'elevato numero di abitanti, Marano possiede numerose scuole materne, elementari e medie. Inoltre vi sono due scuole superiori, il Liceo Classico, delle Scienze Umane e Linguistico "Carlo Levi"[21] e il Liceo Scientifico "Emilio Segrè", che sono punto di riferimento non solo per la città, ma anche per i comuni vicini .
I prodotti tipici maranesi sono la ciliegie Arecca e i piselli di Santa Croce, che un tempo erano coltivati in maniera massiccia ed esportati in gran parte dell'Italia, mentre oggi la diffusione resiste solo localmente[22].
Ogni anno, sin dal 1998, a Marano presso via Mario Musella si svolge il cosiddetto festival della legalità, il Marano Ragazzi Spot Festival[23]. Patrocinato dall'associazione Libera, dal comune di Napoli, Marano, dal MIUR e da altri soggetti, è il festival internazionale degli spot di pubblicità sociale realizzati dai ragazzi che numerosi, provenienti da ogni parte d'Italia e d'Europa, accolti nelle famiglie maranesi, condividono attraverso l'impegno, la partecipazione e la corresponsabilità, il sogno di futuro migliore per consegnare alle giovani generazioni un'identità positiva e partecipativa, capace di riscattarle dalla sudditanza della imperante sottocultura camorristica. Il festival è organizzato dal Consorzio delle scuole di Marano di Napoli nell'ambito delle attività coordinate dal Settore Educazione alla Legalità dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Campania; si svolge ad ottobre di ogni anno coinvolgendo l'intera città, per dare un'identità positiva e partecipativa ai giovani di un territorio troppo offeso, depredato e influenzato dalla camorra, dove la scuola è stata chiamata al gravoso compito di offrire motivazioni, riferimenti, esempi, affettività e progettualità.
Gli spot del MRSF creati dai ragazzi saranno poi proiettati sui monitor delle stazioni della metropolitana di Napoli; saranno inseriti nel palinsesto della pubblicità sociale della RAI ogni anno intorno al 21 marzo per promuovere la giornata della memoria per le vittime delle mafie (organizzata da Libera); saranno trasmessi da trasmissioni televisive per ragazzi e dal GTRagazzi.
Il MRSF nel 2009 si è fregiato della Medaglia dal Presidente della Repubblica e del Premio Alta Qualità per l'Infanzia.
La città ha cinque frazioni: San Rocco, San Marco, Castello Monteleone o Belvedere, Masseria Foragnano e Torre Caracciolo. Di queste la più grande è San Rocco, centro agricolo (per quel che rimane) che ha raggiunto ormai più di cinquemila abitanti. La frazione è servita da autobus ANM della linea 165 (che va dallo stazionamento di via Belvedere, presso la rotonda di Maradona, fino allo stazionamento ospedale Cardarelli, angolo via Pietravalle) e un servizio navetta Inibus che collega la frazione alla metropolitana di Chiaiano (Napoli).
Con l'evoluzione della società, alcuni antichi mestieri tipici di Marano sono andati perduti. Tra questi quello dei “montesi”, che lavoravano nelle cave di tufo della zona, e i “cestai” che lavoravano il legno di castagno o di faggio, facendo uso persino dei denti, per produrre cesti destinati per lo più al lavoro dei campi. Altri artigiani indispensabili per l'andamento dell'economia locale erano i “carrai”, che costruivano e riparavano i carri, e gli “scalari”, la cui attività consisteva nel costruire il cosiddetto “treppiedi”. I “mugnai”, proprietari dei mulini, erano addetti alla macinazione del grano[22].
L'asse viario più importante è la strada provinciale denominata nel complesso via Santa Maria a Cubito (ma che assume vari nomi lungo il percorso), la quale parte da Capodimonte, nei pressi del Garittone, e giunge a Sessa Aurunca, attraversando tutta Marano.
Il trasporto pubblico è affidato alle autolinee delle compagnie ANM e Eav che la collegano al capoluogo e ad altri comuni limitrofi. Inoltre il comune è provvisto di un proprio servizio di trasporto locale che gestisce le tratte interne[24]. Gli autobus pubblici che passano per Marano sono le linee 162 - 165 - 460 - 143 - 144. A Marano si può arrivare facilmente prendendo a Napoli la linea metropolitana 1 scendendo a Chiaiano per poi prendere le linee indicate, tranne la 143 e la 144 che fanno il percorso nella zona dei Camaldoli. È presente anche un collegamento ferroviario a discreta distanza dal centro, ma raggiungibile con le autolinee, presso la stazione Quarto-Marano.
Fra il 1902 e il 1960 la città era collegata con Napoli mediante un'apposita diramazione delle tranvie di Capodimonte; fra il 1913 e il 1975 era inoltre presente una stazione lungo la ferrovia Alifana.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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15 gennaio 1988 | 9 agosto 1990 | Raffaele Credentino | DC | Sindaco | |
9 agosto 1990 | 16 gennaio 1991 | Antonio Spinosa | DC | Sindaco | |
16 marzo 1991 | 30 luglio 1991 | Carlo Di Lanno | DC | Sindaco | |
30 settembre 1991 | 6 dicembre 1993 | Roberto Amato Giuseppe Canale Ugo Del Matto |
Commissione straordinaria |
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6 dicembre 1993 | 25 marzo 1996 | Mauro Bertini | PDS | Sindaco | |
25 marzo 1996 | 2 dicembre 1996 | Giovanni Cirillo | Commissario | ||
2 dicembre 1996 | 30 maggio 2006 | Mauro Bertini | DS | Sindaco | |
30 maggio 2006 | 20 giugno 2011 | Salvatore Perrotta | PD | Sindaco | |
20 giugno 2011 | 11 aprile 2012 | Mario Cavallo | PD | Sindaco | |
11 aprile 2012 | 13 giugno 2013 | Gabriella Tramonti | Commissario | ||
13 giugno 2013 | 24 maggio 2016 | Angelo Liccardo | FI | Sindaco | |
24 maggio 2016 | 30 dicembre 2016 | Franca Fico | Commissario | ||
30 dicembre 2016 | 7 novembre 2018 | Maria Ludovica De Caro Francesco Greco Antonio Reppucci |
Commissione straordinaria |
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7 novembre 2018 | 17 giugno 2021 | Rodolfo Visconti | PD | Sindaco | |
21 giugno 2021 | in carica | Gerardina Basilicata Giuseppe Garramone Valentino Antonetti |
Commissione straordinaria |
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Nonostante la grande popolazione, Marano non ha mai avuto una squadra professionistica. Il massimo risultato raggiunto è stata la partecipazione al campionato di Serie D nella stagione 2011-2012 terminata con la salvezza nel girone H. Conclusa la stagione del club maranese, il sodalizio campano dell'Internapoli che nel 2011 aveva spostato la sua sede a Marano di Napoli, nel 2012 decide di trasferirsi a Pozzuoli fallendo e dando fine all'Internapoli.
Nel comune hanno sede la società A.S.D. Grande Napoli Rugby, dedita appunto al rugby e, dal 2017, anche l'Associazione Dinamo Napoli di pallamano, che opera presso la Scuola Media Statale V. Alfieri e che gareggia nei campionati Under-15 e 13.
Sono originari di Marano di Napoli e cresciuti nel Marano Calcio Luca Palmiero del Napoli, militante in Serie A, e Salvatore D'Elia del Frosinone, militante in Serie B. Giuseppe Pezzella invece cresciuto a Marano di Napoli ma calcisticamente nel Monteruscello Calcio, oggi milita in Serie A con l'Atalanta.
A Marano hanno sede un palazzetto dello sport chiamato PalaMarano, uno stadio comunale dedicato alla memoria del carabiniere Salvatore Nuvoletta, dotato di pista di atletica in via Giovanni Falcone, uno stadio a campo sintetico in via Padreterno e un bocciodromo in via San Rocco.
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