Calvizzano (Calvizzàne in napoletano[4]) è un comune italiano di 12 200 abitanti[1] della città metropolitana di Napoli in Campania.
Calvizzano comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Giacomo Pirozzi (lista civica Calvizzano riparte) dal 22-9-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 40°54′N 14°11′E |
Altitudine | 135 m s.l.m. |
Superficie | 3,98 km² |
Abitanti | 12 200[1] (31-7-2022) |
Densità | 3 065,33 ab./km² |
Frazioni | San Pietro |
Comuni confinanti | Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Qualiano, Villaricca |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 80012 |
Prefisso | 081 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 063012 |
Cod. catastale | B452 |
Targa | NA |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 191 GG[3] |
Nome abitanti | calvizzanèsi |
Patrono | san Giacomo |
Giorno festivo | 25 luglio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Calvizzano sorge nella fertile piana di bonifica dei Regi Lagni, nel cuore della pianura campana, in una zona altamente urbanizzata. Il comune è situato nell'agglomerato a nord-ovest di Napoli (l'agro giuglianese) insieme ai comuni di Marano, Mugnano, Villaricca, Qualiano e Giugliano in Campania.
Secondo lo storico locale Raffaele Galiero[5] la denominazione deriverebbe da Calvisius (o Calvicius), un proprietario terriero appartenente alla gens Calvisia. Da qui la denominazione che si sarebbe trasformata in Calvisiano, Calbictiano e infine Calvizzano.
Nel Seicento il notaio Marco Antonio Syrleto, primo storico locale aveva formulato un'altra ipotesi etimologica per il toponimo: secondo lui questo sarebbe derivato dal fatto che nell'antichità, in seguito alle tante guerre e pestilenze, in questo luogo si sarebbero trovati molti sepolcri contenenti solamente i teschi, che vennero chiamati calvi; quando le persone sane vennero in questo territorio per abitarvi, dall'unione dei Calvi ai sani, sarebbe nato il nome Calvisano, dal volgo, in seguito, tradotto in Carvizzano e poi in Calvizzano.[5]
Non esistono dati certi sulla sua fondazione. Il territorio conserva testimonianze archeologiche di epoca romana, come i resti di antiche ville romane.
Raffaele Galiero, storico locale, in un libro del 1936[6], ritiene che il primo nucleo di Calvizzano si sia formato nei pressi di una deviazione dell'antica via Consolare Campana che arrivava alla città di Napoli.
A causa della sua collocazione nell'agro napoletano, il paese subì in epoca altomedievale il riflesso delle travagliate vicende del Ducato di Napoli. Divenne casale solo nel 1269. Fu feudo dei Caracciolo di Napoli per quasi tutto il Quattrocento.[7] Nel 1495 passò a Francesco D'Allegro, gran siniscalco del Regno di Sicilia. Dal 1497 al 1504 fu governato da Antonio de Raho, uditore e consigliere di Ferrante d'Aragona il quale lo nominò signore a vita di Calvizzano. Il 1° di ottobre del 1669 Francesco Carnero, consigliere collaterale dello stato di guerra e maestro di campo della fanteria, acquistò il casale divenendone barone. Nel 1681 la baronessa Margherita Carnero, quartogenita di don Francesco Carnero, sposò, con dispensa papale, suo cugino il duca Diego di Pescara e portò in dote il casale di Calvizzano, facendo divenire il marito duca di Calvizzano.[8] Nel 1806, il duca Giuseppe Maria Pescara perse il feudo a seguito della riforma amministrativa antifeudale operata sotto il regno napoletano di Giuseppe Bonaparte; l'Universitas Calvizzani, antico retaggio del governo feudale, fu abolita per far spazio alla nascente amministrazione comunale.[9] In seguito Calvizzano seguirà le sorti dapprima del Regno delle Due Sicilie e poi dell'Italia.
Lo stemma comunale è ritenuto anteriore al 1596, poiché lo stemma è scolpito nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, la cui costruzione fu iniziata nel 1580.
Lo stemma del comune di Calvizzano, come da decreto del capo del governo del 9 maggio 1930 trascritto nei registri della Consulta araldica del 10 maggio 1930, ha le seguenti caratteristiche: di colore verde ed uno scudetto barocco d'argento, caricati di una testa calva, rivolta di profilo al naturale.[10]
La chiesa, cinquecentesca, sorse nello stesso luogo dove sorgeva l'antica chiesetta di Santa Maria Annunziata al centro del paese. Essendo questo edificio più antico abbastanza piccolo e non rispondendo più alle esigenze dei fedeli, nel 1550 l'arcivescovo di Napoli Mario Carafa autorizzò l'Universitas Calvizzani ad abbatterla e a costruire nello stesso luogo una nuova chiesa, intitolata a Santa Maria delle Grazie.
La costruzione della nuova chiesa fu iniziata nel 1580; l'edificio fu benedetto nel 1596 e terminato nel 1608 (anche se per il completamento della sagrestia fu necessario aspettare fino al 1746). Fu una chiesa laicale in quanto venivano eletti 25 governatori laici che si interessavano dello stabile, del culto e di tutto ciò che occorreva (l'amministrazione laicale fu abolita nel 1972). Gli oneri venivano soddisfatti grazie alle elemosine.
La chiesa presenta una pianta a croce latina a navata unica, lungo la quale si sviluppano un totale di sei cappelle divise per i due lati. Possiede una maestosa cupola, probabilmente disegnata e costruita dall'architetto e scultore napoletano Domenico Antonio Vaccaro, al quale certamente è da attribuire la decorazione a stucco.
Nella chiesa si conservano inoltre i dipinti e le tele di Nicola Vaccaro[11][12] e quelle del Domenichino.
Il soffitto ligneo dorato presenta al suo centro una rappresentazione dell'Assunzione di Maria, opera eseguita nel 1676 dall'artista Andrea Malinconico[13], Negli angoli del soffitto vi è la rappresentazione dello stemma dei Visconti, consistente in una vipera tortuosa che ingoia un bambino. Le due entrate laterali, con ballatoi e parapetti in piperno furono creati nel 1605.
Dal 1809 è sede della parrocchia di San Giacomo Apostolo Maggiore, trasferitasi qui definitivamente in seguito all'abbandono e alla rovina della chiesa di San Giacomo.[14]
Il 15 febbraio 2015 è stato inaugurato, all'interno di uno storico locale della chiesa, il museo parrocchiale (intitolato a Cristofaro Agliata noto politico e storico locale) con la benedizione del vescovo ausiliare di Napoli Salvatore Angerami: esso custodisce ed espone ex voto, calici ed ostensori in argento e oro, datati a partire dal Cinquecento, abiti liturgici ricamati in oro) e l'archivio storico.[15]
La chiesa, già citata in un documento del 911, era sorta presso una monumentale tomba di epoca romana, relativa ad abitato forse situato poco lontano dall'attuale centro del paese. Fu la prima chiesa a Napoli e nel napoletano, dedicata al santo, scelto come patrono. L'"ecclesia Sancti Jacobi fu elevata nel 1337 dall'arcivescovo di Napoli Giovanni III Orsini ad arcipretura, con giurisdizione su dieci parrocchie dei casali vicini (da Piscinola a Panicocoli (odierna Villaricca);[16] il suo clero, inoltre, interveniva incoronato di rose alla messa pontificale della prima domenica di maggio in onore di san Gennaro.
Nel 1809 la chiesa di San Giacomo fu abbandonata e andò in rovina, così la cura parrocchiale fu definitivamente trasferita nella chiesa di Santa Maria delle Grazie.[17]
La chiesa sorge a poco più di 1 km dal centro di Calvizzano e fu eretta prima del 1336, come ci testimonia un documento custodito nella Biblioteca apostolica vaticana. L'attuale chiesa, risale al 1656, anno della peste che colpì anche Calvizzano. I fedeli avevano infatti lasciato l'abitato e si erano spostati in aperta campagna, dove chiesero al santo protezione dal morbo. Scampato il pericolo, con le loro offerte, i devoti ampliarono e abbellirono la vecchia chiesetta incorporandovi l'originaria abside.[18]
Il monumento venne inaugurato il 6 giugno 1934 alla presenza di molte personalità[19]. Il monumento fu progettato dall'artista locale Michele Ciccarelli.
Si tratta di una monumentale edicola in tufo, composta da quattro pilastri, collegati tra loro da archetti, decorati con fastigi in piperno. Al centro del prospetto principale si trova la lapide marmorea con l'iscrizione commemorativa: Calvizzano consacrando la gloria immortale dei suoi figli migliori perennemente in questa preda bellica ne testimonia l'eroico ardire e la virtù romana. L'iscrizione è sormontata da una stella in bronzo, simbolo dell'Italia[20]. Sugli altri lati sono poste le lapidi recanti i nomi dei caduti calvizzanesi della prima guerra mondiale e successivamente aggiunti quelli della seconda.
All'interno dell'edicola è collocato un cannone sottratto agli austriaci durante la loro ritirata nel novembre 1918 e donato dal maresciallo d'Italia Armando Diaz, quando era ministro della guerra, al podestà, il conte Domenico Mirabelli, suo parente da parte della moglie, Sarah De Rosa Mirabelli.[21][22]
Abitanti censiti[23]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 i cittadini stranieri residenti a Calvizzano erano 304, corrispondenti al 2,4% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[24]
Il culto dell'"apostolo Jacovo" a Cavizzano risale a prima dell'anno 1000: già nel 911 in alcuni documenti si fa riferimento ad un pezzo di terra di Sancti Jacovi in Calbictianum.[25]
Il 25 luglio ricorre la festa del santo: anticamente era detta la "Festa del tomolo di sancti Jacovo", in quanto i contadini del luogo per ringraziare il santo per il raccolto, erano soliti donare un tomolo di grano ai poveri, che si recavano a piedi da Napoli in pellegrinaggio presso l'antica chiesa di Calvizzano.
Oggi la festa di san Giacomo si celebra con la processione della statua del santo (risalente al 1740 circa) per le vie della cittadina e termina con un simulacro dell'incendio del campanile.[26]
La biblioteca comunale è situata in largo Caracciolo[27].
La vicinanza a Napoli, e quindi ai relativi servizi, ha fatto sì che il comune non sentisse l'esigenza di avere infrastrutture di grande rilievo sul proprio territorio.
La viabilità interna si basa principalmente su strade comunali, mentre quella a lunga percorrenza come autostrade e superstrade è raggiungibile tramite la Circumvallazione Esterna di Napoli, accessibile nel limitrofo comune di Villaricca. Il comune è attraversato dalla storica Via Santa Maria a Cubito, il cui tratto a Calvizzano è ridenominato viale della Resistenza.
La costruzione ex novo del parcheggio di via Galiero e il rifacimento di quello di via Ritiro ha risolto in parte i problemi che affliggono il corso principale (via Conte Mirabelli) in seguito al restyling del 2007, in primis le aree di sosta e il traffico.
Nell'ottica del sistema integrato dei trasporti, il trasporto pubblico urbano è affidato alla compagnia ANM che attraverso varie linee conducono alla stazione di Chiaiano della Metropolitana di Napoli.
A Calvizzano transitava la linea tranviaria Napoli-Giugliano, facente parte delle cosiddette tranvie di Capodimonte, inaugurata nel 1900, incorporata nella rete urbana di Napoli e soppressa nel 1960; inoltre era vicina alla stazione di Mugnano-Calvizzano[28] della ferrovia Alifana Bassa in servizio fino al 1976.
Era in via di realizzazione nel corso degli anni 2000 una metropolitana leggera, denominata MicroMetrò, il cui percorso si sarebbe dovuto sviluppare da Villaricca, passando per Mugnano, Calvizzano, Marano e terminando alla fermata di Piscinola della Linea 1 della metropolitana di Napoli. Tuttavia, terminata la progettazione, i fondi già stanziati per il MicroMetrò furono spostati per terminare il prolungamento della Linea 1 fino alla stazione di Toledo e alla stazione di Garibaldi, attuale capolinea.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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18 luglio 1988 | 23 novembre 1990 | Ruggiero Antonio | PSI | Sindaco | Sfiduciato dal consiglio comunale con apposita mozione |
23 novembre 1990 | 8 aprile 1991 | Migliaccio Antonio | PCI | Sindaco | Porta avanti la consiliatura apertasi il 18/07/88. Dimissionario |
15 aprile 1991 | 2 maggio 1992 | Ricciardiello Luigi | PSI | Sindaco | Porta avanti la consiliatura apertasi il 18/07/88. Dimissionario |
1º luglio 1992 | 7 giugno 1993 | Salatiello Giuseppe | DC | Sindaco | Porta avanti la consiliatura apertasi il 18/07/88. Scadenza naturale del mandato |
7 giugno 1993 | 28 aprile 1997 | Salatiello Giuseppe | DC | Sindaco | Scadenza naturale del mandato |
28 aprile 1997 | 14 maggio 2001 | Salatiello Giuseppe | IND | Sindaco | Scadenza naturale del mandato |
14 maggio 2001 | 24 febbraio 2003 | Morra Mario | Centro | Sindaco | Scioglimento del consiglio comunale |
24 febbraio 2003 | 27 maggio 2004 | Stasi Maria Elena | - | Commissario str. | - |
27 maggio 2003 | 15 aprile 2008 | Pirozzi Giacomo | Lista Civica | Sindaco | Scadenza naturale del mandato |
15 aprile 2008 | 30 ottobre 2012 | Granata Giuseppe | Lista Civica | Sindaco | Dimissioni della metà più uno del consiglio comunale |
30 ottobre 2012 | 23 novembre 2012 | Vosa Ornella | - | Commissario pref. | - |
23 novembre 2012 | 28 maggio 2013 | Vosa Ornella | - | Commissario str. | - |
28 maggio 2013 | 26 luglio 2017 | Salatiello Giuseppe | Lista Civica | Sindaco | Deceduto[29] |
26 luglio 2017 | 17 aprile 2018 | Grasso Lorenzo | Lista Civica | Sindaco facente funzioni | Scioglimento del consiglio comunale[30][31] |
17 aprile 2018 | 21 settembre 2020 | Luca Rotondi (presidente), Gerardo Quaranta, Francesco Prencipe | - | Commissari str. | - |
21 settembre 2020 | in carica | Pirozzi Giacomo | Lista civica | Sindaco | - |
Con la costruzione del Palaraffaella a Calvizzano, prendono vita attività sportive per quanto riguarda la pallacanestro e la pallavolo in particolare. La squadra di basket, Audax Calvizzano, milita nel campionato di promozione.[senza fonte]
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