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Licosa è una frazione del comune di Castellabate in provincia di Salerno, costituita da un promontorio denominato Enipeo da Licofrone o Posidio da Strabone che ospita un vasto parco forestale di macchia mediterranea.

Licosa
frazione
Licosa – Veduta
Licosa – Veduta
Panoramica del promontorio e dell'isola di Licosa
Localizzazione
Stato Italia
Regione Campania
Provincia Salerno
Comune Castellabate
Territorio
Coordinate40°15′N 14°55′E
Altitudine20 m s.l.m.
Abitanti72
Altre informazioni
Cod. postale84048
Prefisso0974
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantileucosini / licosani
Cartografia
Licosa

Geografia antropica di Punta Licosa


La frazione di Punta Licosa con i suoi 72 abitanti è suddivisa in tre zone:

All'area di Licosa si accede da due ingressi stradali principali: uno a nord composto da un'antica mulattiera che inizia nei pressi del porto di San Marco di Castellabate e attraversa il Vallone Alto di Licosa e un altro a sud, nei pressi della punta di Ogliastro Marina, a traffico limitato[2] con cancello di controllo. Alla punta di Licosa è collegato il molo che ospita piccole imbarcazioni da pesca come i gozzi[3].


Geografia fisica



Territorio


Monte Licosa
Monte Licosa

La località è un'isola sulla costa tirrenica a nord del Cilento, il suo territorio è totalmente all'interno del parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

Si trova nella parte meridionale del comune di Castellabate, fra le frazioni di San Marco e Ogliastro Marina. Da Castellabate dista circa dieci chilometri, 8 da Santa Maria, 10 da Agnone Cilento, 16 da Acciaroli, 20 da Agropoli e circa 70 da Salerno. L'area forestale, composta da macchia mediterranea che arriva fino al mare - tutelato dall'istituzione dell'area marina protetta Santa Maria di Castellabate -, ospita al centro la frazione, un piccolo borgo di alcune decine di abitanti posto alle pendici del Monte Licosa (326 m s.l.m.).

La sua estremità, in corrispondenza della quale si colloca l'isoletta omonima con il faro, chiude a sud il golfo di Salerno, e rappresenta un punto importante per la navigazione fin dai tempi antichi. L'Isola ospita l'habitat naturale di un particolare tipo di lucertola endemica dalla livrea verde e azzurra, la Podarcis sicula klemmeri.


Clima


La zona è contraddistinta da clima mediterraneo, con estati calde, inverni miti e tante giornate di sole. Le temperature medie del mese più freddo, gennaio, vanno da una minima di 4 °C a una massima di 12 °C, mentre in luglio e agosto si passa dai 18 °C ai 29 °C. Il clima temperato è favorito anche dalla protezione dei Monti del Cilento che ripara la zona dai venti freddi in inverno. Le precipitazioni, molto scarse nei mesi estivi, toccano il picco massimo in dicembre, quando piove in media un giorno ogni due[4].

La stazione meteorologica più vicina è quella di Casal Velino. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +8,7 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +25,7 °C.

CASAL VELINO Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 11,912,615,318,622,927,030,230,727,022,316,813,712,718,929,322,020,8
T. min. media (°C) 5,65,97,810,513,917,620,220,617,614,210,37,56,310,719,514,012,6

Origini del nome


Il nome deriva dal greco Leukosia (Λευκωσία, pron. lefkosía in greco moderno) che significa "bianca", e la leggenda vuole che Leukosia sia una delle tre sirene che Ulisse incontrò nel suo viaggio, nell'Odissea omerica[5]. Il toponimo è quindi strettamente correlato con quello della capitale cipriota Nicosia (Lefkosía in greco, Lefkoşa in turco) e, con quello del comune siciliano di Nicosia (EN).


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Castellabate § Storia.
Punta Licosa
Punta Licosa

Storia antica


Isola di Licosa
Isola di Licosa

Il territorio di Licosa fu abitato fin dal paleolitico superiore. Lo testimoniano i reperti in pietra rinvenuti in località Sant'Antonio. Nei secoli, nella zona si sono insediate diverse popolazioni come Enotri, Greci, Lucani e Romani. Testimonianze di una civiltà greca si hanno sul promontorio di Licosa e dintorni, che era la sede della città di Leucosia o Leukothèa[6]. Da questa potrebbe derivare il nome della popolazione italica che nel IV secolo a.C. abitava la costa tra Poseidonia e Elea: i Leucanoi poi Lucani, fondatori della Lucania. Successivamente la regione fu frequentata dai patrizi romani, i quali possedevano numerose ville nella fascia costiera di Licosa e sull'isola, come testimoniano i vari ruderi antichi in loco[7].

Nella località, dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente inizia il lungo periodo delle dominazioni barbariche. Difatti nell'846 Licosa era considerata una roccaforte di pirati Saraceni, che furono sconfitti proprio nella decisiva battaglia di Licosa da una coalizione di poteri locali che comprendeva tutti i soggetti danneggiati dalle incursioni musulmane: il Ducato di Napoli, il Ducato di Amalfi, il Ducato di Gaeta e il Ducato di Sorrento. Nel 1028 i Saraceni furono scacciati dalla zona definitivamente dal principe Guaimario III di Salerno[8].

Il feudo di Licosa è stato da sempre alle dipendenze del Castello dell'abate, costruito nel 1123 da Costabile Gentilcore e amministrato nei secoli dagli abati benedettini della Badia di Cava o dal feudatario di turno[9].


Storia contemporanea


Palazzo Granito e cappella
Palazzo Granito e cappella

Il 13 agosto 1806 Licosa fu assalita dalla flotta inglese dell'ammiraglio William Sidney Smith, che cercava di fomentare le popolazioni costiere ad un'insurrezione contro Napoleone. Il fortino licosano era difeso dai Còrsi guidati da Matteo Buttafuoco e dalla popolazione locale, che cercarono di respingere gli Inglesi inscenando una cruenta battaglia[10].

Nel settembre del 1943, durante la seconda guerra mondiale, il territorio, come gran parte della costa salernitana, fu teatro del cosiddetto sbarco di Salerno ovvero dello sbarco a Salerno: dove la torre del Semaforo di Licosa venne utilizzata come postazione militare dai tedeschi durante l'arrivo degli Alleati[11].

Gran parte del territorio di Licosa attualmente è una proprietà privata, e come tale non accessibile al pubblico, oggetto di una pluridecennale contesa giudiziaria tra la famiglia Granito Pignatelli di Belmonte, discendenti dalla nobile famiglia di marchesi che aveva posseduto il feudo di Castellabate e la famiglia Boroli, proprietaria della De Agostini. Al termine di questa lunga contesa giudiziaria i beni immobili sono tornati di nuovo a far parte del patrimonio della famiglia Granito di Belmonte[12].


Monumenti e luoghi d'interesse


Flysch del Cilento a Licosa
Flysch del Cilento a Licosa
Sentiero torre del Semaforo
Sentiero torre del Semaforo
Tramonto sull'isola di Licosa
Tramonto sull'isola di Licosa

Società



Dialetto


Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto cilentano meridionale.

Il dialetto che parlano i licosani è il cilentano, ma con alcune varianti e peculiarità che lo differenziano da quello dei paesi limitrofi (uso della "e" al posto della "i" per una serie di vocaboli e per l'articolo determinativo "u" invece di "lu"). È molto simile al dialetto cilentano meridionale specie per quanto riguarda la pronuncia chiara e distinta delle vocali finali (a differenza degli altri dialetti campani che le indeboliscono), la doppia "l" che diventa doppia "d" e l'uso del doppio congiuntivo ("si u sapia, tu dicia", in italiano "se lo sapessi, te lo direi")[20].


Religione


Licosa affonda le sue radici storiche nella cultura cristiana, essendo stata amministrata per diversi secoli dai benedettini della Badia di Cava, nonostante sia stata assediata più volte dai Saraceni di religione musulmana. La maggioranza della popolazione locale è di religione cristiana (Chiesa cattolica).


Cultura



Manifestazioni


Ogni anno nei mesi di luglio e agosto l'associazione Leucosia tiene due "Concerti sull'acqua" dedicati alla mitologica sirena Leucosia. Il proscenio di questa manifestazione è rappresentato dal canale marino che separa l'isolotto dalla terraferma e i concerti sono eseguiti su dei natanti[21].


Note


  1. Istat, su dawinci.istat.it. URL consultato il 23 aprile 2013.
  2. Limitazione esclusa ai residenti
  3. Infante
  4. De Santis
  5. Ebner, p.213.
  6. Amato
  7. La Greca, La Greca
  8. Pellecchia, p.45.
  9. Ebner, pp. 115-118.
  10. De Laugier, pp. 82-84.
  11. De Jaco
  12. Rosamaria Morinelli, Il principe riconquista Punta Licosa. Da mezzo secolo la battaglia giudiziaria, su La Città di Salerno, 5 ottobre 2007. URL consultato il 10 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2012).
  13. Malzone
  14. AA.VV.
  15. Amato, p.91.
  16. Pellecchia
  17. La più bella sei tu, su viaggimagazine.it. URL consultato il 27 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2016).
  18. Blue flag, su blueflag.org. URL consultato il 26 aprile 2013.
  19. I percorsi di "Genius Loci" (PDF), su ingenioloci.beniculturali.it. URL consultato il 19 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2013).
  20. Rohlfs
  21. Eventi, su premioleucosia.it. URL consultato il 10 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


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[en] Licosa

Licosa is a southern Italian village and hamlet (frazione) of Castellabate, a municipality in the province of Salerno, Campania. As of 2009 its population was of 82.[1]
- [it] Licosa



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