Galzignano Terme (Galsignàn in veneto[4]) è un comune italiano di 4 334 abitanti[1] della provincia di Padova in Veneto, situato sui colli Euganei.
L'appellativo Terme fu aggiunto in seguito a un referendum popolare che si tenne il 6 maggio 1979 e che sancì l'importanza economica dell'attività turistico-termale che si stava allora sviluppando.[5]
Il paese è inserito nel parco regionale dei Colli Euganei, sorge alle pendici del monte Rua e del monte Gallo, dove i colli Euganei si fondono con la Pianura Padana.
Origine del nome
Lo studioso di toponomastica Dante Olivieri fa derivare il nome del comune dal nome latino di persona Gallicinus, con suffisso -anu. Si tratterebbe quindi di un cosiddetto toponimo prediale che ha lasciato la sua traccia del nome dell'assegnatario di un fondo ubicato in questo territorio.[7]
Il demonimo degli abitanti di Galzignano è galzignanesi.
Storia
Storia antica
I primi segni civiltà a Galzignano sono datati fra il XIV e il XII secolo a.C., nell'Età del bronzo e anche nell'Età del Ferro. I ritrovamenti archeologici testimoniano che poco sotto la vetta del Monte Orbieso, sul versante meridionale, viveva un piccolo gruppo di persone stanziatesi in quel luogo forse per fini strategici dato che da quella posizione riuscivano a controllare tutta la zona termale.
Un'altra scoperta archeologica è il ritrovamento di un cippo di confine (datato 141 a.C.) usato dai Romani per segnare la fine del territorio Atesino e l'inizio dell'Agro Patavino.
Medioevo
Il più antico documento in cui si cita Galzignano risale al 9 febbraio 952, dove si riporta che l'imperatore Ottone I confermò al capitolo della cattedrale di Padova In Galzignano mansiones tres proprio in quell'anno.[8] In altri documenti redatti a Verona il 14 febbraio 1077 si cita Villa que dicitur Galzegnano.
Nel 1297, nella decima papale viene citato ancora il nome di "Galzignano". Durante il XIII secolo venne costruito a Galzignano sulla sommità di un colle (Monte Del Castello o Castelletto), un piccolo castello citato per la prima volta nel 1259. Il castello era forse feudo vescovile, confermato nel 1288 a Nicolò Da Lozzo. Inoltre pare che tra il 1200 e il 1300 vi fosse presente una ulteriore fortificazione nel Monte Castellazzo; entrambi i nomi di questi colli deriverebbero appunto dalle due diverse fortezze.[9]
Le aree ai piedi dei monti si presentavano sommerse da paludi e fu proprio dalla metà del XVI secolo che vennero bonificate grazie al contributo di importanti famiglie veneziane, le quali dopo aver acquistato le terre decisero di edificare qui le loro dimore.[10]
Rinascimento
In epoca rinascimentale, molte famiglie nobili decisero di costruire le loro ville a Galzignano, come: Villa Benacchio Barbaro, Villa Vallini Rizzoli Benedetti, edificata nel Quattrocento e poi ristrutturata nel Settecento, Villa Pisani Augusta del Quattrocento, Villa Bertolini Olivato Capodilista dello stesso secolo, la seicentesca Villa Civran Emo, proprietà dei conti Emo Capodilista, Villa Saggini di fine Settecento, Villa Boggian della seconda metà del Settecento e Villa Barbarigo, nella frazione di Valsanzibio, con giardino all'italiana.
Storia contemporanea
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Durante la seconda guerra mondiale, il paese fu teatro del cosiddetto eccidio di Vallarega, una strage avvenuta a Luvigliano da parte delle truppe tedesche di stanza nella cittadina euganea, dove furono uccisi civili.
Per rappresaglia contro l'uccisione di un soldato del comando di un'armata dell'esercito tedesco, vennero fucilati sette ostaggi civili: cinque di questi, appartenenti alle formazioni partigiane, erano stati prelevati quindici giorni prima in una casa privata, in un'azione di rastrellamento, a Galzignano Terme. L'ordine fu dato dal comandante tedesco, capitano Lembke della Wehrmacht. I cadaveri vennero appesi per due giorni ai grandi platani del viale sotto il Palazzo dei Vescovi. Soltanto dopo qualche giorno fu data sepoltura alle vittime; mentre non fu possibile identificare i due partigiani aggiunti da Lembke alla lista della rappresaglia, quasi subito furono identificati gli altri cinque.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Antica pieve di Galzignano: la chiesa di Santa Maria Assunta è ubicata sulla sommità del colle omonimo che domina il paese. Riedificata nel 1674 al posto un altro edificio del XIII secolo, ospita al suo interno una tela di Claudio Ridolfi raffigurante l'Assunta e due santi. La neoromanica chiesa di Santa Maria Assunta fu edificata nel 1961 per sostituire l'antica pieve ormai inadeguata a ospitare il crescente numero di fedeli; il campanile del vecchio tempio fu utilizzato anche per il nuovo.[11]
Cenobio di monte Orbieso: L'antico cenobio di monte Orbieso era un monastero benedettino dedicato a Santa Maria Annunziata. In epoca veneziana il priorato possedeva sul colle, come si apprende da registri d'estimo del 1518, 72 campi:[senzafonte] "parte arativi, parte prativi, parte vignali, parte vegri, parte boschivi, piantadi di olivari e molte altre sorte de fruttari". L'antica mulattiera storicamente chiamata Strada Fonda segue il naturale crinale del monte Orbieso per collegare due antichi complessi monastici. I resti del primo che si incontrano, effettuando una breve deviazione all’inizio della lunga costolatura del monte Orbieso, appartengono al priorato di S. Eusebio. Sorto nello stesso luogo dell’antica chiesa che fino alla fine del XII secolo fu la pieve della valle, era di proprietà dell'abbazia di Praglia. Da antiche mappe è possibile risalire alla struttura originaria: vi era una piccola chiesa con portale, rosone e campanile con alta guglia, alla quale era addossato un sistema di edifici, un edificio monastico, la corte con il pozzo e la fabbrica rustica. Con la soppressione dei monasteri, il priorato venne privatizzato ed attualmente si trova in stato di completa rovina. Al vertice opposto della Strada Fonda, si trovava il monastero di S. Maria Annunziata, collegato ad occidente da un breve tragitto al pianoro di Steogarda, dove si snodava una strada alta che collegava Faedo a Galzignano. Sorto nel 1233 sulla cima del Monte Orbieso questo modesto cenobio, vide alterne vicende; in seguito alla crisi interna dell’ordine benedettino il complesso passò ai monaci Camaldolesi.
Monastero di San Giovanni Battista: situato sul monte Venda, risale al XIII secolo e ne restano poche rovine, un tempo erano presenti monaci di congregazione benedettina.
Oratorio della Santissima Trinità: la sua costruzione è datata nel 1300 dal Riccabona da Carrara figlio di Pietro da Carrara e faceva parte di un convento. All'interno erano conservati alcuni affreschi, tra cui La Crocifissione, che oggi viene conservato nel museo Atestino. Occultata nel Cinquecento dal monumento funebre di Marco Mantova Benavides, scolpito da Bartolomeo Ammannati, essa fu rimessa in luce nel corso dei restauri diretti da Ferdinando Forlati. Questo dipinto di stile giottesco, viene attribuito da Mauro Lucco al Maestro di Galzignano.[12]
Chiesa di San Lorenzo: situata a Valsanzibio, il suo attuale aspetto è dovuto alla ristrutturazione e ampliamento, realizzato nel XVII secolo, del precedente edificio a opera della famiglia Barbarigo.
Architetture civili
Monumento ai caduti della prima guerra mondiale, realizzato dallo scultore Luigi Strazzabosco nel 1922 e rappresentante un fante. In basso, su un basamento quadrato si innesta un cippo rastremato verso l'alto che sorregge la statua del fante ferito. Il soldato, in un gesto estremo lancia una granata con il braccio destro mentre stringe tra i denti il bavero della giacca.[13]
Roccolo Bonato: sorge su un pianoro a levante del monte Rua, tra i comuni di Galzignano Terme e Torreglia. Il “roccolo” era un edificio per l'arte dell'uccellagione, l'antica pratica di catturare gli uccelli migratori con le reti.[14]
Villa Barbarigo, risalente al Seicento, costruita su commissione del nobile veneziano Francesco Zuane Barbarigo. Il parco della villa di Valsanzibio copre un'area di 15 ettari, ed è un esempio di giardino simbolico seicentesco, che presenta un complesso sistema di fontane.[15]
Società
Evoluzione demografica
Galzignano Terme ha circa 1510 famiglie. La popolazione è aumentata dell'1,9% nel periodo 1991-2001 secondo i dati del censimento decennale dell'ISTAT.
Gli stranieri residenti a Galzignano Terme al 1º gennaio 2021 sono 86 e rappresentano il 2% della popolazione residente. L'etnia più numerosa è quella rumena con 32 persone residenti.[17]
Tradizioni e folclore
Pellegrinaggio a Monteortone: si svolge ogni anno la prima domenica dopo Pasqua in direzione di Monteortone, dove è presente un antico santuario dedicato alla Madonna della Salute. Il pellegrinaggio venne istituito in seguito alle prime epidemie di peste.[18]
Sagra del Rosario con il Palio dei Mussi, con una sfilata in costume d'epoca rievocante la vittoria della Repubblica di Venezia contro i Turchi alla battaglia di Lepanto nel 1571 e un palio corso da asini.[19]
Cultura
Istruzione
Scuole
Nel comune di Galzignano sono presenti sia una scuola primaria che una scuola media entrambe facenti parte del istituto carrarese euganeo.
Musei
Il Museo naturalistico e archeologico dei Colli Euganei ospita numerosi pannelli informativi che raccontano l'origine vulcanica del complesso collinare ed esempi della flora e della fauna locale. Sono presenti inoltre anche alcune stoviglie e del vasellame antico, ritrovato dalla famiglia che possiede Villa Benacchio Barbaro, proprio all'interno di essa.[20]
Teatro
Sono presenti due teatri: l'auditorium comunale gestito dal comune e l'anfiteatro del Venda situato poco sotto la cima del monte Venda e solito ospitare vari eventi e concerti.
Nel 1989 è stato istituito il parco regionale dei Colli Euganei, il cui territorio comprende, oltre a Galzignano, altri quattordici comuni.[22]
Nel territorio del comune, membro dell'associazione "Città dell'olio", è sviluppata l'industria agroalimentare, in particolare con la produzione del vino a denominazione di origine controllata Colli Euganei e di olio.[23]
Turismo
Un'attività economica rilevante per il paese sono le terme. Le acque termali che servono alcune strutture alberghiere locali sono denominate Civrana e sgorgano nella parte orientale del comune di Galzignano al confine con quello di Battaglia. Si tratta di acque estratte da quattro pozzi e che hanno temperatura variabile fra i 67° e i 71°.[24]
La strada del vino dei Colli Euganei, a cui aderisce anche il paese, si estende all'interno dell'area naturalistica del parco regionale dei colli Euganei.
Stemma
«Campo d'argento all'albero al naturale movente dalla punta, munito di chioma e di quattro rami, due per parte; sul secondo dal basso a destra è posato l'uccello al naturale.[25]»
Dalla descrizione araldica dello stemma comunale si possono evincere i simboli di Galzignano:
la quercia e l'ulivo, i quali sono due alberi molto presenti nel paese;
l'albero presente al centro vuole mettere in risalto la florida agricoltura e la presenza di villa Barbarigo;
lo smalto argentato vuole ricordare l'abbondanza delle acque soprattutto quelle termali.[26]
Nel territorio è presente l'associazione locale Galzignano Trail Friends che, oltre a prendere parte a numerose marce e manifestazioni podistiche, organizza varie gare podistiche all'interno del territorio comunale.[28]
Calcio e calcio a 5
Nel territorio di Galzignano sono presenti due società calcistiche.
La prima è la A.S.D. Polisportiva Real Terme, nata nel 2020 in seguito alla fusione delle due storiche squadre locali dei paesi di Galzignano e Battaglia, l'A.C.D. Galzignano Terme 1965 e il Calcio Battaglia 1922; la nuova squadra è affiliata al Calcio Padova e disputa il girone L del campionato di Seconda Categoria 2022-2023, comprende anche una squadra di calcio a 5 che partecipa al girone E della serie D.[29]
Ha inoltre sede nel comune la società A.S.D. Atletico Galzignano che anch'essa milita nel girone L di Seconda categoria della stagione 2022-2023.[30]
Impianti sportivi
Oltre a diverse attività private, tra le quali circoli di tennis e golf, nel comune sono presenti gli impianti sportivi comunali "Fiorenzo Pirolo".
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