Fino al secondo dopoguerra era articolato solo attorno al centro storico arroccato sulle prime colline del Monferrato casalese; solo in seguito si è allargato a valle. L'abitato principale è tuttavia disposto tuttora intorno ad un'altura al culmine della quale è collocata la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.
Inizialmente chiamato semplicemente Fubine, ha assunto la denominazione attuale il 14 febbraio 2017, come da deliberazione dal Consiglio regionale del Piemonte, a seguito della richiesta avanzata dal Consiglio comunale del paese stesso.[5]
Storia
Simboli
«Di rosso, alla grande fibbia d'oro, di forma semiellittica, con la curvatura e con l'ardiglione all'ingiù.»
(D.P.R. 23 novembre 1998)
Lo stemma riproduce quella che è ritenuta l'origine del nome del paese che deriverebbe da fibulina ("piccola fibbia"), in riferimento all'attività artigianale di produzione di fibule che anticamente si svolgeva in paese.[6]
Monumenti e luoghi d'interesse
Palazzo Bricherasio
Nella piazza della chiesa dietro al monumento ai caduti sia della prima che della seconda guerra mondiale, sorge il palazzo comunale e a lato la Casa Pane, dimora settecentesca.
Proseguendo lungo la via collinare intitolata a Michele Pavaranza, si giunge al Palazzo Bricherasio, un castello con annesso parco appartenuto, a partire dal XIX secolo, al casato dei conti Cacherano di Bricherasio, famiglia dell'antica nobiltà piemontese distintasi per onori militari, che vantò il titolo di viceré dei Savoia per alcuni dei suoi membri ma che si distinse anche per attività di filantropìa e mecenatismo.
Dal 1950 il maniero, che è stato in tempi successivi ristrutturato, è adibito a casa di riposo per anziani dell'opera "Don Orione".
Di particolare rilievo storico-artistico è anche il monumento sepolcrale di Emanuele Cacherano di Bricherasio, realizzato dallo scultore Leonardo Bistolfi e situato nella Cappella Bricherasio, in località Cappuccini.
Lo Spalto e Casa pane
Lo Spalto è ciò che resta delle antiche mura difensive. Si sviluppa partendo dalla galleria ad arcate alla base della Casa Pane — un edificio di stile settecentesco il cui prospetto principale su affaccia sulla piazza del Comune — ed è raggiungibile dal dedalo di vicoli che costituiscono il cuore del centro storico fubinese, sulla somma della collina. Lo Spalto conduce alla chiesetta dei Battuti o Disciplinanti. Al di sotto del Ponte, altro luogo caratteristico della località, un tempo correva un ampio fossato (al Fos, nella memoria locale)[7].
Lo Spalto
Il ponte
Attraverso il ponte si accedeva al nucleo del paese che sino agli inizi del XVI secolo era potentemente fortificato. Nel Medioevo era probabilmente un ponte di legno che veniva distrutto in occasione di ostilità. Cessato il pericolo, veniva ricostruito, sempre in struttura lignea. Solo successivamente si procedette alla costruzione di un ponte in muratura, come è testimonianto da documenti d'epoca posteriore[8]
Architetture religiose
Il campanile di Santa Maria Assunta
Chiesa di Santa Maria Assunta: è la chiesa parrocchiale cittadina ed il principale edificio religioso cattolico di Fubine. È affiancata da un campanile, alto 56 m, simbolo del comune.
Chiesa della Trinità: l'oratorio della S.S. Trinità è situato in posizione centrale rispetto al nucleo urbano di Fubine ed è prospiciente il Palazzo Bricherasio. Risalente agli anni 1680-1686, era probabilmente il rifacimento di un precedente oratorio che ospitava la Confraternita dei Disciplinanti della Santissima Trinità. La sacrestia fu costruita successivamente e il campanile è risalente probabilmente all'Ottocento. Sconsacrato e danneggiato dalle intemperie, è stato acquisito dal comune e sottoposto a lavori di restauro per essere destinato a sede dell'archivio e della biblioteca civica.
Chiesa dei Battuti o dei Disciplinanti: un tempo conosciuta come l'Immacolata, era utilizzata nel XVII secolo anche per le riunioni dei capifamiglia e per la sepoltura dei morti (186 nei soli anni dal 1642 al 1659). Prospiciente lo slargo del ponte, antico accesso all'acropoli fubinese, è da tempo sconsacrata. È stata acquisita dal comune per essere adibita dopo adeguato restauro ad usi culturali.[7]
Nostra Signora del Carmine: è una piccola chiesa che risale agli inizi del XVII secolo. Confiscata nel periodo della dominazione francese e nuovamente consacrata, è sempre stata oggetto di un'intensa devozione locale. Come ricordato dal bollettino parrocchiale Il Fubinese del marzo 1946, è considerata la chiesa dei padri. Creata quando cessò l'epidemia di peste, fu officiata dai padri carmelitani che abitavano l'antico convento attiguo. L'usura del tempo e i danni prodotti da scosse telluriche che hanno colpito la zona a fine XX secolo ne hanno reso necessario un restauro[7].
Chiesetta di Conserra: è l'antica chiesa parrocchiale intitolata a san Pietro. Le macerie dell'edificio in rovina furono utilizzate nel 1619 per la costruzione della chiesetta di Nostra Signora delle Grazie in località Conserra. La chiesetta – che conserva un'abside romana – fu restaurata nel 1833 con l'alternanza di tufo e cotto. Ha conservato a lungo una collezione di ex voto ed è stata oggetto di una lirica di Ernesto Rossi.
Cappelletta di San Rocco: è un'antica cappella edificata fuori paese quasi a protezione di esso. Ricostruita più volte e restaurata, è tuttora oggetto di devozione da parte della popolazione[7].
Società
Negli ultimi cento anni, a partire dal 1921, la popolazione residente è diminuita del 60%.
Se non cade in giornata festiva si festeggia la domenica successiva.
Fubine è diventato Fubine Monferrato, su comune.fubine.it, 15 febbraio 2017. URL consultato il 16 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2017).
Fonte: "Fubine2008", Comune di Fubine, a cura del professore Gian Luigi Ferraris.
Stefano Ticineto, Fubine e il Monferrato durante gli anni del predominio spagnolo (1537-1659) nell'ambito delle vicende dell'Alessandrino e dell'Astigiano e nel contesto degli eventi nazionali ed europei, G.Ri.F.I., Cairo Montenotte, 2000, vol. I, citato in Fubine 2008, Comune di Fubine.
Ernesto Rossi, Aria nostra - Rime in dialetto fubinese, Donna e Giachetti, Villanova Monferrato, 1972.
Franco Castelli e Maria Luisa Ghezzi, Fubine, 1880-1945 - Una comunità contadina fra tradizione e innovazione, Edizioni dell'Orso, Alessandria, 1986.
L. Ferraris, Il dialetto di Fubine Monferrato tra innovazione e tradizione (tesi di laurea a.a. 1988-89 Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino, monografia, Torino, 1989.
G.L. Ferraris, Guida di Fubine Monferrato, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2010.
S. Ticineto, Storia di Fubine nel Medioevo / dalle origini del Monferrato all'anno 1536, G.Ri.F.L., 1997.
Ernesto Rossi, Aria nostra - Rime in dialetto fubinese, a cura di Gian Luigi Ferraris, Edizioni dell'Orso, Alessandria, 2003.
Massimo Brusasco, In principio fu una suocera - Piccola storia del teatro a Fubine e della Compagnia Teatrale Fubinese, Edizioni Il Piccolo, Alessandria, 2006.
G.A. di Ricaldone, Monferrato tra Po e Tanaro, Lorenzo Fornaca editore-Gribaudo, 1998, Asti.
Banca Dati MonferratoArte Contiene un vasto repertorio storico-bibliografico degli artisti attivi nelle Chiese extraurbane della diocesi di Casale Monferrato.
(EN) Christopher Emmanuel BALESTRERO, su favaleconnection.com. URL consultato il 19 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
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