Cercino (Scerscìn o Sciarscìn in dialetto valtellinese[4]) è un comune italiano di 789 abitanti della provincia di Sondrio in Lombardia. Si trova sul versante retico e fa parte della Costiera dei Cech.
Cercino comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Daniele De Pianto (lista civica di centro-destra Il bene comune) dal 21-09-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 46°09′N 9°30′E |
Altitudine | 487 m s.l.m. |
Superficie | 5,69 km² |
Abitanti | 789[1] (31-5-2022) |
Densità | 138,66 ab./km² |
Frazioni | Belenasco, Barossedo, Era, Fiesso, Piano di Bolgia, Piussogno, Siro
Località: Prati della Brusada,Cespedello |
Comuni confinanti | Cino, Cosio Valtellino, Mantello, Novate Mezzola, Traona |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 23016 |
Prefisso | 0342 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 014017 |
Cod. catastale | C493 |
Targa | SO |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 761 GG[3] |
Nome abitanti | cercinesi |
Patrono | San Michele |
Giorno festivo | 29 settembre |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Il territorio di Cercino è contraddistinto da precisi confini. Il confine settentrionale segue sostanzialmente il crinale della montagna che separa la Costiera dei Cech dalla Valle dei Ratti, toccando cime di rilievo come il monte Brusada (2143 m), passando anche per il Passo della Piana (2052 m), che unisce il territorio comunale con la Valle di Codogno.
Il confine orientale scende invece lungo il crinale verso sud, passando attraverso il Piazzo della Nave, i Prati di Bioggio (che sono compresi nel territorio di Traona), piegandosi poi a sud ovest e comprendendo anche parte della pianura dell'Adda, risalendo sino al monte Brusada.
Il comune di Cercino comprende anche le frazioni di Belenasco, Piussogno, Era, Barossedo e Fiesso (poste più in basso rispetto al comune), mentre a ovest si trova la frazione di Siro.
L'altitudine media è di 487 metri s.l.m. ma il punto minimo è di 208 metri s.l.m. e il massimo sul Corno Stella a 2185 metri s.l.m.
Sempre compresi nel territorio cercinese sono anche i rifugi Cuper di Sotto (1150 m) e Cuper di Sopra (1311 m) e i prati della Brüsada che costituivano anticamente gli alpeggi principali della località, compresi tra i 1500 e i 1584 metri.
Il territorio è particolarmente ricco di torrenti e acqua sorgiva, soprattutto nella parte superiore in località Cagnello. Le risorgive naturali forniscono acqua potabile per circa 205 litri per ogni abitante al giorno, perlopiù collocate in località Cespedello. I principali torrenti sono il Torrente Valle dei Molini e il Siro, nome preso dall'omonima frazione, che sfociano entrambi nel Fiume Adda. Nell'anno 2014, è entrato in funzione il nuovo acquedotto sul Torrente Valle dei Molini.
Dal punto di vista sismico Cercino presenta un rischio molto basso ed è stata classificata come il comune zona 4[5] (bassa sismicità) dalla protezione civile nazionale.
Il clima di Cercino è quello caratteristico delle pianure settentrionali italiane e delle zone di bassa montagna, caratterizzato da inverni freddi e abbastanza rigidi ed estati che talvolta possono risentire di elevate temperature; la piovosità si concentra principalmente in autunno e in primavera. Il paese appartiene alla zona climatica E.
Mese | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 6 | 8 | 12 | 16 | 21 | 25 | 28 | 27 | 23 | 18 | 11 | 6 | 6,7 | 16,3 | 26,7 | 17,3 | 16,8 |
T. min. media (°C) | −2 | 0 | 3 | 7 | 11 | 14 | 17 | 17 | 14 | 9 | 4 | −1 | −1 | 7 | 16 | 9 | 7,8 |
Precipitazioni (mm) | 71 | 64 | 83 | 89 | 127 | 113 | 110 | 129 | 94 | 109 | 111 | 156 | 291 | 299 | 352 | 314 | 1 256 |
Umidità relativa media (%) | 75 | 75 | 68 | 71 | 69 | 67 | 67 | 68 | 71 | 75 | 78 | 79 | 76,3 | 69,3 | 67,3 | 74,7 | 71,9 |
Le prime notizie sul territorio di Cercino risalgono alla tabula pauntigeriana, l'oppidum di origine celtica era segnalato con il rosso porpora della corte imperiale. Correva l'anno 822 quando da un documento si apprende che i terreni locali erano proprietà dei monaci della Basilica di Sant'Ambrogio di Milano.
Nelle epoche successive, il piccolo borgo ricadde sotto la giurisdizione del Vescovo di Pavia[6] prima, e del Vescovo di Como, poi.
Il borgo, che all'epoca veniva definito con il nome di Zerzuno (che conserverà perlomeno sino al XIV secolo) ricadeva all'epoca sotto i terreni di giurisdizione di Como a cui doveva anche pagare la tassa sul diritto di fodro.
Nel XIV secolo Cercino riuscì a emanciparsi dalla giurisdizione ecclesiastica della diocesi divenendo un libero comune, ma per breve tempo in quanto a quello comasco, si sostituì ben presto quello dei Visconti del Ducato di Milano, ai quali fece solenne promessa di fedeltà, nel 1388 anche un deputato del comune di Cerzuno.
Sotto l'aspetto della giurisdizione ecclesiastica, Cercino dipendeva a quell'epoca dalla Pieve di Sorico, dalla quale però si distaccò il 13 maggio 1415, costituendosi come parrocchia autonoma.
Celebre per il piccolo borgo, fu la visita pastorale che il vescovo di Como, Feliciano Ninguarda (originario di Morbegno), fece nel 1589, la quale costituisce a tutt'oggi una delle testimonianze storiche d'archivio più complete sull'abitato di Cercino. Nel paese vennero infatti all'epoca rilevati 100 fuochi (nuclei familiari)[7], suddivisi anche tra le frazioni di Cresta e Piussogno.
Sempre sul finire del XVI secolo, è il diplomatico della Lega Grigia svizzera Giovanni Güler von Weineck a darci una descrizione del paese nel corso di una sua visita nella regione, descritta nella sua opera principale che prende il titolo di "Raetia":
«...Cercino, notevole villaggio, situato in un fertile ripiano della montagna. Al disotto, proprio alle falde della montagna, ma circa mille passi a ponente di Traona, si vede il villaggio di Piussogno e subito dopo sta quello di Soriate; ma sono ambedue di poco conto...[8]» |
Alla vigilia della Guerra dei Trent'anni (e precisamente nel 1624), a Cercino si contavano 485 abitanti, alcuni dei quali vennero decimati dai funesti eventi degli anni successivi. L'anno seguente, infatti, nella piana di Cercino, si scontrarono le truppe imperiali guidate dal feldmaresciallo Pappenheim e le truppe francesi del generale Coeuvres che più che scontro mortale per i locali, portarono anche in queste vallate il funesto messaggio della peste, causata anche dall'alloggio forzato delle truppe nel paese (tra il 1629 e il 1630) dei soldati lanzichenecchi calati in Italia dalla Valle Spluga. La popolazione venne fortemente decimata dall'epidemia, riducendosi a quasi la metà.
Una ripresa lenta e costante si ebbe a partire dal XVIII secolo e già sul finire del secolo (1797), il comune contava 636 abitanti; ripartizioni più accurate ci pervengono da un successivo censimento di epoca napoleonica, del 1807, quando viene segnalato che nella sola Cercino risiedono 290 abitanti, mentre nelle frazioni di Siro e Piassogno se ne trovano rispettivamente 230 e 60.
Un ultimo censimento prima dell'unità d'Italia si ebbe nel 1853, quando Cercino risultava avere 637 abitanti e si trovava inserito nel terzo distretto di Morbegno.
«Partito: nel primo di rosso, all'arcangelo Michele in maestà, in completa armatura, ammantata, la testa cinta da un'aureola, le ali abbassate ed il braccio sinistro flesso con la mano benedicente in rito latino, la destra impugnante una spada nell'atto di trafiggere un drago con la testa in palo sotto i suoi piedi, il tutto d'argento; nel secondo d'argento, con le tre macine di mulino di rosso, forate in rombo del campo ed ordinate in sbarra. Ornamenti esteriori da Comune.» |
(D.P.R. del 13 maggio 1999[9]) |
Lo stemma di Cercino è in parte un'arma parlante dal momento che nella parte destra, il campo d'argento è contraddistinto da tre cercini di rosso, da cui appunto il nome del borgo. San Michele, che campeggia nella parte sinistra del partito, è invece il patrono cittadino cui è dedicata la chiesa parrocchiale.
La Chiesa parrocchiale di San Michele è la chiesa principale del comune di Cercino.
Addossata su uno sperone di roccia posto a 487 metri sul livello del mare, l'edificio fu una delle prime costruzioni a venire innalzata quando il borgo divenne ufficialmente un libero comune, nel XIV secolo, con l'intento di assecondare il desiderio dei locali che intendevano erigere un tempio ove celebrare la messa.
L'atto ufficiale della fondazione del tempio sacro venne siglato il 13 maggio 1415, quando il comune venne separato sotto l'aspetto spirituale dalla chiesa di Olonio e al nuovo parroco fu concessa anche la riscossione delle decime.[10] La chiesa subì pesanti rimaneggiamenti e ristrutturazioni nel XVII secolo, acquisendo le forme attuali e venendo consacrata ufficialmente il 29 aprile 1690.
L'interno, a una sola navata completata da quattro altari laterali, è decorato sul soffitto con due grandi affreschi raffiguranti "L'Annunciazione" e i Santi Rocco e Sebastiano, mentre le pareti sono decorate con affreschi di otto medaglioni rappresentanti dei santi e due tele già attribuite al noto pittore valtellinese Cesare Ligari realizzate nel XVIII secolo, oltre a una tela di Giovanni Parravicini che è conservata nel piccolo oratorio dell'Immacolata, adiacente alla chiesa parrocchiale, sede delle confraternite locali del Santissimo Rosario e del Santissimo Sacramento. Spicca infine, per qualità pittorica, un ovale di ignoto artista del XVIII secolo raffigurante il santo boemo Giovanni Nepomuceno protettore dalle inondazioni dei fiumi e del segreto confessionale.
Di notevole bellezza è anche l'immagine della Madonna raffigurata sull'altare maggiore, realizzata con intarsi di legno a simuilare una prospettiva architettonica.
Presso il sagrato della chiesa, a ovest, si trova infine un ossario quattrocentesco con una facciata dipinta con raffigurazioni di una danza macabra, soggetto tipico delle pitture rinascimentali religiose montane (forse pittori della famiglia Baschenis di Averara, artisti itineranti, specializzati proprio in danze macabre). Lungo l'arco frontale, due scheletri sorreggono un motto che oggi in parte risulta cancellato dall'incuria del tempo, da cui è possibile però leggere la frase ...quasi flos egreditur... che paragona simbolicamente la vita umana a quella di un fiore.
Situata lungo la strada che conduce a Cino, la Chiesa della Madonna della Pietà è un piccolo edificio risalente al XVIII secolo, simbolo della ripresa economica e religiosa del paese dopo il burrascoso periodo seicentesco.
L'edificio, a pianta ottagonale sormontata da una graziosa cupola, venne costruito tra il 1736 e il 1774 e restaurato in due occasioni, nel 1933 e nel 1976. All'interno, un'attrattiva da segnalare è l'altare in marmi pregiati realizzato da Giacomo Longhi di Viggiù nel 1768.
Antistante il grandioso portale d'ingresso con stipiti riccamente lavorati in granito, si trova un piccolo protiro con colonne e lesene, che costituisce ancora oggi uno degli angoli più caratteristici del borgo. Ai lati dell'ingresso si trovano ancora oggi due piccoli sedili in pietra, sovrastati da piccole finestrelle che danno all'interno della chiesa, come voleva la tradizione del post-Concilio di Trento, per permettere di seguire la funzione anche ai peccatori non comunicati.
Situata nella frazione di Siro ed eretta nel 1777 per meglio sopperire alle esigenze spirituali della popolazione dislocata nella località periferica del comune di Cercino, la chiesa è profondamente legata al miracolo della Madonna della Neve, che la tradizione popolare fa ricadere il giorno 5 agosto.
Pur come chiesa sussidiaria, essa presenta caratteri di peculiarità ed eleganza unici per la zona: la facciata, decorata da due coppie di lesene e da un timpano, presenta un finestrone centrale contornato da decorazioni a stucco oltre a un portale con modanature in pietra che riporta l'iscrizione sulla fondazione della chiesa. A fianco della porta d'ingresso si trovano due finestrelle preconciliari, anch'esse decorate in pietra.
Al miracolo di tradizione romana, la piccola chiesa di Siro affianca una propria curiosa caratteristica: presso l'edificio religioso si trovano ancora oggi due castagni centenari, di cui le foglie di una delle piante non hanno il classico colorito verde, ma sono perlopiù bianche, quasi a ricordare il legame con la Madonna della Neve a cui la cappelletta è dedicata.
Situata nella frazione di Piussogno, la chiesa di Santa Margherita (più precisamente dei Santi Margherita e Carlo) venne edificata in quel luogo per sopperire alle esigenze spirituali dei fedeli di quell'area. La chiesa, di fattura rinascimentale rifatta nel Seicento, presenta al proprio interno una preziosa croce in lamina d'oro del XV secolo, oltre a sontuose decorazioni barocche in marmo che accompagnano la presenza della pala d'altare, costituita da una "Santa Margherita" del XVI secolo di autore ignoto.
La principale costruzione architettonica civile sul territorio di Cercino è indubbiamente la barachia o rifugio costruito dai partigiani nel luglio del 1944 sulla cima dei pascoli in località Brusada, sopra il territorio comunale, a 1981 metri di altitudine. L'area di costruzione, circa 20 metri quadrati in tutto, venne realizzata in massi locali e pensata come luogo di rifugio durante il periodo della Seconda guerra mondiale per gli attivisti del movimento partigiano locale.
La struttura, cessato il proprio scopo bellico al fine della guerra, venne utilizzata come rimessa degli attrezzi agricoli dai coltivatori locali, ma venne gravemente danneggiata negli anni '50 da un rovinoso incendio che interessò tutto il versante occidentale della Costa dei Cech. Attualmente la struttura si trova pertanto in rovina e si possono notare unicamente le parti basse delle mura perimetrali.
Nella sua storia, il comune di Cercino ha avuto un'evoluzione demografica altalenante, motivata dai diversi periodi di crescita locale e sviluppo delle attività: rimasta perlopiù inalterata per secoli la popolazione, con l'industrializzazione della parte bassa della vallata e la richiesta di nuova manodopera, il numero degli abitanti del comune crebbe sino a duplicare i residenti nel giro di appena cinquant'anni. Con il conseguente sviluppo industriale delle aree a valle, però, incominciarono a essere realizzate anche nuove aree residenziali più a valle (come ad esempio a Morbegno) che, data la loro vicinanza coi centri di produzione, tendevano ad attirare maggiormente i residenti e per questo Cercino conobbe un calo notevole di popolazione tra gli anni '70 e '80 che lo riportò quasi ai valori d'inizio secolo. Durante l'ultimo censimento del 2011 Cercino aveva 780 abitanti. Prima dell'istituzione del Regno d'Italia la popolazione oscillò intorno alle cinquecento unità,
Nel 2016 risiedevano a Cercino 52 cittadini stranieri, ovvero il 6,00% della popolazione totale.[13] La comunità maggiormente rappresentata era quella marocchina con 24 residenti.
Nel Comune è molto diffuso il dialetto valtellinese. Come tutti i dialetti lombardi occidentali, anche il valtellinese è sostanzialmente una lingua romanza derivata dal latino. In esso vi si trovano anche tracce di dialetto comasco e dialetto chiavennasco.
La maggioranza della popolazione è cattolica. L'immigrazione di cittadini comunitari ed extra-comunitari ha portato all'insediamento di minoranze di musulmani e ortodossi.[senza fonte]
Nel Comune è presente una parrocchia cattolica appartenente alla Diocesi di Como.
In paese sono presenti una scuola materna e due scuole primarie, di cui una sita nel comune di Cercino e l'altra nella frazione di Piussogno, costruita più a valle per venire incontro alle esigenze degli abitanti locali. La scuola materna, situata a Cercino, è stata chiusa nel 1991 ed è stata aperta in località Piussogno. Attualmente, però, tutte le scuole del comune di Cercino sono chiuse.
L'economia locale è basata essenzialmente sul turismo e sulla produzione di legna da taglio. A proposito di turismo a partire dagli anni '50 del XX secolo si è formata una sorta di gemellaggio con la città di Vittuone (MI): moltissimi vittuonesi hanno infatti acquistato case di villeggiatura a Cercino. Per questo più volte nel corso degli anni sono stati organizzati scambi culturali tra i due paesi.[14]
Sul territorio di Cercino sono presenti 10 attività industriali con 29 addetti, pari al 28,43% della forza lavoro occupata.
A queste si affiancano 8 attività di servizio con 11 addetti pari al 7,84% della forza lavoro occupata, e 21 attività di servizio con 39 addetti pari al 10,78% della forza lavoro occupata e 2 attività amministrative con 6 addetti pari al 20,59% della forza lavoro occupata.
Cercino è collegata ai centri di Cino e Mantello con la strada provinciale SP5, oltre a essere in collegamento con la vallata sottostante attraverso la frazione di Piussogno. Presso il fondo valle, il comune è servito dalla SS402.
Cercino è servita dalla stazione di Delebio, che si trova nel territorio comunale di Delebio. Un tempo il paese era inoltre servito dalla stazione di Rogolo, presso il vicino comune di Mantello (oggi chiusa). La stazione, posta sulla ferrovia Tirano-Lecco, si collega con Sondrio e con Milano.
Cercino è servito da un sistema di bus per trasporto pubblico tra il comune e Piussogno, a valle, sino a Morbegno.
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Di seguito viene riportata la serie cronologica dei sindaci del Comune di Cercino dall'Unità d'Italia a oggi.
nome | carica | dal | al | partito | anno e luogo di nascita | anno e luogo di morte | |
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Giovanni De Pianto | sindaco | 1861 | 1865 | Destra storica | Cercino | Cercino | |
Giacomo Bigiolli | sindaco | 1865 | 1881 | Destra storica | Cercino, 1824 | Cercino, 03-11-1889 | |
Giovanni De Simoni | sindaco | 1881 | 1884 | Destra storica | Cercino | Cercino | |
Giorgio Sandrini | sindaco | 1884 | 21 luglio 1889 | Destra storica | Cercino 1832 | Cercino, 21-07-1889 | |
Michele Sandrini | assessore anziano | luglio 1889 | ottobre 1889 | ||||
Domenico Barona | assessore anziano | ottobre 1889 | gennaio 1890 | ||||
Giovanni Ambrosini | sindaco | gennaio 1890 | 1895 | Cercino | Cercino | ||
Giuseppe Parravicini | sindaco | 1895 | 1900 | Cercino | Cercino | ||
Vincenzo Bigiolli | sindaco | 1900 | 1905 | Cercino | Cercino | ||
Giovanni De Simoni | sindaco | 1905 | 1910 | Cercino | Cercino | ||
Vincenzo Bigiolli | sindaco | 1910 | ? | Cercino | Cercino |
....
....
nome | carica | dal | al | partito | anno e luogo di nascita | anno e luogo di morte |
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Attilio Bigiolli | sindaco | 23 aprile 1995 | 15 aprile 2000 | centrosinistra | ? | ? |
Renzo Barona | sindaco | 16 aprile 2000 | 29 marzo 2010 | Lista civica | Cercino 05-09-1951 | |
Michela Parravicini | sindaco | 30 marzo 2010 | 31 maggio 2015 | Lista civica | Morbegno 27-02-1980 | |
Daniele De Pianto | sindaco | 1º giugno 2015 | in carica | Lista civica | Morbegno 16-09-1964 |
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