Aranno è situato nel Malcantone, alle falde occidentali del Montaccio.
Storia
Qui vennero ritrovati i frammenti di quattro stele funerarie di micascisto risalenti al V secolo a.C.[senzafonte] e scritte in alfabeto leponzio[1]. Il ritrovamento fu opera del pittore Vittore Pelli[senzafonte] nel 1842, che li fece murare nella Casa Pelli da dove vennero poi spostate nel Museo del Malcantone e sostituite ad Aranno con alcune copie[1].
Viene ricordato dalla tradizione un castello situato sul luogo della chiesa[1]e del cimitero, però altri ritengono che lo stesso villaggio fortificato costituisse il castrum. Nell'anno 880 l'imperatore Carlo il Grosso ne confermò la donazione fatta dall'imperatrice Engilberga al monastero di Sant'Ambrogio di Milano. I confini giurisdizionali comunali tra Aranno e Cademario vennero fissati nel 1317, ma ancora nel 1567 erano fonti di continui litigi[senzafonte].
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
La chiesa parrocchiale di San Vittore Mauro
Chiesa parrocchiale di San Vittore Mauro, eretta nel XVII secolo[1];
Cappella della Beata Vergine di Caravaggio, eretta nel 1745 ad opera della famiglia Pelli. Sorge sul trivio per Cademario e Breno ed è nota per gli affreschi illusionistici di Bernardino Mercoli[senzafonte].
Architetture civili
Casa Righetti
Casa Righetti, nella piazza centrale, si evidenzia per il loggiato decorato con stucchi e affreschi[senzafonte];
Casa Pelli[1], nota per aver ospitato un tempo un teatro all'aperto negli anni 1960[senzafonte];
Casa Tosi[senzafonte];
Casa Soldini[senzafonte];
Villa de Stefani[senzafonte];
Palazzo a nord ovest del nucleo abitato, eretto da Giacomo Righetti nel 1897 circa dopo essere tornato dall'Argentina, dove aveva fatto fortuna[senzafonte];
Maglio a leva, del 1860[1], accanto alla miniera la Monda[2];
Due turbin per la conservazione del latte[senzafonte].
Altro
"Sentiero delle meraviglie", percorso didattico che lungo un percorso pedonale collega tredici siti di interesse socioantropologico[2].
Società
Evoluzione demografica
L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[1]:
Il paese si presenta come un borgo medievale, formato da portici e vicoli, posto su un dosso in posizione soleggiata ed elevata sulla riva sinistra del torrente Magliasina. Gli interventi edilizi non ne hanno mutato la struttura e nel 1997 Aranno ha ricevuto il premio Aspan per il piano particolareggiato di protezione del nucleo storico[senzafonte].
Amministrazione
Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del comune. Dalla seconda metà del XX secolo vi possono far parte anche i figli di una patrizia sposata con un non patrizio e le mogli patrizie sposate con un non patrizio[senzafonte].
A seguito della votazione consultiva del 14 settembre 2014 e successiva ratifica del Consiglio di Stato il 10 dicembre 2014 il patriziato di Aranno si è fuso ed è diventato patriziato di Aranno-Cimo-Iseo, il cui ufficio patriziale è entrato in carica il 14 giugno 2015[senzafonte].
Note
Bernardino Croci Maspoli, Aranno, in Dizionario storico della Svizzera, 4 agosto 2009. URL consultato il 9 ottobre 2017.
Il "Sentiero delle meraviglie", su sito istituzionale del comune di Novaggio. URL consultato il 9 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2017).
Dizionario storico della Svizzera, Ufficio cantonale di statistica di Bellinzona
Bibliografia
Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, Bellinzona 1894, 3.
Virgilio Chiesa, Lineamenti storici del Malcantone, Tipografia Gaggini-Bizzozero, Lugano 1961.
Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Arte e monumenti della Lombardia prealpina, Istituto grafico Casagrande, Bellinzona 1967, 180.
Adolfo Caldelari, Arte e Storia nel Ticino, ETT, Locarno 1975, 108.
Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 241-142.
Plinio Grossi, Il Malcantone, riedizione della Guida Galli-Tamburini, Fontana Print S. A. Pregassona 1984, 70-72, 146.
Giovanni Maria Staffieri, "Cademario", in Malcantone. Testimonianze culturali nei comuni malcantonesi, Lugano-Agno 1985, 63, 67, 94-97, 99.
Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
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