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Brașov (pronuncia in rumeno: [braˈʃov]; in ungherese Brassó, in tedesco Kronstadt, in latino Corona) è un municipio della Romania di 309 961 abitanti[1], capoluogo dell'omonimo distretto. Nel 2007 è stata istituita la zona metropolitana di Brașov che comprende oltre alla città anche 12 comuni limitrofi[2].

Brașov
comune
Brașov – Veduta
Brașov – Veduta
Localizzazione
Stato Romania
Regione Transilvania
Distretto Brașov
Amministrazione
SindacoAllen Colliban (USR)
Territorio
Coordinate45°39′N 25°36′E
Altitudine600 m s.l.m.
Superficie267,32 km²
Abitanti290 743[1] (2016)
Densità1 087,62 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale500001–500670
Prefisso0268
Fuso orarioUTC+2
TargaBV
Cartografia
Brașov
Brașov – Mappa
Brașov – Mappa
Posizione del comune all'interno del distretto
Sito istituzionale

Etimologia


I primi documenti che citano la città, con il nome latino di Corona, risalgono al XIII secolo. Gli attuali nomi rumeno e ungherese derivano probabilmente dall'antica parola turca barasu, che significa "fortezza", o dalla parola turca boro-sug, ossia "acqua grigia", nome assunto da una cittadella chiamata Brassovia ubicata sulla collina di Tâmpa, sul lato meridionale della città.

Lo stemma della città trae invece origine dal nome medievale latino Corona e da quello tedesco Kronstadt (città della corona); comunque nel Medioevo venivano usati tutti e tre i nomi per designare la città. Tra il 1950 ed il 1960, durante il regime comunista, la città assunse il nome Orașul Stalin (Città di Stalin), in onore del leader sovietico.


Storia


Le più antiche vestigia di insediamenti umani nell'area di Brașov risalgono al Neolitico. Scavi archeologici in diverse aree della città hanno portato al rinvenimento di reperti dell'età del bronzo, di cittadelle di epoca dacia e costruzioni di epoca romana. Nei periodi successivi la popolazione dell'epoca fu pressoché interamente bulgara; sono stati trovati reperti archeologici del periodo tra il II e l'VIII secolo, in particolare monete, anelli, strumenti in metallo e stoviglie. Gran parte dello sviluppo di Brașov fu merito dei sassoni che vennero chiamati dal re Géza II in diverse riprese tra il 1141 ed il 1162 per fondare città, avviare miniere e coltivare la terra in Transilvania. I tedeschi divennero il fulcro della difesa dei confini meridionali del Regno d'Ungheria sotto il re Andrea II.

I tedeschi che vivevano a Brașov erano soprattutto artigiani e commercianti i quali riuscirono a sfruttare la favorevole posizione della città, all'incrocio delle principali vie di comunicazione tra l'Impero ottomano e l'Europa occidentale, e anche qualche agevolazione fiscale dai re d'Ungheria, ottenendo un consistente arricchimento economico e una forte influenza politica. Questo portò anche a uno sviluppo dell'architettura cittadina. Ma poiché la città era esposta alle incursioni punitive di Vlad Țepeș e dei tartari, vennero costruite importanti fortificazioni, continuamente ampliate e potenziate con diverse torri, ognuna delle quali era curata e sorvegliata da una delle congregazioni di artigiani. Attualmente rimangono due porte della città (Porta Ecaterinei e Porta Șchei), mentre le fortificazioni sono in fase di restauro e recupero grazie ai fondi dell'UNESCO. Il più antico palazzo della città è la Chiesa di San Bartolomeo. Dell'epoca rimangono inoltre l'antico palazzo municipale con annessa piazza, su cui si affaccia uno degli edifici più antichi della città, la Hirscher Haus, fatta costruire da una ricca famiglia di mercanti. Nelle vicinanze si erge inoltre la chiesa evangelica "Chiesa Nera" (Biserica Neagră), che secondo alcuni studiosi è la più grande chiesa gotica dell'Europa orientale.

La Chiesa Nera.
La Chiesa Nera.

La presenza dei sassoni di Transilvania e il dominio ungherese privarono per molto tempo i cittadini romeni di molti diritti politici e civili, costringendoli a vivere fuori delle mura della città e a dedicarsi ad attività agricole, riuscendo comunque a raggiungere un benessere economico tale da consentire loro di riguadagnare una certa influenza e ristabilire in parte la loro cultura, anche grazie all'avvio della prima tipografia della Transilvania (1558) ed alla successiva apertura di una biblioteca. Brașov fu la sede più importante dell'avvio del protestantesimo in Transilvania, grazie all'umanista Johannes Honterus che fondò qui la scuola protestante dove venivano giovani studiosi da tutta la Transilvania. I sassoni tradussero parti della Bibbia anche in romeno ma la chiesa ortodossa fece una forte opposizione dichiarandoli eretici.

Nel 1689 la città non volle sottomettersi alle forze austriache. Per punirla il generale Caraffa ordinò d'incendiare la città, furono distrutti molti palazzi e la grande chiesa gotica divenne Nera. Nel 1848 la città sarà uno dei centri della rivoluzione antiasburgica in Transilvania. Tra il XVII ed il XIX secolo, i romeni di Transilvania lottarono per ottenere maggiori diritti, con l'appoggio di quelli delle zone vicine e dalla comunità locale di mercanti greci; i diritti di cittadinanza vennero concessi per un breve periodo negli primi decenni del XIX secolo da Giuseppe II d'Asburgo-Lorena, della quale Transilvania faceva parte. Grazie anche all'appoggio della Chiesa ortodossa, nel 1838 a Brașov avvennero due importanti fatti per la cultura romena: la nascita del primo giornale in lingua rumena, la Gazeta Transilvaniei, e del primo istituto di istruzione superiore, le Școlile Centrale Greco-Ortodoxe (Scuole Centrali Greco-Ortodosse).

Mappa di Brașov di Giovanni Morando Visconti (1699)
Mappa di Brașov di Giovanni Morando Visconti (1699)

Nel 1850 la popolazione era composta per il circa 40,8% da tedeschi, 40% da romeni e 13,4% da ungheresi. In seguito alla magiarizzazione, nei primi del XX secolo gli ungheresi costituivano la maggioranza: nel 1910 erano infatti il 43,4% della popolazione della città, contro il 28,7% di romeni e il 26,4% di tedeschi. Nel 1918, dopo la prima guerra mondiale, quando la Transilvania venne unita al resto della Romania, la comunità tedesca dichiarò fedeltà alla Romania, ma dopo la seconda guerra mondiale e l'avvento del regime comunista, molti furono obbligati a emigrare verso la Germania ed altri vennero deportati nell'Unione sovietica. Comunque l'attuale ristrutturazione di Brașov lo fecero sempre gli stessi emigrati sassoni o i loro discendenti.

A partire dal 1807, Brașov ebbe anche una comunità ebraica, che raggiunse il numero di circa 4 000 persone nel 1940; gran parte di essa emigrò verso Israele dopo la Seconda guerra mondiale ed oggi la comunità conta circa 130 persone. Ci sono due sinagoghe, una ortodossa ed una neologa. In città rimane inoltre, come del resto in buona parte della Transilvania, una consistente comunità ungherese. Durante il regime comunista, il forte sviluppo industriale imposto dal governo centrale portò a pericolose tensioni sociali, sfociate nel 1987 in un lungo sciopero anticomunista, violentemente represso nel sangue dalle autorità, con l'arresto di numerosi operai.


Dati sull'andamento demografico


Nel 1850 la città aveva 21 782 abitanti, composta principalmente da 8 874 tedeschi, 8 727 romeni, 2 939 ungheresi, 780 zingari e 67 ebrei.[3] Nel 1910 la città aveva 41 056 abitanti, tra cui 17 831 (43,43%) Ungheresi, 11 786 (28,71%) Rumeni, 10 841 (26,41%) Sassoni[4] Dopo il Trattato di Trianon, la popolazione non rumena si riduce. Oggi gli Ungheresi rappresentano il 10% e i Sassoni non raggiungono i 1 000 abitanti[5] In particolare i dati del 2002 indicano che 258 042 cittadini si sono dichiarati Romeni, 23 176 Ungheresi, 560 Ucraini, 1 717 Tedeschi, 103 Lipovani, 640 Turchi, 14 Tartari, 120 Serbi, 40 Slovacchi, 130 Bulgari, 60 Croati, 710 Greci, 120 Ebrei, 130 Cechi, 240 Polacchi, 830 Italiani, 60 Cinesi, 130 Armeni, 280 Csángó, 2 270 di altre etnie.[senza fonte]


Economia


La IAR Brașov nel 1940
La IAR Brașov nel 1940

Lo sviluppo industriale di Brașov iniziò nel periodo interbellico, quando venne avviata la Industria Aeronautică Română (IAR), una grande industria aeronautica, che costruì i primi aerei romeni da combattimento, usati nella Seconda guerra mondiale contro l'Unione sovietica; dopo l'avvento del regime comunista, la fabbrica venne riconvertita alla produzione di macchinari agricoli con il nome Uzina Tractorul Brașov, UTB Universal, mentre in tempi più recenti vennero sviluppati e prodotti aerei specializzati per uso agricolo.

Il regime comunista accelerò molto lo sviluppo industriale, in particolare dell'industria pesante, il che attirò numerosi lavoratori dalle zone circostanti. Sebbene l'attività industriale abbia avuto un non trascurabile declino negli ultimi anni, l'area rimane fortemente industrializzata, con aziende del settore meccanico (macchine agricole, trasmissioni idrauliche, cuscinetti a sfere, componenti per autoveicoli, elicotteri), oltre che farmaceutico (con la recente costruzione di uno stabilimento della multinazionale GlaxoSmithKline), dei mobili e tessile. A Brașov hanno inoltre sede la Poiana, una delle più note industrie del cioccolato del paese, ed una grande birreria.

Una storia a parte è quella della Nivea: nel periodo tra le due guerre l'importatore rumeno della Beiersdorf aveva installato a Brașov uno stabilimento per produrre cosmetici con tale marchio; dopo la fine della guerra e l'avvento del regime comunista, il direttore fu torturato e deportato e lo stabilimento venne confiscato, ma continuò a produrre cosmetici a marchio Nivea che venivano venduti in tutta l'Europa dell'Est. Soltanto nel 1995 dopo un contenzioso in tribunale questa anomalia si è chiusa con la cessazione dell'uso del marchio e la restituzione dello stabilimento alla casa tedesca che continua a produrre


Infrastrutture e trasporti


La città di Brașov è sede di un importante nodo ferroviario caratterizzato dal 1965 dalle prime sperimentazioni per la Romania di elettrificazione. Nel 2004 è iniziata la costruzione dell'autostrada A3 Bucarest-Budapest.

Un caso a parte è quello dei collegamenti aerei: la IAR Brașov disponeva di un proprio aeroporto che però, con la riconversione avvenuta dopo la seconda guerra mondiale, venne distrutto e sull'area venne costruita la stazione ferroviaria, al centro della quale rimane la vecchia torre di controllo, unica parte non distrutta all'epoca. Un nuovo aeroporto internazionale è in fase di costruzione nella vicina Ghimbav, con una pista di 2800 m ed un terminal studiato per 1 milione di passeggeri all'anno; l'apertura, inizialmente prevista per il luglio 2007, nel 2017 non è ancora avvenuta.


Risorse naturali per il turismo


Poiché la regione di Brașov è prevalentemente montuosa, i turisti che vengono a Brașov possono praticare tutte le attività sportive invernali. I principali massicci montuosi del municipio con infrastrutture, intrattenimenti ed adatte allo sci:


Amministrazione



Gemellaggi



Sport



Calcio


La squadra principale della città è il Fotbal Club Brașov.


Galleria d'immagini



Note


  1. (RO) Populatia Romaniei pe localitati la 1 ianuarie 2016 (PDF), su insse.ro, 1º gennaio 2016. URL consultato l'8 aprile 2019.
  2. zona metropolitana Brașov, su adevarul.ro. URL consultato il 16 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2008).
  3. Erdély etnikai és felekezeti statisztikája 1850-2002, su kia.hu. URL consultato l'8 aprile 2019.
  4. Atlas and Gazetteer of Historic Hungary 1914, Talma Kiadó Archiviato il 14 gennaio 2017 in Internet Archive.
  5. Centro luterano di Brasov

Voci correlate



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Collegamenti esterni


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На других языках


[de] Brașov

Brașov ([.mw-parser-output .IPA a{text-decoration:none}braˈʃov]; Aussprache?/i; deutsch Kronstadt, ungarisch Brassó, historisch – als Stadt im Land der Stephanskrone[3][4] – auch Stephanopolis sowie Cronstadt, Corona und Krunen, von 1950 bis 1960 nach Josef Stalin Orașul Stalin „Stalinstadt“) ist eine Großstadt in Rumänien mit etwa 250.000 Einwohnern. Historisch war sie eines der Zentren der Siebenbürger Sachsen und die wirtschaftlich stärkste Stadt Siebenbürgens.
- [it] Brașov

[ru] Брашов

Брашо́в (рум. Brașov, венг. Brassó) — город в Румынии, один из десяти крупнейших городов в стране. Центр и крупнейший город исторической области Цара Бырсей.



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