Volpago del Montello (IPA: /vol'pago del mon'tɛllo/; Volpago in veneto, IPA: /vol'pago/) è un comune italiano di 10 009 abitanti[1] della provincia di Treviso in Veneto.
Volpago del Montello comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Paolo Guizzo (LSP - centro-destra) dal 5-6-2016 (2º mandato dal 4-10-2021) |
Territorio | |
Coordinate | 45°47′N 12°07′E |
Altitudine | 94 m s.l.m. |
Superficie | 44,82 km² |
Abitanti | 10 009[1] (28-2-2022) |
Densità | 223,32 ab./km² |
Frazioni | Santa Maria della Vittoria, Selva del Montello, Venegazzù |
Comuni confinanti | Crocetta del Montello, Giavera del Montello, Montebelluna, Moriago della Battaglia, Paese, Ponzano Veneto, Povegliano, Sernaglia della Battaglia, Trevignano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 31040 |
Prefisso | 0423 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 026093 |
Cod. catastale | M118 |
Targa | TV |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 436 GG[3] |
Nome abitanti | volpaghesi |
Patrono | santa Maria Maddalena |
Giorno festivo | 22 luglio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Volpago - o, più precisamente, la sua chiesa - è citata per la prima volta nel 1297: Plebes S. Marie de Bolpago[4].
Una paraetimologia popolare crede significhi "paese delle volpi", ma la teoria più probabile lo ritiene un prediale legato a un Vulpius, con suffisso aggettivale -acus[5][4]. Un'ulteriore ipotesi, riprendendo l'antica forma Bolpagus, individua la radice bol-, di origine tardo-barbarica e significante "terra rossa", e un suffisso -pagus che in latino indica una piccola circoscrizione territoriale, ovvero un villaggio; Volpago starebbe quindi a significare "paese della terra rossa", cosa confermata dalle caratteristiche geologiche del territorio[6].
La specifica "del Montello", riferito agli eventi della prima guerra mondiale, è stato aggiunto con R. D. del 24 maggio 1925 n. 1105[4].
Le civiltà antiche hanno lasciato consistenti tracce in tutto il territorio. Si tratta di reperti risalenti alla preistoria, al periodo dei castellieri, ai Paleoveneti e ai Romani. A questi ultimi si deve anche la disposizione di strade e fossati, orientati in direzione nordovest-sudest e sudovest-nordest, secondo la centuriazione del municipium di Tarvisium.
Nel basso medioevo Volpago diventa capopieve, mentre a Selva viene costruito un castello dei nobili Vidoti (o Guidoti). Nel XIV secolo seguì le sorti di Treviso e fu annessa alla Serenissima.
Durante il dominio veneziano, si diffuse stabilità e relativo benessere grazie all'interessamento di alcune famiglie nobili che investirono sull'agricoltura e sulla sericoltura. L'accesso al sovrastante Montello, invece, era vietato, poiché il suo bosco era sfruttato esclusivamente dall'Arsenale.
Alla caduta della Repubblica seguì uno sconvolgimento dei sistemi rurali, politici e religiosi sostituiti dai comuni. Volpago passò poi con tutto il Veneto al Regno Lombardo-Veneto per essere poi unito al Regno d'Italia.
Nel 1870, il comune fu uno dei primi ad essere industrializzato, grazie all'attività dei Gobbato. Alle ville di questa famiglia furono annessi una filanda e uno stabilimento bacologico che diedero lavoro a centinaia di persone provenienti anche dai paesi vicini. Tuttavia, ciò non servì a frenare la diffusa povertà, che provocò una massiccia emigrazione verso l'estero, specialmente in Sudamerica.
In prossimità del fronte del Piave, Volpago si ritrovò in prima linea durante la Grande Guerra, che infuriò soprattutto lungo il versante settentrionale del Montello.
Degli eventi tra le due guerre, da ricordare vi è la Tromba del Montello del 24 luglio 1930, una tromba d'aria che provocò morte e distruzione e danneggiò gravemente la chiesa di Selva.
Durante il secondo conflitto, Volpago vide cadere molti suoi cittadini in guerra, e molti furono pure i tragici rastrellamenti nazi-fascisti.[6]
Lo sviluppo socio economico del territorio di Volpago fu fortemente caratterizzato fino agli anni sessanta da grandi ondate migratorie che diedero la possibilità, per coloro che restarono, di ricevere le rimesse dai concittadini all'estero, fondamentali per investire nelle imprese e contribuire al miracolo economico che travolse l'Italia nel dopoguerra. Le prime emigrazioni verso l'Europa centrale e il Nord America furono ben presto sostituite da numerose iniziative private piccolo imprenditoriali che fecero uscire il paese dalla realtà rurale. Impressionante fu, negli anni 60-80, il numero di laboratori a conduzione familiare, che produssero un diffuso benessere. La lavorazione degli indotti di grosse realtà industriali tessili, scarpe sportive e attività conserviere costituirono una fonte di occupazione e di guadagno assai generalizzato. La crisi socio-economica dei primi anni '90 ha ridimensionato questa organizzazione non più coerente con le diverse strutture della nuova economia. Attualmente a parte alcune iniziative imprenditoriali, la popolazione ha trovato altre fonti di reddito che permettono un tenore di vita abbastanza buono. Se Volpago infatti, anni fa, poteva essere conosciuto per i suoi insediamenti industriali, ben altre sono attualmente le sue attrattive.[6]
Volpago è anche una terra di cultura e di uomini d'ingegno. L'ing. Ugo Gobbato (1888-1945) diresse l'Alfa Romeo impedendo ai nazisti di trasferire la casa automobilistica e i suoi materiali in Germania. Grandi artisti di Volpago sono Ottorino Stefani (1928-2016), pittore e poeta di fama nazionale, che ha dedicato gran parte dei propri capolavori alle terra natia ed Island Guizzo (1915-1987), pittore deportato nei lager, operante a Roma accanto a grandi personalità come Giorgio De Chirico. La nostra terra è anche aggraziata da numerose opere architettoniche di straordinaria bellezza: nella frazione di Selva vi sono la quattrocentesca Villa Priuli-Barea, la cinquecentesca barchessa di ca' Marcello, la chiesa che ospita le storie di Mosè dei Guardi, Tintoretto e Paolo Veneziano, il più illustre pittore del Trecento veneto; a Volpago si trovano Villa Saccardo ( XVI secolo) e l'ex convento dei Nonantolani e casa Fiorentin, del 1902, unico esempio di architettura Stile Liberty. Terra di cultura, Volpago vede negli ultimi tempi una grande rinascita culturale, un rifiorire di attività ed eventi culturali su iniziativa pubblica e privata, con mostre, manifestazioni, concerti, spettacoli, proiezioni e visite, che ottengono sempre più importanti e riconosciuti successi.
Lo stemma del comune di Volpago del Montello è stato concesso con regio decreto del 5 settembre 1929.[7]
«Di rosso, al monte di verde, movente dalla punta, cimato da un albero di quercia al naturale, accollato da un ramo di vite pampinoso e fruttato d'oro, con due volpi al naturale, rampanti alle falde del monte. Ornamenti esteriori da Comune.» |
Il gonfalone è un drappo di bianco.
Il nuovo tempio vasto ed imponente, di linee architettoniche sobrie ed eleganti, fu progettato dall'architetto F.Scudo. Recentemente, dopo essere state restaurate ad opera della fondazione Cassamarca, sono state ricollocate nella chiesa 6 grandi tele, opere di Giannantonio Guardi, Francesco Guardi e Francesco Fontebasso, rappresentanti storie di Mosè.
Poco discosto sorgeva lo stabilimento bacologico.
Qui nel lontano 1752 fu ospitato il vescovo Paolo Francesco Giustinian.
Oltre il parco si articolava il lungo edificio della filanda, una della più produttive di tutta la Provincia.
Fu notata anche dall'attento scrittore Giovanni Comisso che la portò come esempio di architettura rurale veneta.
È uno dei pochi esempi del palladianesimo settecentesco in provincia di Treviso. Il progetto iniziale dell'architetto bassanese Giovanni Miazzi (1699-1797) che ne condusse a termine la realizzazione, fu ampiamente rivisto e corretto da Francesco Maria Preti (1701-1774). Il complesso presenta un imponente edificio dominicale, che si sviluppa attorno al pronao centrale, affiancato da due ariose barchesse. Il giardino che precede la facciata è tutto circondato da una peschiera, mentre quello retrostante si spinge alle pendici del Montello. Villa Spineda fu residenza del sen. Jacopo Gasparini, governatore d'Eritrea e Ambasciatore nello Yemen.
Il Consorzio del Bosco Montello ha messo a disposizione la mappa del percorso della pista ciclabile "La Tradotta" con l’elenco dei nodi e delle vie intersecate. [9]
Abitanti censiti[10]
Al 31 dicembre 2017 gli stranieri residenti nel comune erano 480, ovvero il 4,7% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[11]:
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1º settembre 1983 | 9 agosto 1988 | Giovanni Guizzo | DC | Sindaco | [12] |
10 agosto 1988 | 7 giugno 1993 | Renato De Marchi | DC | Sindaco | [13] |
7 giugno 1993 | 28 aprile 1997 | Mirco Martini | Liga Veneta | Sindaco | [14] |
28 aprile 1997 | 14 maggio 2001 | Alvaro Perin | Liga Veneta-Lega Nord | Sindaco | [15] |
14 maggio 2001 | 28 maggio 2006 | Alvaro Perin | lista civica | Sindaco | [16] |
30 maggio 2006 | 6 giugno 2011 | Roberto Toffoletto | lista civica | Sindaco | [17] |
16 giugno 2011 | 5 giugno 2016 | Roberto Toffoletto | lista civica | Sindaco | [18] |
6 giugno 2016 | 4 ottobre 2021 | Paolo Guizzo | Lega - FI | Sindaco | [19] |
4 ottobre 2021 | in carica | Paolo Guizzo | Lega - FI - FdI - Impegno per Volpago | Sindaco | [20] |
La denominazione del comune fino al 1925 era Bolpago[21].
Altri progetti
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