Moriago della Battaglia (Moriago in veneto) è un comune italiano di 2 783 abitanti[1] della provincia di Treviso in Veneto.
Moriago della Battaglia comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Giuseppe Tonello (LN) dal 27-5-2013 |
Territorio | |
Coordinate | 45°52′N 12°06′E |
Altitudine | 119 m s.l.m. |
Superficie | 13,76 km² |
Abitanti | 2 783[1] (28-2-2022) |
Densità | 202,25 ab./km² |
Frazioni | Mosnigo, Nosledo |
Comuni confinanti | Crocetta del Montello, Farra di Soligo, Sernaglia della Battaglia, Vidor, Volpago del Montello |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 31010 |
Prefisso | 0438 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 026048 |
Cod. catastale | F729 |
Targa | TV |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 564 GG[3] |
Nome abitanti | moriaghesi |
Patrono | san Leonardo |
Giorno festivo | 6 novembre |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Il territorio comunale si estende a nord della sponda sinistra del fiume Piave.
Un altro corso d'acqua che bagna il territorio moriaghese è il torrente Raboso.[4]
Il toponimo è probabilmente un prediale derivato dal nome proprio latino Maurellius o Maurilius, cui è stato aggiunto il tipico suffisso -ācus[5]. Altre ipotesi lo avvicinano a "muri", in riferimento a delle strutture difensive, o a "morìa", legandosi alla distruzione dell'antico villaggio di Nosledo. Una paraetimologia lo avvicina a "muore il lago", in quanto il paese sarebbe sorto al limitare di una zona paludosa[6].
La presenza di insediamenti umani del territorio di Moriago è provata almeno all'età del bronzo, con il ritrovamento di resti di vasellame in terracotta.
In epoca romana si sarebbero formati gli attuali centri abitati che in effetti conservano traccia della struttura del villaggio difeso da un recinto circondato a sua volta da una strada. A questo periodo risalgono diverse sepolture (I-II secolo) e una probabile centuriazione ancora ravvisabile tra il Rosper e il terrazzo delle Rive.
Durante le invasioni barbariche, gli abitanti si spostarono in località più sicure (i Palù, l'area a nord della chiesa di Moriago, Nosledo, la scarpata di accesso alle Grave), ma al termine delle scorrerie ripopolarono i vecchi villaggi.
Il capoluogo comunale è citato per la prima volta nel 1112 come Murliago[5]. Nel medioevo si assistette alla feudalizzazione della zona, ma dal XIII secolo le signorie locali rinunciarono ai propri diritti cedendo la sovranità al Comune di Treviso. Nello stesso periodo i frati del monastero di Vidor intrapresero un'importante bonifica del territorio.
Passato alla Serenissima, Moriago fu a lungo sottoposto alla vicina Vidor. Nel 1807, sotto Napoleone, fu costituito l'odierno comune, tuttavia nel 1810 venne soppresso e aggregato nuovamente a Vidor. Riacquistò la propria autonomia nel 1819, durante il governo austriaco.
Come ricorda lo stesso toponimo, il paese subì le distruzioni della Grande Guerra trovandosi lungo il fronte del Piave. Di questo periodo va citata l'eroica impresa del 27 ottobre 1918 quando le truppe del XXIII Corpo d'armata, agli ordini del generale Giuseppe Vaccari, riuscirono ad attraversare il fiume e a sfondare le linee nemiche presso quella che si chiamò poi isola dei Morti. Questo evento pose le basi per la definitiva battaglia di Vittorio Veneto[6].
Lo stemma e il gonfalone sono stati approvati con delibera del consiglio comunale n. 276 del 30 luglio 1969 e concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'8 aprile 1970.
«Troncato d'azzurro e di rosso, alla fascia ondata d'argento sulla partizione: il primo, alla torre quadrata al naturale, aperta e finestrata di nero, merlata alla guelfa; il secondo, al cippo al naturale, murato, caricato di una lapide, cimato da una croce del Calvario d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.» |
È rappresenta l'antica torre dei Caminesi che, pur sbrecciata dalle granate della prima guerra è ancora visibile in piazza, e il cippo dell'Isola dei Morti, primo punto riconquistato sulla sinistra del Piave nell'ottobre 1918.
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
La bandiera, concessa con D.P.R. del 5 aprile 2006, è un drappo di bianco con la bordatura partita di azzurro e di rosso, caricato dello stemma del Comune.[7]
![]() | Medaglia d'oro al Merito Civile |
«Piccolo paese del Quartiere del Piave, durante la prima guerra mondiale, fu scenario della fondamentale "Battaglia del Solstizio" che diede il via alla riscossa e alla vittoria finale delle truppe italiane. La popolazione civile, fu costretta allo sfollamento e all'evacuazione con le poche masserie e viveri di cui disponeva e dovette contare numerosi morti e feriti per cause belliche e altrettanti per fame. I sopravvissuti seppero reagire, con dignità e coraggio, agli orrori della guerra e affrontare, col ritorno alla pace, la difficile opera di ricostruzione. Ammirabile esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio» — Moriago della Battaglia, 1915-1918 |
L'intitolazione a san Leonardo di Limoges ne fa collocare l'origine a prima del X secolo, durante il dominio dei Franchi. Sappiamo che all'inizio del XII secolo era subordinata all'abbazia di Vidor, mentre nel 1375 fu elevata a rettoria dipendente dalla pieve di Sernaglia. L'istituzione della parrocchia avvenne nel 1569.
L'edificio attuale fu innalzato negli anni 1922-1925 in sostituzione della precedente chiesa settecentesca distrutta durante la Grande Guerra. Progettato da Alberto Alpago Novello e consacrato nel 1928 dal vescovo Eugenio Beccegato, conserva sull'altare maggiore una pregevole pala del Pordenone risparmiata dai combattimenti[8]. Le decorazioni interne della cupola sono opera di Guido Cadorin, che si è avvalso della collaborazione di Giovanni Zanzotto prima e di Astolfo de Maria poi[9].
Così è soprannominata un'avveniristica costruzione di via dei Zanin progettata da Dante Vendramini, ingegnere moriagotto che aveva lavorato in Francia alla Dassault Aviation. Morto Vendramini, è stata completata dall'attuale proprietaria Lorella Zanetton.
L'abitazione è costruita con tecniche e materiali propri dell'industria aerospaziale e si basa su un sistema di moduli con struttura in calcestruzzo armato, ricoperta da pannelli in materiali compositi. Caratteristica fondamentale è appunto la forma "a fungo" data dalla sovrapposizione dei due piani, entrambi a pianta circolare con quello superiore più ampio.[10]
Abitanti censiti[11]
Al 31 dicembre 2017 gli stranieri residenti nel comune erano 376, ovvero il 13,4% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[12]:
L'economia del comune è legata all'agricoltura, allevamento e all'industria del mobile. Il territorio agricolo è rinomato per la produzione della patata e nel mese di luglio viene organizzata la "festa della patata", che attira numerosi escursionisti ed appassionati.[13]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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31 luglio 1985 | 29 maggio 1990 | Roberto Collet | DC | Sindaco | |
29 maggio 1990 | 11 maggio 1994 | Angelo Gregolon | indipendente | Sindaco | [14] |
11 luglio 1994 | 21 novembre 1994 | Rosanna Spada | - | Commissario prefettizio | |
21 novembre 1994 | 30 novembre 1998 | Franco Francovigh | lista civica | Sindaco | |
30 novembre 1998 | 27 maggio 2003 | Breda Pergentino | lista civica | Sindaco | |
27 maggio 2003 | 15 aprile 2008 | Breda Pergentino | lista civica | Sindaco | |
15 aprile 2008 | 27 maggio 2013 | Giuseppe Tonello | Lega Nord - altre | Sindaco | |
27 maggio 2013 | 27 maggio 2018 | Giuseppe Tonello | Lega Nord - civiche | Sindaco | |
12 giugno 2018 | in carica | Giuseppe Tonello | Lega Nord - civiche | [15][16] | |
La specificazione "della Battaglia", chiaro riferimento ai combattimenti della grande guerra, fu aggiunta alla denominazione del comune con DPR 26 giugno 1962 n. 987[5][17].
Altri progetti
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