Visano (Isà in dialetto bresciano[4][5]) è un comune italiano di 1 990 abitanti[1] della provincia di Brescia in Lombardia.
Visano comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Francesco Piacentini (lista civica La Visano che vogliamo) dal 26-5-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 45°19′09.48″N 10°22′24.24″E |
Altitudine | 60 m s.l.m. |
Superficie | 11,22 km² |
Abitanti | 1 990[1] (30-11-2021) |
Densità | 177,36 ab./km² |
Comuni confinanti | Acquafredda, Calvisano, Isorella, Remedello |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 25010 |
Prefisso | 030 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 017203 |
Cod. catastale | M070 |
Targa | BS |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 396 GG[3] |
Nome abitanti | visanesi |
Patrono | santi Pietro e Paolo |
Giorno festivo | 29 giugno |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Il territorio è sostanzialmente pianeggiante, appartenente geologicamente alla bassa padana. È bagnato ad oriente dal fiume Chiese il cui corso segna il confine con il vicino comune di Acquafredda.
Sono presenti numerosi canali e rogge tra cui il Palpice.
Secondo il Mazza (1986), il toponimo deriverebbe dal latino gentilizio Visius, oppure dalla radice celtica Is-Hisa che aveva il significa di pascolo basso e paludoso.[7]
La fondazione, a seguito delle indagini epigrafiche e toponomastiche, potrebbe risalire ai Galli Cenomani che si stanziarono nei pressi del fiume Chiese. Sono state trovate anche tombe e crocette di epoca barbarica[7].
Fu sede di una pieve, la cui presenza è attestata prima che il Monastero di Leno prendesse possesso di diverse proprietà nella zona. In un documento del 1275 relativo all'elezione vescovile di Berardo Maggi, l'arciprete visanese è nominato al sesto posto, a dimostrazione dell'antichità della pieve che amministrava[7].
Nel 1332 risulta che il paese sia stato raso da Mastino della Scala, mentre sedici anni dopo altre distruzioni furono compiute da Giovanni Visconti[7]. Non viene citato nell'Estimo Visconteo del 1385[8], mentre nel 1396 un documento del figlio del Visconti, Uberteto, chiedeva al vescovo di Brescia l'investitura del feudo visanese.[9]
Nel XV secolo, Visano entrò a far parte del territorio della Repubblica di Venezia che lo inquadrò prima nella Quadra di Calvisano, come testimoniano documenti del 1473, poi in quella di Ghedi (1679)[8]
Giovanni Da Lezze, nel suo Catastico Bresciano (1610), fornisce poche informazioni sul paese, tra cui quella che la chiesa, dedicata a San Pietro, era officiata da un curato, mentre l'arciprete non vi risiedeva, pur percependo una pensione. Il nobile veneziano sostenne che la causa della scarsità degli abitanti fosse dovuta alla scarsa salubrità della zona.[9]
Nel 1689 iniziarono i lavori per la costruzione della nuova parrocchiale dedicata, oltre al patrono plebano Pietro anche a San Paolo.[9] Fu voluta dall'arciprete Giacomo Marchionni. Durante la visita del vescovo Marco Dolfin (1704), l'edificio ecclesiale risulta completato, ma non ancora consacrato[10].
A seguito delle vicende che interessarono il bresciano nel 1797, il comune entrò a far parte della Repubblica Bresciana (marzo) e quindi della Repubblica Cisalpina (novembre). Fu assegnato al cantone del Clisi con legge 1º maggio 1797, mentre nel maggio dell'anno seguente passò al Distretto di Gottolengo e ad ottobre dello stesso anno fu inglobato nel Distretto dei Colli, entrambi facenti parte del Dipartimento del Mella[11]
Nel 1801 fu poi incorporato nel Distretto III di Verola Alghisi, sempre del dipartimento del Mella, e in tale situazione si mantenne durante la napoleonica Repubblica Italiana. Con il passaggio al Regno d'Italia, fu ridefinita l'impostazione amministrativa e Visano divenne comune di Terza classe, assegnato al Cantone II di Leno del Distretto III di Verolanuova[11].
Nel 1810, la municipalità fu soppressa e il territorio entrò a far parte del comune di Calvisano[11].
Dopo il Congresso di Vienna e l'assegnazione della provincia bresciana al Regno Lombardo-Veneto, Visano riottenne l'autonomia municipale e fu assegnato, con notificazione 12 febbraio 1816, al Distretto IV di Montechiaro[12]
A seguito della Seconda guerra d'indipendenza italiana, Visano, con tutta la provincia bresciana entrò a far parte del Regno di Sardegna, dal 1861 Regno d'Italia. Il paese fu inquadrato nel Mandamento II di Montechiaro a sua volta appartenente al Circondario V di Castiglione. Nel 1868, dopo gli eventi della Terza guerra d'indipendenza, il circondario castiglionese fu scorporato e Visano, con tutto il mandamento monteclarense, entrò a far parte del Circondario V di Verolanuova[13]
Nel 1893 fu raggiunta dalla ferrovia Brescia-Parma.
«D'argento, alla figura femminile ritta e posta di profilo al naturale, vestita di porpora con il braccio sinistro piegato, la mano chiusa con l'indice accennante in atto di ammonire un ragazzo rivoltato e stante di profilo, vestito di bruno, ambedue fuoriuscenti dalla punta ed accompagnati, nel cantone destro del capo, da una stella a cinque raggi d'azzurro.» |
Le figure nello stemma dovrebbero alludere ad un'improbabile etimologia del nome del paese che la tradizione popolare fa derivare da un racconto secondo il quale un abitante di Visano, affetto da una malattia dovuta all'ambiente malsano circostante, si sarebbe rivolto ad un medico per un aiuto e che questi, indicando con la mano le vicine sorgenti avrebbe risposto: «be- vete quest'acqua ed il vi sano». I due personaggi sono poi diventati nel disegno dello stemma un fanciullo e una donna.[14] Lo stemma è privo di decreto di concessione ed è liberamente utilizzato dal Comune.
Il gonfalone in uso è un drappo di azzurro.
l’acqua necessaria al funzionamento delle locomotive a vapore e per esigenze connesse al servizio. La stazione di Visano si trova sulla linea Brescia-Parma la quale venne completata nel 1893 e pertanto si può ritenere che la costruzione del serbatoio sia da ricondurre alla fine del XIX secolo. La torre dell'acqua, così definita perché molto spesso costituita da una vera e propria costruzione elevata a forma di torre, è nata contestualmente alle stesse ferrovie in quanto accessorio indispensabile per il funzionamento delle locomotive a vapore oltre che importante per le ordinarie necessità delle stazioni e dei depositi e rimesse locomotive.
Venivano costruite a corredo delle stazioni principali, di quelle poste all'inizio delle tratte ferroviarie in salita e lungo il percorso a distanze strategiche l'una dall'altra. La struttura più antica e più semplice è quella costituita da un grosso serbatoio, in genere metallico a lamiere chiodate, di forma cilindrica o prismatica, montato in alto su supporti in muratura o colonne portanti in ferro. Alimentava direttamente un braccio mobile tubolare in grado di addurre l'acqua direttamente alla locomotiva; era di regola chiamato "rifornitore".
Dalla fine del XIX secolo le torri dell'acqua hanno assunto forma più robusta ed elegante soprattutto se annesse ad un impianto di stazione con forme a struttura esagonale o di fabbricato liberty (è il caso della torre di Visano). Ne erano forniti tutti gli impianti ove era prevista la sosta o il rimessaggio delle locomotive, ma non era presente in tutte le stazioni. Si tratta di un edificio a pianta ottagonale di circa 6 metri di raggio, realizzato in muratura portante. La struttura è costituita dal muro perimetrale in mattoni di 50 cm di spessore e da 8 contrafforti interni in mattoni collegati tra loro da archetti posti alla quota di circa 7 metri. Gli archetti formano un anello continuo, vuoto al centro, su cui poggia la cisterna vera e propria in metallo, che occupa la quota da 7 metri a 12 metri. La parte sommitale (piano primo) è realizzata in muratura e chiude completamente lo spazio che alloggia la cisterna, se non per alcune aperture finestrate circolari. Anche la parte sommitale è a forma ottagonale ed è coronata dalla copertura a padiglioni, sempre a forma ottagonale, realizzata con struttura lignea e rivestimento in coppi in laterizio.
È presente un cornicione esterno in mattoni a dentelli in corrispondenza dell’anello di appoggio della cisterna e uno zoccolo più largo anch’esso in mattoni alla base della torre. Lo zoccolo e il cornicione sono in mattoni faccia a vista mentre le murature sono intonacate sia esternamente che internamente. Sono presenti alcune aperture, in particolare una porta ad arco a tutto sesto e 2 finestre anch’esse a tutto sesto al piano terra e una porta e 3 finestre circolari al primo piano. Il primo piano è raggiungibile solo esternamente mediante scaletta a pioli infissa nella muratura. L’intorno dell’edificio è costituito dall’area verde. La porta di ingresso affaccia verso la banchina del primo binario ferroviario. Dal punto di vista architettonico, considerando anche il periodo di costruzione, l’edificio presenta i caratteri tipologici dell’architettura industriale liberty della seconda metà dell’Ottocento.
La stazione ferroviaria di Visano nel corso del secondo conflitto mondiale è stata a più riprese bersaglio di bombardamenti da parte della Royal Air Force. La Torre Piezometrica ne è sopravvissuta a differenza di altre strutture ferroviarie. Essendo l’unica esistente in stile liberty sulla tratta ferroviaria Brescia – Parma, probabilmente l’unica rimasta in Italia*, l’Amministrazione Comunale di Visano, in collaborazione con Rete Ferroviaria Italiana e l'ausilio di alcuni imprenditori locali, dopo aver ottenuto l’autorizzazione paesaggistica da parte della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e paesaggio per le province di Brescia e Bergamo, nel 2019 ha iniziato il recupero storico ed architettonico riqualificando anche l’area di pertinenza posizionando al suo interno la cisterna in ferro meglio definita come serbatoio di accumulo acqueo a lamiere chiodate il quale ha una capacità utile di circa 8.50 m3. Originariamente posizionata al piano primo è stata rimossa pulita e rivestita di un protettivo che ne ha permesso il mantenimento del colore originale.
* Ne da notizia il professor Stefano Maggi, presidente della biblioteca dei trasporti e della mutualità Cesare Pozzo, la più grande in Italia specializzata nel trasporto ferroviario
Abitanti censiti[16]
Nel territorio di Visano, accanto all'italiano, è parlata la Lingua lombarda prevalentemente nella sua variante di dialetto bresciano.
La stazione di Visano, posta lungo la ferrovia Brescia-Parma, è servita da treni regionali eserciti da Trenord e cadenzati a frequenza oraria[17] nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lombardia.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1995 | 1999 | Flavio Tomasoni | Lista civica | Sindaco | |
1999 | 2004 | Flavio Tomasoni | Centro | Sindaco | |
2004 | 2009 | Esterino Ciotta | Lista civica | Sindaco | |
2009 | 2014 | Maria Grazia Tortelli | Visano Al Centro | Sindaco | |
2014 | 2019 | Francesco Piacentini | La Visano che Vogliamo | Sindaco | |
2019 | 2021 | Francesco Piacentini | La Visano Che Vogliamo | Sindaco | |
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