Villa Rendena, localmente chiamato Villa, è un ex comune italiano di 1 002 abitanti della provincia di Trento.
Villa Rendena frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | Porte di Rendena |
Territorio | |
Coordinate | 46°04′N 10°43′E |
Altitudine | 608 m s.l.m. |
Superficie | 35,04 km² |
Abitanti | 1 002[1] (31-12-2015) |
Densità | 28,6 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 38094 (già 38080) |
Prefisso | 0465 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 022223 |
Cod. catastale | M006 |
Targa | TN |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona F, 3 339 GG[3] |
Nome abitanti | villani |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
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Dal 1º gennaio 2016 con gli ex-comuni di Darè e Vigo Rendena forma il nuovo comune di Porte di Rendena, di cui è capoluogo.
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Il comune di Villa Rendena è posto all'imbocco meridionale della val Rendena, è composto, oltre che dalla sede comunale di Villa Rendena, anche dalle frazioni di Verdesina e Javrè.
Ma non sempre fu così, infatti le comunità erano divise dal 1788 quando Verdesina volle rendersi autonoma da Villa Rendena. Verso la fine dell'Ottocento i tre paesi furono contattati dal capitano distrettuale di Tione che cercava di rendere possibile la loro unione in un unico comune ma questo tentativo andò a vuoto.
Dopo la prima guerra mondiale però con la nuova politica vi fu in tutto il Trentino un sostanziale cambiamento delle suddivisioni amministrative comunali tendente ad accorpare più comuni in uno solo. Ciò avvenne anche per Villa Rendena, Verdesina e Javrè che in forza del regio decreto del 6 maggio 1928 n. 1183 si trovarono uniti in un unico ente comunale che faceva a capo Villa Rendena.
Villa Rendena, abitata già nell'età del Bronzo, fu poi occupata dalle popolazioni retiche, alle quali seguirono i Celti e infine i Romani. Come tutto l'attuale Trentino fece parte fino al 1918 all'Impero Austroungarico. Il comune non fu risparmiato dalla peste che si abbatté sulla valle nel Seicento, e che fu causa dell'abbandono di molti abitati.
Come tutti i villaggi giudicariesi è stato ricostruito dopo i furiosi incendi, l'incendio di Villa Rendena avvenuto il 7 ottobre 1924 e quello di Javrè il 23 aprile 1910 che avevano distrutto le sovrastrutture lignee delle massicce case rendenesi.
La passata attività economica di Villa Rendena è legata ad alcune attività artigianali tradizionali. Assai rinomato era l'artigianato degli zoccoli di legno, che ebbe un forte impulso durante la seconda guerra mondiale. Vi funzionava pure una scuola statale di pizzi e merletti, instaurata per volere dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria e innestatasi sull'antica attività familiare, un tempo assai apprezzata. Queste attività artigianali e industriali erano comunque affiancate da una solida economia silvo-pastorale. Lo testimoniano le numerose baite che punteggiano i versanti della valle di San Valentino che, con le cascate formate dal Rio Bedù, è una delle più belle "porte" dell'Adamello Trentino e del Parco Adamello-Brenta. Nella parte più profonda del solco di valle confluiscono tre alte convalli solitarie: la Vallina, la Valletta Alta, la val Dossà. In quest'ultima sorge il bivacco Dosson, spartano ricovero a 2300 m, sotto il passo delle Vacche, valico per la val Daone.
Abitanti censiti[4]
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Altri progetti
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