Vigolo Vattaro (Vìgol in dialetto trentino) è una frazione di 2 289 abitanti del comune italiano dell'Altopiano della Vigolana, nella provincia autonoma di Trento, giá Comune autonomo.
Vigolo Vattaro frazione | |
---|---|
La chiesa di San Giorgio. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Comune | Altopiano della Vigolana |
Territorio | |
Coordinate | 46°00′N 11°12′E |
Altitudine | 725 m s.l.m. |
Superficie | 20,82 km² |
Abitanti | 2 289[1] (31-12-2015) |
Densità | 109,94 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 38049 |
Prefisso | 0461 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 022219 |
Cod. catastale | L896 |
Targa | TN |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona F, 3 522 GG[3] |
Nome abitanti | vigolani |
Patrono | san Giorgio |
Giorno festivo | 23 aprile |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Vigolo Vattaro è un insediamento umano antico, posto sulla strada romana che collega la Valsugana con la Valle dell'Adige. Interessanti furono le scoperte archeologiche romane, tra cui una strada selciata. Nel Medioevo Vigolo Vattaro era difeso dal Castello di Vigolo e dalla Torre di Mattarello, ma nonostante ciò il paese soffrì più volte per il passaggio di eserciti e subì il sacco dei rivoltosi trentini. Durante l'offensiva del maggio 1916 il paese fu sede del comando d'armata austro-ungarico.
È situato sull'Altopiano della Vigolana, a pochi chilometri da Trento e dal lago di Caldonazzo. La parte alta (736 m.) è detta Sovich secondo la denominazione trentina. L'estremo agglomerato nella valle è chiamato Mala ed era il luogo delle officine e dei mulini. La parte bassa del paese (705 m.) è detta Marzon ed è caratterizzata da edifici rustico-signorili.
Di particolare interesse è la Chiesa di San Giorgio, caratterizzata dal bassorilievo paleocristiano raffigurante un albero d'ulivo con uccelli. Secondo alcuni studiosi quest'opera è anteriore al VII secolo. La chiesa è nominata per la prima volta nel XIII secolo. Tra il 1538 e il 1558 avvenne la ricostruzione della chiesa, testimoniata dall'attuale abside gotica con la volta a costoloni. Un'ulteriore modifica avvenne nel 1852 con l'ampliamento attraverso la creazione di una nuova navata a ritmo classico. L'altare maggiore marmoreo risale al 1750 e al suo fianco è murata un'epigrafe barocca con lo stemma dei Tabarelli de Fatis, signori del castello che avevano il diritto di patronato della chiesa.
La piazza del paese era il luogo designato per le rappresentazioni delle commedie, che erano delle vere e proprie sacre rappresentazioni diffuse in tutto il Trentino.
Abitanti censiti[4]
Nel settore dell'artigianato è ancora diffusa e rinomata l'antica lavorazione del legno finalizzata alla realizzazione di mobili e arredamenti.[5]
La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1928 aggregazione di territori dei soppressi comuni di Bosentino e Vattaro. Nel 1947 distacco di territori per la ricostituzione dei comuni di Bosentino (Censimento 1936: pop. res. 620) e Vattaro (Censimento 1936: pop. res. 553).[6]
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 240109775 · WorldCat Identities (EN) viaf-240109775 |
---|
Portale Trentino-Alto Adige: accedi alle voci di Wikipedia che parlano del Trentino-Alto Adige |