Seregno (Serègn in dialetto brianzolo, AFI: [seˈrɛɲ]) è un comune italiano di 44 832 abitanti[1] della provincia di Monza e della Brianza in Lombardia, situato nella bassa Brianza.
Seregno comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Alberto Rossi (centro-sinistra) dal 26-6-2018 |
Territorio | |
Coordinate | 45°39′N 9°12′E |
Altitudine | 222 m s.l.m. |
Superficie | 13,05 km² |
Abitanti | 44 832[1] (31-12-2021) |
Densità | 3 435,4 ab./km² |
Comuni confinanti | Albiate, Cabiate (CO), Carate Brianza, Cesano Maderno, Desio, Giussano, Lissone, Mariano Comense (CO), Meda, Seveso |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 20831 |
Prefisso | 0362 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 108039 |
Cod. catastale | I625 |
Targa | MB |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 482 GG[3] |
Nome abitanti | seregnesi |
Patrono | Santa Valeria |
Giorno festivo | 28 aprile |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Seregno si trova nella parte meridionale della Brianza, nell'alta pianura lombarda (quota 222 m s.l.m.) a breve distanza dalle prime colline moreniche e pianalti brianzoli (che si ritrovano nei territori dei comuni confinanti di Albiate, Cabiate, Carate Brianza, Cesano Maderno, Desio, Giussano, Meda, Lissone, Mariano Comense e Seveso) e in vista delle Prealpi lombarde (Grigna, Grignetta e Resegone).
Seregno dista 21 km da Milano, in direzione nord, e 9km da Monza, in direzione nordovest; la distanza da Como e dalla Svizzera è di circa 25 chilometri.
Il territorio comunale è interamente pianeggiante e intensamente urbanizzato, con l'eccezione di alcune aree periferiche oggi sottoposte a vincolo (Parco GruBrìa); le aree edificate della città si estendono in molti casi fino ai limiti comunali, formando un continuum urbano con i Comuni limitrofi quali Cesano Maderno, Desio, Giussano, Lissone, Meda e Seveso.
Non esistono corsi d'acqua nel territorio comunale; i più vicini sono il Lambro a est (in territorio di Carate Brianza e Albiate) il Seveso (nei comuni di Seveso e Cesano) e il torrente Certesa (Tarò) a Meda, Seveso e Cesano dove confluisce nel fiume Seveso.
Il territorio seregnese ha un clima in tutto simile a quello del resto dell'alto milanese, caratteristico della fascia di alta pianura padana; è caratterizzato da inverni moderatamente freddi (medie di circa 2 °C in gennaio) ed estati calde (medie di circa 22 °C in luglio)[4], con precipitazioni discretamente abbondanti (circa 1.200 mm annui) con massimi autunnali e primaverili e minimi invernali.
La classificazione climatica dei comuni italiani[5] colloca Seregno nella zona E con 2482 gradi giorno[6].
Nel corso del tempo sono state effettuate diverse supposizioni riguardo all'origine del nome Seregno. Nei documenti antichi il nome della città viene citato come Serenum, Serenium, Seregnum, Seregnium, Siregno e Serigno.[7] Sembrerebbe che il toponimo Seregno derivi da Serena, figlia di Onorio detto di Spagna (fratello a sua volta dell'imperatore Teodosio I) e che fu moglie del generale Stilicone, vissuta nel V secolo.
Un'eventuale origine romana di Seregno è stata dibattuta, anche considerando l'intensa impronta che Roma lasciò nella zona fin dai tempi della conquista avvenuta nel corso del II secolo a.C. e alla luce dei ritrovamenti, in territorio seregnese, di alcuni manufatti romani (una piccola urna cineraria, una moneta coniata sotto Lucio Vero, tracce di acciottolato romano o di centuriazione delle campagne circostanti); tuttavia, data la mancanza di riscontri in merito, si tende a escludere quest'ipotesi e a datare l'origine della città all'età tardo-antica[8] o all'alto medioevo.[9] Da Seregnium, nome latino di Seregno, passavano la via Mediolanum-Bellasium, che metteva in comunicazione Milano con Bellagio, e la via Regina, strada romana che collegava il porto fluviale di Cremona con Chiavenna passando da Milano.
Il primo documento che citi Seregno risale al 1087:[9] è un atto con il quale Pietro da Seregno cede parte dei beni da lui posseduti alla canonica di Sant’Ambrogio di Milano, da cui si attendeva aiuto e protezione. Si può tuttavia ipotizzare l'esistenza di un centro del villaggio attivo già in età romana ma le notizie sono lacunose, e non esistono documenti certi.[9] I documenti di questo secolo e del successivo si riferiscono a Seregno con il termine di locus, definendolo così come un insediamento agricolo analogo alla grande maggioranza degli insediamenti della zona. Il locus di Seregno, in quel tempo, era come molti altri abitati posto sotto qualche autorità superiore, che nel caso di Seregno poteva essere la Chiesa o la Città di Milano. Nell'aprile 1138, il locus di Serennio passò dall'autorità religiosa e politica del monastero di San Simpliciano a Milano a quella del monastero di San Vittore a Meda[10] (oggi villa Antona Traversi). Una cronaca dei primi anni del XIII secolo (precisamente del 12 ottobre 1206)[9] cita Seregno come un borgo, indicando in questo modo un certo sviluppo demografico ed economico dell'insediamento e la formazione di un embrione di ceto imprenditoriale composto da artigiani, mercanti e proprietari terrieri.
Più tardi, nel corso del XIII secolo, Seregno si viene a trovare sotto la contemporanea influenza del monastero di San Vittore di Meda e del potente Ducato di Milano, che si manifestava in una serie di espropri e successive restituzioni di terre, come accaduto per le terre situate nell'odierno quartiere del Ceredo.[9] Il borgo entra inoltre nelle lotte di potere che, in quel periodo, opponevano i Della Torre ai Visconti. Negli anni fra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo la contesa per il possesso della signoria di Milano volge a favore dei Visconti, dapprima con Ottone, poi, definitivamente, con Matteo I. In questo periodo il borgo di Seregno era diviso in una parte alta e una parte bassa, nelle quali sorgevano due chiese, una per parte, dedicate rispettivamente a San Vittore e a Sant'Ambrogio. Questa situazione, prolungatasi nei secoli, avrebbe condotto a una sostanziale separazione di natura sociale e culturale, oltre che fiscale, che sarebbe stata risolta con metodi spicci solo nel '700 con la demolizione di entrambe le chiese e la loro sostituzione con un'unica chiesa (attuale basilica di San Giuseppe) che unificasse i cittadini seregnesi.[11] Il primo Consiglio comunale fu eletto nel 1821.[12]
Lo stemma comunale è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 16 maggio 1931[13] ed era presente a pagina 324 del volume I dello Stemmario di Marco Cremosano del XVII secolo, relativo alla "Comunità di Seregno". La sua blasonatura è così descritta[14]:
«D'azzurro, alla banda d'argento, caricata di tre stelle di otto raggi d'oro; ornamenti esteriori da Città.» |
Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 14 agosto 1964[13], è un drappo di bianco.
La bandiera municipale, concessa con D.P.R. dell'11 settembre 2001[13], è un drappo di azzurro con una banda d'argento caricata di tre stelle di otto raggi d'oro.
![]() | Titolo di Città |
«Decreto del Presidente della Repubblica[13]» — 26 gennaio 1979 |
La basilica collegiata di San Giuseppe è la chiesa più importante della città ed è situata nel pieno centro cittadino. Le sue origini risalgono alla seconda metà del secolo XVIII, ai tempi della dominazione austriaca, quando il governo, d'accordo con l'allora arcivescovo di Milano, il cardinale Giuseppe Pozzobonelli, decise l'abbattimento delle due chiese parrocchiali preesistenti (San Vittore e Sant'Ambrogio) e l'erezione di un'unica chiesa parrocchiale da dedicare a San Giuseppe.[11]
La nuova chiesa fu inaugurata nel 1781, dopo dodici anni di lavori e l'abbandono del primo progetto ad opera dell'architetto Ermenegildo Pini. Nel settembre del 1881, quando Seregno era sede del patriarca Paolo Angelo Ballerini, la chiesa ricevette la dedicazione, mentre nel marzo del 1925 venne elevata alla dignità di collegiata.[11] L'11 maggio del 1981, due secoli dopo la sua inaugurazione, la collegiata di San Giuseppe veniva elevata alla dignità di basilica minore da parte di papa Giovanni Paolo II, che la visitò due anni dopo durante una sua visita a Seregno.
Il santuario è costruito in stile neogotico, a croce latina con tre navate; la superficie totale è di circa 1.000 metri quadrati. È situato nell'omonimo quartiere, in fondo a un viale alberato che prende proprio il nome di viale Santuario.
Sul sito è attestata da vari documenti[15] la presenza di luoghi dedicati al culto fin dal XII secolo, sebbene i riferimenti siano piuttosto nebulosi e difficilmente interpretabili. In seguito a una sua visita nel 1579, Carlo Borromeo, allora vescovo di Milano, riferì di un piccolo santuario ormai diroccato, tanto che ne ordinò la demolizione che venne tuttavia effettuata solo nel 1650 allorquando si iniziò la costruzione di un nuovo santuario, che venne inaugurato solo tre anni più tardi.[15]
Il XIX secolo vide una serie di interventi volti al miglioramento e all'abbellimento del santuario: nel 1806 venne dotato di un nuovo organo; nel 1839 vennero realizzati degli importanti affreschi, mentre nel 1841 venne rinnovato l'altare della cappella maggiore. Nel 1862 o nel 1865[15] l'edificio venne ampliato, con la costruzione di una cappelletta laterale dedicata ai santi Vitale e Valeria.
Già verso la fine del secolo si fece strada l'idea di un ampliamento del santuario, considerato il sempre elevato afflusso di fedeli. Già nel 1888 Luigi Mantegazza redasse una bozza di progetto di ingrandimento; nel 1906 il cardinal Ferrari approvava una commissione incaricata di studiare un progetto in questo senso, ma l'allontanamento di mons. Minoretti da Seregno ne bloccò nuovamente la prosecuzione; una terza proposta, elaborata nel 1919 da Ambrogio Silva, non trovò seguito; finalmente, nel 1922, l'ing. mons. Spirito Maria Chiappetta venne incaricato di mettere a punto il progetto definitivo. Il 1º ottobre di quell'anno venne posta la prima pietra ad opera di mons. Minoretti; il 29 settembre 1930 avvenne la consacrazione ad opera del cardinale Ildefonso Schuster.
Risale al 1965, infine, la costruzione e l'inaugurazione del campanile, che con 81 metri di altezza è fra i più alti d'Italia.[16] La torre contiene 6 campane in scala di la bemolle2 maggiore calante, fuso nel 1965 dalla fonderia dei fratelli Ottolina che aveva sede proprio a Seregno.
La storia dell'abbazia di san Benedetto dei monaci benedettini di Monte Oliveto ha inizio nel 1884, quando venne invitato a Seregno il primo monaco olivetano.
Il terreno dove oggi sorge l'abbazia venne acquistato nel 1886; subito dopo venne incominciata la costruzione della chiesa, che venne poi completata nel maggio 1892. La chiesa venne consacrata il 23 ottobre 1895 dal cardinale Andrea Ferrari, allora arcivescovo di Milano.[17]
L'edificio verrà poi ampliato nel 1931 su disegno dell'architetto Ottavio Cabiati.
L'oratorio dei Santi Rocco e Sebastiano è situato all'incrocio tra le vie Cavour e San Rocco; accanto a esso sorge il complesso dell'oratorio e l'omonimo teatro, uno dei più importanti di Seregno. È la chiesa più antica della città, dal momento che risale al 1577;[18] la sua costruzione fu decisa dal cardinale Carlo Borromeo, all'epoca arcivescovo di Milano, come segno tangibile della devozione dei seregnesi per i santi Rocco e Sebastiano, invocati durante l'epidemia di peste del 1576.
La chiesa assunse l'aspetto attuale solo nel 1601, con la costruzione del campanile; all'interno, conserva affreschi ad opera del pittore Gabrio Bossi. In tempi molto più recenti, la chiesa subì dei restauri nel 1997, sotto la direzione dell'architetto Pierfranco Bagarotti.
Altri edifici legati al culto presenti in città sono:
Chiamata anche impropriamente villa Odescalchi-Silva, si trova nella zona centrale della città, in piazza Italia, affacciandosi a sud sulla zona verde del parco "XXV Aprile". Le prime citazioni storiche relative alla villa risalgono alla prima metà del XVII secolo, quando era di proprietà di Ottavio dell'Orto; dopo altri passaggi pervenne nel 1659 ai Parravicini, importanti banchieri di origine comasca. Successivamente appartenne al Conte Giovanni Della Porta e, dal 1765, ai Formenti. Alla fine dell'800 fu acquistata dai Silva[20].
Si trova nel centro storico, fra la piazza della Libertà e la piazza Risorgimento. L'edificio risale al 1863[21] e fu costruito su un'area appartenente ai Caponaghi[22][23]. Sul progetto iniziale di Ettore Seves, il palazzo venne modificato in corso d'opera; previsto di due piani fuori terra e ritenuto di dimensioni troppo modeste, venne rialzato di un piano. Numerosi furono gli interventi di sistemazione effettuati nel corso degli anni: nel 1928 vennero aggiunte l'attuale balconata e le finestre; di qualche anno più tardi è l'ampliamento verso via San Giovanni Bosco.[24] Già sede comunale, ha subito una recente ristrutturazione partita nel 2001.[25]
Nella piazza antistante il palazzo si trova una fontana (l'originale del XV sec., ora utilizzata come acquasantiera, si trova a Bellinzona nel canton Ticino) nota come funtana del mangiabagaj (fontana del mangia bambini) dal momento che portava come ornamento un biscione, simbolo visconteo, rimosso durante una delle ristrutturazioni della piazza[26]. Nel 2009 il biscione, seppur diverso da quello originale, venne reinstallato. Le decorazioni della fontana, purtroppo molto rovinate, raffigurano le più note "imprese"[27] viscontee e sforzesche dei duchi di Milano[28].
La Torre del Barbarossa è una torre campanaria situata nel centro storico cittadino, accanto all'abside dell'antica chiesa di San Vittore demolita prima della costruzione della Basilica di San Giuseppe;[29] viene detta "del Barbarossa" dal momento che la leggenda (derivante forse dal suo stile guelfo)[29] vuole che sia stata fatta costruire dall'imperatore Federico I detto Barbarossa[29] per scopi di protezione del territorio brianteo.
In realtà sembra che la Torre del Barbarossa fosse il campanile della chiesa di San Vittore, la più antica di Seregno, costruita con uno stile romanico-gotico e attestata dalla fine del duecento.[29] La prima testimonianza scritta dell'esistenza della Torre, tuttavia, risale al 1567.[29] Nel XV secolo subì degli interventi ad opera di Francesco Sforza, durante la guerra per la conquista del potere a Milano. La Torre del Barbarossa conteneva infatti uno dei campanoni di Brianza, utilizzati per la comunicazione di messaggi di emergenza ad altri campanili di tutto il territorio brianzolo.
La Torre del Barbarossa è dotata di nove campane, che vengono utilizzate per concerti.
La presenza più significativa è rappresentata dalle aree inserite nel Parco locale di interesse sovraccomunale GruBrìa con lo scopo di "definire una salvaguardia attiva del territorio inedificato... impedire processi di saldatura con i comuni contermini… contribuire ad una politica più generale di salvaguardia di spazi verdi alla grande scala in un luogo strategico di incontro, al centro di un sistema che comprende alcuni grandi parchi di interesse regionale (Groane, Alta Valle del Lambro, Brughiera Briantea)".
Le aree protette erano precedentemente inserite nel PLIS Brianza Centrale occupavano una superficie di 385 ettari a corona della città di Seregno.
Dal 19 dicembre 2019 il Parco locale di interesse sovraccomunale Grugnotorto Villoresi e Brianza Centrale (GruBrìa) è il risultato dell'aggregazione dei due precedenti PLIS. Del Consorzio di gestione, oltre a Seregno, fanno parte: Bovisio Masciago, Cinisello Balsamo, Cusano Milanino, Desio, Lissone, Muggiò, Nova Milanese, Paderno Dugnano e Varedo,
All'interno del territorio del Comune esistono alcuni parchi di un certo rilievo, che , sommano alle piccolissime aree a verde sparse all'interno del tessuto urbano.
Di notevole interesse botanico è il parco XXV Aprile, situato in centro, aperto al pubblico nel 1979 dall'esproprio di un giardino privato, che presenta alberi secolari di numerose essenze.A Seregno, nella parte occidentale esistono due grandi aree fruibili dalla popolazione: il "Parco 2 giugno" alla Porada e il Parco agricolo del Meredo.
Il Parco 2 giugno si presenta come un grande parco cittadino (oltre 50 ha) dove sono state realizzate piste ciclabili e pedonali, orti urbani e zone ricreative con tavoli di legno e giochi per bambini. Vi si alternano campi coltivati ed aree boschive, sia di tipo spontaneo che di impianto artificiale, dove recentemente è stato avvistato il gufo comune (Asio otus), a dimostrazione del fatto che la tutela delle aree verdi contribuisca alla protezione e alla diffusione della fauna selvatica.
L'area del Meredo si è preservata grazie al fatto di trovarsi incuneata tra due linee ferroviarie (la Seregno-Saronno-Novara e la Milano-Chiasso). Il Parco agricolo (oltre 70 ha), oggetto di piantumazioni di nuove superfici boscate, è occupato prevalentemente da campi e boschetti lineari di robinie e sambuchi e risulta fruibile grazie alle vecchie strade vicinali, ora trasformate in piste ciclo-pedonali con fondo in calcestre. Rilevante un esemplare isolato di farnia di grandi dimensioni, vicino a un piccolo bosco di carpini, nei pressi del quartiere Ceredo.
Più frammentarie e meno preservate le rimanenti aree del parco, situate soprattutto a nord (zona Orcelletto e via Briantina) e a est (zona Dosso) della città. Zone comunque importanti per la presenza, al di là del confine comunale, di ampie aree libere nei comuni di Carate Brianza, Albiate, Sovico, Macherio e Lissone che potrebbero essere inglobate nel PLIS e garantire un collegamento con il Parco Valle del Lambro. L'unione con gli altri comuni dell'ex Parco Grugnotorto Villoresi permetterà una migliore fruizione anche queste aree minori.
Abitanti censiti[30]
Come molti altri centri dell'Italia settentrionale, a partire dagli anni sessanta, anche Seregno è stata ed è interessata da un notevole flusso migratorio proveniente dall'Italia meridionale, mentre dalla fine del XX secolo è diventata una città multietnica con una presenza significativa di cittadini provenienti dall'estero: alla data del 31 dicembre 2010 risultano infatti residenti nel territorio comunale 2 698 stranieri,[31] che rappresentano il 6,2% della popolazione residente totale. Le dieci comunità più numerose sono le seguenti:[31]
Il santo patrono della città è San Giuseppe[32] festeggiato il 19 marzo; una festività molto sentita è anche Santa Valeria, festeggiata il 28 aprile.
Seregno è dotata di una biblioteca civica, intitolata a Ettore Pozzoli, situata in piazza monsignor Gandini; fa parte del sistema bibliotecario BrianzaBiblioteche.
Concorso Pianistico Internazionale, aperto a giovani pianisti di tutto il mondo, che si tiene con cadenza biennale. Fondato nel 1959 dalla vedova del Maestro Ettore Pozzoli, Gina Gambini la quale decise di istituire un concorso di richiamo internazionale per giovani pianisti per ricordare la figura del marito. Oltre 1.500 i concorrenti che hanno partecipato alle 25 edizioni, di cui ben 1.000 provenienti da Paesi esteri. Nell'Albo dei vincitori spicca il nome di Maurizio Pollini, che si aggiudicò il primo premio alla prima edizione del 1959.
Il Coro il Rifugio di Seregno è una Associazione Culturale di Canti Popolari. Attualmente il Coro è diretto dal Maestro Fabio Triulzi ed è stato fondato a Seregno nel 1966. L'attività principale del Coro è quella di svolgere attività culturali con l'obiettivo di sviluppare nuove relazioni con altre organizzazioni. Il repertorio è formato da canti popolari d'autore di vario genere, con una attenzione particolare ai canti della Brianza e della Lombardia.
Seregno è caratterizzata da un centro storico particolarmente esteso ed omogeneo nella sua struttura; le abitazioni sono costituite da palazzi signorili o da cortili promiscui con un'altezza media di due, tre piani. Peraltro non mancano, accanto a questi ultimi, palazzi di moderna realizzazione svettanti sino a 15 piani (torre dei giardini e torre della stazione).
Nel centro storico è ubicato il nucleo antico di Seregno, il cuore della cittadina, costituito da una serie di vicoli appartenenti a diverse borgate distribuite nelle vicinanze dell'asse principale (corso del Popolo, via Trabattoni, via Verdi) e degli assi secondari (via Cavour, via Garibaldi, via Umberto I).
Dal centro storico alla circonvallazione si estendono invece le aree di sviluppo ottocentesco della città, formato prevalentemente da isolati di due piani nei quali oltre alle abitazioni erano spesso situate le attività artigianali legate alla produzione del mobile.
Le principali borgate del centro storico sono:
Le principali località, presenti anche oltre il centro storico, sono:
I quartieri di Seregno sono:[36]
Seregno ha sempre avuto una vocazione a livello industriale, commerciale e artigianale, essendo crocevia per varie province e per la vicinanza al territorio elvetico. Nel XX secolo erano in attività molte trance sul territorio comunale, segno che la produzione del mobile era fiorente e di ottima qualità,[45] ma con il passare del tempo al legno si sono sostituiti i prodotti tessili, chimici, meccanici, elettronici, informatici e della lavorazione della gomma. Sono circa 5000 le industrie e le imprese artigianali[senza fonte].
Seregno è lambita, nella sua parte est, dalla strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga detta anche Nuova Valassina.
Poco più ad ovest il tessuto urbano cittadino è attraversato dalla Strada Provinciale 9, detta Vecchia Valassina, che attraversa l'intero comune dal confine con Desio a quello con Giussano.
La stazione di Seregno costituisce un nodo di interscambio della rete regionale, afferendovi le linee regionali Saronno–Seregno, Seregno–Bergamo e la direttrice internazionale Chiasso-Milano.
L'impianto è servito dalle relazioni S9 e S11 del Servizio Suburbano di Milano e dai regionali Seregno-Carnate Usmate, operate da Trenord nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lombardia, oltre che dai RegioExpress RE80 Locarno-Chiasso-Milano Centrale operati da TiLo.
In passato, Seregno era servita da due tranvie interurbane, la Milano-Carate/Giussano e la Monza-Meda-Cantù. Risulta in fase di progettazione una nuova linea di metrotramvia che dovrebbe collegare Milano a Seregno, come ammodernamento della storica tramvia interurbana Milano-Carate.[46]
Esiste un servizio di trasporto pubblico urbano esercitato da STIE con 3 linee.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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6 dicembre 1993 | 6 giugno 1995 | Evita Bovolato | Lega Nord | sindaco | [47] |
6 giugno 1995 | 4 dicembre 1995 | Giuseppe Silva | commissario straordinario | ||
4 dicembre 1995 | 5 aprile 2005 | Gianluigi Perego | lista civica di centro-sinistra | sindaco | |
5 aprile 2005 | 16 giugno 2015 | Giacinto Mariani | Il Popolo della Libertà Forza Italia Lega Nord |
sindaco | |
16 giugno 2015 | 28 settembre 2017 | Edoardo Mazza | Forza Italia Lega Nord |
sindaco | [48] |
28 settembre 2017 | 26 giugno 2018 | Antonio Cananà Giorgio Zanzi |
commissario straordinario | ||
26 giugno 2018 | in carica | Alberto Rossi | lista civica di centro-sinistra | sindaco | [49] |
La pratica sportiva a Seregno nasce il 31 agosto 1892 con la fondazione della Società Ginnastica da parte di Adolfo Martinoli e Carlo Pozzoli, quest'ultimo vicepresidente della Pro Patria di Milano, e collegata, oltre che con il sodalizio ambrosiano, anche con la Forti e Liberi di Monza. Tale Società Ginnastica si affilierà con il nome di "Labor" alla Federazione Ginnastica Nazionale Italiana (F.G.N.I) il 7 ottobre dello stesso anno.
La società più longeva operante sul territorio cittadino è la Salus Ginnastica (1902), seguita dal Seregno Calcio (istituito nel 1913 e poi più volte rifondato), dalle sezioni civiche del Club Alpino Italiano (1922) e dell'Associazione Italiana Arbitri (1929).
Il principale impianto sportivo della città è lo stadio Ferruccio. La costruzione, nel tipico stile razionalista proprio dell'edilizia monumentale del ventennio fascista, fu commissionata nei primi anni 1930 da Umberto Trabattoni, allora presidente del Seregno, che lo dedicò al suo unico figlio maschio, Ferruccio, tragicamente scomparso in giovane età. Inaugurato nel 1935, è stato oggetto di un'importante opera di restauro dal 2004 al 2009; la capienza totale degli spalti è di 3.700 posti, dei quali 1.700 numerati e coperti e 2.000 scoperti. Nei locali interni vi è la sede della sezione civica dell'Associazione Italiana Arbitri.
A Seregno sono presenti altri impianti sportivi, tra i quali i complessi Seregnello (dove si allena il Seregno) e La Porada (inaugurato nel 1975 e dotato di una piscina olimpionica scoperta e due da 25 metri, una coperta e una scoperta, un campo da rugby, quattro campi da tennis, due coperti e due scoperti), il palazzetto dello sport polifunzionale "Enrico Somaschini" (inaugurato nel 2000 ed intitolato dal 2014 all'imprenditore ed ex presidente dell'Hockey Seregno).
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