Sant'Agata di Esaro è un comune italiano di 1 676 abitanti della provincia di Cosenza, in Calabria. È un antico borgo collocato sull'alta valle dell'Esaro, su una rupe che si affaccia sull'omonimo fiume, tra un remoto groviglio di montagne che si estendono parallele al Mar Tirreno. Il paese è attraversato dalla SP 263 (già Statale 105).
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Sant'Agata di Esaro comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Mario Nocito (Lista Civica "FuTura") dal 22-9-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 39°37′N 15°59′E |
Altitudine | 461 m s.l.m. |
Superficie | 47,63 km² |
Abitanti | 1 676[1] (31-08-2022) |
Densità | 35,19 ab./km² |
Frazioni | Alvani, Aria della Scala, Carcavecchia, Fontanelle, Fosso del Lupo, Frassi, Lupinati, Macchia del Monte, Macchie, Miniere, Muscariello, Oliveta, Pancali, Pascalia, Piano Menta, Pipirato, Salerno, San Domenico, San Giovanni, Scivolenta, Silica, Valloni, Vitizzano |
Comuni confinanti | Belvedere Marittimo, Bonifati, Buonvicino, Cetraro, Malvito, Mottafollone, Sangineto |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 87010 |
Prefisso | 0981 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 078131 |
Cod. catastale | I192 |
Targa | CS |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 560 GG[3] |
Nome abitanti | santagatesi |
Patrono | Sant'Agata
San Francesco da Paola |
Giorno festivo | 5 febbraio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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Sorge su una rupe, a picco sul fiume Esaro, a 461 metri s.l.m., tutta circondata da catene montuose dell'Appennino calabro, che si estendono a forma di diadema, solcate da torrenti, affluenti dell'Esaro. Il secondo fiume per importanza e lunghezza è il Forge, maggior tributario dell'Esaro.
La sua cima più alta, Montea (1825 m.) si incassa ad ovest in una forra pittoresca, dove scorre l'Esaro, che nasce dagli estremi contrafforti occidentali del massiccio del Monte Petricelle (1785 m.) e sfocia nel Coscile.
Altra cima elevata è il Monte La Caccia (1744 m.). Inoltre il fiume Esaro forma un lago artificiale a Roggiano Gravina dove è sia immisario che emissario. Percorrendo la SP 263 si arriva al centro urbano di Belvedere Marittimo passando per il Passo dello Scalone dove per convenzione si dice finisca l'Appennino calabro. È posto a 740 m s.l.m. e si trova a metà tra i due centri urbani. Si estende su una superficie di 47,63 km².
Risulta accettata la ricostruzione secondo la quale, visto il toponimo Sant'Agata “castrum Sanctae Agathae”, sia stata fondata da alcuni monaci asceti dediti al monachesimo che dopo l’VIII secolo, successivamente alla conquista musulmana della Sicilia, furono perseguitati e spinti ad insediarsi nella parte settentrionale della Calabria, ma altre fonti ci spingono a credere che sia stata fondata grazie alla colonizzazione da parte dei greci, (che in quel tempo erano propensi a definire la Magna Grecia), intorno al VIII/VI secolo a.C. La denominazione Sant’Agata sembra derivare proprio dalla devozione che questi monaci avevano per Sant'Agata martire di Catania.
Le prime fonti storiche risalgono al 1075 ed esattamente dal “Chronicon Amalfitanum” il quale fa riferimento a Sant'Agata in quanto occupata da Roberto il Guiscardo. Successivamente ulteriori documentazioni fanno riferimento al borgo e da tali fonti è possibile dedurre che era presente e costituita ben prima dell’anno 1000. Intorno al XII secolo divenne feudo del Monastero del Sagittario di Chiaromonte, con ratifica dell'Imperatore Federico II di Svevia.
Ebbe un ruolo importante nell'assetto socio-economico, proprio dei possedimenti ricadenti sotto la giurisdizione monastica, come pure diede splendore alle attività di studio, ingegno e arte, che si esplicavano nei monasteri basiliani della Mula con la presenza prestigiosa di figure di studiosi santagatesi, come l'abate P. Girolamo De Mele.
Il piccolo centro ebbe nel passato una vita intensa di modeste industrie, lavorazione del legno, filati, baco da seta, ecc. La denominazione di Sant'Agata al nascente agglomerato urbano, fu il frutto della devozione alla santa catanese recata dagli eremiti e monaci bizantini sfuggiti alle persecuzioni e all'invasione musulmana della Sicilia.
L'appellativo di “Esaro” (dal fiume che sorge nel comune e che lambisce il borgo), fu aggiunto dal Consiglio Comunale nel 1862, per distinguerlo da paesi omonimi esistenti in tutta Italia.
Lo stemma comunale è stato concesso con Decreto del presidente della Repubblica dell'11 giugno 1980.
«D’azzurro, alla figura di Sant'Agata, vestita di bianco, aureolata d’oro, impugnante con la sinistra un ramo di giglio fiorito di quattro al naturale, posto in palo; il tutto attraversante un maialino, pure al naturale, fermo e rivoltato. Ornamenti esteriori da Comune.» |
Il territorio santagatese è ricco di meraviglie naturalistiche e oltre alla già citata Grotta della Monaca si trovano anche:
Il borgo è ricco di numerosi luoghi caratteristici, fra i quali spicca "Grotta della Monaca", una cavità preistorica sita a 2 km dal centro abitato sulla parete del Monte Cuppone a 600 m s.l.m. Chiamata così per una formazione all'interno della Grotta che ricorda il volto di una monaca. Si sviluppa per mezzo chilometro ed è divisa in tre settori: Pregrotta, Sala dei Pipistrelli e Cunicoli terminali. La Pregrotta rappresenta l'entrata della Grotta e, attraverso un corridoio stretto, detto "Diaframma", si accede alla Sala dei Pipistrelli chiamata così per la numerosa presenza di Pipistrelli che con i loro escrementi ricoprono la base della grotta. Alla base si trovano i tre cunicoli terminali: il più lungo si snoda per 60 metri.
Una campagna di esplorazioni e scavi archeologici iniziati a metà degli anni Novanta dal Centro Regionale di Speleologia “Enzo dei Medici” e dall'Università degli Studi di Bari ha permesso di inserire il sito fra i più importanti e ben conservati d’Europa. L’uomo inizia a frequentare la grotta fin dal Paleolitico superiore sino all’età post-medievale, con momenti di intensa attività dalla tarda età neolitica, quando si dà luogo a estrazione intensiva di ferro e rame. Le attività estrattive ci hanno lasciato preziose testimonianze (utensili da lavoro, impronte di scavo, muretti a secco). Successivamente, nel corso dell’età del Bronzo, gli ambienti più profondi della cavità hanno accolto un vasto sepolcreto, costituito da almeno un centinaio di inumazioni. Fino al tardo medioevo continuò, comunque, l’attività estrattiva. Sito suggestivo e da visitare unitamente al museo che si trova in viale Elena.
Il territorio è anche celebre per l'abbondanza di acqua, derivante dal fiume Esaro, e per la presenza di una diga incompiuta, la Diga dell'Esaro.
Molto suggestiva risulta essere la sorgente del Fiume Esaro, situata in località Renazza.
Abitanti censiti[4]
La popolazione santagatese ha avuto due picchi: il primo tra il 1871 e il 1881 e l'altro, il più corposo, tra il 1951 e il 1956 dove, nel 1952 raggiunse quota 3.561. Poco dopo subirà una diminuzione importante dovuta soprattutto all'emigrazione, infatti, 20 anni dopo, nel 1972, erano presenti 2.493 abitanti, con una diminuzione pari a -1.068 unità. Nella seconda metà degli anni settanta ha visto un aumento di qualche decina di unità. Al 31 dicembre 2001 la popolazione santagatese era di 2.213 abitanti mentre, dieci anni dopo, al 31 dicembre 2011, la popolazione era costituita da 1.981 abitanti, con un decremento di 232 unità. Al 31 agosto 2022 a Sant'Agata di Esaro vi erano 1 676 abitanti,composti da 855 maschi e 821 femmine.
Nel comune di Sant'Agata di Esaro la popolazione straniera al 1 gennaio 2022 è pari a 14 persone (0,82% su 1696 ab. 1 1 2022), di cui 13 maschi ed 1 femmina.
Il museo storico dei saperi e del gusto, ospitato in un palazzo del centro storico, espone il costume tipico della donna santagatese di una volta e una vasta gamma di utensili e arnesi utilizzati anticamente dagli artigiani locali e oggetti del Novecento.
Il comune di Sant'Agata di Esaro dispone di una scuola dell'infanzia, di una scuola primaria, di una scuola secondaria di I° grado e di un istituto professionale IPSIA che dipendono dall'Istituto Comprensivo di Malvito.
Il comune di Sant'Agata di Esaro dispone di una biblioteca comunale intitolata a Vincenzo e Raffaele Spinelli.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1946 | 1947 | Pasquale Spinelli | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1947 | 1952 | Carmine Antonio Arcuri | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1952 | 1952 | Raffaele Polillo | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1953 | 1956 | Giovanni Nocito | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1956 | 1962 | Raoul Pisani | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1962 | 1965 | Luigi Ambrosio | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1965 | 1975 | Pompeo Mario Gallo | Partito Socialista Italiano | Sindaco | |
1975 | 1995 | Eduardo Fasano | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1995 | 2004 | Domenico Tolve | Partito Democratico della Sinistra/Democratici di Sinistra | Sindaco | |
2004 | 2009 | Carmine Arcuri | Lista Civica "La chiave" | Sindaco | |
2009 | 2010 | Antonio Bisignani | Lista Civica "Per cambiare" | Sindaco | |
2010 | 2011 | Domenico Giordano | Commissario prefettizio | ||
2011 | 2019 | Luca Branda | Lista Civica "Per cambiare"/Lista Civica "Il gabbiano" | Sindaco | |
2019 | 2020 | Antonella Vecchio | Commissario prefettizio | ||
2020 | - | Mario Nocito | Lista Civica "FuTura" | Sindaco | |
Seregno dal 22 febbraio 1992
Bisignano dal 25 luglio 2022
Tovo San Giacomo dal 12 novembre 2022
Altri progetti
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