Il territorio comunale di Pigna è situato nella parte montana dell'alta val Nervia, attraversato dal torrente Nervia da nord-est a sud-est ad un'altitudine di circa 200 - 300 metri sul livello del mare.
Tra le vette del territorio pignasco il monte Pietravecchia (2039 m), il monte Grai (2013 m), il monte Toraggio (1972 m), il Carmo Ciaberta (1768 m), il monte Corma (1597 m), il Colle della Sella (1580 m), il monte Lega (1556 m), il monte Bauso (1551 m), il monte Cimonasso (1432 m), il Carmo delle Strade (1402 m), il Carmo Binelli (1329 m), il Penna della Cassera (1321 m), il monte Giardino (1286 m), il monte Alto (1266 m), il monte Scarassan (1265 m), il monte Comune (1240 m), il monte Cereghi (1097 m), il Carmo Marise (1092 m), il monte Terca (1070 m), il monte Provenzale (1005 m), il Poggio d'Avigna (971 m), il Poggio del Grillo (772 m), la Colla Mirabello (690 m), il monte Dorin (642 m).
La campagna circostante il borgo storico pignasco è costituito da fitti uliveti, sostituiti più in altitudine da castagni e da estesi boschi di conifere fino ai piedi delle vette dei monti Toraggio e Pietravecchia.
Ai confini amministrativi con Triora vi è il bacino artificiale del lago di Tenarda, risorsa idrica realizzata nel 1963.
Mappa dello stesso dipartimento francese (1805) con Pigna nel cantone di Dolceacqua
Recentemente sono state rinvenute tracce di primitivi insediamenti umani risalenti all'epoca preistorica, facendo presupporre agli storici che il primitivo villaggio di Pigna possa essere stato un pago del municipio di Albintimilium, l'odierna Ventimiglia. Un insediamento dell'epoca romana fu invece scoperto nel sito dove oggi sorge la chiesa benedettina di San Tommaso[5].
Storicamente le prime notizie ufficiali risalgono tra il XII secolo e il XIII secolo[5] quando i conti di Ventimiglia, signori della valle, fecero erigere un castello[5] a scopo difensivo. La scelta della posizione del maniero fu molto strategica per i conti ventimigliesi poiché esso sorgeva alla confluenza della strada che da Ventimiglia conduceva a Triora, collegando così la costa con l'entroterra ligure, piemontese e nizzardo.
A partire dal XIII secolo (alcune fonti citano come datazione il 1288[5]) il feudo fu sottoposto ai conti di Provenza - che lo sottoposero al contado di Nizza - erigendosi in comune libero e stipulando accordi per le terre agricole-pastorali con i comuni vicini di Castel Vittorio, Triora, Apricale, Dolceacqua, Saorgio e Briga Marittima; queste due ultime località ora in territorio francese.
Tra il Duecento e il Trecento il borgo e l'intera val Nervia subirono gli scontri tra le fazioni guelfe e ghibelline e in particolare le contese territoriali tra il Regno di Provenza e la Repubblica di Genova. Nel 1365[5] presso il ponte di Lago Pigo si ristabilì la pace nella valle.
Nel 1388[5] il governatore provenzale cedette le terre di Pigna ad Amedeo VII di Savoia, così come attesta un documento ufficiale conservato presso l'archivio comunale. Per la sua posizione e appartenenza territoriale fu un avamposto strategico per il Ducato di Savoia in questa zona dell'alta val Nervia, in un'area per lo più controllata pure dalla repubblica genovese che proprio nella vicina Castelfranco (l'odierna Caste Vittorio) aveva il suo caposaldo. In più riprese Genova tentò di appropriarsi (anche con l'uso della forza militare) del feudo sabaudo pignasco, ma solamente nel periodo tra il 1625 e il 1633 ne ebbe il pieno controllo, per poi ritornare in seguito tra i possedimenti del ducato piemontese.
Scorcio dell'agglomerato urbano pignasco
Nel 1793 entrò a far parte del cantone di Perinaldo (distretto di Mentone) nel dipartimento francese delle Alpi Marittime. Dal 1805 con il Primo Impero francese Pigna restò nello stesso cantone (con il capoluogo trasferito a Dolceacqua), ma passò nel nuovo distretto di Sanremo dello stesso dipartimento francese, esteso all'Est per annessione di una parte della Repubblica Ligure[6].
Con la caduta di Napoleone Bonaparte, e secondo le disposizioni del congresso di Vienna del 1814, la costituita municipalità di Pigna passò sotto il Regno di Sardegna. Facente parte del Regno d'Italia dal 1861, dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel III mandamento di Dolceacqua del circondario di Sanremo facente parte della provincia di Nizza (poi provincia di Porto Maurizio e, dal 1923, di Imperia).
Nel 1944, durante la Resistenza, fu proclamata la "Libera Repubblica di Pigna in Val Nervia" che, caratterizzata da propri ordinamenti democratici e ampia partecipazione popolare, ebbe vita dal 29 agosto all'8 ottobre[7] dello stesso anno. La repubblica, difesa da formazioni garibaldine sotto il comando di Guglielmo Vittorio "Vitò", capitolò dopo aspri combattimenti iniziati il 4 ottobre[8].
Lo stemma è stato concesso con il decreto del Presidente della Repubblica datato al 6 dicembre del 1968.[9]
Monumenti e luoghi d'interesse
La chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo nel centro storico di Pigna
Architetture religiose
Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo nel centro storico di Pigna.
Chiesa di San Bernardo, costruita tra la fine del XIV secolo[5] e l'inizio del XV secolo[5], forse sopra una struttura preesistente, lungo il vecchio percorso viario che collegava Sanremo, Bajardo, Pigna, Saorgio e Tenda. La chiesa è stata ufficialmente riaperta il 5 aprile del 1998 dopo un restauro interno.
Santuario della Madonna di Passoscio. Conosciuto anche con la denominazione di santuario dell'Annunziata[5], sorge al di fuori del paese a circa un'ora di strada da esso. Lungo il percorso sono presenti quindici cappellette ricordanti le tappe della passione di Cristo. Anticamente qui vi erano conservate due opere artistiche quali una tela raffigurante la Deposizione e l'Annunciazione, quest'ultima opera del pittore Carlo Maratta[5]; la prima è ora conservata a Genova, mentre la seconda è oggi presente nella chiesa parrocchiale di San Michele. Nell'adiacente complesso conventuale sono conservati centinaia di ex voto commissionati o donati dagli abitanti di Pigna.
Oratorio di Sant'Antonio abate nel centro storico pignasco. La facciata dell'edificio si presenta in stile barocco e sotto l'oratorio è presente un'antica fontana denominata "dei Canui", già presente in un documento degli statuti comunali del 1575[5].
Pieve di San Tommaso. L'antica pieve è ubicata all'incirca ad un chilometro dal centro abitato e secondo la tradizione locale fu fondata dai monaci benedettini nel XII secolo[5]. Della struttura restano visibili tracce delle absidi, della facciata e della navata sinistra, quest'ultima con aperture e archi a sesto acuto.
Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista nella frazione di Buggio. Edificata probabilmente nel XVI secolo, in stile barocco, la facciata esterna è stata recentemente restaurata mentre gli interni sono stati restaurati ed affrescati con scene della vita di Gesù nel 1962 dall'artista di Dolceacqua Mario Raimondo meglio conosciuto come "Barbadirame". Al suo interno sono custodite numerose statue di santi tra cui la statua San Giovanni Battista in marmo bianco di Carrara, la statua lignea Sant'Andrea e la statua di San Luigi Gonzaga. Dei quadri raffiguranti la vita dei santi non si hanno notizie certe sugli autori e sul loro periodo di realizzazione.
Oratorio di Sant'Andrea, nelle adiacenze della parrocchiale di Buggio. Edificato nello stesso periodo della chiesa parrocchiale e ad essa affiancato, il suo stile barocco è più semplice di quello della chiesa vicina ed al suon interno sono custoditi i gonfaloni delle numerose priorate del paese.
Chiesa di San Siagrio nella frazione di Buggio. Chiesa originariamente romanica, edificata nel VII secolo e dedicata, unica al mondo, a san Siagrio, nipote di Carlo Magno, vescovo di Nizza a cavallo tra l'VIII e il IX secolo. Nel corso dei secoli la costruzione originale ha subito varie modificazioni e parziali ricostruzioni, fino ad assumere l'aspetto attuale. Negli anni settanta del Novecento questa chiesetta è stata affidata alla custodia del Gruppo Alpini di Buggio, che conserva al suo interno, appesi alle pareti, i cappelli appartenuti ai defunti alpini di Buggio. Si può ammirare, inoltre, una statua lignea di San Maurizio martire, santo patrono degli alpini, opera di Alessio Pastor valente artista del luogo.
Cappella della Visitazione nella frazione di Buggio. Edificata nei primi anni del Settecento, si trova all'inizio del paese e conserva al suo interno un quadro settecentesco raffigurante la scena della Visitazione, da cui il nome.L'oratorio di Sant'Antonio abate a Pigna
Cappella di San Michele Arcangelo nella frazione di Buggio. Edificata nei primi anni del Novecento, sorge nel luogo dove era ubicato il vecchio cimitero. Al suo interno si trovano una piccola statua del santo a cui è dedicata e, lungo le pareti interne, lapidi del cimitero preesistente e altre di epoca più recente.
Santuario di Nostra Signora Addolorata e San Rocco nella frazione di Buggio. Edificata nel 1740 per conservare la statua della Madonna Addolorata, co-patrona di Buggio, sorge in località Ausegnu, tra le campagne, a circa 700 m di altitudine. Al suo interno si trovano le statue della Madonna Addolorata e di San Rocco, nella cui ricorrenza il 16 agosto si celebra una funzione religiosa con messa e processione.
Chiesa della Madonna del Carmine nella frazione di Buggio. Edificata nel 1918 per volere di Antonio Tiberti come ringraziamento alla Madonna per la fine della prima guerra mondiale, sorge a circa 900 m di altitudine in località La Brigheta. Fino alla fine degli anni cinquanta del XX secolo si celebrava una messa una volta al mese, come prescrive una lapide al suo interno, ora invece si celebra una funzione religiosa con processione, solamente il 15 luglio, ricorrenza della Madonna del Carmine. Molto significativa anche qui la presenza di ex voto.
Architetture civili
Loggia di piazza Vecchia. L'edificio è stato ricostruito nel secondo dopoguerra[5] (dopo i danni subiti nel 1944[5] nel corso della seconda guerra mondiale) conservandone lo stile originario del XV secolo. Le volte sono sorrette da un pilastro e da due colonne in pietra nera.
Rifugio Franco Allavena, aperto nel 1977, situato in località colla Melosa a 1.545 m s.l.m. sul versante sud-est del monte Grai (2.014 m s.l.m.)[10] e poco lontano dal confine con la Francia e dallo spartiacque tra val Roia, val Nervia e valle Argentina.
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Pigna sono 89[12], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[13]:
Albania, 26
Qualità della vita
Il comune è stato insignito, dal 2009[14], della Bandiera arancione dal Touring Club Italiano.
Cultura
Scorcio del campanile della parrocchiale pignasca
Istruzione
Musei
Museo etnografico della civiltà contadina dell'alta val Nervia. Aperto al pubblico nel 1995[15] in alcuni locali del centro storico di Pigna, il museo è diviso in cinque spazi espositivi dove sono esposti raccolte fotografiche, attrezzi da lavoro, oggetti correlati alle attività contadine e pastorali di questa valle del ponente imperiese.
Cucina
Tra i prodotti del territorio pignasco (e viciniori) vi sono i fagioli[16] che rappresentano un'importante opportunità di integrazione del reddito derivante dall'attività agricola. La creazione di un consorzio[17] propone la tutela e la diffusione del fagiolo di Pigna, di Badalucco e di Conio (frazione di Borgomaro).
Eventi
La "Raviolata di san Tiberio" che si teneva,ogni anno verso l'8 ottobre. La manifestazione culinaria ricorda un'antica tradizione[5] che vuole che all'epoca delle scorribande dei saraceni sulle coste liguri, questi abbiano tentato più volte di entrare nel paese di Pigna, e durante uno di questi assedi i Pignaschi decisero di raccogliere tutto l'olio che era in loro possesso in grossi recipienti che fecero scaldare e rovesciarono il contenuto bollente, addosso agli invasori che batterono definitivamente in ritirata non tentando più l'assalto al paese. A questo punto gli abitanti di Pigna decisero di festeggiare la loro vittoria con una grande mangiata del loro piatto tipico, i ravioli, ma non avendo più l'olio per condirli li mangiarono così senza condimento, solo con il formaggio pecorino. Questa ricorrenza veniva ricordata ogni anno il 10 ottobre antico giorno in cui si festeggiava il santo, da qui il nome della festa.
Il territorio pignasco ha la particolarità di essere "spezzato e non continuo" in tre distinte e diverse aree, caso unico in tutta la provincia di Imperia e in Liguria. La parte principale del territorio, la più vasta del comune, comprende i borghi di Pigna e di Buggio, mentre la seconda è compresa più a sud tra gli altri territori - anch'essi enclavi - di Apricale e Isolabona nella zona del monte Abellio; la terza porzione (totalmente boschiva) è localizzata più ad est e interamente circondata dal territorio comunale di Castel Vittorio.
Economia
La principale risorsa economica del comune è l'attività legata all'agricoltura, specie l'olivicoltura.
Importante anche l'attività turistica legata alla locale stazione termale, presso la regione Lago di Pino, la cui sorgente sulfurea (intorno ai 32°) era già conosciuta e frequentata in epoca antica e pienamente sfruttata a partire dal 1844. Il complesso termale e l’hotel sono chiusi dal 2016 ma sono stati acquisiti da un gruppo imprenditoriale russo.[19]
Infrastrutture e trasporti
Strade
Il territorio comunale di Pigna è attraversato principalmente dalla strada provinciale 64 che permette il collegamento con Isolabona, a sud, e Castel Vittorio verso nord.
Amministrazione
Il municipio
Periodo
Primo cittadino
Partito
Carica
Note
26 giugno 1985
28 maggio 1990
Paolo Lodovico Marin
Democrazia Cristiana
Sindaco
28 maggio 1990
24 aprile 1995
Paolo Lodovico Marin
lista civica
Sindaco
24 aprile 1995
14 giugno 1999
Renato Borfiga
lista civica
Sindaco
14 giugno 1999
14 giugno 2004
Renato Borfiga
lista civica
Sindaco
14 giugno 2004
8 giugno 2009
Mauro Littardi
lista civica
Sindaco
8 giugno 2009
26 maggio 2014
Mauro Littardi
L'alternativa per il futuro (lista civica)
Sindaco
11 giugno 2014
26 maggio 2019
Daniela Simonetti
L'alternativa per il futuro (lista civica)
Sindaco
27 maggio 2019
in carica
Roberto Trutalli
Roberto Trutalli Sindaco (lista civica)
Sindaco
Altre informazioni amministrative
Posizione del comune di Pigna nell'Unione dei Comuni delle Valli Nervia e Roja e nella provincia di Imperia
Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
Fonte dal libro di Enzo Bernardini, Villaggi di Pietra. Viaggio nell'entroterra della Riviera dei Fiori, San Mauro (TO), Tipografia Stige, 2002.
Décret du 15 Messidor an XIII, Bulletin des lois vol. 37, p. 84
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