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Pietradefusi (‘A Preta in dialetto irpino) è un comune italiano di 1 895 abitanti della provincia di Avellino in Campania. Sant'Elena Irpina è la frazione capoluogo[5].

Pietradefusi
comune
Pietradefusi – Veduta
Pietradefusi – Veduta
Il municipio
Localizzazione
Stato Italia
Regione Campania
Provincia Avellino
Amministrazione
SindacoGaetano Musto (lista civica) dal 12 giugno 2022
Territorio
Coordinate41°03′N 14°53′E
Altitudine400 m s.l.m.
Superficie9,24 km²
Abitanti1 895[1] (31-3-2022)
Densità205,09 ab./km²
FrazioniDentecane, Pappaceci, Pietra, Sant'Angelo a Cancelli, Sant'Elena Irpina, Vertecchia[2]
Comuni confinantiCalvi (BN), Montefusco, Montemiletto, San Nazzaro

(BN), Torre Le Nocelle, Venticano

Altre informazioni
Cod. postale83030
Prefisso0825
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT064072
Cod. catastaleG611
TargaAV
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[3]
Cl. climaticazona D, 1 938 GG[4]
Nome abitantipietradefusani, pietrafusani
Patronosan Faustino
Giorno festivo15 febbraio
PIL procapite(nominale) 16.530,00 €
Cartografia
Pietradefusi
Pietradefusi – Mappa
Pietradefusi – Mappa
Posizione del comune all'interno della provincia di Avellino
Sito istituzionale



Geografia fisica


Situato al confine tra le province di Avellino e Benevento, Pietradefusi si estende ai piedi di Montefusco e occupa la parte collinare situata nella media valle del Calore, alla sinistra del fiume. La zona è caratterizzata da rilievi non molto elevati che separano la valle di questo fiume da quella del Sabato.

Il comune sorge a 400 m s.l.m. anche se la frazione Sant'Angelo a Cancelli si eleva a 500 m s.l.m. La parte a nord del comune è composta dalla "Piana di Vertecchia" dove trovano posto a numerose aziende agricole.


Origini del nome


La cittadina di Pietradefusi, probabilmente fondata intorno al secolo XII, deve secondo alcuni il suo nome alla "pietra" con cui vennero costruite le prime abitazioni, erette da parte di gente proveniente da zone diverse, e qui "fuse" nella università di "Pietra de' Fusi". Altre fonti[6] vogliono l'origine di Pietradefusi collegata alla costruzione di una struttura fortificata in pietra edificata su un affioramento roccioso calcareo, su cui si è impostata successivamente la Torre Aragonese che ben caratterizza il nucleo medioevale; tale fortificazione sarebbe stata originariamente utilizzata dagli abitanti della soprastante Montefusco anche al fine di controllare il passaggio delle merci lungo le vie locali ed esigerne dazi e gabelle.

Pietradefusi non deve essere confusa con l'antica Pietramaggiore (nota nel medioevo come Preta Maior[7]), distante diverse decine di chilometri.


Storia


Il primo insediamento umano presente a Pietradefusi risale a un gruppo di Osci, o Sanniti, che coltivavano le fertili colline che si affacciavano sulla valle del fiume Calore, all'epoca ancora navigabile.

Dalle storie di Tito Livio (cap. XII e XIV), si apprende che esisteva un nucleo chiamato Fusole, i cui abitanti appoggiarono Annone, ufficiale di Annibale, contro Roma nella seconda guerra punica. Dopo la sconfitta di Annibale, con le sue legioni, Fabio rase al suolo la cittadella disperdendone gli abitanti. Lo schierarsi contro il potere oppressivo centrale, ha rappresentato un'attitudine che ha ispirato i Fusoliani, gli odierni Pietrafusani, durante tutta la loro storia.

Nel Trecento, durante la denominazione angioina, il paese si schierò con la rivolta dei baroni e fu raso al suolo. Nel Cinquecento, nuovamente, durante la guerra contro Napoli, un esercito francese, in viaggio verso la Puglia, per impadronirsi delle dogane di Foggia e Lucera, dimorò nel paese. Durante l'occupazione, i soldati saccheggiarono e bruciarono molti dei casali in cui erano ospitati (in particolar modo quello di Venticano e quello di Passo). Del casale di Venticano rimasero in piedi solo la chiesa e alcune case. Poco tempo dopo scoppiò, per di più, una pestilenza che diede il colpo di grazia al piccolo paesino, sterminando anche i pochi sopravvissuti all'eccidio.

Nel Medioevo, a parte due brevi parentesi, il territorio di Pietradefusi fu accorpato per lungo tempo al monastero di Montevergine. La prima di quelle parentesi coincise con l'errata adesione alla rivolta dei baroni e la seconda, alla fine del Trecento, con il passaggio alla nobile casata dei Tocco, Principi di Montemiletto. Attorno al 1430, a seguito di una disputa territoriale, il principe Giacomo Tocco, ridonò l'antico feudo al monastero di Montevergine. Risale a questo periodo il completamento, da parte dei monaci benedettini, della costruzione della torre, la cui costruzione era stata iniziata dai Tocco. Essa sarebbe entrata a far parte del castello dei principi Acquaviva d'Aragona, parzialmente esistente tutt'oggi. Attorno a essa, inoltre, si sarebbe consolidata l'università di Pietradefusi, che all'epoca comprendeva i territori di Piscialo (oggi Sant'Elena), Passo, Venticano (Campanarello) e Calore.
Lo sviluppo del territorio comunale ebbe un grosso stimolo a partire dal 1528, ai tempi di Filippo II di Spagna. Tale fase di crescita coincide con la costruzione della "Via nova", ossia quando fu creata la strada che da Napoli, capitale del Regno, conduce in Puglia, attraversando Dentecane e Venticano. Questa, nel 1591, fu fatta confluire nella via Regia consolare delle Puglie, una delle vie di comunicazione più importanti del tempo, in quanto immetteva sulla via Appia delle Puglie, sulla via che portava ad Avellino e su quella di Benevento. Essa era denominata "Regia" in quanto via di transito abituale dei regnanti delle Regno di Napoli.

Nel 1745 e nel 1748 Dentecane, ospitò Carlo III di Borbone con la regina Amalia. La visita diede maggiore impulso allo sviluppo di Dentecane che, nel 1738 fu testimone di un divertente episodio. Si racconta che re Carlo, seguito da Vanvitelli, si fermò a Dentecane per tracciare la strada consolare delle Puglie (l'attuale strada statale 90 delle Puglie), che da Napoli va al capo di Lecce. Per farlo, dovette sedare una disputa nata tra i cortigiani circa il tracciato. Al centro di essa, il principe di Montemiletto, che riteneva opportuno far passare la via a ridosso del suo paese, sostenendo le difficoltà del passaggio per la salita di Serra. Il re, niente affatto persuaso, tacitò le rimostranze del principe, seccamente, affermando "Sono passato io due volte, dopo di me vi passeranno gli altri. La strada sarà quella che io ho tracciato". Così fu e da quel momento, il territorio ebbe un grande sviluppo, tanto che Pietradefusi, ancora all'inizio della seconda guerra mondiale era uno dei principali comuni dell'area e, alla fine degli anni quaranta, vide ridurre la sua ampiezza con la scissione di una parte delle sue frazioni, Calore, Campanarello e Castel del Lago, che confluirono nel nuovo comune di Venticano.


Monumenti e luoghi d'interesse


Panorama di Pietradefusi (Piazza Marconi) all'inizio degli anni sessanta
Panorama di Pietradefusi (Piazza Marconi) all'inizio degli anni sessanta

Architetture militari


Navata principale
Navata principale

Architetture religiose



Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[8]


Lingue e dialetti


Accanto alla lingua italiana, a Pietradefusi è in uso una varietà del dialetto irpino.


Religione


La maggioranza della popolazione è di religione cattolica; il comune appartiene all'arcidiocesi di Benevento, e ha due parrocchie:

Sono presenti anche due confraternite, una dedicata a Maria Santissima dell'Arco, fondata nel XVII secolo, e quella della Buona Morte di San Giuseppe.

Ogni anno il 15 febbraio si celebra la festa del patrono, San Faustino Martire [9], la cui ricorrenza civile si festeggia invece ad agosto, nella seconda domenica del mese.


Cultura



Musei


Nei pressi del Convento delle Suore Francescane Immacolatine è presente il museo della beata Teresa Manganiello che contiene molti oggetti appartenuti alla beata e al convento.


Cucina



Geografia antropica



Frazioni


In base allo statuto comunale il territorio comprende le seguenti frazioni[10]:


Amministrazione


Il comune fa parte dell'Unione dei comuni Medio Calore[11].

Il sindaco è Gaetano Musto, eletto per la seconda volta nel 2022, a capo di una lista civica.


Note


  1. Bilancio demografico anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Art. 3 dello Statuto Comunale
  5. Antonio Corbo, LA TORRE ARAGONESE DI PIETRADEFUSI E LA STRADA PELLA. Geologia Storia e Paesaggio, marzo 2009, ISBN 978-88-6320-001-0.
  6. S. Borgia, "Memorie historiche della città di Benevento", p. II, Roma, 1764, p.210
  7. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. NEL 2017 RICORRE IL 300esimo ANNIVERSARIO DI S. FAUSTINO, su comune.pietradefusi.av.it.
  9. Comune di Pietradefusi

Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàSBN BRIL000166
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На других языках


[de] Pietradefusi

Pietradefusi ist eine Gemeinde mit 2167 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in der Provinz Avellino, Region Kampanien.

[en] Pietradefusi

Pietradefusi (Italian: [ˌpjɛ.tra.deˈfu.zi]; Irpino: 'A Preta) is a comune in the province of Avellino, Campania, Italy.

[es] Pietradefusi

Pietradefusi es uno de los 119 municipios o comunas (comune en italiano) de la provincia de Avellino, en la región de Campania. Con cerca de 2708 habitantes, según el censo de 2005, se extiende por una área de 9 km², teniendo una densidad de población de 301 hab/km². Linda con los municipios de Torre le Nocelle, Montemiletto, Venticano, Montefusco, San Giorgio del Sannio, y Calvi.

[fr] Pietradefusi

Pietradefusi est une commune italienne de la province d'Avellino dans la région Campanie en Italie.
- [it] Pietradefusi

[ru] Пьетрадефузи

Пьетрадефузи (итал. Pietradefusi) — коммуна в Италии, располагается в регионе Кампания, в провинции Авеллино.



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