Paternopoli è un comune italiano di 2 133 abitanti della provincia di Avellino in Campania.
![]() |
Questa voce sull'argomento centri abitati della Campania è solo un abbozzo.
Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia.
|
![]() |
Questa voce o sezione sull'argomento centri abitati della Campania non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
|
Paternopoli comune | |
---|---|
![]() ![]() | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Salvatore Cogliano (lista civica Paternopoli comunità) dal 27-5-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 40°58′N 15°02′E |
Altitudine | 480 m s.l.m. |
Superficie | 18,43 km² |
Abitanti | 2 133[1] (31-3-2022) |
Densità | 115,74 ab./km² |
Comuni confinanti | Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Gesualdo, Luogosano, Montemarano, San Mango sul Calore, Torella dei Lombardi, Villamaina |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 83052 |
Prefisso | 0827 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 064070 |
Cod. catastale | G370 |
Targa | AV |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 921 GG[3] |
Nome abitanti | paternesi |
Patrono | san Nicola |
Giorno festivo | 6 dicembre |
Cartografia | |
![]() | |
Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Il centro abitato si sviluppa tra le colline dell'Irpinia centrale, nella media valle del Calore.
Situata nel distretto sismico dell'Irpinia, Paternopoli fu colpita dal terremoto del 23 novembre 1980 che, nel solo territorio comunale paternese, provocò 4 morti, 18 feriti e 406 senzatetto[4].
Il nome del paese deriva dal latino paternum e dal greco pòlis, πόλις, ossia "città del paternum", collina degli eremiti della zona detti pater.
Prima notizie riguardanti la storia di Paternopoli risalgono all’epoca preromana, infatti secondo alcuni studiosi la presenza di insediamenti umani nell’attuale territorio del comune è riconducibile al secolo VIII a.C. e la colonizzazione del territorio da parte dei Sabini alla fine del V ed all'inizio del IV sec. a.C.. Alcuni ritrovamenti archeologici,fanno riferimento al periodo IV-III sec. a.C. fino all'età romana: si tratta di resti di ville e sepolcreti dai quali furono recuperati vari oggetti come monete, ceramiche e iscrizioni varie. Durante la III guerra Sannitica, nel III secolo a.C., l'insediamento sabino fu raso al suolo dalle legioni romane vittoriose che consolidarono la propria presenza edificando un centro fortificato, in costante espansione fino alla metà del IV secolo d.C. Il territorio divenne nel tempo un rifugio di veri e propri eremiti detti “Pater” che, complice anche la crisi economica e demografica dovuta alle pestilenze e ai terremoti, scelsero questi luoghi come loro dimora, divenendo riferimento importante per la gente del luogo. La collina su cui si era insediato il Pater venne denominata "Paternum". La caduta dell'Impero romano portò ad una rapida decadenza del territorio per via delle incursioni dei Vandali (455), degli Ostrogoti (495) e dei Goti (545), fino all'occupazione longobarda che, a partire dal 570, vi ripristinò condizioni di stabilità, seppure con livelli di estrema miseria.
Il secondo millennio
Un nuovo atteggiamento non ostile da parte dei Longobardi verso la Chiesa favorì la nascita nel territorio di monasteri, a cui vennero concessi benefici fiscali, privilegi, donazioni che aiutarono la ripresa economica: Con il trattato di Ceprano del 1080, che pose fine alle lotte tra Longobardi e Normanni,il territorio di Paternopoli divenne di proprietà di Roberto d'Altavilla. I Normanni favorirono la ripresa economica ed eressero, tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo, il castello. Nell'anno 1139, il feudo fu assegnato in premio al signore di Gesualdo, Guglielmo, figlio illegittimo di Ruggero Borsa, duca di Puglia. Seppure coinvolta nelle lotte di potere che caratterizzarono il tardo medioevo, la posizione geografica dominante le valli del Fredane e del Calore, che le consentiva il controllo delle vie di transito per la Lucania e la Puglia, favorì la crescita economica e demografica dell'antica Paternopoli. Nel conflitto che vide contrapporsi l'aragonese Ferdinando I, legittimo re di Napoli, ai Francesi del duca Giovanni d'Angiò, pretendente al trono, l'antica Paternopoli ebbe un ruolo fondamentale al punto che il vincitore re Ferdinando, sul finire del 1400, avvertì l'esigenza di dotarla di un avanzato sistema difensivo, la cui torre si è conservata quasi integra fino ai principi del 900. Tra i feudatari che si sono succeduti nel tempo ricordiamo i De Capua , i Filangieri, i Caracciolo,i Ludovisi, i Mirelli ed i Carafa d'Andria, ultimi Signori fino all'abolizione dei diritti feudali (1806). Sul finire del XVI secolo si costituì in Paterno una confraternita votata al culto di Maria Santissima della Consolazione. La devozione alla Vergine non si affievolì nemmeno durante la peste del 1656 che ridusse drasticamente la popolazione. Nel quadriennio 1743-46 il suo territorio fu soggetto alla giurisdizione del regio consolato di commercio di Ariano, nell'ambito della provincia di Principato Ultra.[6] Il XVIII ed il XIX secolo furono caratterizzati da un profondo fermento culturale. A Paterno si affermò una apprezzata "Scuola di lettere ed arti" ed uomini di elevata cultura contribuirono alla costituzione dell'unità d'Italia. Il borgo venne chiamato "Paterno" fino al 1863 (da cui "Patierno" in dialetto): la parola "Paternopoli" nell'etimo latino-greco significa Città (polis) del padre (Pater).
Abitanti censiti[7]
Accanto alla lingua italiana, a Paternopoli è in uso il dialetto irpino.
Conosciuto anche come Chiesa Madre di San Nicola, si caratterizza per l'imponente torre campanaria e per la vicina Scala Santa, luogo di devozione e di pellegrinaggio
Venne realizzata nel XVI secolo, all'interno delle mura di Paternopoli, su iniziativa dei Francescani
Piccolo edificio religioso cinquecentesco, arricchito dalla presenza di un bell'altare marmoreo, un coro ligneo e vari dipinti del XVIII secolo
Sita nella via omonima, ha mantenuto la sua configurazione originaria
Situato nei pressi del Municipio, conserva macchine agricole, utensili di lavoro e oggetti d’uso quotidiano della civiltà contadina locale
Costruito nel XVI secolo, nel cuore della parte storica di Paternopoli
Confinante con la Chiesa Madre, presenta numerosi e ricchi ornamenti
Risalente al XIX secolo, ospita, nelle sue cantine, un ristorante
Edificio signorile affiancato da un bellissimo giardino terrazzato
Nota anche con il nome di Casino di San Nicola, è una residenza di campagna dai lineamenti classici ed eleganti
Acquara di Sopra, Acquara di Sotto, Pescara, Pescarella, Acqua dei Franci
Ogni anno in occasione del Carnevale si tiene una caratteristica sfilata di carri a cui viene assegnata una tematica specifica.
Il Carnevale Paternese si svolge in due giorni: domenica e martedì, giorni in cui accorrono miglia di persone. I costruttori dei carri sono giovani, artigiani e appassionati che di anno in anno portano in piazza idee diverse ed in perfetta sintonia con lo spirito e l'allegoria della festa. Alla realizzazione dei carri allegorici partecipano anche esperti di pittura e di lavorazione dei materiali.
Nella notte compresa tra il Sabato Santo e la Domenica di Pasqua, è in uso che i ragazzi donino, quale segno del loro amore, una pianta di alloro alle proprie fidanzate, mogli oppure semplicemente a ragazze per loro importanti.
In tale notte, denominata "notte del lauro", si può assistere alla creazione di artistiche composizioni a volte arricchite di fiori, uova pasquali e quant'altro suggerisca la propria fantasia. La Santa Domenica la maggior parte dei balconi, ingressi o giardini delle case delle amate sono ornati da tali composizioni e, come da tradizione, si gira per il paese per osservare l'operato notturno degli "artisti".
Come ogni tradizione che si rispetti, ha anche il suo lato meno romantico. Infatti, per rispondere ad un rifiuto o per dimostrare il proprio disprezzo nei confronti di una ragazza, è possibile anche trovare un'altra pianta: il sambuco. Tale pianta, a differenza dell'alloro, viene portata in senso di spregio, in quanto dopo diverse ore dal taglio emana uno sgradevole odore.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1995 | 2004 | Felice de Rienzo | lista civica | Sindaco | |
2004 | 2005 | Raffaele Barbieri | lista civica | Sindaco | |
2006 | 2011 | Raffaele Barbieri | centrosinistra | Sindaco | |
2011 | febbraio 2014 | Felice de Rienzo | lista civica | Sindaco | |
febbraio 2014 | maggio 2014 | Commissario straordinario | Amministrazione straordinaria | ||
maggio 2014 | maggio 2019 | Giuseppe Forgione | lista civica | Sindaco | |
maggio 2019 | in carica | Salvatore Cogliano | lista civica Paternopoli comunità | Sindaco | |
La principale squadra di calcio della città è la Polisportiva Paternopoli 1986 che milita nel girone D campano di 1ª Categoria. È nata nel 1986. I colori sociali sono il giallo e l'azzurro.
La prima squadra per numero di sostenitori e tesserati è però l'ASD Sporting Paternopoli. Lo Sporting, nato nel 2009, vanta oltre cento tesserati, tra prima squadra, settore giovanile e rappresentativa femminile e, in poco tempo, è diventato un vero e proprio punto di riferimento per la piccola comunità paternese.
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 150251716 · GND (DE) 4343135-5 |
---|
![]() |