Ostuni (AFI: [o'stuni][5]; Stune in dialetto ostunese) è un comune italiano di 30 079 abitanti[2] della provincia di Brindisi in Puglia, e un noto centro turistico.
Ostuni comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Puglia |
Provincia | Brindisi |
Amministrazione | |
Sindaco | Commissione straordinaria[1] dal 23-12-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 40°43′56″N 17°34′40″E |
Altitudine | 218 m s.l.m. |
Superficie | 225,56 km² |
Abitanti | 30 079[2] (31-8-2022) |
Densità | 133,35 ab./km² |
Comuni confinanti | Carovigno, Ceglie Messapica, Cisternino, Fasano, Martina Franca (TA), San Michele Salentino, San Vito dei Normanni |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 72017 |
Prefisso | 0831 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 074012 |
Cod. catastale | G187 |
Targa | BR |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[3] |
Cl. climatica | zona C, 1 259 GG[4] |
Nome abitanti | ostunesi |
Patrono | sant'Oronzo, san Biagio |
Giorno festivo | 26 agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di Ostuni nella provincia di Brindisi | |
Sito istituzionale | |
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«Ostuni è la città panoramica per eccellenza, ogni casa è un belvedere, ogni trattoria è della Bellavista, ad ogni finestra v'è un poeta che guarda nella pianura sottostante gli ulivi che cangian colore a tutti i venti […] A Ostuni le case sono bianche, di latte e calce, sono bianche fino a far male agli occhi, sono candidi i muri, le finestre, le porte, le scale, tutto è inverosimilmente bianco. […] A Ostuni si va per capire cosa vuol dire stare al riparo dal sole […] per non desiderare più romanzi, per non pensare più a viaggi lontani, qui c'è il fascino di tutte le città dei mari del Sud, qui c'è l'equatore a portata di mano.» |
(Ettore Della Giovanna) |
Ostuni sorge su tre colli ad un'altezza di 218 metri s.l.m.. È situato a 7,5 km dalla costa adriatica. La Murgia, sui quali colli sud orientali si trova la città, è una zona carsica costituita essenzialmente da calcari cretacei. È perciò una zona piuttosto arida e priva di corsi d'acqua: al loro posto le cosiddette "lame", letti torrentizi a carattere stagionale, dai solchi poco profondi e dalle pareti ripide. Altra caratteristica geologica del territorio sono le "gravine", dei burroni carsici.
Le attività economiche più importanti sono il turismo e l'agricoltura (soprattutto ulivi e viti). Importanti e numerose le presenze di strutture dette "masserie", ovvero antiche fattorie fortificate presenti sia nella selva ostunese che nella marina, dove si svolgeva l'attività agricola dei grossi proprietari terrieri.
Ostuni presenta un clima prettamente mediterraneo, tipico delle zone dell'estremo nord salentino e della bassa murgia; tuttavia presenta tratti continentali. Gli inverni sono relativamente rigidi con temperature che possono scendere anche di alcuni gradi sotto lo zero nelle giornate più fredde, ed estati particolarmente calde con valori che possono raggiungere i +40° nei giorni più caldi.
Il territorio di Ostuni era già frequentato nel paleolitico medio (50.000-40.000 anni fa) poi c'era il cacciatore neanderthaliano. La zona collinare, sede di numerose grotte, offriva perfetti rifugi naturali per le primitive comunità umane.[senza fonte]
Nel paleolitico superiore le tracce di presidi umani diventano più consistenti: gli scavi effettuati hanno permesso il rinvenimento di reperti ossei e ceramici. Tuttavia, la testimonianza più eclatante rimane il ritrovamento dello scheletro della "donna di Ostuni", una donna di circa 20 anni prossima al parto e del suo feto, scoperta fatta dal Prof. Donato Coppola dell'Università Aldo Moro di Bari nel 1991. Il corpo, deposto in una grande buca, è in posizione contratta, col capo ricoperto da una sorta di cuffia composta da centinaia di piccole conchiglie. L'appartenenza della donna ad un gruppo di cacciatori è documentata dai resti del corredo, ossia selci e denti di cavallo e di bue primitivo. La sepoltura, denominata Ostuni 1º, è unica al mondo: risalente a circa 28.000 anni fa (datazione radiocarbonica calibrata), è collocata nella grotta di Santa Maria di Agnano, presso l'omonima masseria. Un calco di questa sepoltura può essere esaminato presso il "Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale", nell'ex convento delle Monacelle, nel centro storico di Ostuni.
Al neolitico appartengono gli insediamenti di Lamaforca, San Biagio e nelle vicinanze della via Traiana,[6] mentre reperti dell'età del bronzo sono stati ritrovati negli scavi in zona Lama Morelli. Nei pressi di Rosa Marina si trovano reperti neolitici[7], dell'età del ferro, del periodo ellenistico[8], dell'età romana[9].
Il primo nucleo cittadino fu fondato dai Messapi, un'antica popolazione illirica od anatolica che si stanziò nel Salento nel VII secolo a.C.; i Messapi furono abili costruttori di strade e città e scelsero l'ubicazione per la città in cima a un colle dalle pareti molto ripide (murex in latino, da cui proviene per l'appunto il termine Murgia) molto interessante dal punto di vista strategico. Recenti scavi nei pressi del foro Boario (la zona prospiciente le mura medievali), hanno permesso il rinvenimento di tombe del IV – II secolo a.C., che documentano la presenza di un centro abitato, la cui estensione andava dai fianchi della collina alla piana digradante verso il mare.
Nel III secolo a.C. anche il Salento fu conquistato dai Romani e con esso la città. Sul periodo le fonti dicono molto poco, probabili tracce rimangono in alcune masserie, sorte sulle fondazioni di antiche ville. Poco si sa anche riguardo all'etimologia della parola Ostuni[10]: probabilmente, deriva dall'eroe eponimo Sturnoi, compagno di Diomede, che dopo la Guerra di Troia l'avrebbe fondata; successivamente i Romani la chiamarono "Sturninum". Il termine tuttavia potrebbe essere mediato dal messapico o più probabilmente dal greco ἄστυ νέον (ástu néon, in cui ástu = cittadella fortificata, néon = nuova). Una teoria piuttosto accreditata vista la collocazione geografica, con ulivi a perdita d'occhio, è che il nome Ostuni nella forma dialettale "Sctún" derivi dalla parola araba Zeitoun che significa Olive o Ulivi.
Con la disgregazione dell'Impero d'Occidente, Ostuni, come il resto d'Italia fu percorsa da Ostrogoti, Longobardi, Saraceni e strenuamente difesa dal potere imperiale esercitato dai Bizantini. Durante il periodo bizantino, nell'876 diventò diocesi e diede rifugio ai monaci basiliani provenienti da Siria ed Egitto; minacciati dall'espansione araba, ma soprattutto dall'iconoclastia, i monaci si rifugiarono nelle stesse grotte che avevano dato rifugio agli uomini preistorici. Fra l'XI e il XII secolo i Normanni conquistarono gli insediamenti bizantini in Puglia unificandoli sotto la contea di Puglia istituita Roberto il Guiscardo e poi divenuta ducato di Puglia. I Normanni intensificarono inoltre la coltivazione dell'olivo e provvidero a stabilire con precisione i confini della città. Nel XII secolo Goffredo III, conte di Lecce e funzionario del re Ruggero II di Sicilia, con giurisdizione militare sulla Terra d'Otranto, costruì un castello sulla cima del colle più alto di Ostuni; oggi di quella costruzione imponente e ben fortificata, rimangono solo una torretta e il giardino (Giardino Zurlo). Il feudo ostunese risulta di rilevante importanza militare, tanto da fornire al regno normanno dodici Cavalieri di cui alcuni extra moenia. Ostuni viene integrata nell'ampio territorio della contea normanna di Lecce e nel Principato di Taranto. Con gli Svevi Ostuni si sviluppò notevolmente. Federico II di Svevia intese liberare Ostuni dai suoi vincoli feudali e prendere sotto la sua diretta e particolare protezione la città facendo del suo castello assieme a quelli di Oria, Taranto e Brindisi perno della difesa imperiale in Apulia e rendendolo esente da tasse e controlli di funzionari. Gli abitanti di Villanova e di Carovigno, inoltre, erano tenuti alla manutenzione castello di Ostuni, uno dei Castra exempta del Regno di Sicilia[11], difatti nel XII secolo il sistema portuale dell'area adriatica sotto l'autorità di Ostuni è ampliato dallo sviluppo della piccola Petrolla, oggi Villa Novaa[12]. Indice dell'espansione sull'Adriatico di Ostuni.[13] Nel 1182 Tancredi Conte di Lecce e signore di Ostuni, concede al vescovo ed ai cittadini ostunesi di fondare un centro presso San Nicola di Petrolla e di popolarlo[14]. È inoltre concesso un mulino ed un forno, riservandosi il diritto di amministrarvi la giustizia[15].
Il centro viene rilevato nel percorso di ritorno dalla terza crociata di Filippo II Augusto re di Francia nel 1191 et recedens, inde transitum fecit.. per villam que dicitur la Petrolle[16].
È l'imperatore Federico II di Svevia a dare la maggiore spinta propulsiva per lo sviluppo del casale. Il 9 ottobre 1239 Federico II ordina ad Andrea di Acquaviva, giustiziere di Terra d'Otranto di verificare perché il suo predecessore Filippo di Maremonte non sia riuscito a far ripopolare Petrolla nonostante il suo ordine.[17] Il 29 febbraio 1240 rinnova l'ordine allo stesso giustiziere e richiede di far pervenire ad cameram nostram una relazione completa.[18] Pervenuta puntualmente il 6 aprile 1240.
Ostuni si aprì al commercio con gli Angioini, i quali costruirono nuove fortificazioni per la città e rifondarono, sulle rovine dell'antica Petrolla, il porto di Villanova (la frazione costiera del paese).
La particolarissima conurbazione del borgo medievale, con le case addossate le une alle altre e la presenza di domus palatiate a più piani, risale proprio a questo periodo storico e si spiega sia con esigenze difensive sia col voler sfruttare appieno in larghezza ed altezza tutto lo spazio disponibile all'interno delle mura.
Ostuni fu circondata da nuove mura con torrioni circolari in periodo aragonese: furono aperte quattro porte, delle quali oggi si conservano solo Porta Nova risalente al XII secolo e ricostruita nel XV secolo e Porta San Demetrio del XIII secolo.
Tra la fine del XV e i primi decenni del XVI secolo gli esponenti di spicco della comunità ebraica di Ostuni si distinsero nel commercio di prodotti tessili. La comunità nel suo complesso era una delle più floride della Terra d'Otranto e non fu esente da persecuzioni da parte dei cristiani[19]. Nel 1506 Ostuni passò al ducato di Bari di Isabella d'Aragona e della figlia Bona Sforza: sotto il dominio spagnolo cominciò così il periodo d'oro della città, sia dal punto di vista economico che culturale. I duchi concessero a Ostuni onori e privilegi, rafforzarono le fortificazioni delle mura cittadine e dotarono il litorale delle torri Pozzella (oggi diroccata) e San Leonardo. Il periodo rinascimentale corrisponde anche al massimo sviluppo urbanistico della città: il numero di abitanti tocca ormai quota 17.000. All'impianto medievale del centro storico si aggiungono numerosi nuovi edifici.
Ma nel XVII secolo cominciò una fase di declino: infatti nel 1639 Filippo IV d'Asburgo, a fronte dei debiti per la guerra dei trent'anni, vendette Ostuni agli Zevallos, una famiglia di mercanti che trattò la città alla stregua di feudo personale: anche la popolazione crollò al di sotto dei 10.000 abitanti. Fu durante questo periodo storico che la peste imperversò nella zona, pur risparmiando proprio Ostuni: questo perché era invalso l'uso di imbiancare le abitazioni con la calce, in quanto disinfettante naturale. Questa pratica non solo bloccò il contagio, ma, protrattasi nel tempo, rende ancora oggi la Città Bianca così peculiare a distanza di secoli.
Con i Borbone la città fiorì nuovamente. Ostuni si espanse in direzione dei vicini colli di Casale, Cappuccini, Sant'Antonio e Molino a Vento. Il centro della vita cittadina si spostò da piazza del Moro all'odierna piazza Libertà, dove si trova oggi il Municipio (e una volta sede del Convento dei Francescani). Fu proprio in questa piazza che Giuseppe Greco, nel 1771, innalzò la colonna in onore di Sant'Oronzo, il quale secondo la tradizione popolare aveva preservato la città dal contagio della peste.
Ai primi dell'Ottocento, sull'onda degli ideali dell'illuminismo, anche Ostuni venne attraversata da tumulti insurrezionali: vennero fondati un circolo della Giovine Italia e una rivendita carbonara. Durante questi moti Ostuni fu la prima città della Puglia a innalzare il tricolore.
Dal secondo dopoguerra a ora, accanto allo sviluppo dell'agricoltura e dell'industria di trasformazione ad essa correlata (olio di oliva, mandorle, vino), la città è diventata una rinomata meta turistica, riuscendo a valorizzare i suoi beni culturali, storici e architettonici. Numerosi villaggi turistici, come ad esempio Rosa Marina, di rilevanza internazionale, sono sorti sul litorale, uno dei più puliti della costa pugliese. Nel 2006 si è istituito sulla costa che confina con il comune di Fasano il Parco naturale regionale Dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo, area protetta di elevato interesse naturalistico e paesaggistico.
La caratteristica più peculiare del centro storico, che così tanto affascinava i turisti, era l'imbiancatura a calce delle case fino ai tetti. L'uso, attestato sin dal Medioevo, deriva, oltre che dalla facile reperibilità della calce come materia prima, dalla necessità di assicurare alle viuzze e agli ambienti ristretti di impianto medievale una maggiore luminosità, data dalla luce sia diretta che riflessa. Come già detto, questo costume ha rivestito anche un ruolo importante storicamente nel XVII secolo, quando l'imbiancatura a calce fu l'unico modo per evitare che la peste dilagasse nella cittadina ed il contagio aumentasse sino a portarne la distruzione.
Questa pratica, oggi in declino tanto che il sindaco ha dovuto emanare un'ordinanza per farla tornare in auge[20], fece sì che Ostuni fosse denominata Città Bianca o Città Presepe, ed era una caratteristica che la rendeva riconoscibile e indimenticabile ai visitatori.
Descrizione araldica dello stemma:
«D'azzurro, a tre monticelli d'oro, sostenenti tre torri dello stesso colore, finestrate di nero, la media più alta. Lo scudo circondato da due rami di quercia e d'alloro annodati da un nastro dai colori nazionali, sormontato dalla corona turrita.[21]» |
(D.C.G. del 16 dicembre 1936[22]) |
Descrizione araldica del gonfalone:
«Riproduce lo stemma e l'iscrizione centrata "Città di Ostuni", su un drappo partito verticalmente di azzurro e giallo riccamente ornato di ricami d'argento. Le parti di metallo e i nastri saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto azzurro con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della città e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dei colori nazionali e fregiati di argento.[21]» |
(R.D. del 9 dicembre 1937[22]) |
Nel centro storico di Ostuni vi sono le seguenti chiese:
Nella parte moderna dell'abitato si trovano:
In collocazione più periferica:
Il borgo antico offre molti aspetti pittoreschi dovuti alla eccezionale conservazione delle caratteristiche costruttive del luogo e delle peculiarità urbanistiche. Si incontrano alcuni esempi di dimore signorili:
Talvolta spiccano solo gli interessanti portali barocchi scolpiti nella tenera pietra locale e inseriti con gusto nel bianco delle pareti:
Il monumento simbolo di Ostuni è la colonna di Sant'Oronzo, alta 20,75 m, di Giuseppe Greco (1771), dall'esuberante decorazione barocca: a mezz'altezza le statue dei Santi Biagio, Irene, Gaetano e Lucia.
Il territorio è costellato di numerose masserie, alcune di importanza storico-architettonica e fondamentali per comprendere le strutture sociali e produttive della zona:
Abitanti censiti[24]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2020 i cittadini stranieri residenti residenti a Ostuni erano 1 354. Le nazionalità più rappresentate erano[25]:
Sebbene sotto il profilo geografico e culturale Ostuni vada considerato il più settentrionale comune del Salento, da un punto di vista linguistico il dialetto ostunese rappresenta un idioma di transizione apulo-salentino poiché presenta forti influenze da parte non solo del salentino di matrice brindisina - soprattutto nella cadenza, nei termini e negli articoli maschili singolare e plurale (lu e li) - ma anche del dialetto barese e, in misura minore, del dialetto tarantino, specie sotto il profilo fonetico e vocalico. Particolare è il trattamento delle vocali finali: Ostuni è da segnalare come l'ultimo centro della Puglia adriatica in cui esse sono ridotte alla vocale indistita ë, ma ciò non vale per -a finale e per le parole terminanti in -lu. Infine le vocali toniche risultano pronunciate ancora secondo il modello della Puglia centro-settentrionale, ossia sulla base dell'isocronismo sillabico, per cui sono chiuse in sillaba terminante con una vocale (ad es. bé-ne, dó-po) e aperte in sillaba terminante con consonante (ad es. quèl-lo, sòt-to). Ostuni costituisce l'ultimo luogo in cui sono vitali queste caratteristiche di tipo prettamente pugliese, perché già nella vicina Carovigno il dialetto è di tipo completamente salentino, con vocali aperte e mancanza della caduta delle vocali finali.
Nel comune sono presenti: tre scuole primarie, due scuole secondarie di primo grado e otto istituti secondari di secondo grado:
Ad Ostuni sono stati girati i seguenti film:
A Ostuni sono state girate anche alcune pubblicità per la televisione: il gelato Coppa del nonno, l'Alfa Romeo 145, la Lancia Ypsilon e il Limoncè.
I piatti tipici della cucina pugliese assumono un ruolo chiave anche nella cucina ostunese. Il famoso piatto fave e cicorie è originario proprio della città bianca.[senza fonte] Le orecchiette al ragù con polpette, le pettole, le "pucce" sono tipiche di questa zona. Famosa è anche la focaccia ostunese, che si differenzia da quella barese per l'aggiunta della mozzarella.[senza fonte]
Nel territorio di Ostuni è possibile produrre Aleatico di Puglia Doc, Ostuni Doc, Brindisi DOC, Puglia Igt.
Lungo la Strada Appia dei vini, di cui il comune è membro, esistono varietà indigene di vitigni:
In autunno si svolge la Settimana dei bambini del Mediterraneo[26], evento educativo che si realizza anche in altri comuni del Salento (Ceglie Messapica, Cisternino, Oria, San Michele Salentino, San Pancrazio Salentino, San Vito dei Normanni), coinvolgendo molte scuole pugliesi con la partecipazione di delegazioni dei bambini di vari stati del Mediterraneo.[27], e con particolare attenzione per i bambini immigrati[28]. Vi partecipano vari esperti del mondo dell'infanzia provenienti anche dall'estero. La Settimana si rifà principalmente al lavoro realizzato in vita dallo scrittore per l'infanzia Gianni Rodari, e ha come finalità l'educazione alla pace e all'intercultura. I bambini provenienti dai paesi del Mediterraneo sono ospiti delle famiglie di Ostuni e dei paesi dei dintorni, svolgono attività insieme ai bambini del luogo, e partecipano insieme al "Consiglio Comunale dei Ragazzi".
Campanile, Cavallerizza, Certosa, Cervillo, Chianchizzo, Chiobbica, Costa Merlata, Diana Marina, Fantese, Fogliarella, Fumarola, Galante, Grieco, Grotta Figazzano, La Fica, Lamardilla, Martellotti, Pascarosa, Portarino, Ramunno, San Salvatore, Santoro, Satia, Soluco, Sorbola, Specchiaruzzo, Traghetto.[31]
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L'economia ostunese è cresciuta considerevolmente negli ultimi dieci anni. Fino alla prima metà degli anni novanta del Novecento l'economia locale era basata sull'agricoltura (famosi i suoi uliveti), dalla seconda metà degli anni novanta ad oggi si è sviluppato molto il settore terziario e la creazione di piccole e medie imprese volte a creare nuovi posti di lavoro e a far aumentare la produttività locale. Notevoli sono le esportazioni di olio di oliva, sia in territorio nazionale che internazionale.
Il settore agricolo occupa un discreto numero di lavoratori. Si basa principalmente sulla coltura dell'olivo, della vite, di vaste coltivazioni ortive, del ciliegio e del mandorlo. Gli agricoltori, inoltre, non risentono pesantemente degli effetti causati dai periodi di siccità perché possono utilizzare l'acqua dalle numerose acque sorgentizie. Nel territorio è molto attivo anche l'allevamento di cavalli purosangue di razza Murgese, e i tipici allevamenti naturali e prevalentemente biologici di ovini, suini e caprini.
Ostuni, grazie alla sua posizione geografica favorevole, ha avuto negli ultimi decenni un discreto sviluppo nei rami dell'industria e del commercio. Sono presenti sul territorio del comune anche numerose attività industriali, attive nei settori dell'alimentare, dell'abbigliamento, della meccanica leggera, della plastica e delle costruzioni. Il commercio rappresenta, dopo il turismo, il ramo di attività più cospicuo e può contare sull'organizzazione di varie mostre e fiere durante l'anno, che attraggono aziende da tutto il Sud Italia.
Ostuni è una meta turistica conosciuta sin dagli anni trenta del Novecento. Il comune si fregia della bandiera Blu[32] e le cinque vele di Legambiente[33] per la pulizia delle acque della sua costa e per la qualità dei servizi offerti. Nel 2005 inoltre la regione Puglia ha riconosciuto il comune come "località turistica".[34]
È detta anche la città bianca[35] per via del suo caratteristico centro storico dipinto con calce bianca.
Il capoluogo comunale è servito dalla strada statale 16 Adriatica. Le frazioni balneari sono lambite dalla strada statale 379 Egnazia e delle Terme di Torre Canne, una superstrada che opera in variante alla SS16 tra Fasano e Brindisi.
Numerose strade provinciali collegano il capoluogo comunale alle frazioni e ai centri vicini: la SP17 per Cisternino, la SP19 per Rosa Marina, la SP20 per Villanova, la SP21 per Costa Merlata, la SP22 per Ceglie Messapica, la SP28 per Francavilla Fontana, la SP29 per San Michele Salentino e la SP14 verso Martina Franca[36].
La stazione di Ostuni, lungo la ferrovia Adriatica, è posta a 4 km dall'abitato.
I trasporti urbani e interurbani di Ostuni vengono svolti con servizi regolari di autobus gestiti dalla società STP[37].
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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4 ottobre 1988 | 27 maggio 1989 | Michele Coppola | Democrazia Cristiana | Sindaco | [38] |
3 ottobre 1989 | 18 settembre 1990 | Michele Coppola | Democrazia Cristiana | Sindaco | [38] |
18 settembre 1990 | 21 dicembre 1992 | Michele Zurlo | Democrazia Cristiana | Sindaco | [38] |
21 dicembre 1992 | 27 giugno 1994 | Domenico Tanzarella | Partito Socialista Italiano | Sindaco | [38] |
5 luglio 1994 | 25 maggio 1998 | Lorenzo Cirasino | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | [38] |
25 maggio 1998 | 15 gennaio 2002 | Lorenzo Cirasino | Democratici di Sinistra | Sindaco | [38] |
15 gennaio 2002 | 11 giugno 2002 | Clara Minerva | Comm. pref. | [38] | |
14 giugno 2002 | 14 giugno 2004 | Domenico Tanzarella | Democratici di Sinistra | Sindaco | [38] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Domenico Tanzarella | Democratici di Sinistra Partito Democratico |
Sindaco | [38] |
8 giugno 2009 | 11 giugno 2014 | Domenico Tanzarella | Partito Democratico | Sindaco | [38] |
11 giugno 2014 | 6 febbraio 2019[39] | Gianfranco Coppola | Forza Italia | Sindaco | [38] |
7 febbraio 2019 | 9 giugno 2019 | Rosa Maria Padovano | Comm. pref. | [40] | |
9 giugno 2019 | 23 dicembre 2021[1] | Guglielmo Cavallo | Centro-destra[41] | Sindaco | [38] |
Nel 1976 Ostuni ha ospitato i campionati del mondo di ciclismo su strada, che videro la vittoria del belga Freddy Maertens.
Il 22 maggio 1996 la 4ª tappa del Giro d'Italia è partita e si è conclusa ad Ostuni con la vittoria di Mario Cipollini.
Ad Ostuni ha sede la società di calcio Ostuni 1945, è presente anche una squadra di calcio a 5, l'Olympique Ostuni, che gareggia nel campionato di C1.
Per quanto riguarda il basket, ha sede nel comune l'Assi Basket Ostuni, fondata nel 1982 la quale nel 2010 ha raggiunto il Campionato Professionistico di LegaDue e la A.S.D. Cestistica Ostuni, mentre tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta ad Ostuni, la squadra femminile di Basket, raggiunse il campionato Nazionale di serie A/2.
Le squadre di pallavolo che rappresentano Ostuni sono: la Polisportiva 2000 Ostuni e la Lightning Pallavolo.
Stadio comunale dotato di terreno in erba, con una capienza di 2.200 posti; palazzetto dello sport da 1200 posti; palazzetto tensostatico da 450 posti; piscina comunale coperta; campi da tennis.
Altri progetti
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