Marano è una frazione del comune di Parma, appartenente al quartiere Cittadella.
Marano frazione | |
---|---|
![]() | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 44°43′15.17″N 10°22′14.95″E |
Altitudine | 114 m s.l.m. |
Abitanti | 484[2] |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 43123 |
Prefisso | 0521 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
La località è situata 9,68 km a sud del centro della città.[1]
La frazione sorge su un'altura fluviale posta sulla sponda destra del torrente Parma,[3] in una zona ricca di sorgenti.[4]
Il toponimo della località deriva probabilmente da "marna", dal terreno presente nel sottosuolo del borgo.[4]
I primi insediamenti umani nella zona compresa tra Marano, Basilicanova e Martorano sono databili all'epoca delle terramare.[4]
La più antica testimonianza dell'esistenza di un centro abitato in epoca medievale risale al 953, quando la contessa Leigarda, figlia di Vifredo, donò ai canonici del Capitolo della Cattedrale di Parma una corte posta nella località di Corneto.[5]
Nel 1308 Giberto III da Correggio, Signore di Parma, assegnò ai Rossi, in cambio di un accordo di pace, i feudi di Marano, Beneceto e Borgo San Donnino. La tregua durò però soltanto pochi mesi, al termine dei quali Giberto cacciò da Parma i Rossi, che furono costretti a riparare a Borgo San Donnino a causa della rivolta degli abitanti di Beneceto e Marano.[6]
Nel 1406 il duca di Milano Giovanni Maria Visconti, per mediazione di Ottobuono de' Terzi, investì ufficialmente il condottiero Guido Torelli dei feudi di Guastalla e Montechiarugolo; quest'ultimo comprendeva le terre di Marano, Martorano, La Villa, Monticelli, Basilicagoiano, Tortiano, Pecorile e Lesignano.[7]
Nel 1417 Marano, Monticelli, Panocchia, Basilicanova, Felino e Vigatto furono depredate durante gli scontri tra le varie fazioni parmigiane.[8]
La contea di Montechiarugolo appartenne ai Torelli fino al 1612, quando l'ultimo conte Pio fu condannato a morte, insieme a numerosi altri nobili del Parmense, con l'accusa di aver partecipato alla presunta congiura dei feudatari ai danni del duca Ranuccio I Farnese, che confiscò tutti i suoi beni annettendo il feudo alla Camera ducale di Parma.[9]
Per effetto dei decreti napoleonici, nel 1806 la località divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di Marore, che fu sciolto nel 1870 e inglobato in quello di San Lazzaro Parmense,[4] a sua volta assorbito da quello di Parma nel 1943.[10]
A partire dal 1988 furono avviati i lavori di realizzazione delle arginature della cassa di espansione sul torrente Parma nei pressi del centro di Marano; l'opera, estesa su una superficie di circa 136 ettari per un massimo volume di invaso di 14 000 000 m³ d'acqua, fu completata nel 2005 con la realizzazione del manufatto regolatore alto 24 m.[11]
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa della Purificazione di Maria Vergine (Parma, Marano). |
Menzionata per la prima volta nel 1141, la chiesa fu ampliata nel 1636 con l'aggiunta delle navate laterali; danneggiata dal terremoto del 1833, fu dotata di un nuovo campanile nel 1854; decorata internamente nel 1911, fu profondamente modificata nel 1920 su progetto dell'architetto Camillo Uccelli, che ricostruì la facciata in stile neorinascimentale e sostituì le navate laterali con sei cappelle neobizantine; lesionata dal sisma del 1971, fu restaurata negli interni nel 1973; danneggiata nuovamente dalle scosse telluriche del 2008 e del 2012, fu consolidata e ristrutturata tra il 2013 e il 2014;[12] il luogo di culto conserva varie opere di pregio, tra cui alcuni dipinti e un organo del 1888 realizzato dalla ditta Angelo Cavalli.[4]
La frazione è attraversata dalla strada provinciale di Traversetolo, a ovest della quale è posizionato il centro più antico.[4]
Altri progetti
![]() |