Luserna (Lusérn in cimbro[5] e Lùsern in tedesco[6]) è un comune italiano di 271 abitanti della provincia di Trento ed è un'isola linguistica cimbra. Il suo nome deriverebbe infatti dal cimbro Laas[7], che voleva indicare valico, località di accesso alla Valsugana. Fa parte dei borghi più belli d'Italia.[8]
Luserna comune | |
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Lusérn | |
Luserna vista da Forte Belvedere Gschwent | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Amministrazione | |
Sindaco | Gianni Nicolussi Zaiga (lista civica) dal 22-9-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 45°55′21″N 11°19′25″E |
Altitudine | 1 333 m s.l.m. |
Superficie | 8,2 km² |
Abitanti | 271[1] (31-10-2021) |
Densità | 33,05 ab./km² |
Comuni confinanti | Caldonazzo, Lavarone, Levico Terme, Pedemonte (VI), Rotzo (VI), Valdastico (VI) |
Altre informazioni | |
Lingue | cimbro, italiano, tedesco |
Cod. postale | 38040 |
Prefisso | 0464 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 022109 |
Cod. catastale | E757 |
Targa | TN |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona F, 4 470 GG[3] |
Nome abitanti | lusernesi, luserni o lusernati (IT); lusérnar [4] |
Patrono | Sant'Antonio da Padova, Santa Giustina, San Rocco |
Cartografia | |
Posizione del comune di Luserna nella provincia autonoma di Trento | |
Sito istituzionale | |
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Luserna si colloca sul settore nord-occidentale dell'Altopiano dei Sette Comuni, non lontano da passo Vezzena (1402 m s.l.m.) che permette il collegamento con l'altopiano di Lavarone.
Dai resti di antichi forni per la fusione del rame risalenti al XIII secolo a.C. è possibile stabilire che il monte di Luserna risultò già abitato in età preistorica, ma le informazioni su questi primi coloni sono scarse. In epoca medievale la zona fu colonizzata da genti di origine germanica fatti arrivare su questi monti principalmente dal principe vescovo di Trento Federico Vanga. In questo periodo il territorio montano compreso tra i fiumi Adige e Brenta, fino a quel momento in prevalenza disabitato, vide la nascita di piccole comunità rurali dedite al taglio del legname e alla pastorizia. Poi attorno ai primi insediamenti crebbero villaggi di maggiori dimensioni. Già nel XVII secolo la popolazione in quest'area era arrivata ai 20 000 abitanti.
Gli antichi coloni, portarono in questi nuovi territori la propria lingua e le proprie millenarie tradizioni (ancora oggi nel paese si tramandano di generazione in generazione alcune leggende cimbre) e per secoli i loro usi, i costumi, ma in particolare la lingua (detta lingua cimbra appunto), affascinarono ed interessarono intellettuali ed esperti delle più diverse materie. La leggenda fa risalire l'origine di questa popolazione germanofona al popolo di uguale nome, proveniente dal territorio dello Jutland, in Danimarca, che tentò di invadere l'Italia ma che fu sconfitto dall'esercito romano sotto la guida di Gaio Mario.
Secondo queste leggende parte di questa popolazione belligerante si sarebbe ritirata sulle montagne dell'Altopiano di Asiago, originando la stirpe dei moderni Cimbri. Una seconda ipotesi, che è andata affermandosi sul finire dell'Ottocento, probabilmente per fini nazionalistici, vede invece l'origine dei cimbri dovuta alla discesa dalla Germania meridionale, intorno all'anno mille, di gruppi di famiglie provenienti per lo più dall'area linguistica bavaro-tirolese. Molti indizi fanno però vacillare quest'ultima tesi, primi fra tutti i resti del villaggio celtico rinvenuto nel Bostel, presso Rotzo, e la toponomastica storica dell'Altipiano dei Sette Comuni che ha precisi riferimenti con la mitologia nordica.
Diversamente da quanto avvenuto altrove, la lingua cimbra si è mantenuta ancora viva a Luserna, anche se il cimbro di Luserna viene considerato il meno originale, e più moderno, essendo anche influenzato dal tedesco moderno. Oggi comunque il cimbro di Luserna è oggetto di approfondite indagini, soprattutto da parte di studiosi tedeschi, che possono praticare una sorta di "archeologia linguistica". Per meglio tutelare l'unicità culturale di questa comunità si sono mosse anche la Provincia Autonoma di Trento e la Regione Trentino – Alto Adige, promuovendo significativi interventi per la salvaguardia di ciò che è ritenuto un patrimonio di tutti. Tra questi, l'edizione settimanale di un telegiornale in lingua cimbra, "Zimbar Earde" (Terra Cimbra).
Il piccolo paese di Luserna viene citato per la prima volta in un documento il 24 gennaio 1442. Risulta, infatti, che un tale Ser Biagio vendette al Duca Federico, detto il Tasca Vuota (Duca d'Austria e Conte del Tirolo), i suoi quattro masi sul Monte di Luserna per 55 ducati d'oro. Dopo questo primo eccezionale documento, Luserna compare più volte negli scritti che vanno via via a delineare la storia degli altopiani. Già nel 1454 risulta che dei contadini di Lavarone si trasferirono, come livellari della Parrocchia di Santa Maria di Brancafora, sull'altopiano di Luserna. Alla fine del Cinquecento, in una relazione che il conte Francesco Caldogno preparò per la Serenissima Repubblica Veneta, Luserna viene descritta come un paesello con circa 40 fuochi, lungo più contrade e con un centinaio di anime. Successivamente, tra gli abitanti dell'Onoranda Vicinia di Luserna (come recita il documento dell'epoca) e quelli della Magnifica Comunità di Lavarone iniziarono delle dispute per i confini e per l'autonomia amministrativa, le quali portarono alla separazione delle due comunità il 4 agosto 1780.
Collocati lungo il confine meridionale dell'antica provincia austriaca del Tirolo, gli altopiani vennero a trovarsi in prima linea allo scoppio del primo grande conflitto mondiale (1915-1918). Fin dagli inizi del Novecento i rapporti diplomatici tra Regno d'Italia ed Impero austro-ungarico erano diventati giorno dopo giorno più tesi in relazione al problema delle terre irredente e la possibilità di una pace duratura era irrimediabilmente compromessa. Ormai entrambi gli Stati pensavano all'eventualità di entrare in conflitto. Considerata l'importanza strategica di questa zona, possibile punto di sfondamento per raggiungere Trento, ben prima dello scoppio del conflitto iniziò la costruzione di una poderosa linea di fortezze.
Gli Altopiani venivano ad essere il punto nodale di quella che fu la cintura difensiva di un immenso impero. Tra Folgaria e Vezzena furono erette sette fortezze, le quali rappresentavano il meglio della tecnica militare dell'epoca. Nei dintorni di Luserna vi sono molte testimonianze di questa "trincea d'acciaio": il complesso fortificato Campo Luserna (1549 m s.l.m.), il forte Verle (1554 m s.l.m.), l'Osservatorio Fortificato di Cima Vezzena (1908 m s.l.m.), il piccolo Cimitero Militare di Costalta e chilometri di solchi lasciati dalle vecchie trincee.
Il Centro Documentazione Luserna ha ospitato due importanti mostre sul tema della Grande Guerra, nel 2006 e 2007. In occasione dell'ultimo evento è stato edito un interessante volume dal titolo Dagli Altopiani a Caporetto. Von den Hochebenen nach Karfreit, autore Lorenzo Baratter, Direttore del Centro Documentazione Luserna - Documentationszentrum Lusérn.
Lo stemma adottato nel 1982 ricorda strumenti della tradizione delle attività locali: su sfondo in pietra bocciardata al naturale sono incrociati punta e mazzuolo. Non sono previsti ornamenti esteriori.[9] Si può blasonare:
«Di pietra grigia chiara, al mazzuolo da scalpellino posto in sbarra, attraversato dal punteruolo posto in banda, il tutto al naturale; al capo di rosso, caricato dalla parola LUSERN in caratteri maiuscoli di nero.» |
Il gonfalone è un drappo tagliato d'azzurro e d'argento.
Abitanti censiti[10]
Luserna, come il comune di Chioggia (Venezia), e diversi comuni del Cadore (ad esempio, Auronzo di Cadore) rappresenta un caso demografico quasi unico in Italia: l'elevatissimo tasso di omonimia tra i due principali cognomi, Nicolussi (80% degli abitanti) e Gasperi (10%),[11] ha portato all'ufficializzazione nel registro dell'anagrafe dei soprannomi popolari utilizzati per distinguere i vari rami di una stessa famiglia.[12] I soprannomi più diffusi, oggi divenuti secondi cognomi, sono: Anzolon, Baiz, Castellan, Ferro, Galeno, Giacomaz, Golo, Leck, Moretto, Moro, Moz, Mozze, Neff, Paolaz, Plezzo, Poiarach, Principe, Reut, Rossi, Trogher, Zagher, Zaiga, Zatta, Zom e molti altri.
La sua popolazione, secondo il censimento del 2011[13], è per il 83,8% di lingua cimbra e per il 16,2% di lingua italiana.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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2 luglio 1985 | 19 maggio 1990 | Luigi Nicolussi Castellan | PSI | Sindaco | [14] |
19 maggio 1990 | 5 giugno 1995 | Luigi Nicolussi Castellan | PSI | Sindaco | [15] |
5 giugno 1995 | 2 novembre 1996 | Gianni Nicolussi Zaiga | lista civica | Sindaco | [16] |
5 maggio 1997 | 15 maggio 2000 | Giuseppe Nicolussi Zatta | lista civica | Sindaco | [17] |
15 maggio 2000 | 9 maggio 2005 | Luigi Nicolussi Castellan | lista civica Vor Lusern 2000 - Per Luserna | Sindaco | [18] |
9 maggio 2005 | 17 maggio 2010 | Luigi Nicolussi Castellan | lista civica Vor Lusern 2005 - Per Luserna | Sindaco | [19] |
17 maggio 2010 | 10 maggio 2015 | Luca Nicolussi Paolaz | lista civica Burtzan - Migliorare & Progredire | Sindaco | [20] |
11 maggio 2015 | 22 settembre 2020 | Luca Nicolussi Paolaz | lista civica Burtzan | Sindaco | [21] |
22 settembre 2020 | in carica | Gianni Nicolussi Zaiga | lista civica Lusern in Hertz - Luserna nel Cuore | Sindaco | [22] |
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