Fagnano Castello è un comune italiano di 3 795 abitanti della provincia di Cosenza in Calabria. L'abitato è posto a 516 metri s.l.m. alle pendici del Monte Caloria (m 1172), sul versante orientale della Catena Costiera (o Paolana).
Fagnano Castello comune | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Raffaele Giglio (lista civica Fagnano attiva e solidale) dal 12-06-2022 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 39°34′N 16°03′E | ||
Altitudine | 516[1] m s.l.m. | ||
Superficie | 29,67 km² | ||
Abitanti | 3 546[2] (31-5-2021) | ||
Densità | 119,51 ab./km² | ||
Frazioni | Cafaro, Carbonaro, Ferraro, Mallamo, Martino, Mirabella, Policarette, Rinacchio, San Lauro, Sant'Angelo | ||
Comuni confinanti | Acquappesa, Cetraro, Malvito, Mongrassano, San Marco Argentano, Santa Caterina Albanese | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 87013 | ||
Prefisso | 0984 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 078051 | ||
Cod. catastale | D464 | ||
Targa | CS | ||
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] | ||
Cl. climatica | zona D, 1 951 GG[4] | ||
Nome abitanti | fagnanesi | ||
Patrono | san Sebastiano | ||
Giorno festivo | 20 gennaio | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
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L'origine del nome Fagnano Castello è tuttora fonte di discussione e intorno ad essa sono state formulate varie ipotesi. Vincenzo Padula, nell'opera Protogea, ipotizzava che l'etimologia di Fagnano potesse essere ricondotta alla lingua ebraica e fosse correlata alla morfologia montana del suo territorio[5]; per Padula, l'"agnano" di Fagnano sarebbe da ricondurre all'ebraico "hanan", nebbia, nube.
Gerhard Rohlfs, il glottologo tedesco grande conoscitore del meridione d'Italia, trova l'origine del nome nell'espressione latina Fannianum Praedium (proprietà di Fannius)[6].
Sono presenti tracce in una località privata situata in una zona montuosa del luogo che fanno pensare alla presenza di un antico torrione, (molto probabilmente questa costruzione, durante il periodo dell'unità d'Italia, era ancora presente) le uniche prove dell'esistenza di questo edificio sono alcuni scavi, risalenti al 2009, che hanno portato alla luce delle fondamenta circolari, che sono state identificate come la base di questo torrione. Come accennato in precedenza, molto probabilmente, questo torrione dopo il 1861 era ancora in piedi, questo perché il nome Castello è stato aggiunto per distinguere Fagnano, da altri paesi omonimi in Italia.
Intorno alla nascita di Fagnano Castello esistono diverse teorie e leggende. Una vuole che il paese sia stato fondato da alcuni abitanti in fuga da Malvito dopo aver ucciso il Principe del quale non accettavano la tirannia. Ma dopo alcuni studi, condotti dall'Architetto Gennaro Sinimarco il quale ha scritto anche un libro al riguardo: Fagnano Castello La Storia dal 989 al 2009, si è evinto, che è vero che alcuni abitanti di Malvito siano scappati dal loro paese, ma la comunità fagnanese era già presente da tempo sul territorio, a conferma dell'ipotesi sono stati rinvenute alcune monete risalenti alla seconda guerra punica su cui è "stampata" la dicitura "Fannius et Fili".
Nel 1050, con la conquista normanna dell'Italia meridionale, la Valle del Crati (e così anche Fagnano) entrarono a far parte del ducato di Puglia e Calabria sotto la guida di Roberto il Guiscardo. E così a Fagnano arrivò un periodo di discreta pace. Nel 1147, Ruggero II, re di Sicilia, divise la Calabria in due Giustizierati e Fagnano entrò a far parte del Giustizierato di Val di Crati e Terra Giordana (anche chiamata Calabria Citeriore).[7]
Nel 1214 e nel 1230 Fagnano Castello è stato colpito da gravissimi sismi che lo distrussero.
Fagnano Castello subì diverse dominazioni tra le quali quella sveva e quella dei Principi di Bisignano dal 1492 al 1527. Passato per vendita ai Falangola, vi rimase fino al 1622, quando il feudo venne comprato dai Firrao, Principi di Luzzi, che lo tennero fino all'eversione della feudalità (1806).
Il feudo dell'odierna frazione di San Lauro, appartenne anch'esso ai principi Sanseverino di Bisignano, per poi passare alla Famiglia Rende, anch'essa bisignanese, che lo mantenne sino al 1644 in persona del Barone Filippo Rende.
Compresa nel cantone di Acri, ai tempi della Repubblica Partenopea, col nuovo assetto amministrativo dato dai francesi al Regno di Napoli, all'inizio del XIX secolo, fu inclusa dapprima, quale università, nel cosiddetto governo di Mottafollone e poi tra i comuni del circondario di San Marco Argentano, nella cui giurisdizione fu mantenuta anche dalla legge di riforma borbonica. Durante il periodo postunitario e l'arrivo del brigantaggio, Camillo Benso Conte di Cavour, su suggerimento di Costantino Nigra, incaricò Pietro Fumel per contrastare il brigantaggio, il quale scelse come sede operativa San Marco Argentano, dalla quale emanò il 12 febbraio 1862, il seguente bando:
«Io sottoscritto avendo avuto la missione di distruggere il brigantaggio, prometto una ricompensa di cento lire per ogni brigante, vivo o morto, che mi sarà portato. Coloro che in onta degli ordini, dessero rifugio o qualunque mezzo di sussistenza o di aiuto ai briganti verranno immediatamente fucilati. Tutte le capanne di campagna che non sono abitate dovranno essere, nello spazio di tre giorni, scoperchiate e i loro ingressi murati. È proibito di trasportare pane o altre specie di provviste oltre le abitazioni dei paesi e chiunque disubbidirà a questo ordine sarà considerato complice dei briganti» |
(Pietro Fumel, 12 febbraio 1862[8]) |
Pietro Fumel, avendo carta bianca, si rese protagonista di tante nefande azioni criminali, tra le quali la strage di circa cento contadini inermi, compiuta dalle truppe del Regio Esercito italiano [9]. Ad alcuni furono tagliate le teste, infilzate nei pali ed esibite nella piazza principale del comune a monito di chi volesse seguirne l'esempio.[10] La storia post-unitaria si confonde con quella del resto della penisola. Sul finire degli anni venti del Novecento le furono annesse Malvito e Santa Caterina Albanese, che tornarono a essere autonome nel 1934. Tra le testimonianze storico-architettoniche figurano le chiese dell'Immacolata e di San Pietro, rifatte in età barocca, su edifici di culto precedenti.
Il gonfalone del comune di Fagnano fu designato e realizzato durante il regno di Federico II nel 1222. Il 30 Gennaio di quell'anno Federico venne a Cosenza per assistere e presiedere alla consacrazione del Duomo e in quella occasione Cosenza e le rappresentanze dei comuni della valle del Crati, adottarono per distinguersi dei propri gonfaloni. Lo fece anche Fagnano ed è dal 1222 che la città di Fagnano ha il suo antico gonfalone nel quale era designata una torre sovrastata dalla corona reale con ai lati un ramo di olivo ed uno di quercia, a significare il carattere laborioso e pacifico e la robustezza di quel popolo.[11]
Abitanti censiti[12]
La popolazione straniera al 2020 è di 66 unità[13]
Dall'inizio della guerra russo-ucraina del 2022 il comune ha accettato di accogliere famiglie ucraine nel proprio territorio.
«A ligrizza, a ligrizza, |
A Fagnano Castello vi è un unico asilo nido, una scuola dell'infanzia, una scuola primaria, una scuola secondaria di I grado, un liceo classico ed un istituto tecnico.
Sagra delle castagne (Ultima domenica di ottobre): In tutta Fagnano l'ultimo fine settimana di ottobre si festeggia la Sagra delle Castagne con stand di prodotti tipici e dolci di castagno, distribuzione gratuita di caldarroste, esposizione di artigiani locali e convegni sul castagno da legno e da frutto. [17]
Nel territorio di Fagnano Castello sono presenti 9 frazioni (molti di questi hanno la maggior parte della propria storia legata a quella di Fagnano, eccetto per San Lauro):
Le origini di San Lauro sono legate alla storia bizantina, infatti all'inizio della lotta iconoclasta migliaia di monaci Basiliani, fuggendo dall'Oriente a causa della persecuzione che li stava affliggendo, arrivarono dal Salento nel resto del Meridione, e alcuni arrivarono in Calabria. Molti di questi portarono nei monasteri calabresi i resti e il culto di San Floro, fondando anche l'omonimo comune. Ma alcuni di questi portarono i resti e il culto del suo gemello, San Lauro.[19] San Lauro ebbe una storia simile a quella di Fagnano fino al 1623, anno in cui San Lauro fu dato in affito ai Gonzaga. [20]
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