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Casperia è un comune italiano di 1 207 abitanti della provincia di Rieti nel Lazio, situato tra la riva sinistra del Tevere ed il versante occidentale dei Monti Sabini. Fino al 1947 si chiamava Aspra Sabina. Considerato tra i borghi antichi più belli d'Italia (è stato insignito della bandiera arancione), la sua età millenaria è citata anche da Virgilio nell'Eneide.

Casperia
comune
Casperia – Veduta
Casperia – Veduta
Localizzazione
Stato Italia
Regione Lazio
Provincia Rieti
Amministrazione
SindacoMarco Cossu (lista civica Sìamo Casperia) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate42°20′N 12°40′E
Altitudine397 m s.l.m.
Superficie25,31 km²
Abitanti1 207[1] (31-1-2022)
Densità47,69 ab./km²
FrazioniParanzano, Santa Maria in Legarano, San Vito
Comuni confinantiCantalupo in Sabina, Contigliano, Montasola, Rieti, Roccantica, Selci, Torri in Sabina
Altre informazioni
Cod. postale02041
Prefisso0765
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT057012
Cod. catastaleA472
Cl. sismicazona 2B (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 2 087 GG[3]
Nome abitanticasperiani o aspresi
Patronosan Giovanni Battista
Giorno festivo24 giugno
Cartografia
Casperia
Casperia – Mappa
Casperia – Mappa
Posizione del comune di Casperia nella provincia di Rieti
Sito istituzionale

Geografia fisica



Territorio


Caprignano e Casperia; sullo sfondo i Monti Sabini
Caprignano e Casperia; sullo sfondo i Monti Sabini

Il territorio del Comune di Casperia è diviso marcatamente in due parti: collinare ad ovest mentre la parte orientale è attraversata dalla dorsale del pre-appennino laziale. I limiti altimetrici variano tra i 300 m s.l.m. e i 1.258 m s.l.m. del monte Macchia Gelata. Sul suo territorio ricadono alcune tra le più alte cime dei Monti Sabini, tra cui il M. Alto (1215 m s.l.m.) e la sorgente più importante di tutta la catena montuosa: Fonte Cognolo, a quota 1054. Casperia custodisce alcuni tra i più bei paesaggi di tutti i Monti Sabini, tutelati a livello nazionale ed europeo.


Clima


Classificazione climatica: zona D, 2087 GR/G


Origini del nome



Storia



Origini



Le fonti letterarie

(LA)

«Una ingens Amiterna cohors priscique Quirites,
Ereti manus omnis oliuiferaeque Mutuscae;
qui Nomentum urbem, qui Rosea rura Velini,
qui Tetricae horrentis rupes montemque Severum
Casperiamque colunt Forulosque et flumen Himellae...
»

(IT)

«Una sola, imponente, è la coorte Amiterna, e i prischi Quiriti,
e tutta la schiera d'Ereto e Mutusca, la ricca d'olivi;
e chi la città di Nomento, e chi la Rosea e il Velino,
chi l'irte rupi di Tétrica abita e il monte Severo,
Casperia e Foruli e l'Imella scorrente...»

(Eneide, lib. VII, vv. 710-714)
(LA)

«Ecce inter primos Theramnaeo a sanguine Clausus,
exultat rapidis Nero non imitabilis ausis.
Hunc Amiterna cohors et Bactris nomina ducens
Casperia, hunc Foruli, magnaeque Reate dicatum
Caelicolum Matri, nec non habitata pruinis
Nursia, et a Tetrica comitantur rupe cohortes
»

(IT)

«Ecco, si slancia tra i primi Nerone, che traeva origine dal sangue terapneo di Clauso,
Nerone inimitabile nei suoi atti impetuosi d'audacia.
Con lui sono la coorte di Amiterno e Casperia,
che deriva il nome dalla Battriana,
con lui Foruli e Rieti
votata alla grande madre degli dei,
poi Norcia, patria del gelo, e le coorti che vengono dalle rupi del Tetrico»

(De bello punico, lib. VIII, vv. 412-423)
(LA)

«HIMALA Sabinorum est fluvius prope Casperiem civitatem, qui et Himelle dicitur.»

(IT)

«IMALA è un fiume dei Sabini situato presso la città di Casperia, il quale è chiamato anche Imella.»

(De montibus, silvis, fontibus, lacubus, fluminibus, stagnis seu paludibus, et de diversis nominibus maris, lib. V)
(LA)

«Casperia et Foruli civitates sunt.»

(IT)

«Casperia e Foruli sono città»

(Commentarii in Vergilii Aeneidos libros)

Le fonti archeologiche

Le mura in opus reticolatum che affiorano in località Paranzano sono i resti di diverse ville rustiche risalenti al I secolo d.C., di cui una la si attribuisce a Pallante – potente liberto di Antonia, madre dell'imperatore Claudio (da qui il toponimo Paranzano, da Pallantianum). A lato della strada provinciale che collega Casperia e Cantalupo in Sabina, si erge un monumento funerario a torre. Nel 1872 fu rinvenuto un bellissimo ninfeo con due statue di stile greco ed accanto una piccola stanza con un pavimento a mosaico. Si ritrovò anche una testa dell’imperatore Claudio ed un torso, forse dello stesso imperatore[4]. Le due belle statue marmoree raffiguranti due ninfe gemelle, si trovano oggi presso il Museo d'arte e storia di Ginevra[5] ed il Carlsberg Museum di Copenaghen.

Altre mura di sostruzione in opus reticolatum si trovano a S. Maria in Legarano e sono i resti visibili di un'altra villa rustica, su cui è stata edificata la chiesa.

Recenti indagini speleo-archeologiche hanno rilevato l'esistenza di acquedotti risalenti al V-IV secolo a.C. che attesterebbero la presenza di comunità sabine nelle località Paranzano e Legarano.


Medioevo


Bolla papale del 1254
Bolla papale del 1254

Moderna


Incisione sulla copertina degli Statuti del 1397 ripubblicati nel 1558
Incisione sulla copertina degli Statuti del 1397 ripubblicati nel 1558

Contemporanea



Simboli


Lo stemma di Casperia è uno scudo italiano con tre colli ed aspide mirante una stella sormontato da corona comunale con la scritta S.P.Q.S. (Senatus PopolusQue Sabinus) circoscritto da due palme di olivo. I tre colli rappresentano i castra di Aspra, Caprignano e Donduccio (la cui sommità oggi è occupata dal cimitero comunale). Ignota l'origine simbolica dell'aspide, forse un'assonanza con il nome Aspra o forse dalla famiglia Asproni. I colori civici sono il rosso ed il verde. La più antica riproduzione visibile si trova sul portale di un palazzo privato tra via Rivellini e piazza Umberto I.


Monumenti e luoghi d'interesse



Struttura urbana


«A Roma mi avevano consigliato di spingermi fino ad Aspra, sui monti della Sabina, dove è un importante archivio municipale ed una superba selva. [...] Nera e pittoresca, sorge su di un colle, da dove si gode la vista del monte Soratte, della Campagna romana, dei monti della Sabina, degli Appennini, e a sinistra di un profondo scoscendimento, dominato da una rupe, sulla quale si leva un oscuro gruppo di case, circondato da mura nere e coronato di torri. Questa è Aspra, la Casperia dei Romani, vero nido di aquile, inaccessibile ed inattaccabile. Era mezzodì, ma l'aria era lassù ancora fresca e leggera. Dopo i molti e lenti giri che la strada fa nella valle profonda, cominciammo alfine a salire la montagna faticosamente, e giungemmo dinanzi alle mura. Qui il cocchiere si arrestò, e mi spiegò che il paese non aveva strade praticabili. Scesi allora e mi avviai verso la porta. Qual luogo spaventosamente solitario e selvaggio! Strettissime e oscure vie fra case ammonticchiate e soffocantesi a vicenda, o piuttosto che vie, letti di torrenti montani: ecco Aspra.»

(Ferdinand Gregorovius, Attraverso l'Umbria e la Sabina in Passeggiate per l'Italia, 1861)

«Su di una collina aguzza, Aspra ci appare come uno sciame agglutinato di case grigie e di tetti ocra, stretti da una cintura di mura e di torri lacerate, guastate dagli assalti dei guerrieri e dai terremoti, rovinate pure dall'opera degli abitanti che le hanno foracchiate di porte e di finestre o "abbellite" con tettoie e balconi. Attraverso questi acconciamenti pittoreschi, bisogna immaginare la città antica, severa e sempre pronta alla difesa: straordinaria visione è questa agglomerazione che si erge furiosa in mezzo a boschi, a colline coltivate ad oliveti e vigne, le stesse vigne di cui Numa, il re sabino, aveva insegnato l'arte e la cultura ai pastori selvaggi di allora. Davanti alle porte del paese bisogna fermare la vettura e attaccare i cavalli, poiché non ci sono strade, ma solo viuzze a gradini: le piazzette, gli archi, i cammini di ronda, quasi tutto è rimasto come mille anni fa.»

(Giovanni Fattori, Alla ricerca dell'Italia, 1899)

Il centro storico di Casperia è uno straordinario esempio di architettura medievale: la struttura del paese è «a bulbo di cipolla», con strade a cerchi concentrici che via via si restringono, inerpicandosi sui versanti del colle sino a culminare in piazza S. Giovanni Battista ove si erge l'omonima chiesa parrocchiale.

L'abitato è raccolto nelle mura del 1282 – definite da Giuseppe Filippucci Giustiniani «un vero capolavoro di architettura militare e di consumata arte difensiva del XIII secolo» – in cui si può accedere (esclusivamente a piedi) solo attraverso Porta Romana (ad ovest) e Porta S. Maria (a nord-est); quest'ultima è detta anche Porta Reatina o Porta Caprara, dove si può ammirare anche un orologio che segna l'ora canonica medievale. Talmente importante era per gli aspresi la cura delle mura di cinta, che negli statuti del 1397 era prevista la pena di morte per coloro che vi aprissero un varco sufficientemente grande per il passaggio di una persona. Della prima cinta muraria, risalente all'XI secolo, resta l'arco di via Garibaldi, denominato «Arco Vecchio» o «Arco di Mezzo».

Il centro di Aspra in un'incisione del sec. XIX
Il centro di Aspra in un'incisione del sec. XIX

Amplissimo il panorama che da piazza Umberto I (comunemente chiamata dalla popolazione «piazza Macello») si apre sulla valle del Tevere dominata all'orizzonte dal Monte Soratte. Da un'estremità all'altra delle mura, a nord-ovest per via Rivellini, si giunge davanti a Caprignano con i colli umbri all'orizzonte; mentre a sud-est, per via Nardi Bruschi, ci si può sporgere dal torrione che domina il piazzale Oddo Valeriani e godere la vista del cuore dei Monti Sabini.

Torrioni, camminamenti, rivellini, feritoie, casematte, percorsi obbligati sono i testimoni della storia e delle origini medievali di Aspra.

L'abitato di Casperia è uno dei pochi paesi in Europa il cui centro storico è totalmente e naturalmente inaccessibile alle automobili. Percorrendo tutta via Orazio Massari si compie un semicerchio tra i due ingressi.


Architetture religiose



San Giovanni Battista

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Giovanni Battista (Casperia).
S. Giovanni Battista, facciata e torre campanaria
S. Giovanni Battista, facciata e torre campanaria

Sulla sommità dell'antica Aspra sorge la chiesa parrocchiale dedicata a san Giovanni Battista. Restaurata ed ampliata nel 1515, presenta al suo interno diversi elementi in stile barocco dovuti alla ristrutturazione del 1791; mantiene l'originaria torre campanaria romanica del XIII secolo, con alcuni affreschi del XIV secolo; l'ultima loggia della torre campanaria è stata aggiunta nel 1934 per ospitare un serbatoio dell'acquedotto.

Nella chiesa, a tre navate, dietro l'altare maggiore fa da pala un dipinto su tavola (datato 1524) di Giacomo Santoro (detto Jacopo Siculo) raffigurante il Battesimo di Gesù e, nella predella sottostante, Gesù e gli apostoli. Su un altare della navata sinistra c'è un affresco del XVI secolo raffigurante la Madonna col Bambino, sant'Antonio Abate e san Giuseppe. Nella navata destra da notare una tela lunettata (in cui spicca la figura di san Martino) che fa da cornice ad un'edicola ove è posta una statua lignea di san Sebastiano, scolpita e dipinta nel XVII secolo. Nella chiesa è custodito anche il grande organo acquistato dalla comunità nel 1600 per celebrare il giubileo.

Nei locali della sacrestia è ospitato il presepe monumentale strutturato su una «Casperia in miniatura» fatto a mano da Giannicola Mariani.


Ss. Annunziata

Ss. Annunziata, Annunciazione
Ss. Annunziata, Annunciazione

Con la sua imponente mole in cotto, la chiesa della Ss. Annunziata accoglie i visitatori nel piazzale Oddo Valeriani. Anche se il portale d'ingresso riporta la data del 1609, soltanto nel 1661 «la nuova chiesa dell'Annunziata è terminata. L'edificio è stato eretto a spese di Girolamo Saraceni ed è di bello aspetto e di buona e nobile architettura».

Essa è dotata di quattro altari, oltre che dell'altare maggiore sul quale si trova la bellissima tela dell'Annunciazione, capolavoro dall'audace cromatismo di Giovanni Battista Salvi detto Sassoferrato, ai lati del quale vi sono due colonne in marmo rosso di Cottanello. Pregevoli opere anche la cappella di san Francesco Saverio eretta dalla famiglia Senapi ed una tela del XVII secolo raffigurante la circoncisione di Gesù.

Ancora oggi gli abitanti la chiamano «chiesa nuova».


Santa Maria in Legarano

S. Maria in Legarano, presbiterio
S. Maria in Legarano, presbiterio

Nell'antico abitato di Legarano, 3 km a nord del centro urbano, si trova la chiesa dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria. Costruita in età altomedievale sui resti di una villa rustica di epoca romana, questa chiesa è stata la parrocchiale fino al 1409. Vi era annesso il convento dei gesuati, ordine soppresso nel 1668 da papa Clemente IX.

Si entra salendo una scalinata che porta ad un primo portale in pietra del XVI secolo, per poi attraversare un vialetto costeggiato da un bosso secolare. Nella lunetta del portale di accesso da notare un'Annunciazione affrescata dai fratelli Lorenzo e Bartolomeo Torresani nel 1561, autori anche del Giudizio universale situato in una cappella sulla sinistra; a destra, invece, un coevo affresco anonimo dei santi Rocco e Sebastiano.

Questa chiesa a croce latina ha un'unica navata e racchiude notevoli opere d'arte. Nell'abside di sinistra c'è un affresco del matrimonio di Maria attribuito ad Alessandro Torresani, figlio di Lorenzo; nella nicchia della testata sinistra del transetto si trovano due statue del XVI secolo in terracotta, raffiguranti la Madonna e san Giuseppe – superstiti di un presepe. Nell'abside centrale, dentro una nicchia, c'è una bella statua lignea policromata della Madonna col Bambino, firmata dallo scultore Carlo l'Aquilano nel 1489; nel catino dell'abside maggiore due affreschi del XV secolo raffiguranti la Madonna col Bambino; sulla volta sovrastante un affresco del XV secolo raffigurante Gesù in una mandorla di cherubini. Nell'abside di destra c'è un crocifisso ligneo policromato del XV secolo. Due tavole coi santi Giovanni Battista e Sebastiano concepite nella scuola di Antoniazzo Romano (fine sec. XV inizio XVI) sono all'interno del reliquiario seicentesco incastonato nella parete sinistra. Sulla parete destra c'è una tela raffigurante Maria in tripudio e san Girolamo.


Madonna della Neve

Paranzano, interno della chiesa
Paranzano, interno della chiesa

Certamente risalente al periodo medievale, la chiesa della Madonna della Neve a Paranzano è stata ricostruita nel 1580 e restaurata nel 1652. Conserva cospicue pitture murali che adornano l'area del presbiterio. Eseguiti da un anonimo locale nel XVI secolo, raffigurano un ciclo iconografico frequente nelle pievanie legate al mondo rurale: sulla parete sinistra un grande affresco raffigurante sant'Antonio Abate; nell'abside, da sinistra verso destra, sono raffigurati san Sebastiano, santa Lucia, sant'Antonio da Padova, san Rocco, sant'Agata, sant'Ignazio di Loyola; nella nicchia centrale la Madonna col Bambino tra san Domenico e santa Caterina d'Alessandria.

Dagli abitanti è chiamata anche «Madonna delle Grazie», in ossequio ad un fatto miracoloso avvenuto nel 1647.


Ss. Salvatore

La chiesa all'interno del convento di Montefiolo
La chiesa all'interno del convento di Montefiolo

Sulle rovine del castrum Montis filiorum Ugonis, sulla cima di Montefiolo (il cui nome trae origine dalla volgarizzazione del nome del castello) sorge l'odierno convento delle suore oblate benedettine di Priscilla, fondato dai frati cappuccini nel 1558. Immerso in un bosco di lecci e con una pineta sul viale d'ingresso, è il luogo ideale per la meditazione.

Incorporata nel convento la chiesa del Ss. Salvatore, documentata nel Regesto delle chiese della giurisdizione vescovile di Sabina redatto nel 1343. Al suo interno la pala d'altare di Girolamo Batacchioli (datata 1619) raffigurante san Francesco d'Assisi, san Bernardino da Siena, sant'Antonio da Padova, san Carlo Borromeo, l'arcangelo Michele, santa Caterina d'Alessandria, santa Maria Maddalena e santa Chiara; nella parte alta del quadro la Madonna Assunta in Cielo con le tre persone della Santissima Trinità ed angeli.

Il convento ha ospitato san Felice da Cantalice.


Altre chiese

Da segnalare anche le chiese di S. Vito, S. Leonardo e S. Lucia. Il Regesto delle chiese della giurisdizione vescovile di Sabina redatto nel 1343 attesta nel territorio di Aspra l'esistenza di ben diciotto chiese.


Architetture civili



Palazzo Forani

Via Rivellini
Via Rivellini
Via Orazio Massari
Via Orazio Massari
Vista di Celleno, Orte, Calvi, Roccantica e Casperia.
Vista di Celleno, Orte, Calvi, Roccantica e Casperia.
Veduta di Aspra con i cartelli del progetto Comenius
Veduta di Aspra con i cartelli del progetto Comenius

Il palazzo, costruito alla fine del secolo XVI dalla famiglia asprese dei Bruschi si trova a ridosso della parte settentrionale della cinta muraria del secolo XIII inglobando anche uno dei cinque torrioni rimasti. Il palazzo conta oltre cinquanta stanze e una cappella in cui si celebravano anche due messe al giorno. Un omaggio alla potente famiglia guelfa degli Orsini è rappresentato dai due orsi in pietra che si trovano a lato del portale del palazzo.
Nel 1781 il palazzo ospitò il cardinal Corsini durante la sua visita pastorale. Da allora la camera, arredata appositamente per l'illustre ospite, prese il nome di "Camera del cardinale".
Durante la dominazione napoleonica i Bruschi restaurarono il palazzo secondo lo stile impero: colonne nell'ingresso, ricchi stucchi decorativi, galleria con volta e pareti dipinte, rinnovo dell'arredamento con mobili e consolles in stile impero, decorazioni alle pareti con papiers peints tipicamente francesi.
Dopo il Congresso di Vienna le terre e il palazzo dei Bruschi furono confiscati dallo Stato Pontificio poiché Giuseppe Bruschi, sindaco di Aspra dal 1809, si era schierato con la Repubblica Romana e con Napoleone. Il palazzo e i beni furono acquistati dalla famiglia Petrocchi e passarono, dopo il 1870, alla famiglia Pompili-Maldura. Nel 1871 il nuovo proprietario del palazzo, Costante Maldura, acquistò una delle due pregevoli statue romane rinvenute a Paranzano.
Alla fine del XIX secolo il palazzo e le proprietà passano da Costante Maldura alla figlia Elena, pittrice dilettante, i cui quadri floreali sono ancora presenti in alcune stanze del palazzo.
Nel 1929 il palazzo passa, per eredità, alla famiglia Forani: nuova ristrutturazione interna e sistemazione del parco collinare in cui molte specie vegetali tipiche del clima mediterraneo sostituirono secolari ulivi. Viene anche costruita la strada carrozzabile per l'accesso al palazzo dal lato nord-ovest.
Alla fine degli anni sessanta, Giuliana Forani ristruttura i magazzini situati tra il torrione e il palazzo trasformandoli nella sua residenza abituale, più comoda e semplice rispetto al palazzo. Nel 2003 segue una nuova ristrutturazione ad opera degli eredi di Giuliana Forani: i locali degli ex magazzini e il torrione vengono trasformati nelle unità abitative della casa vacanze.


Altro



Alberi monumentali

Casperia custodisce nel suo territorio ben quattro alberi monumentali censiti dal Corpo forestale dello Stato: il leccio di Aspra; il terebinto di Montefiolo; il faggio di Fonte Cognolo; il cerro di Valle Ferrara.


Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[6]


Tradizioni e folclore


«La tradizione permanente, ancora viva e vegeta, resta quella dei soldati-contadini romani e dei contadini-soldati del Medioevo.»

(Paolo Guzzanti, La Stampa, 1998)

Casperia organizza ogni anno due sagre: il primo fine settimana di agosto c'è la Sagra degli stringozzi, un tipo di pasta lunga fatta solo con acqua e farina; la terza domenica di ottobre, invece, quella della polenta.

Molto sentite dalla popolazione sono le feste di Sant'Antonio Abate (con la processione, la benedizione degli animali domestici e la distribuzione delle ciambelle all'anice), il Corpus Domini (con la processione e l'infiorata) e l'Assunzione di Maria in cielo (con la processione e lo spettacolo pirotecnico).

L'Aspra Folk è un'associazione culturale che dal 1981 si distingue a livello regionale nel campo del teatro dialettale.


Cultura



Istruzione



Biblioteche

Archivio storico comunale

«[... ] Questo paese, oltre ad aver conservate quasi intatte tutte le caratteristiche di un castrum medievale, quali la cinta di mura, i vicoli, le scale e le case appollaiate sulla sommità e degradanti lungo i pendii del suo tipico colle, ha avuto la volontà, la fortuna e la capacità di preservare attraverso i secoli, nonostante l'umidità ed i topi, una parte considerevole del suo patrimonio archivistico medioevale.»

(Alfredo Pellegrini, Le carte di Casperia (già Aspra). 1099-1349, 1990)

L'archivio storico di Casperia è uno dei più importanti del Lazio: vi sono conservati documenti riguardanti la vita della comunità asprese e di quelle limitrofe dal 950 al 1975. I fondi più importanti sono quello delle pergamene – ben 319, riguardanti il periodo che va dal 1099 al 1729; il fondo notarile con documenti datati tra il 1351 ed il 1860; l'archivio del comune comprendente documenti come libri del consiglio, registri vari del periodo comunale, la signoria Savelli, l'Antico Regime, il periodo francese e la Restaurazione; l'archivio giurisdizionale, con gli atti civili e quelli criminali. Degni di nota sono anche il fondo dell'archivio parrocchiale (Liber baptizatorum, Liber mortuorum, Liber matrimoniorum e stati delle anime), il fondo dell'Archivio del Monte del Grano, dell'Ospedale civico e gli oltre mille volumi della biblioteca claustrale proveniente dal soppresso monastero dei Frati cappuccini di Montefiolo (beni espropriati dallo Stato con la legge n. 3036 del 7 luglio 1866 e la n. 3848 del 15 agosto 1867). Sono inoltre conservati numerosi documenti prodotti dal comune nel periodo post-unitario.

Da una lettera di Antimo Palmieri del 1588 sappiamo che Aspra era stata scelta quale sede per raccogliere i rogiti dei notai di Aspra, Montasola, Cottanello, Vacone e Poggio Sommavilla. L'archivio notarile, uno dei più antichi di tutta la provincia, conserva fonti a partire dal 1351, confluite all'atto della sua istituzione, avvenuta nel 1588, in applicazione della costituzione di papa Sisto V inerente alla riorganizzazione degli archivi notarili all'interno dello Stato pontificio.

Nel 1990 è stata pubblicata Le carte di Casperia (già Aspra). 1099-1349, opera del prof. Alfredo Pellegrini in cui vengono meticolosamente trascritte, tradotte e spiegate le pergamene prodotte nel periodo basso-medievale. Come afferma Pierre Toubert nella prefazione al libro, «l'archivio di Casperia appare il fondo locale più eloquente sulle vicissitudini di una comunità del Lazio nei secc. XIII-XIV».


Economia


Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).[7]

2015 2014 2013
Numero imprese attive % Provinciale Imprese attive % Regionale Imprese attive Numero addetti % Provinciale Addetti % Regionale Addetti Numero imprese attive Numero addetti Numero imprese attive Numero addetti
Casperia 75 0,77% 0,02% 150 0,65% 0,01% 68 139 72 144
Rieti 9.765 2,14% 22.908 1,49% 10.044 23.834 10.407 25.272
Lazio 455.591 1.539.359 457.686 1.510.459 464.094 1.525.471

Nel 2015 le 75 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano lo 0,77% del totale provinciale (9.765 imprese attive), hanno occupato 150 addetti, lo 0,65% del dato provinciale (22.908 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato due persone (2,0).


Turismo


Casperia nel 2004 ha ricevuto dal T.C.I. il titolo di Bandiera arancione (marchio di qualità turistico-ambientale).[senza fonte]


Infrastrutture e trasporti



Strade


Il comune è attraversato dalle seguenti strade provinciali:

Il comune è attraversato dalle seguenti strade regionali:


Amministrazione


Nel 1923, Aspra passò dalla provincia di Perugia in Umbria, alla provincia di Roma nel Lazio.

Nel 1927, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Rieti, Aspra passò dalla provincia di Roma a quella di Rieti.

Nel 1947 cambiò denominazione in Casperia.

Periodo Primo Cittadino Partito Carica Note
1960 1965 Tullio Vigoni PSI, PCI Sindaco
1965 1970 Tullio Vigoni PSI, PCI Sindaco
1970 1975 Tullio Vigoni PSI, PCI Sindaco
1975 1980 Adolfo Valentini DC, PRI Sindaco
1980 1985 Adolfo Valentini DC, PRI Sindaco
1985 1990 Primo Petrocchi DC, PRI Sindaco
1990 1995 Ivo Adami PSI, PDS Sindaco
1995 1999 Gastone Bianchetti lista civica Sindaco
1999 2004 Giancarlo Sileri AN Sindaco
2004 2009 Giancarlo Sileri lista civica Impegno Civico Sindaco 2º mandato
2009 2014 Stefano Petrocchi lista civica Sindaco
2014 2019 Stefano Petrocchi lista civica Leali per Casperia Sindaco 2º mandato
2019 in carica Marco Cossu lista civica Sìamo Casperia Sindaco

Altre informazioni amministrative


Fa parte della Comunità montana "Sabina".


Gemellaggi


Casperia è gemellata con:


Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. Atti della Pontificia Accademia di Archeologia – Rendiconti, Volumi 33-34, pag. 133
  5. Musées d'art et d'histoire de la Ville de Genève | Nymphe, dite de Paranzano
  6. Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. Atlante Statistico dei comuni dell'Istat, su asc.istat.it. URL consultato il 5 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2020).
  8. Killarney (Irlanda) primo gemellaggio di Casperia, su Comune di Casperia, 30 settembre 2019.

Bibliografia



Altri progetti



Collegamenti esterni


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[de] Casperia

Casperia ist eine Gemeinde in der Provinz Rieti in der italienischen Region Latium mit 1213 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019). Sie liegt 63 km nördlich von Rom und 37 km südwestlich von Rieti.

[en] Casperia

Casperia is a comune (municipality) in the Province of Rieti in the Italian region Latium, located about 50 kilometres (31 mi) northeast of Rome and about 20 kilometres (12 mi) southwest of Rieti. As of 31 December 2004, it had a population of 1,164 and an area of 25.4 square kilometres (9.8 sq mi).[3]

[es] Casperia

Casperia es una comuna de 1.143 habitantes de la provincia de Rieti. Hasta 1947, Aspra Sabina. A Casperia no se entra en auto y una vez allí, se reconocen inmediatamente las trazas urbanísticas medievales, es decir, organización urbanística en función de exigencias defensivas. Circundada por muros y torres que constituían el primer plano de defensa, se desarrolla en torno a un sistema vial que se levanta casi en caracol a través de pequeñas calles escalonadas que conducen a la parte alta donde se encuentran la alcaldía y la iglesia parroquial.

[fr] Casperia

Casperia est une commune italienne d'environ 1 250 habitants, située dans la province de Rieti, dans la région Latium, en Italie centrale.
- [it] Casperia

[ru] Касперия

Касперия (итал. Casperia) — коммуна в Италии, располагается в регионе Лацио, в провинции Риети.



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