Caraffa di Catanzaro (Garrafë in arbëreshë[3]) è un comune italiano di 1 786 abitanti della provincia di Catanzaro in Calabria.
Caraffa di Catanzaro comune | |||
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(IT) Comune di Caraffa di Catanzaro (AAE) Bashkia e Garrafës | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Antonio Giuseppe Sciumbata (lista civica Alleanza Libera e Popolare per Caraffa) dal 12-6-2022 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 38°53′N 16°29′E | ||
Altitudine | 358 m s.l.m. | ||
Superficie | 25,05 km² | ||
Abitanti | 1 786[1] (30-11-2019) | ||
Densità | 71,3 ab./km² | ||
Comuni confinanti | Catanzaro, Cortale, Maida, Marcellinara, San Floro, Settingiano | ||
Altre informazioni | |||
Lingue | Lingua italiana, Lingua arbëreshë | ||
Cod. postale | 88050 | ||
Prefisso | 0961 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 079017 | ||
Cod. catastale | B717 | ||
Targa | CZ | ||
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] | ||
Nome abitanti | caraffoti (in arbëreshë Gharafjotë) | ||
Patrono | Santa Domenica | ||
Giorno festivo | 6 luglio | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
È situata alle porte della città di Catanzaro, e la parte a valle del centro storico ospita un'area industriale soggetta negli ultimi anni ad un forte sviluppo.
Nelle giornate serene, e nel punto più alto del paese, è possibile ammirare contemporaneamente il mar Ionio e il mar Tirreno.
Secondo Domenico Zangari, autore de Le colonie italo albanesi di Calabria, gli albanesi giunsero a Caraffa verso il 1550, e provenivano dall’insediamento di Arenoso (o anche Santa Barbara) dove si erano stanziati intorno al 1467, epoca in cui erano giunti nel regno di Napoli.[4]
Nel 1466, poco prima dell’arrivo degli albanesi, il territorio di Tiriolo, dove sarebbero sorti alcuni casali albanesi, tra i quali quelli di Arenoso e di Usito, apparteneva al regio demanio. Nel 1481, il re Ferdinando I d'Aragona vendette il territorio di Tiriolo comprendente "Castra seu Terras Roccae Poverellae (Rocca Falluca), Gimignani (Gimigliano), et Tiriolo", a Galeotto Carafa.[5]
Per guadagnare spazio alle colture, gli Albanesi di Arenoso fecero disboscare la vicina montagna, causando delle frane che, piano piano, si avvicinarono all’abitato sino a inghiottire il casale, così che, verso il 1550, Ferdinando I Carafa, nipote di Galeotto Caraffa e Barone di Tiriolo, permise a molte famiglie albanesi di Arenoso di trasferirsi nella vicina località di "Serra Mazza" (arb. Rahj i Croit), a patto che il nuovo insediamento prendesse il nome del suo casato "Carafa".[5]
Il 17 maggio del 1567 a Caraffa ci fu la prima numerazione dei fuochi. Da questa numerazione ci risulta che gli "avventizi del casale renusa" erano venuti da 15 anni.[4]
Il 28 marzo del 1783 un disastroso terremoto con magnitudo 6.9 con epicentro a nord-est di Vallefiorita venne registrato in oltre 300 siti e scosse l’intera regione. Seguirono repliche per circa tre anni. La crisi sismica lasciò un territorio devastato dai crolli, dalle frane, dalle faglie, spaccature nel terreno, crateri, nuove sorgenti e laghi. In totale valutati circa 25 000 morti. Il terremoto causò anche una frana nei pressi dell’antico casale di Usito interrompendo la strada che portava a Catanzaro. Anche gran parte di Caraffa venne distrutto dal terremoto, e ci fu un elevato numero di morti. Quindi, non ritenendo conveniente riedificare Caraffa nel luogo primitivo, si decise di ricostruirlo o in San Giovanni di Truchi, o negli Ortali.[6]
Nel sito dove rinacque Caraffa, iniziarono i lavori per la costruzione della chiesa; il 18 ottobre del 1792 iniziarono i lavori del tetto e di tutte le parti in legno; i lavori terminarono il 18 settembre 1798, con la benedizione della chiesa.[7]
«Stemma di rosso, all'aquila di nero, dal volo spiegato. Ornamenti esteriori di Comune.» |
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
La Chiesa dei Maiorana, dedicata alla Madonna delle Grazie, in piena campagna, è una modesta costruzione eclettica di maestranze locali, che presenta alcuni affreschi d'epoca tardo-romanica. Nei costumi albanesi, indossati in particolari circostanze, presentano elementi originali orientali.
Abitanti censiti[8]
Ha perso il rito bizantino, ma mantiene ancora la cultura e la lingua arbëreshe.
Nel Comune di Caraffa di Catanzaro il museo più importante è l'Istituto della Cultura Arbëreshe "Giuseppe Gangale", con testimonianze della vivace cultura Italo-albanese del luogo.
Il comune è interessato dalle seguenti direttrici stradali:
Il Paese ospita anche il VORTAC CDC (117,300 MHz).
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Altri progetti
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