Campodàrsego (Canpodàrsego in Veneto) è un comune italiano di 14 810 abitanti[1] della provincia di Padova in Veneto, situato a nord del capoluogo di provincia. Il comune è stato riconosciuto città e fa parte della Federazione dei Comuni del Camposampierese.
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Campodarsego comune | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Valter Gallo (lista civica di centro-destra) dal 21-9-2020 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 45°30′N 11°55′E | ||
Altitudine | 17 m s.l.m. | ||
Superficie | 25,72 km² | ||
Abitanti | 14 810[1] (31-8-2021) | ||
Densità | 575,82 ab./km² | ||
Frazioni | Bronzola, Fiumicello, Reschigliano, Sant'Andrea Località: Bosco del Vescovo, Campanigalli | ||
Comuni confinanti | Borgoricco, Cadoneghe, San Giorgio delle Pertiche, Vigodarzere, Vigonza, Villanova di Camposampiero | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 35011 | ||
Prefisso | 049 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 028017 | ||
Cod. catastale | B524 | ||
Targa | PD | ||
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] | ||
Cl. climatica | zona E, 2 383 GG[3] | ||
Nome abitanti | campodarseghesi | ||
Patrono | santa Maria Assunta, san Martino | ||
Giorno festivo | 15 agosto, 11 novembre | ||
Cartografia | |||
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Sito istituzionale | |||
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Il primo atto che cita Campodarsego risale al 1190 nel quale viene menzionata Villa Campi de Arsico. Il toponimo si riferisce ad un luogo disboscato e reso produttivo (campus) vicino ad un corso d'acqua (Arsicus) nominato molto spesso nel passato.
Il territorio era però abitato già da molti secoli. Il punto di partenza della storia di Campodarsego non può essere che il graticolato romano. Nel periodo paleoveneto la zona dell'Alto Padovano si presentava ricca di vegetazione, godeva di un clima mite e beneficiava della pendenza del terreno che permetteva il deflusso delle acque piovane. Era percorsa da una strada che collegava Padova ad Asolo, quella che poi diventerà la via Aurelia e, dopo ancora, la strada statale del Santo SS 307. I Romani infatti scelsero questa terra fra il Brenta ed il Muson Vecchio, per realizzare la centuriazione dell'Agro Padovano. Il gromatico, così si chiamava il tecnico incaricato alla stesura dell'insediamento, posto al centro della centuriazione segnava due assi perpendicolari fra loro: il primo chiamato Decumano Massimo, ed il Cardine Massimo. Il Graticolato Romano, probabile opera del periodo dell'imperatore Augusto (nel quale decretata la pace si era provvisto ad assegnare la terra ai veterani), è tuttora visibile. Questa interpretazione è confermata dal recente rinvenimento di monete, cocci ed embrici con il timbro di una fornace.
Dopo la libertà di religione concessa dall'imperatore Costantino iniziò la lenta penetrazione del Cristianesimo nelle campagne, con la costituzione delle pievi. Le pievi si sostituirono alle strutture sociali, salvaguardando l'ordinamento civile e il bene comune e diventarono importanti centri religiosi e politici. A Campodarsego operava la pieve di Sant'Andrea (VI secolo d.C.). Sotto la sua giurisdizione nascono le cappelle di Reschigliano, Fiumicello di Campodarsego, Bronzola, Panigale, Villanova e Codiverno.
Verso il mille la configurazione dell'ordinamento pagense è sconvolta dalla nascita delle Signorie. Sant'Andrea ed il suo castello diventano proprietà di una delle donne più singolari del Medioevo: Speronella Dalesmanni.
Speronella era molto avvenente e ricca e non disdegnava di ricorrere a qualsiasi mezzo, anche i più aberranti, per accrescere le proprie ricchezze. Alla sua morte, ereditò tutte le sue proprietà il figlio Jacopo da Sant'Andrea, il quale dilapidò tutto il patrimonio in brevissimo tempo. Tale fatto deve aver avuto un'eco grandissima nell'Italia dei Comuni, tanto che persino Dante Alighieri lo cita nella Divina Commedia, all'Inferno tra gli scialacquatori:
Negli anni successivi il territorio di Campodarsego venne annesso al feudo dei da Camposampiero, e nel 1405 divenne parte della Serenissima.
Sotto i veneziani la zona venne beneficiata da interventi di pubblica utilità, in primis nell'agricoltura e nel commercio. Nel XVII secolo venne portata a compimento un'importante opera di bonifica che permise di aumentare le coltivazioni di mais, vite e gelso.
Il 1797 segnò la caduta della Repubblica Serenissima e la seguente occupazione, prima della Francia di Napoleone Bonaparte, poi dell'Impero d'Austria. Nel 1866, a seguito delle lotte risorgimentali, il Veneto venne annesso al Regno d'Italia.
Lo stemma comunale e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 7 gennaio 1938.[4]
«Di rosso, a tre pali ondati d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.» |
Lo smalto di rosso per il campo fu imposto dalla Consulta Araldica per ricordare l'origine del toponimo Campodarsego da "campo arso". I tre pali ondati rappresenterebbero i tre corsi d'acqua che solcano il territorio: Muson dei Sassi, Tergola e Piovego (o Lusore).
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.
Abitanti censiti[6]
Come tutto il territorio del Veneto centrale, anche a Campodarsego si è assistito negli ultimi decenni ad un'urbanizzazione e cementificazione forsennate. Il consumo di suolo ha provocato la quasi completa scomparsa della campagna che caratterizzava da sempre il territorio.
Il comune di Campodarsego comprende altre quattro frazioni: Bronzola, Fiumicello, Reschigliano e Sant'Andrea, più altre località come Bosco del Vescovo e Campanigalli (meglio conosciuta come Panigale).
A Campodarsego ci sono diverse realtà produttive importanti, come: il marchio Carraro con i due stabilimenti dei fratelli Mario e Antonio, che producono, rispettivamente, assali per macchine agricole e trattori; il colorificio Top Color, uno dei rivenditori di finiture per l’edilizia più completi del Triveneto, la Maschio Gaspardo, che produce grandi macchinari agricoli; l'azienda di valigeria Roncato; la ditta Zanon s.r.l., esportatrice di macchine agricole; e, dal 1930, la ditta Marcato s.r.l., produttrice di macchine per la pasta.
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Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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2006 | 2010 | Paola Candiotto | centro-destra | Sindaco | |
2010 | 2020 | Mirko Patron | centro-destra | Sindaco | |
L'impianto di gioco più importante era il Comunale di Campodarsego, ma dal 2015 il Campodarsego gioca al Centro Sportivo Gabbiano[8], munito di tribune per 1.000 spettatori.
Altri progetti
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