Adrara San Rocco [aˈdraːɾa sanˈrɔkːo] (Dréra San Ròch [ˈdɾeɾa ˈsan ˈɾɔk , ˌdɾeɾasaˈɾːɔk] o semplicemente San Ròch in dialetto bergamasco[5][6]) è un comune italiano di 780 abitanti[1] della provincia di Bergamo in Lombardia. Il comune si trova a circa 22 chilometri ad est dal capoluogo orobico. Situato nella piccola valle che, percorsa dal torrente Guerna si dirama dall'alta Valcalepio fino a raggiungere i colli di San Fermo.
Il comune fa parte della Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi.
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Adrara San Rocco comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Tiziano Piccioli Cappelli (lista civica Indipendenti) dal 6-6-2016 |
Territorio | |
Coordinate | 45°42′51″N 9°57′30″E |
Altitudine | 431 m s.l.m. |
Superficie | 9,23 km² |
Abitanti | 780[1] (31-5-2021) |
Densità | 84,51 ab./km² |
Frazioni | nessuna[2]; vedi elenco contrade |
Comuni confinanti | Adrara San Martino, Fonteno, Monasterolo del Castello, Vigolo |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 24060 |
Prefisso | 035 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 016002 |
Cod. catastale | A058 |
Targa | BG |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 682 GG[4] |
Nome abitanti | sanrocchini - adraresi |
Patrono | san Rocco |
Giorno festivo | 16 agosto |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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La storia del paese ha un'origine abbastanza recente, risalente al Medioevo.
Sono infatti databili attorno all'anno 1000 i primi documenti che attestano l'esistenza del borgo di Adrara, non ancora diviso nelle due attuali entità.
In quegli anni l'intera provincia di Bergamo fu sconvolta dalle lotte fratricide tra le fazioni guelfa e ghibellina tanto che nella zona, precedentemente interessata soltanto da piccoli insediamenti abitativi sparsi, si verificò una notevole immigrazione di gruppi di persone in fuga che cercavano riparo in queste zone isolate e tranquille. Ben presto però la situazione si fece pesante anche qui, tanto che venne costruito un castello al fine di proteggere gli abitanti del borgo dalle incursioni. Numerose furono le battaglie, tra le quali si distinse il guelfo Giovanni Fermo degli Alessandrini, che riportò numerose vittorie nei confronti delle fazioni ghibelline dei vicini paesi di Villongo e della Val Cavallina.
Nel corso del XIV secolo il territorio passò sotto il dominio della famiglia dei Calepio, che prese possesso di quasi tutta l'omonima valle. Il secolo successivo vide l'arrivo della Repubblica di Venezia che pose definitivamente termine alle lotte di fazione. Fu un periodo di calma, in cui Adrara, ritrovò la tranquillità e vide rifiorire le attività economiche, con un conseguente incremento demografico.
Nuovi screzi intanto cominciavano a crearsi tra le due anime della popolazione, spinte questa volta da motivazioni territoriali: il borgo più a monte, raggruppato sotto la parrocchia di San Rocco, in contrapposizione con quello posto più a valle, riunito attorno alla chiesa di San Martino.
Quest'animo campanilistico portò, nel 1668, alla suddivisione del territorio di Adrara in due differenti entità: Adrara San Rocco ed Adrara San Martino. Tuttavia le questioni legate alla suddivisione del territorio trascinarono la questione per quasi un secolo, dato che la formalizzazione dell'avvenuta divisione è datata 1754, e si risolse con l'assegnazione dei cinque noni del territorio alla comunità di San Martino, ed i restanti quattro noni a quella di San Rocco.
Durante la dominazione della Repubblica di Venezia avvenne la laboriosa divisione dei due comuni. I problemi della divisione rimasero vivi nel ricordo dei cittadini per almeno due secoli. Le vicende del borgo furono parallele a quelle di Adrara San Martino, dal momento che San Rocco passò, come il comune gemello, dalla dominazione veneta a quella austriaca.
Altrettanto difficile fu promuovere a parrocchiale la chiesa di San Rocco, processo che venne contrastato non solo dagli abitanti di Adrara San Martino ma anche da quelli della stessa San Rocco, che continuarono ostinatamente a considerarsi parrocchiani di San Martino.
I secoli successivi non si verificarono avvenimenti di rilievo per la comunità, che fu coinvolta solo marginalmente negli avvicendamenti tra la dominazione francese e quella austriaca, fino all'avvento del Regno d'Italia.
Le case, la piazza e il Municipio costituiscono il nucleo principale del paese, dominato dalla chiesa parrocchiale dedicata a San Rocco. Nella parte più antica alcuni edifici conservano ancora strutture tardomedioevali e rinascimentali.
Tra i personaggi originari del luogo si segnala Eugenio Donadoni che, nato a San Rocco nel 1870, è stato un famoso critico letterario, nonché autore di biografie di autori e poeti italiani.
Lo stemma fu approvato con delibera del Consiglio comunale il 13 marzo 1971 e concesso con Decreto del presidente della Repubblica dell'8 luglio 1971.[7]
«D'azzurro, al campanile d’argento, murato, finestrato e chiuso di nero, con la cupola semisferica cimata da una croce latina di rosso, fondato su di una montagna di verde movente dalla punta.» |
(D.P.R. 8.7.1971) |
Vi è raffigurato il campanile della chiesa di San Rocco costruita nel 1539, immagine presente anche nello Stemmario Camozzi del 1888, conservato nella Biblioteca Civica di Bergamo.
Abitanti censiti[8]
Ecco l'elenco completo delle contrade[2]:
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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14 maggio 2001 | 29 maggio 2006 | Maria Teresa Latini | Lista civica | Sindaco | |
30 maggio 2006 | 5 giugno 2016 | Alfredo Mossali | Lista civica | Sindaco | |
6 giugno 2016 | 4 ottobre 2021 | Tiziano Piccioli Cappelli | Lista civica Indipendenti | Sindaco | |
4 ottobre 2021 | in carica | Tiziano Piccioli Cappelli | Lista civica Indipendenti | Sindaco | |
Altri progetti
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