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Abruzzi e Molise (o, impropriamente, Abruzzo e Molise) fu una delle regioni previste dall'articolo 131 della Costituzione della Repubblica Italiana nella sua stesura originale.

Abruzzi e Molise
regione non attuata
Abruzzi e Molise – Veduta
Abruzzi e Molise – Veduta
La regione Abruzzi e Molise vista dal satellite
Localizzazione
Stato Italia
Amministrazione
Data di istituzione1948
Prevista dall'articolo 131 della Costituzione italiana.
Data di soppressione1963
Inattuata ai sensi dell'articolo 1 della legge costituzionale n. 3 del 27 dicembre 1963.
Territorio
Coordinate42°21′58″N 13°23′40″E
Superficie15 191 km²
Abitanti1 564 429[1] (31-12-2021)
Densità102,98 ab./km²
ProvinceCampobasso, Chieti, L'Aquila, Pescara, Teramo
Regioni confinantiMarche, Lazio, Campania, Puglia
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Abruzzi e Molise – Localizzazione
Abruzzi e Molise – Localizzazione
Abruzzi e Molise – Mappa
Abruzzi e Molise – Mappa

La regione, che si estendeva per circa 15,191 km², restò inattuata poiché con l'articolo 1 della legge costituzionale n. 3 del 27 dicembre 1963 il testo costituzionale fu modificato prevedendo la sua separazione in due regioni distinte: Abruzzo e Molise.[2]


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Suddivisione amministrativa del Regno di Napoli, Giustizierato d'Abruzzo, Abruzzo Citeriore, Abruzzo Ultra e Contado di Molise.

In età normanna e poi sveva l'Abruzzo costituì un unico giustizierato. In epoca angioina, la provincia fu ripartita in due distinte circoscrizioni, l'Abruzzo Ulteriore (Ultra flumine Piscaria) e l'Abruzzo Citeriore (Citra flumine Piscaria), stabilendo come limite tra esse il confine naturale segnato dal corso del fiume Aterno-Pescara. La bipartizione in due province perdurò per oltre cinque secoli e fu proprio l'esistenza di due diverse circoscrizioni abruzzesi a far sì che il toponimo Abruzzo venisse declinato al plurale, indicandosi, quindi, con Abruzzi, il territorio di ambedue le province. Con le riforme napoleoniche e murattiane del XIX secolo, l'Abruzzo Ulteriore fu a sua volta diviso in due circoscrizioni, l'Abruzzo Ulteriore I, con capoluogo Teramo e l'Abruzzo Ulteriore II, con capoluogo Aquila, portando a tre il numero delle province abruzzesi.

Il territorio molisano, invece, già durante il regno di Federico II, costituì un'unica provincia assieme alla Terra di Lavoro, andando a formare, per l'appunto, il giustizierato di Terra di Lavoro e Contado di Molise. Con la scissione del Regno di Sicilia in due distinte entità statuali, Regno di Trinacria e Regno di Napoli, il Molise cominciò a essere considerato come un territorio a sé stante, sebbene esso continuasse a non possedere autonomia amministrativa. Fino al 1538, infatti, il Molise continuò a essere amministrato congiuntamente alla Terra di Lavoro; successivamente, fu aggregato alla Capitanata[3], rimanendovi legato sino al 1806, quando, la Provincia di Molise, il cui capoluogo fu fissato in Campobasso, ottenne l'autonomia amministrativa.

La confinazione tra le quattro province seguiva anche criteri di natura geografica: gli Abruzzi Ultra I, Citra e il Molise erano separati dai corsi dei fiumi Aterno-Pescara e Trigno, mentre l'Abruzzo Ultra II era diviso dalle restanti province tramite le alte vette dell'Appennino abruzzese, dal Terminillo fino ai Monti della Meta, passando per Monti della Laga, il Gran Sasso e la Majella.


Variazioni territoriali


Lo stesso argomento in dettaglio: Variazioni territoriali e amministrative di Abruzzi e Molise.
Evoluzione storica dei confini
Evoluzione storica dei confini

Gli Abruzzi e il Molise hanno subìto, nel corso dei secoli, diverse variazioni territoriali, anche importanti, che portarono alla definizione delle quattro province - Abruzzo Ulteriore I, Abruzzo Ulteriore II, Abruzzo Citeriore e Molise - esistite durante il decennio francese e durante il Regno delle Due Sicilie. Nel 1806, in particolare, la struttura periferica dello Stato napoletano fu oggetto di una riforma amministrativa, che portò all'introduzione di un sistema di enti locali di tipo moderno e organizzato su quattro livelli. In seguito alla riforma, il Molise, otteneva l'autonomia amministrativa, ma la definizione dei confini provinciali comportò rilevanti mutamenti territoriali.

La provincia acquisì, dalla Capitanata, la parte occidentale del distretto di Larino e un lembo del distretto di Foggia, mentre dall'Abruzzo citeriore acquisì diversi comuni e casali del distretto di Vasto[4]. Nel 1852, per effetto del Trattato del 15 aprile, stipulato tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio e sottoscritto dal sovrano Ferdinando II e da Papa Pio IX, vi fu uno scambio di territori tra i due stati che interessò due province abruzzesi. L'Abruzzo Ulteriore I, acquisì il comune di Ancarano e i villaggi di Villafranca, Vignatico, Valloni, Collegrato, Pietralta, Morrice e Casenuove, mentre cedette i villaggi di Vosci, Forcella e Casa Bianchini. L'Abruzzo Ulteriore II, ottenne i villaggi di Trimezzo, Offeio e San Martino, mentre perse i villaggi di Tufo, Capodacqua e Casette[5].

Alla formazione del Regno d'Italia, il Molise fu oggetto di altre variazioni territoriali, annettendo il territorio di Venafro - già appartenuto alla provincia di Terra di Lavoro - e cedendo svariati comuni alla neocostituita provincia di Benevento, tra cui Pontelandolfo e Casalduni, comuni in cui, nell'agosto del 1861, avvenne una sanguinosa rappresaglia da parte del Regio Esercito.

Nel 1927, contestualmente alla soppressione dei circondari, l'Abruzzo fu interessato da importanti modifiche territoriali. La provincia di Aquila degli Abruzzi perse una larga fetta del suo territorio - 1362 km² e 70.000 abitanti[6] - corrispondente all'ex circondario di Cittaducale, ceduto all'istituenda Provincia di Rieti. Sempre nel 1927, il regime fascista istituì la provincia di Pescara, scorporando porzioni di territorio sia dalla provincia di Aquila degli Abruzzi, ad ovest, sia da quelle di Teramo e Chieti, rispettivamente a nord e sud. Nella nuova circoscrizione pescarese, infatti, confluirono i due importanti centri aquilani di Bussi sul Tirino e Popoli, alcuni comuni del chietino e tutti i comuni dell'ex circondario di Penne, fatta eccezione per i comuni appartenuti all'ex mandamento di Bisenti, che rimasero alla provincia teramana.


Mancata attuazione della regione


Già in Assemblea Costituente fu prefigurata l'istituzione di due distinte regioni, l'Abruzzo e il Molise, tant'è che le due regioni furono costituite in circoscrizioni distinte per le elezioni del Senato nel 1948.[7] La decisione finale, però, fu poi procrastinata a data da destinarsi.

Nel 1963, con la modifica dell'art. 131 della Costituzione, vengono istituite le due distinte regioni Abruzzo e Molise, quest'ultima rappresentata dalla sola provincia di Campobasso comprensiva della futura provincia di Isernia (istituita nel 1970). È l'unico caso nella storia della Repubblica Italiana di formazione di due nuove regioni per distacco da un'unica regione originaria, ma si colloca temporalmente prima dell'entrata in funzione delle regioni a statuto ordinario (1970).


Note


  1. il dato è la somma della popolazione delle regioni Abruzzo e Molise al 31 dicembre 2021
  2. La Costituzione della Repubblica Italiana - Titolo V, su governo.it, Presidenza del Consiglio dei ministri. URL consultato il 9 luglio 2013.
  3. Marcello De Giovanni, Molise, Pisa, Pacini editore, 2003, p. 25, ISBN 978-88-7781-477-7.
  4. Pasquale Albino, Biografie e ritratti degli uomini illustri della provincia di Molise, vol. 1, Campobasso, 1864, p. 16, ISBN non esistente.
  5. Gabriello de Sanctis (a cura di), Elenco alfabetico delle province, distretti, circondari, comuni e villaggi del Regno delle Due Sicilie, Napoli, Stabilimento Tipografico di Gaetano Nobile, 1854, p. 73, ISBN non esistente.
  6. Touring Club Italiano, Guida d'Italia; Abruzzo e Molise, Milano, Mondadori Printing S.p.A., agosto 2007, p. 78, ISBN non esistente.
  7. Supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale n. 31 del 7 febbraio 1948 (pdf).

Voci correlate


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