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Vipacco[1][2] (in sloveno Vipava[3], in tedesco Wippach[4], in friulano Vipau) è un comune di 5.520[5] abitanti nel Carso della Slovenia occidentale. Vipacco sorge sulle numerose fonti del fiume Vipacco, in Sloveno: Vipava, nell'omonima valle (Vipavska dolina/Valle del Vipacco), 102 m sopra il livello del mare. Il tratto di fiume che scorre in territorio Italiano costituisce oggigiorno assieme al fiume Isonzo il confine tra il Friuli, nel caso specifico Friuli Isontino, e la Bisiacaria.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Vipacco (disambigua).
Vipacco
comune
(SL) Vipava
Vipacco – Veduta
Vipacco – Veduta
Veduta
Localizzazione
Stato Slovenia
Regione statisticaGoriziano
Territorio
Coordinate45°50′48″N 13°57′47″E
Altitudine102 e 110 m s.l.m.
Superficie105 km²
Abitanti5 520 (2011)
Densità52,57 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale5213
Prefisso(+386) 05
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2SI-136
TargaGO
Nome abitantivipacchesi (ITA); vipavski (SLO)
Provincia storicaCarniola interna
Cartografia
Vipacco
Vipacco – Mappa
Vipacco – Mappa
Sito istituzionale

Posto in cima ad una piccola collinetta a un chilometro a Sud-Ovest del centro vi è l'antico Palazzo di Zemono. Costruito nel 1683 dalla famiglia Lantieri, è su pianta quadrata con porticato ad arcate su colonne. Le sale interne sono decorate con affreschi barocchi.

L'area attorno alla città è rinomata per le deliziose ciliegie e per l'eccellente vino.

Lo 0,10% della popolazione è di madrelingua italiana (vedi Goriziano).


Storia


L'area attorno alla città venne probabilmente colonizzata dagli Illiri e dai Celti in epoca pre-romana. Alcuni fanno risalire il nome alla radice celtica vip (fiume).
Nel 394, la Battaglia di Frigidus si svolse nelle vicinanze della città.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, e la parentesi del Regno ostrogoto, a seguito della Guerra gotica (553) promossa dall'imperatore Giustiniano I il suo territorio entrò a far parte dei domini bizantini.
Dopo la calata, nel 568, attraverso la Valle del Vipacco nell'Italia settentrionale dei Longobardi, seguiti poi da popolazioni slave, rimase sotto dominio bizantino (il confine tra l'Istria bizantina e il Regno longobardo era fissato su una linea più a nord che da Sistiana[6] passava per Sella del Bivio[7]).
Dopo una parentesi di dominazione longobarda dal 751 ad opera del loro re Astolfo, l'Istria tornò in mano bizantine dal 774.

Annientati i Longobardi, Carlo Magno, re dei Franchi, nel 788 occupò anche l'Istria bizantina inglobandola nel Regnum Italiae affidato da Carlo al figlio Pipino; nell'803 venne istituita la Marchia Austriae et Italiae che comprendeva il Friuli, la Carinzia, la Carniola e l'Istria. Alla morte di Pipino nell'810, il territorio passò in mano al figlio Bernardo[8].
Con la morte di Carlo Magno nell'814 la carica imperiale passò a Ludovico I che affidò il Regno d'Italia al suo primogenito Lotario, il quale già nell'828 (dopo aver deposto Baldrico per non aver saputo difendere le frontiere orientali dagli Slavi) divise la parte orientale del Regno, ossia la Marca Orientale (o del Friuli), in quattro contee: Verona, Friuli, Carniola e Istria (comprendente il Carso e parte della Carniola interna). Da allora le contee del Friuli e dell'Istria vennero conglobate nella nuova “marca d'Aquileia”, come parte del Regno d'Italia.

In seguito al Trattato di Verdun, nell'843, il suo territorio entrò a far parte della Lotaringia[9] in mano a Lotario I e più specificatamente dall'846 della Marca del Friuli, in mano al marchese Eberardo a cui succedettero prima il figlio Urnico e poi l'altro figlio Berengario.

Cessato il dominio franco con la deposizione di Carlo il Grosso, Berengario, divenuto re d'Italia, passò il marchesato aquileiese al suo vassallo Vilfredo che venne poi nell'895 da lui nominato marchese del Friuli e dell'Istria.

Nel 952 l'imperatore Ottone I obbligò il re d'Italia Berengario II a rinunciare alle contee “Friuli et Istria”, unendole all'Impero romano-germanico e subordinandole al Ducato di Baviera tenuto dal suo fratellastro Enrico I a cui successe il figlio Enrico II. Nel 976 sia il Friuli sia l'Istria passarono al Ducato di Carinzia[10] appena costituito dall'imperatore Ottone II.

Nel 1077 l'imperatore Enrico IV costituì il Principato ecclesiastico di Aquileia che ebbe influenza, mediante apposito diploma emesso lo stesso anno, anche sulla marca di Carniola e sulla contea dell'Istria.
I Conti di Gorizia, in quanto advocati del patriarca, acquisirono gradualmente una larga parte dei territori aquileiesi, frazionati in feudi minori fra i loro ministeriali, i veri e propri strumenti di governo comitale sul Carso[11] e la vicina Istria[12].

Già nel 1154 si ha menzione di un certo cavaliere Wiluinus de Wippach, ministeriale aquileiese[13], e su un'altura del paese, nel 1275, della presenza del Castrum Wipaci superioris[13] (castello superiore di Vipacco), costruito sulle rovine di uno di origine romana[14], in mano ai nobili Von Wippach.

Vipacco
Vipacco

Tra il 1340 e il 1350 il suo territorio venne conteso tra il Principato ecclesiastico di Aquileia, il Ducato di Carniola in mano asburgica e le mire espansionistiche dei Conti di Gorizia.
Nel conflitto che ne seguì nel 1350 (svoltosi anche nel vicino Friuli), il Principato ecclesiastico di Aquileia ne uscì vincitore, ma il patriarca Nicola di Lussemburgo dovette cedere nel 1351 il Castello superiore di Vipacco agli Asburgo.

L'odierna Vipacco viene menzionata per la prima volta nel 1367.

Nel 1478, il villaggio venne pesantemente devastato dalle scorribande turche.
Nel 1508, durante la guerra austro-veneta, i Veneziani la occuparono per un breve periodo.

Nel 1528 l'arciduca Ferdinando I d'Asburgo diede per motivi finanziari in pegno le Signorie di Rifembergo e Vipacco a Gasparre Lantieri[15].
Durante l'epoca della Riforma protestante, gli abitanti di Vipacco aderirono in massa alla dottrina luterana, tanto che, quando nel 1584, il barone Lorenz Von Lantieri ricevette l'ordine dall'Arciduca d'Austria di espellere dall'area i protestanti, nel villaggio non rimasero che pochi abitanti di fede cattolica.

Con il trattato di Schönbrunn (1809) entrò a far parte delle Province Illiriche.

Castello Zemona
Castello Zemona

Col Congresso di Vienna nel 1815 rientrò in mano austriaca nel Regno d'Illiria come comune autonomo[4] che comprendeva anche gli attuali insediamenti di Gradischie di Vipacco (Gradišče pri Vipavi) e Zemona (Zemono); tale comune passò in seguito sotto il profilo amministrativo alla Carniola nel 1849[3].

Dopo la prima guerra mondiale fu annesso al Regno d'Italia, venendo provvisoriamente assegnato alla provincia di Gorizia.
Allo scioglimento di questa, nel 1923, passò alla provincia del Friuli con i medesimi insediamenti del periodo asburgico[16].
Con la ricostituzione della provincia di Gorizia nel 1927, il comune si ingrandì nel 1928 assorbendo i comuni di:

Fu soggetto alla Zona d'operazioni del Litorale adriatico (OZAK) tra il settembre 1943 e il maggio 1945 e tra il giugno 1945 e il 1947, trovandosi ad est della Linea Morgan, fece parte della Zona B della Venezia Giulia sotto il controllo Jugoslavo; passò poi alla Jugoslavia e quindi alla Slovenia.


Località


Il comune di Vipacco è diviso in 20 insediamenti (naselja):


Note


  1. Cfr. il toponimo "Vipacco" a p. 66 sull'Atlante geografico Treccani, vol I, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2008.
  2. Vipacco ad est del confine tra Contea di Gorizia e Carniola in: Carta delle Contee di Gorizia, di Gradisca, Distretto di Trieste e del Friuli veneto, dedicata all'Imperiale Regia Società d'Agricoltura delle medesime Contee nuovamente misurata e disegnata dal cesareo regio provincial Ingegnere Giannantonio Cappellaris, in Venezia per P. Santini, 1780 Archiviato il 18 luglio 2012 in Archive.is. - Carta 1.2
  3. indicazione bilingue del comune di Wippach / Vipava con Gradišče e Zemona in: Gemeindelexikon, der im Reichsrate Vertretenen Königreiche und Länder. Bearbeit auf Grund der Ergebnisse der Volkszählung vom 31. Dezember 1900. Herausgegeben von der K.K. Statistischen Zentralkommission. VI. Krain. - Wien 1905 Archiviato il 5 ottobre 2013 in Internet Archive.
  4. Wippach in: Katastral Plan der Gemeinde WIPPACH in Krain, vorm. Adelsberger Kreis, pol. Bez. Adelsberg, 1822 Archiviato il 12 novembre 2014 in Internet Archive., foglio 3 di 7 – Archivio di Stato di Trieste
  5. Popolazione al 30-06-2011 SI-STAT
  6. Annali Storici: Dario Alberi, Istria, storia, arte, cultura, edizioni Lint Trieste
  7. Selo na Vipavskem
  8. Mappa dell'Impero carolingio all'ascesa di Ludovico I (814)
  9. la Lotaringia (con l'Italia) (in verde) nell'impero carolingio con le tre principali suddivisioni dell'anno 843
  10. la zona di Vipacco ne: La Marca d'Istria nella mappa dell'Europa centrale tra il 919 e il 1125
  11. S. Rutar, Završniška gospoščina na Krasu, in Izvestjia Muzejska društva za Kranisko, letnik V (1895), pp. 127: si attesta la donazione da parte dell'imperatore Corrado II al patriarca di Aquileia Poppone di tutto il territorio carsico (totam Carsiam) per aver respinto nel 1028 gli ungheresi che erano penetrati nella Carniola
  12. P. Štih., op. cit., pp. 23-24; 78; P. Štih. Il posto dei ministeriali nell'organizzazione e nell'amministrazione dei conti di Gorizia in La contea di Gorizia nel Medioevo, a cura di S. Tavano, Gorizia 2002, p. 95.
  13. Vipavska dolina - Kulturna dediščina Archiviato il 19 ottobre 2007 in Internet Archive. - in lingua slovena
  14. Grad Vipava - in lingua slovena
  15. Il Castello di Rifembergo - in Isonzo-Soča
  16. Regio Decreto 29 marzo 1923, G.U. 27 aprile 1923, n.99

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[en] Vipava, Vipava

Vipava (pronounced [ʋiˈpaːʋa] (listen); Italian: Vipacco, German: Wippach[2]) is a town in western Slovenia. It is the largest settlement and the seat of the Municipality of Vipava. Vipava is located near the numerous sources of the Vipava River, in the upper Vipava Valley, 102 metres (335 ft) above sea level. Historically, it is part of the traditional region of Inner Carniola,[2] but it is now generally regarded as part of the Slovenian Littoral.[3]
- [it] Vipacco

[ru] Випава (город)

Випава (словен. Vipava, нем. Wippach — Виппах) — город в западной части Словении, в Словенском Приморье, недалеко от границы с Италией.



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