Villa Literno (Vico di Pantano fino al 1927[5]) è un comune italiano di 12 033 abitanti della provincia di Caserta in Campania. Fa parte dell'agro aversano.
Villa Literno comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Valerio Di Fraia (lista civica Essere liternese) dal 4-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 41°00′34.51″N 14°04′26.71″E |
Altitudine | 10[1] m s.l.m. |
Superficie | 61,83 km² |
Abitanti | 12 033[2] (31-3-2022) |
Densità | 194,61 ab./km² |
Frazioni | Masseria Arsa, Masseria San Biagio, San Sossio I, San Sossio II, San Sossio III, San Sossio IV[1] |
Comuni confinanti | Cancello ed Arnone, Casal di Principe, Castel Volturno, Giugliano in Campania (NA), San Cipriano d'Aversa. |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 81039 |
Prefisso | 081 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 061099 |
Cod. catastale | L844 |
Targa | CE |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] |
Cl. climatica | zona C, 1 082 GG[4] |
Nome abitanti | liternesi o vicaioli (detto locale) |
Patrono | san Tammaro |
Giorno festivo | 16 gennaio e seconda domenica di settembre |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
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In epoca romana la località era denominata Vicus Feniculensis[6] con riferimento alle prime colture della zona addette alla produzione del fieno. La strada via Feniculense ne perpetua il nome in ricordo.
Vicus Feniculensis fu eretta a diocesi in epoca costantiniana (IV sec. d.c.). Con Cuma e Atella, Vicus Feniculensis fu infatti una delle tre sedi episcopali che nel 1053 vennero incorporate nella diocesi di Aversa[senza fonte].
Durante la dominazione normanna, tra i piccoli feudi in cui vennero smembrate le diocesi di Capua e di Aversa si trova notizia di San Sossio del Pantano, oggi zona periferica del comune, e di Vico di Pantano con chiaro riferimento alla zona acquitrinosa che circondava il paese. Durante il periodo svevo, il territorio fu possesso della famiglia De Apolita. Dopo il 1268, con la dominazione angioina il re Carlo I d'Angiò promosse la costruzione del castello, come riserva di caccia.
Ai primi del Trecento Vico di Pantano risulta posseduta da Michele de Cantono, di Messina, padrone del castello di Pantano, consigliere e familiare della regina consorte Sancha d'Aragona e del sovrano Roberto d'Angiò, dal quale aveva ricevuto i territori di Vico di Pantano e di Gaudo. All'epoca Vico di Pantano comprendeva le chiese di San Tammaro, di Santa Maria di Villa Vici, di Santa Maria da Savilone, di San Pietro, di San Marco e di Santa Maria del Pantano. Successivamente[non chiaro] Vico di Pantano passò alla famiglia dei Carafa della Stadera per via dotale, in seguito del matrimonio di Francesco Malizia Carafa con Maria Origlia della Stadera. Nel 1528 Vico di Pantano ritornò alla Regia Corte insieme ad altri feudi della famiglia Carafa e quindi fu venduto ad Alfonso d'Avalos d'Aquino. Per lungo tempo il territorio fu oggetto di interventi di bonifica che, iniziati dal viceré di Napoli Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga, si protrassero nel tempo e continuarono sino ai giorni nostri ad opera del Consorzio di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno.
Con la ripartizione territoriale del Regno di Napoli promossa nel 1806 da Giuseppe Bonaparte, Vico di Pantano fu incluso amministrativamente nella provincia di Terra di Lavoro, ed in particolare nel distretto di Caserta e nel circondario di Trentola. Nel 1927 su impulso del governo Mussolini la provincia di Terra di Lavoro fu soppressa e i suoi comuni ripartiti fra le province adiacenti. Vico di Pantano fu aggregata alla provincia di Napoli; contestualmente, la cittadina assunse la denominazione di Villa Literno,[7]. Il nome richiama il sito archeologico di Liternum, situato sulla rive del lago Patria nell'omonima località frazione della città di Giugliano in Campania. Nel 1945, dopo la fine della seconda guerra mondiale, Villa Literno divenne parte della neocostituita provincia di Caserta.[8]
Nel dopoguerra, le vaste aree bonificate dell'agro del Volturno resero Villa Literno uno dei principali centri di una fiorente agricoltura intensiva, soprattutto per la produzione del pomodoro. Il comune divenne così uno tra i più rilevanti attrattori di immigrazione straniera in Italia: numerosi furono infatti gli stranieri, per lo più africani, che vi confluivano allo scopo di cercare impiego come braccianti. A Villa Literno come negli altri centri vicini, gli immigrati erano però sottoposti a durissime condizioni di lavoro, sotto il giogo del caporalato, e alloggiavano i ricoveri di fortuna come casolari privi di servizi che a mano a mano diedero vita al cosiddetto ghetto di Villa Literno.[9]
La convivenza degli immigrati con la popolazione locale assunse presto forme conflittuali, e alla fine degli anni ottanta portò all'organizzazione di vere e proprie ronde per allontanare i braccianti stranieri dai centri abitati.[10] Non mancarono gli episodi di sangue, riconducibili tanto ad azioni camorristiche quanto a iniziative della criminalità comune.[9] Emblematico fu, nel 1989, l'omicidio di Jerry Masslo, un rifugiato sudafricano impegnato nella raccolta del pomodoro che rimase vittima di una sparatoria nel corso di una rapina perpetrata ai danni degli immigrati.[9] L'episodio ebbe vasta eco nell'opinione pubblica e culminò nel funerale di Stato. Nel 1994 il ghetto di Villa Literno fu distrutto da un incendio doloso, che il vescovo di Caserta Raffaele Nogaro definì un "incendio di Stato".[11]
Abitanti censiti[16]
Al 1º gennaio 2021 gli stranieri residenti a Villa Literno erano 1220, pari al 10,0% della popolazione complessiva.[17]
Il dialetto liternese, parlato anche a Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa e Casapesenna, è una variante del napoletano contraddistinta da alcune peculiarità fonetiche, morfologiche e sintattiche, ad esempio la sostituzione della vocale a con e, come nell'espressione "stej accis" (in luogo di "staj accis") usata per indicare una condizione miserevole.
I festeggiamenti del carnevale di Villa Literno[18] hanno origini antiche. La storia moderna del carnevale del paese ha inizio ufficialmente nel 1985[19]. Da allora ogni anno viene organizzata la manifestazione con cortei mascherati, balli ed una gara tra i carri allegorici[20].
La biblioteca comunale è situata in via Chiesa[21].
Il pomodoro rappresenta il simbolo culinario del comune, che difatti è tra i maggiori coltivatori. Ogni anno, nel periodo estivo, ricorre una festa dedicata proprio al pomodoro, organizzata dall'associazione ORO ROSSO[22].
Il territorio è attraversato in direzione nord-sud dalla via Santa Maria a Cubito e in direzione est-ovest dalla SS 7 bis detta "Asse di supporto".
La stazione ferroviaria di Villa Literno, posta lungo la ferrovia Roma-Formia-Napoli e punto d'origine del cosiddetto "passante ferroviario di Napoli", è servita dai treni regionali.
Villa Literno è servita dalle linee bus A.IR (che esercita alcune linee ex CTP):
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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25/09/1987 | 21/06/1988 | Nicola Pagano | Sindaco | ||
21/06/1988 | 17/06/1993 | Aldo Riccardi | Sindaco | ||
17/06/1993 | 14/11/1995 | Vincenzo Tavoletta | Sindaco | ||
14/11/1995 | 04/12/1995 | Giovanna Via | Commissario prefettizio o straordinario | ||
04/12/1995 | 30/04/1997 | Biagio Ucciero | Sindaco | ||
30/04/1997 | 01/12/1997 | Angelo Orabona | Commissario prefettizio o straordinario | ||
01/12/1997 | 07/04/1998 | Biagio Ucciero | Sindaco | ||
08/05/1998 | 30/11/1998 | Paolino Maddaloni | Commissario prefettizio o straordinario | ||
30/11/1998 | 03/02/2003 | Nicola Tavoletta | Sindaco | ||
27/05/2003 | 04/06/2010 | Enrico Fabozzi | Sindaco | ||
05/06/2010 | 20/02/2011 | Antonio Ciliento | Vicesindaco | ||
21/02/2011 | 16/05/2011 | Commissario prefettizio o straordinario | |||
17/05/2011 | 03/10/2021 | Nicola Tamburrino | Sindaco | ||
04/10/2021 | in carica | Valerio Di Fraia | Sindaco | ||
La società di calcio A.S.D Villa Literno ha disputato campionati dilettantistici regionali. Nell'anno 2021/2022 vince il campionato di promozione[23] ed approda per la prima volta nella sua storia al campionato di Eccellenza.
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