Val di Zoldo (Val de Zoldo in ladino) è un comune italiano sparso di 2 771 abitanti della provincia di Belluno in Veneto. Nato il 23 febbraio 2016 in seguito alla fusione dei comuni di Forno di Zoldo e Zoldo Alto, sede comunale è Fusine, già capoluogo del comune di Zoldo Alto; il territorio ricopre la regione storico-geografica di Zoldo nel cuore delle Dolomiti di Zoldo e appartiene all'Unione montana Cadore Longaronese Zoldo.
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Val di Zoldo comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Camillo De Pellegrin (lista civica Progetto comune) dal 6-6-2016 (2º mandato dal 4-10-2021) |
Data di istituzione | 23 febbraio 2016 |
Territorio | |
Coordinate | 46°20′55.32″N 12°10′58.8″E |
Altitudine | 1 177 m s.l.m. |
Superficie | 141,65 km² |
Abitanti | 2 771[1] (31-8-2022) |
Densità | 19,56 ab./km² |
Frazioni | Arsiera, Astragal, Bragarezza, Brusadaz, Calchera, Campo, Casal, Cella, Cercenà, Chiesa, Ciamber, Coi, Col, Colcerver, Cordelle, Cornigian, Costa, Dont, Dozza, Foppa, Fornesighe, Forno, Fusine (sede comunale), Gavaz, Iral, Mareson, Molin, Pecol, Pianaz, Pieve, Pra, Pradel, Pralongo, Rutorbol, Sommariva, Soramaè, Sotto le Rive, Sottorogno, Villa |
Comuni confinanti | Agordo, Alleghe, Borca di Cadore, Cibiana di Cadore, La Valle Agordina, Longarone, Ospitale di Cadore, Selva di Cadore, Taibon Agordino, Vodo di Cadore, Zoppè di Cadore |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 32012 |
Prefisso | 0437 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 025073 |
Cod. catastale | M374 |
Targa | BL |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona F, 4 200 GG[3] |
Nome abitanti | zoldani |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Referendum consultivo | |||||||||||
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Stato | ![]() | ||||||||||
Regione | ![]() | ||||||||||
Data | 17 gennaio 2016 | ||||||||||
Tipo | consultivo | ||||||||||
Tema | Fusione di comuni | ||||||||||
Esito | |||||||||||
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Affluenza | 43,95 |
Il torrente più importante è il Maè con i suoi affluenti, come la Moiazza, Ru Sec, Mareson e Pramper. I rilievi più importanti sono il Civetta (3.218 m), la Moiazza (2.878) e il Pelmo (3.168), ma anche la Cima di San Sebastiano (2.488), il Tàmer (2.547), lo Spiz di Mezzodì (2.324), il Prampèr (2.409) e il Sasso di Bosconero (2.468); tutte comprese nelle Dolomiti di Zoldo, sottogruppo delle Dolomiti.
La prima menzione del toponimo risale al 1031, quando l'imperatore Corrado II riconobbe a Ezemanno, vescovo di Belluno, il suo possesso sul territorio di Çaudes, confermato nel 1161 da Federico Barbarossa. Una bolla di papa Lucio III, risalente al 1185, ribadisce infine il dominio del vescovo Gerardo dei Taccoli del comitatus di Zoldo, con la pieve di San Floriano e le sue cappelle.
La comunità di Zoldo venne tuttavia riconosciuta solo nel 1224, anno in cui il territorio ricevette il diritto di appartenenza al Consiglio dei Nobili di Belluno tramite due consoli. La valle era amministrativamente gestita da dieci regole, citate già nel 1371, mentre la massima carica era rappresentata dal Capitano, nominato annualmente dal già ricordato Consiglio dei Nobili.
La conformazione del territorio rimase tale sino al riordino amministrativo sotto la dominazione napoleonica, dove nel 1807 il territorio fu diviso nei due comuni di Forno di Zoldo e San Tiziano di Goima, che cambiò il suo nome in Zoldo Alto nel 1890.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Val di Zoldo sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 1º agosto 2019.[4]
«Stemma d'oro, calzato di verde, all'incudine sostenente il martello posto in fascia e sostenuta dal ceppo di larice sdradicato, il tutto al naturale, accompagnato in punta dalla terza, diminuita in fascia, d'azzurro, il tutto alla bordura in filetto dello stesso. Ornamenti esteriori da Comune.» |
Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di verde.
Il 27 giugno 1907 Forno di Zoldo divenne la XXI città decorata con Medaglia d'Oro come "Benemerita del Risorgimento nazionale" per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento.
![]() | Medaglia alle Città Benemerite del Risorgimento Nazionale |
«In ricompensa delle azioni patriottiche dei suoi abitanti nel periodo del risorgimento nazionale. Nodo strategico del Cadore, Forno di Zoldo si sollevò nel 1848, costituendo un comitato insurrezionale che si pose in difesa della vallata. Più volte gli abitanti respinsero le offensive degli austriaci, che non riuscirono mai a occupare il Comune. Gli zoldani deposero le armi soltanto quando tutto il resto del Cadore era stato occupato, ma molti volontari accorsero immediatamente alla difesa di Venezia.[5]» |
Abitanti censiti[6]
La Val di Zoldo è attraversata dalle ex strade statali 251 e 347. L'accesso principale alla valle è da sud-est procedendo sulla strada provinciale 251 da Longarone. Attraversata la Val di Zoldo, la SP 251 arriva al Passo Staulanza, che mette in collegamento la Val di Zoldo alla Val Fiorentina. Da Dont si accede al Passo Duran tramite la SP 347, passando per la Val di Goima e arrivando quindi ad Agordo. La SP 347 prosegue da Forno verso Fornesighe, e passando per il Passo Cibiana si raggiunge la SS 51 nei pressi di Venas di Cadore.
Il trasporto pubblico sono gestiti interamente da Dolomitibus.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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23 febbraio 2016 | 6 giugno 2016 | Andrea Celsi | - | Comm. pref. | |
6 giugno 2016 | 4 ottobre 2021 | Camillo De Pellegrin | Lista civica Progetto comune | Sindaco | |
4 ottobre 2021 | in carica | Camillo De Pellegrin | Lista civica Progetto comune | Sindaco | |
La valle ha ricevuto notorietà letteraria grazie al romanzo Marco e Mattio di Sebastiano Vassalli (cittadino onorario di Val di Zoldo, pubblicato da Einaudi nel 1992 e tradotto in tedesco, che racconta la follia di Mattio Lovat, figlio del ciabattino di Zoldo, uno dei primi casi clinici della psichiatria italiana, tra fine Settecento e inizio Ottocento[7].
La Val di Zoldo è principalmente conosciuta per lo Sci Alpino, in quanto il suo comprensorio sciistico Ski Civetta fa parte di Dolomiti Superski, uno dei più importanti comprensori sciistici italiani. Vi si può accedere dalle frazioni di Palma, Pecol e Palafavera. Dal 1986 al 1990 si svolsero le gare di Coppa del Mondo di sci alpino femminili.
Forno di Zoldo disponeva di un palaghiaccio, oggi, dopo il collasso del tetto dovuto all'abbondante nevicata dell'inverno 2009, una pista da pattinaggio con ghiaccio naturale. La squadra locale è la USG Zoldo.
Nella località di Palafavera, ha luogo una pista da Sci Nordico, da poco anche Centro Biathlon. Anche a Campo di Forno di Zoldo sorge una pista da Sci Nordico, disponibile di impianto di illuminazione notturna.
D'estate la Val di Zoldo accoglie molti turisti che svolgono attività come camminate in montagna o ciclismo. L'intera valle dispone infatti di molti sentieri e anelli adeguati per esperti alpinisti ma anche per famiglie e principianti.
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